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Mese: Dicembre 2018

Joan Thiele @ Bradipop

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• Joan Thiele •

Bradipop Club (Rimini) // 15 Dicembre 2018

 

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Ieri sera al Bradipop Club di Rimini ho sicuramente assistito ad uno dei live piu belli ed intensi di questo 2018.
Alessandra, in arte Joan Thiele ci ha stregato tutti con la sua musica.
Tango, è il nome del suo ultimo album, caratterizzato da eleganza e passionalità, e Joan ne ha da vendere!
Joan è da sola sul palco (e ci basta!) e alterna perfettamente la chitarra a drum machine/campionatori vari, dimostrando una presenza scenica pazzesca.
Un mix di suoni elettronici ed acustici che fanno emozionare, come la dolcezza della sua voce, che ti rapisce dal primo secondo.
Circa 45 minuti di Live, Save Me a mio avviso l’episodio migliore, assieme a Blue Tiger e Tango direttamente dall’ultimo full lenght.
Se non lo avete ancora fatto andate ad ascoltare Joan, non ve ne pentirete!

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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10257,10267,10274,10276,10270,10256,10265,10266,10261,10254,10275,10277,10255,10259,10264,10260,10268,10262,10271,10278,10263,10272,10258,10273,10269″][/vc_column][/vc_row]

Willie Peyote @ Orion

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• Willie Peyote •

Orion Live (Roma) // 15 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Willie Peyote è ormai una realtà affermata: lo confermano i quasi 1000 biglietti staccati dall’Orion di Ciampino per questa serata, praticamente sold out, del tour Ostensione della sindrome – ultima cena.

Alle ore 23:00, dopo quasi due ore di attesa (casualmente c’era il derby Torino-Juventus…) Guglielmo (Willie Peyote ndr) sale sul palco, accolto dal boato del pubblico, in pantaloni scuri e giacca di velluto verde smeraldo, insieme ai componenti della Sabauda Orchestra Precaria, fiati compresi.

Si parte con L’effetto sbagliato ed è già delirio: si crea immediatamente una profonda empatia tra il rapper ed i suoi fan che lo accompagneranno, senza mai mollare un secondo, per due ore filate di concerto.

La scaletta è potentissima. Oltre agli ultimi successi dei due stupendi dischi (ovviamente sono di parte) Educazione sabauda e Sindrome di Toret non mancano pezzi più datati come DJ e call center, Tutti mi vogliono bene, Dettagli e Soul Ful.

Il concerto è un condensato di tematiche di attualità come il lavoro, la religione e la politica; soprattutto vedere i giovani presenti seguire a squarciagola Guglielmo fa proprio ben sperare perché, come sempre, il rapper più “anomalo” della scena ha calpestato tutti i cliché di genere, andando dritto alla sostanza con la solita sfrontatezza e il suo sottile sarcasmo.

Non manca ovviamente la buona musica: le parole magistralmente incastrate da Willie sono sempre scandite da un funky beat pazzesco che fa muovere il culo pure ai più ingessati.

Dopo le immancabili Portapalazzo, Peyote451 (L’eccezione), Outfit Giusto e I cani, arriva a salutare il Capitano Matteo dedicandogli la dirompente Io non sono razzista ma con una calorosa accoglienza ed ovazione del pubblico.

Anche questa questa volta Willie è stato un vero cortocircuito: ha acceso l’Orion e speriamo non si spenga presto.

Ah! Prima di concludere vorrei fare un ringraziamento speciale a Matteo, Andrea e Maria Chiara, che hanno dovuto subire le mie gomitate per i primi 3 pezzi a causa dell’assenza della Pit area!

 

 

SETLIST

Effetto sbagliato

Metti che domani

Willie pooh

Dettagli

Il gioco delle parti

Le chiavi in borsa

Dj e call center

Portapalazzo

La dittatura

Soul ful

Giusto la metà di me

Tua madre

Etichette

Peyote451 (L’Ecceione)

Le ragazze

Outfit giusto

C’hai ragione tu

 I cani
Io non sono razzista ma

C’era una vodka

Che bella giornata

Ottima scusa

Vendesi

E allora ciao

 

Grazie ad Antenna Music Factory

Foto e Testo:  Simone Asciutti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10317,10325,10311,10314,10324,10320,10316,10323,10322,10318,10321,10315,10313,10312,10319″][/vc_column][/vc_row]

Il mare di emozioni dei SEAWARD.

Float è il nuovo album dei Seaward, che segna il loro debutto con Platonica.

Il duo, composto da Francesco e Giulia, con questo album ci aiuta a immergerci in una serie di atmosfere che spaziano dal pop, al soul, all’r’n’b per arrivare fino all’elettronica.

La parola immergere non è stata usata a caso perché sia Float ( che letteralmente vorrebbe dire galleggiare) che il nome stesso della band richiamano alla mente il mare.

Non penso che si tratti di una scelta casuale perché le sensazioni che si provano ascoltando questo cd potrebbero essere paragonate a quelle che si hanno perdendosi a guardare il mare al tramonto.

Spaziando e contaminando tra loro generi diversi, il gruppo riesce a suscitare un mix di sensazioni differenti nell’ascoltatore, che ha il suo faro nella voce dolce di Giulia, che non lo abbandona mai.

Si passa da canzoni più ritmate, come Ending Fire, a brani più lenti, come Waves, che ci cullano nel mondo suoni dei Seaward.

Un album intenso, profondo che ricorda appunto i suoni del mare. Come quando da piccoli appoggiavamo una conchiglia all’orecchio per farci dondolare dal rumore delle onde.

 

Laura Losi

 

 

FLOAT

TRACKLIST & CREDITS
1. Fools / 2. Driving / 3. Second Part / 4. Walls / 5. 17 Beauty / 6. Feel / 7. Waves / 8. Hometown / 9. Ending Fire / 10.Not Afraid To Die Alone

Prodotto da Zibba.

Registrato al Bombastic Recording Studio di Imperia. Mixato da Simone Sproccati al Crono Sound Factory di Vimodrone (MI). Masterizzato da Andrea “Bernie” De Bernardi (Eleven Mastering Studio)

Testi di Giulia Benvenuto, Francesco Proglio e Zibba. Musica di Giulia Benvenuto, Francesco Proglio e Zibba.

Label: Platonica
Edizioni: Warner Chappell Music Italiana / Platonica
Distribuito da Believe Digital

Produttore esecutivo: Materiali Musicali, con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa SIllumina.

I LOREN e l’esordio con l’album omonimo. E con il cuore.

Il 14 dicembre è una data importante per i Loren dal momento che uscirà il loro album omonimo.

La giovane band è composta da cinque ragazzi tutti fiorentini e il legame con la loro città d’origine è forte in molti dei loro testi.

Un nuovo gruppo che arricchisce la famiglia indie-rock di Garrincha dischi.

Melodie orecchiabili che di primo acchito ti fanno venire voglia di ballare ma che ad un secondo ascolto, più profondo e più attento, ti portano a concentrarti sui testi.

Perché le loro melodie fanno quasi passare le parole in secondo piano ma, credetemi, perdersi il senso di questi testi
sarebbe un vero peccato.

Suoni ottimisti e allegri che vanno di pari passo con parole ricche di speranza che strizzano l’occhio ad un futuro radioso.

Ottimismo, secondo me, è la parola chiave per decodificare tutto il disco.

Ci salveremo tutti è la traccia numero uno. Già dal titolo capiamo qual è la visione della vita dei Loren: non c’è spazio per la sconfitta o la tristezza.

Le cose del passato si incontrano con quello che il futuro ha in serbo per noi. L’unione tra il passato e il futuro è la chiave verso la salvezza; è così che una cicatrice si trasforma in un tatuaggio.

Un album eclettico ricco di riferimenti ad artisti italiani e internazionali: i Loren hanno un background di tutto rispetto che va da Cremonini ad artisti internazionali come i The killers.

Dieci tracce che ci accompagnano in un viaggio musicale: passiamo da ballate, come Blister, a canzoni dal piglio più rock, Psicosi e Tutti fermi, o ancora a brani che se chiudi gli occhi ti fanno venire in mente l’estate, Roland Garros.

Menzione d’onore, a Giganti, la canzone che mi ha toccato di più di tutto l’album. Una celebrazione del passato e della fiorentinità. Ma sopratutto una celebrazione dei momenti di vita vissuta; perché oggi, abituati come siamo a passare il nostro tempo al telefono rischiamo di perderci i momenti importanti.

Questi cinque fiorentini sono da tenere d’occhio perché hanno tanto da regalare. E non escludo che riusciranno a fare come il loro idolo Batistuta: a zittire uno stadio, ma con il suono della loro musica.

E’ quello che gli auguro.

 

Laura Losi

Incontriamo Galeffi in una serata da Scudetto

E’ sabato ed è il primo dicembre. Il mio mese preferito, non potrebbe iniziare in modo migliore, perché finalmente vedrò il live di uno dei miei artisti preferiti e perché è grazie a Vez Magazine avrò l’immenso piacere di fargli un’intervista. L’appuntamento è fissato per le 19:00 al Locomotiv Club, locale bolognese, che ospiterà Galeffi per una delle ultime date del Golden Goal tour.

Il problema è solo uno: lavoro a Rimini e staccherò alle 18:00, mentre il mio collega, nonché fotografo e fondatore della rivista Luca Ortolani, lavora a Milano e non sarò a Bologna prima delle 19:00.

Superare il limite di velocità in autostrada per arrivare in tempo e superare anche la soglia di ore di sonno perse e sopportabili dal mio corpo, non mi ha tolto neanche un po’ di entusiasmo e voglia di godermi questo concerto, così tanto atteso.

Stanchezza e chilometri sono passati in secondo piano, automaticamente.

Esattamente un anno fa, Galeffi iniziava il suo primo tour in giro per l’Italia.

Dopo la presentazione del suo primo album: Scudetto al Monk di Roma, locale di ritrovo e punto di partenza per tutti gli artisti del panorama musicale romano, ha subito dato il via a quello che poi si è rivelato un anno ricco di partecipazioni a diversi Festival e all’uscita di nuovi singoli.

Un anno di crescita che si conclude senza dubbio in positivo.

Siamo nel camerino e siamo con Marco.

Ci presentiamo e approfittiamo del divano per metterci comodi e iniziare la nostra chiacchierata. Un po’ di timidezza iniziale per entrambi e se per lui non si tratta della prima intervista, per me invece sì.

Ma in un attimo siamo a nostro agio. Ed eccoci qui.

 

E’ un po’ di tempo che dichiari che finito questo tour andrai in letargo. I nuovi singoli usciti durante questo 2018 come Mai Natale, Uffa e Mamihilapinatapai, anticipano un nuovo progetto discografico al quale ti dedicherai?

Uffa e Mai Natale, sono finiti entrambi in un vinile, sono usciti come se fossero più da collezione.

Mamihilapinatapai invece rimarrà una hit estiva, frivola come i pezzi estivi.

Dico che andrò il letargo perché a fine tour, dato che stiamo suonando da un anno ed è un anno dall’uscita del disco, vorrei fare un mesetto e mezzo di vacanza, anche per avere tutti i tempi tecnici per scrivere un disco e registrarlo.

È difficile che uscirà qualcosa di nuovo prima di un anno o comunque a breve.

 

I tuoi testi non sono mai fatti di parole messe a caso o banali, descrivi sempre in maniera incisiva sentimenti e stati d’animo, a volte anche contrastanti. Cosa “anima” la tua penna e quindi cosa anima la tua anima?

Cosa anima la mia anima? Questa è bella…

Semplicemente ho scritto questo disco all’inizio della relazione con la mia ragazza, con la quale mi sono anche lasciato più volte, tendenzialmente perché lei mi ispira abbastanza. Ma in generale, anche prima di Galeffi ho sempre scritto per le donne. (Ride)

Per come sono fatto, mi viene più spontaneo scrivere una canzone che magari affrontare una discussione e parlare.

Non mi piace tanto litigare, sono più uno di quelli che fa passare i giorni. Sia in amore che nella vita non mi piace sporcarmi le mani, per poi magari la canzoni o la poesia te la scrivo.

(Aggiungo “Che fortuna” perché sapere che c’è una persona che mette nero su bianco quello che prova per te dev’essere una bella sensazione. E infatti conferma che la sua ragazza ne è contenta)

 

Qual è la canzone che ti emozione di più cantare sul palco?

L’ultima. Mai Natale.

 

Quando hai deciso che la musica sarebbe stata la tua strada e che la tua passione sarebbe diventata il tuo lavoro?

L’ho capito in quest’ultimo periodo, perché so che ci sarà un rinnovo di contratto. Ma non l’avevo mai pensato fino a poche settimane fa.

All’inizio pensavo fosse solo una bella gita. La musica è un lavoro nel quale non puoi riporre molte aspettative. Io sono una persona pessimista, non ho mai creduto potesse diventare un lavoro e non per mie incapacità ma piuttosto perché nella mia testa è una cosa che prima o poi finirà.

Finché dura daje, altrimenti poi farò altro.

 

Qual è stato il momento di maggiore soddisfazione a livello artistico?

Il concerto del primo maggio, che è stato un bel traguardo, da lì ho pensato che iniziasse ad essere una cosa seria.

 

Che rapporto hai con il tuo pubblico e con i social network?

Penso che adesso siano necessari, buona parte del mio pubblico e dei miei colleghi. E’ un pubblico giovane che utilizza i social e per comunicare è la prima forma efficace, semplice e diretta.

Personalmente, mi piace Instagram e uso meno Facebook, ma ho un rapporto normale, né di rifiuto né di ossessione.

Il mio rapporto col pubblico, credo sia giusto, io sono sempre educato anche se sono molto timido e spesso questa cosa viene confusa col “tirarsela”, ma cerco di essere sempre disponibile e di leggere tutti i messaggi che ricevo.

 

Hai altre passioni oltre la musica?

Il calcio, le donne (ride) e la lettura.

Amo leggere, soprattutto d’estate al mare sul lettino e amo tutta l’arte in generale, la pittura, la scultura.

Ho provato a fare un po’ di tutto, ma le canzoni sono la cosa più facile, anche per scrivere un libro devi avere una certa costanza, un libro sono centinaia di pagine, una canzone invece dura tre minuti.

Concludo facendogli i miei complimenti personali, perché credo sia uno dei pochi artisti emergenti di quest’epoca dove sembrano tutti cantanti appartenenti al genere Indie, lui è uno che sa distinguersi, proprio grazie alla sua identità e al suo stile. Credo sia questo il suo punto di forza.

Lui ribatte dicendo che si sente molto fuori dalle dinamiche del genere a cui appartiene, anche perché ascolta tutt’altro, ma è capitato in questo periodo e ha firmato con Maciste dischi che è una delle colonne portanti, ma afferma che le cose vere si vedranno fra dieci anni, non adesso. Dopo un solo disco.

E vedremo cosa rimarrà, intanto approfittiamo della sua disponibilità per fare qualche foto insieme e per un video di saluti a Vez.

Tutto quello che è successo durante il live, è sul nostro sito con tutte le foto e le sensazioni che è riuscito a trasmettere.

Chili d’amore sotto le occhiaie, ma ne è valsa la pena. Ne è valsa assolutamente la pena.

 

Cla e Galeffi

Claudia Venuti

Malika Ayane @ Vidia_Club

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• Malika Ayane •

Vidia Club (Cesena) // 08 Dicembre 2018

 

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Foto: Tobia Singer

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Caliban @ Rock Planet

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• Caliban •

Rock Planet Club (Pinarella di Cervia) // 08 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Foto: Giada Pasini

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Io e La Tigre @ Vidia_Club

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• Io e La Tigre •

+ Thee Fuzz Warr

Vidia Club (Cesena) // 07 Dicembre 2018

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Apertura affidata al duo Thee Fuzz Warr, il Santo (Chitarra/Voce) e Pinna (Batteria) ci fanno ascoltare il loro Garage/Punk Psichedelico che mi ricorda tantissimo i ’68 fotografati qualche mese fa a Bologna (link qui).

Pezzi ruvidi e sporchi, chitarre effettate e cambi di tempo la fanno da padrona.

Sicuramente questo duo ha incantato le prime persone presenti.

E poi ecco Io e la Tigre, per le quali un live report non è sufficiente.

Dietro alle canzoni, ai testi, alla musica dolce alternata al suono graffiante c’è un mondo fatto di cultura musicale, di conoscenza storica e politica grazie alla quale l’intensità della performance risulta palpabile anche a chi ancora non le conosce bene.

Per questo motivo a breve ci saranno interviste e reportage su questo gruppo che consigliamo vivamente di ascoltare e di approfondirne i testi e le melodie.

E se sul palco ancora non le avete viste, munitevi subito di biglietto al prossimo live, perché non ve ne pentirete.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Luca Ortolani

 

Grazie a Garrincha[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10132,10131,10126,10123,10139,10141,10121,10127,10128,10129,10124,10125,10130,10142,10138,10140,10133,10122,10135,10134,10136,10137″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Thee Fuzz Warr

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10150,10149,10146,10145,10143,10147,10144,10151,10148″][/vc_column][/vc_row]

Cimini @ Locomotiv Club

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• Cimini •

Locomotiv Club (Bologna) // 08 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

L’8 dicembre è stato un sabato sera diverso da tutti gli altri.

È stato il sabato sera dell’ultima tappa del Tokyo tour di Cimini, ma definire il live come una semplice data di chiusura, dopo 80 tappe, è del tutto riduttivo.

È stato molto di più.

Molto più del classico concerto a cui siamo abituati, sembrava una rimpatriata di persone che si vogliono bene e si ritrovano dopo tanto tempo a condividere lo stesso spazio vitale.

Siamo al Locomotiv Club di Bologna, città adottiva dell’artista e siamo in tanti. Dico “siamo” perché è stato come se fossimo tutti cantanti, tutti Cimini.

Tutti con lo stesso entusiasmo addosso, con la voglia di far sentire importante l’artista che a sua volta invece, non ha fatto altro che far sentire importanti noi.

È stato uno scambio equo di emozioni forti, di emozioni vere.

Più di una volta, il palco è stato “invaso” sia dalla band de Lo Stato Sociale che dal pubblico preso per mano da Federico (Cimini ndr) e fatto salire tra microfoni e batterie.

E allo stesso tempo, Federico scendeva giù dal palco, per ballare e cantare con i suoi fan.

È stato qualcosa di straordinario, un clima di festa, dove ogni singolo successo è stato intonato a gran voce.

Da tutti. Indistintamente.

Da A14 alla Legge di Murphy. Da Buongiorno a Una cosa sulla luna.

E poi la mia preferita Tokyo, che ha aperto e chiuso lo show.

È bello assistere ad un concerto da soli, (come nel mio caso sabato) ma in realtà non sentirsi soli neanche un attimo.

Ed è bello sapere che hai accanto persone come te, con la tua stessa passione, ma la cosa più bella in assoluto credo sia quella di avere anche di fronte una persona proprio come te, che con il suo essere spontaneo e quasi un po’ timido di fronte a tutto quell’amore, annulla ogni barriera.

E infatti non ce n’era neanche una.

C’è stato anche un momento di riflessione sulla brutta vicenda accaduta ad Ancona, proprio per lanciare un messaggio positivo e per celebrare il concetto di “insieme” e di non aver paura, ma di fare in modo che certi episodi non accadano mai più.

La musica dev’essere solo condivisione di felicità. E così è stato.

Prima che iniziasse lo show ho avuto la gioia  e l’onore, di poter fare due chiacchiere con lui in camerino, ed è stato bellissimo.

Non vedo l’ora di raccontarvi tutto.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Claudia Venuti

Foto: Marianna Fornaro (Locomotiv Club)

 

Grazie a Garrincha e Locomotiv Club[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10193,10190,10195,10196,10192,10197,10191,10198,10194,10200,10199,10201″][/vc_column][/vc_row]

Giorgio Canali & Rossofuoco @ Kalinka

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• Giorgio Canali & Rossofuoco •

Kalinka Arci (Carpi) // 07 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Faccio subito una premessa: sono di parte.

Ciò non significa che non sarò obiettivo nel racconto di quello che ho vissuto ma, semplicemente, sono convinto che per raccontare bene una storia la devi vivere, conoscere, devi prendere posizione, come fosse un reportage di guerra; ti ci devi immergere.

Ed è quello che ho fatto mentre fotografavo Giorgio Canali & Rossofuoco al Kalinka Arci di Carpi questo venerdì, ed è quello che sto facendo ora mentre scrivo queste righe.

Sono arrivato al Kalinka senza alcuna aspettativa, nonostante conosca Giorgio e la sua musica corroborante e intensa da anni ormai.

Sono le 22,30, il club si riempie lentamente ed attendo l’inizio dei concerti con qualche immancabile birra. Opening act è Prevosti, un ragazzo di Vicenza munito di acustica e la sua voce tranquilla ma sicura.

Inizia dopo circa un’ora, qualche brano e inaspettatamente salgono sul palco Giorgio Canali e Steve Dal Col per accompagnarlo in un paio di pezzi.

Poi torna il buio e il silenzio, che precederà l’inizio del concerto dei Rossofuoco. L’ultimo album della band, di cui spero di poterne parlare a parte, ha un titolo insolito e sinistro e pare uno schiaffone diretto che lascia poco spazio all’immaginazione: “Undici canzoni di merda con la pioggia dentro”.

E allora l’intro non poteva che essere un suono sordo e costante di tuoni e pioggia. Ma senza merda.

Giorgio e la band salgono on stage, è tutto rosso e tutto nero, atmosfera lisergica.

Alla batteria troviamo il solito “martello” Luca Martelli (Litfiba, Atroci e Mezzosague, ndr) batterista dei Rossofuoco dagli esordi, poi Marco Greco, altro storico componente, al basso mentre alla seconda chitarra Steve Dal Col (già Frigidaire Tango).

Si parte subito con i pezzi del nuovo album, Aria Fredda del Nord e la sarcastica e lucida Piove Finalmente Piove.

Gli avventori del Kalinka sono un gruppo eterogeneo di tutte le età, dai vecchi aficionados dei CCCP e CSI alle “nuove leve” pronti a farsi spettinare dalle chitarre noise di Canali e dal trapano instancabile di Martelli.

Giorgio è senza ombra di dubbio in forma, forse come non lo avevo mai visto prima e le canzoni si susseguono veloci. In scaletta molti pezzi dal nuovo album, intervallati da qualche inaspettato brano; fuori molte perle che in realtà non mi sarebbe dispiaciuto sentire.

Emilia parallela, lampante richiamo a quella paranoica dell’ex compagno (in tutti i sensi) Ferretti, è una mitragliata sanguinante e meravigliosa dalla quale, ebbene sì, la merda in faccia ti arriva!

Poi Messaggi a Nessuno calma le acque e ci trasporta nel mondo di Canali e delle sue parole. Parole che conosciamo tutti ma che evidentemente lui riesce a darne un ordine tale e un senso che ti viene da dire: porca di quella puttana!

Parafrasando Agnelli verrebbe da dire: ho tutto intesta ma non riesco a dirlo. Ecco. Canali ci riesce benissimo invece.

L’italiano è una lingua meravigliosa e Canali, tra una bestemmia e un “merda” ne è pieno padrone. Insomma frasi come “..puoi inseguire le nuvole che corrono incontro al loro destino, precipitare leggero come la pioggia di Marzo, sperando di caderti vicino” hanno un potere incredibile, disarmante e non puoi che rimanerne rapito, avvolto.

Pelle d’oca.

Lo show continua veloce e graffiante, i suoni sono ottimi, la voce di Giorgio è chiara e la rabbia, la denuncia, il rifiuto escono tutte insieme in un amalgama di suoni e luci e parole.

Parole sì, le parole sono importanti. Canali non le manda a dire. E non ama particolarmente i cori!

Lo noto in particolare a fine concerto, quando partono le note di Precipito, brano che amo, conosciuto praticamente da tutti i presenti, che si lasciano andare in cori da stadio.

Ebbene succede che Canali cambia le dinamiche vocali, anticipando o posticipando i versi spiazzando tutti noi. Fanculo i cori, io la canto come cazzo mi pare, sta pensando Giorgio! Quel burbero buono di Giorgio!

Tanto burbero da incazzarsi alle richieste del pubblico di suonare questo o quel pezzo: “Non sono un cazzo di jukebox”, tuona al microfono!

Ma poi alza il calice e brinda con noi!

E così si arriva alla fine, dopo quasi una ventina di brani, intensi, diretti come coltellate, senza ruffianismi ma con la sincerità che da sempre lo contraddistingue.

Come ho scritto all’inizio sono di parte, è vero, ma è incontrovertibile che Giorgio Canali e i Rossofuoco siano una delle realtà più apprezzabili e genuine della scena musicale italiana.

Canali ha ancora molto da dire e con questo nuovo album e questo concerto lo ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno.

Si meriterebbe sicuramente l’ascolto di un pubblico più vasto ma che importa, va bene così e ce lo prendiamo con il suo pessimismo urticante e verace, o come lo definisce lui stesso “nichilismo cosmico”.

Fanculo i compromessi, fanculo i buonismi, fanculo il politicamente corretto, fanculo il mainstream, fanculo tutto e fanculo anche a questa recensione che dice e tutto e dice niente.

Ma soprattutto, vaffanculo le cicale (cit.)

 

SETLIST (accurata al 99%)

intro
Aria fredda del nord
Piove Finalmente Piove
Morire di Noja
Verita la Verità
Estaate
Falso Bolero
Undici
Emilia Parallela
Come Quando Fuori Piove
Messaggi a Nessuno
Fuochi Supplementari
Mostri sotto al letto
Ci Sarà
Vai Vai
1000
Bostik
Lezioni di Poesia
Nuvole senza Messico
Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto e Testo: Siddartha Mancini

 

Grazie a Locusta Booking e Big Time[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10168,10169,10170,10181,10175,10183,10171,10186,10178,10172,10173,10174,10184,10176,10177,10179,10180,10182,10185″][/vc_column][/vc_row]

Ernia @ Locomotiv Club

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• Ernia •

Locomotiv Club (Bologna) // 07 Dicembre 2018

 

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Fa tappa anche al Locomotiv Club  di Bologna il 68 tour di Ernia.
Tra i più  promettenti rapper della new age Matteo Professione, in arte Ernia, porta sui palchi di tutta Italia il suo secondo e attesissimo album 68, che sulla scia del precedente Come uccidere un usignolo/67 (già certificato disco d’oro) consolida il successo ottenuto dall’artista negli ultimi anni.
Un’ adolescenza burrascosa vissuta nel Quartiere T8 di Milano, una profonda amicizia con Tedua e un passato nella Troupe D’Elite, gruppo alternative hip-hop in cui entra a far parte con Ghali sotto Tanta Roba (etichetta indipendente di Guè Pequeno).
Sono tutte le carte con cui il rapper classe 1993 si presenta come solista alla scena rap italiana nel 2016.
Ernia con i suoi testi complessi e il suo linguaggio ricercato sembra in grado fin da subito di mettere in luce una faccia della trap italiana mai emersa prima.
Un lato cupo e riflessivo che non siamo abituati ad associare a questo genere di artisti ma ampiamente apprezzato dai fan del genere che si sono presentati numerosi anche al live di Bologna.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Matilde Manara

 

Grazie a Locomotiv Club[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10164,10161,10162,10159,10160,10163,10165″][/vc_column][/vc_row]

As I Lay Dying @ Locomotiv Club

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• As I Lay Dying •

+
| Erra | Bleed From Within |

Locomotiv Club (Bologna) // 06 Dicembre 2018

 

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Questa sera, finalmente la tanto attesa data degli As I Lay Dying al Locomotiv Club di Bologna. In apertura Erra e Bleed From Within, apripista da dieci e lode al grande sold out odierno.

Un sold out appunto che è un vero trionfo per gli As I Lay Dying, in un Locomotiv Club dove il clima infuocato fa pensare più ad un inoltrato agosto che ad una serata di inizio dicembre.

E così qui sono tutti carichi per gli As I lay Dying, band di San Diego fondata nel 2001 con 6 album in studio alle spalle, ultimo tra i quali Awakened del 2012.

Nuovo album in uscita inoltre per loro, anticipato dal singolo My Own Grave che ha incendiato l’estate 2018 facendo salire l’hype per il nuovo attesissimo lavoro.

Un pubblico emozionato per aver finalmente sentito un gruppo che non suona da diversi anni e un concerto “bomba”, anzi, più esplosivo di una bomba, dove i meno carichi probabilmente erano proprio gli addetti ai lavori, impegnati a recuperare i ragazzi dopo lo stage diving.
Con una scaletta che ripercorre i più grandi successi, il gruppo metalcore che talvolta ha anche toccato favolose vette melodiche, sale sul palco tenendo tutti gli sguardi ancorati verso di loro.
E le gole, quelle, domani saranno probabilmente distrutte. E forse qualcuna sarà anche afona.

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SETLIST:

 

INTRO – WASHED AWAY

MEANING IN TRAGEDY

AN OCEAN BETWEEN US

THROUGH STRUGGLE

WITHIN DESTRUCTION

FORSAKEN

THE SOUND OF TRUTH

CONDEMNED

ANODYNE SEA

THE DARKEST NIGHTS

A GREATER FOUNDATION

MY OWN GRAVE

FOREVER

SEPARATION

NOTHING LEFT

94 HOURS

CONFINED

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Luca Ortolani

 

Grazie a Hellfire Booking Agency[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10067,10066,10068,10088,10071,10089,10074,10070,10072,10078,10082,10075,10079,10076,10080,10083,10087,10077,10090,10084,10085,10086,10081,10069,10091″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

ERRA

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10098,10092,10095,10100,10093,10102,10101,10099,10096,10103,10094″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

BLEED FROM WITHIN

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