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Mese: Novembre 2019

OZZY OSBOURNE: riprogrammato il tour europeo. La data italiana sarà recuperata il 19 novembre 2020 all’Unipol Arena di Bologna

OZZY OSBOURNE
RIPROGRAMMATE LE DATE EUROPEE
DEL “NO MORE TOURS 2” 2020

 

OZZY OSBOURNE, inserito nella Rock and Roll Hall of Fame e vincitore di Grammy Awards, annuncia il posticipo degli show in Europa e in UK del suo “NO MORE TOURS 2”.

La data italiana all’Unipol Arena di Bologna, originariamente prevista per il 10 marzo 2020, verrà recuperata il 19 novembre 2020.
I biglietti precedentemente acquistati rimarranno validi per la nuova data. Le eventuali richieste di rimborso dovranno essere effettuate entro e non oltre il 12 aprile 2020 rivolgendosi ai propri punti vendita. Per rimborsi on-line contattare il servizio clienti http://www.ticketone.it/helpse si è effettuato l’acquisto su Ticketone oppure https://help.ticketmaster.it/hc/it/requests/new se si è effettuato l’acquisto su Ticketmaster.

La nuova tournée durerà 6 settimane e comincerà dalla Gran Bretagna, Paese natale di Ozzy per poi concludersi il 7 dicembre a Helskinki in Finlandia. Il tour fermerà a Birmingham per uno show da brivido nella sua città natale il giorno di Halloween, poi in Germania, Austria, Spagna, Svizzera e Finlandia.
I JUDAS PRIEST rimangono gli special guest confermati per tutte le date.

OZZY ha dichiarato: “Non vedo l‘ora di tornare in tour ancora una volta! Ma vi chiedo di essere pazienti ancora per un poco. Voglio essere pronto al 100%!”.

Ecco le nuove date del tour di OZZY OSBOURNE:

DATA        CITTÀ     VENUE
Ven    23/10    Newcastle, UK    Utilita Arena
Dom   25/10   Glasgow, UK       SSE Hydro
Mer    28/10    Londra, UK         The O2
Sab    31/10    Birmingham, UK  Resorts World Arena
Lun     02/11    Manchester, UK   Manchester Arena
Gio     05/11    Dublino, Irlanda    3Arena
Dom    08/11   Nottingham, UK    Motorpoint Arena
Mer     11/11    Dortmund, Germania  Westfalenhalle
Ven     13/11    Praga, CZ            O2 Arena
Lun     16/11    Vienna, Austria    Stadthalle
Gio     19/11     Bologna, Italy     Unipol Arena
Dom    22/11    Madrid, Spagna    WiZink Arena
Tue     24/11    Zurigo, Svizzera    Hallenstadion
Gio     26/11     Monaco, Germania   Olympiahalle
Sab    28/11     Mannheim, Germania    SAP Arena
Lun    30/11     Berlino, Germania    Mercedes-Benz Arena
Gio     03/12     Amburgo, Germany   Barclaycard Arena
Sab    05/12     Stoccolma, Svezia    Venends Arena
Lun    07/12     Helsinki, Finlandia    Hartwall Arena

Virgin Radio è la radio ufficiale.

Ufficio Stampa Live Nation Italia:
[email protected]Per maggiori informazioni sulla data italiana:
LIVE NATION ITALIA
(TEL. 02.53006501; [email protected])
www.livenation.it

I DEPRODUCERS in bilico tra musica e scienza

Stanno girando l’Italia, portando nei teatri il loro terzo spettacolo che segue il filone delle Musiche per Conferenze Scientifiche dal titolo DNA. I DEPRODUCERS sono Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci e da qualche anno stanno conducendo un progetto ambizioso: usare la musica per divulgare scienza.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Vittorio prima della loro esibizione al Teatro della Tosse di Genova. 

 

Il vostro collettivo ha un secondo nome, Musiche per Conferenze Scientifiche. Quanto è forte secondo voi il potere divulgativo della musica?

In realtà adesso l’abbiamo accorciato ed è diventato Music for Science. Secondo noi la musica ha un potere divulgativo enorme, in quanto trascende barriere sia linguistiche che culturali. Ha una capacità di penetrazione, di attecchimento tale nelle menti di chi ascolta che ci è sembrata una buona idea utilizzarla per veicolare qualcosa di più razionale come la scienza. Se andiamo a vedere, scienza e musica hanno parecchio in comune, dal mistero alle parti più filosofiche, e possono essere viste come due modalità diverse, una più razionale e una più emotiva, di interpretare la realtà.

 

DNA è il terzo progetto che segue questo filone, dopo Planetario e Botanica. Come decidete il tema da affrontare e cosa vi ha spinto in questo caso a scegliere la vita e l’evoluzione, passando per la malattia?

Il nostro potrebbe essere definito come un viaggio poetico, come la versione teatrale del documentario degli anni sessanta Potenze di Dieci, che partiva dai confini dell’universo e arrivava fino agli atomi del corpo umano. Il primo capitolo, Planetario, è più astratto e lontano da noi, mentre il secondo, Botanica, ci ha messo davanti agli occhi qualcosa che vediamo tutti i giorni ma a cui forse non prestiamo molta attenzione, cioè le piante. Infine, abbiamo deciso di entrare in un universo microscopico, quello del DNA degli esseri viventi.

 

Sul palco siete affiancati dal professor Telmo Pievani, esperto di evoluzione. Come descrivereste questo connubio?

Telmo è il nostro frontman sul palco, nonché quello che porta avanti la parte scientifica. È una collaborazione già consolidata e che si è sempre dimostrata fruttuosa, perché da ciò che ci raccontiamo scaturisce sempre, consciamente o inconsciamente, un’ispirazione che ci permette di creare della musica nuova.

 

Com’è nata invece la collaborazione con AIRC, altro partner del progetto? 

Anche loro sono venuti a vedere i nostri precedenti spettacoli e hanno pensato che quello che facciamo sul palco fosse un buon modo per diffondere tra il pubblico una certa conoscenza anche su ciò di cui si occupano da ormai decenni.

 

Avete già in mente altre musiche per conferenze scientifiche o c’è qualche tema che vi piacerebbe affrontare in particolare?

Ne abbiamo già parlato un po’ tra di noi e saranno usciti un centinaio di possibili temi da affrontare. Dalla filosofia all’economia, passando per la robotica, la chimica oppure ancora la matematica pura. È bello poter approfondire discipline così diverse, veicolandole con un mezzo naturale come la musica. Ci piace pensare che, una volta uscito dalla sala, uno spettatore vada a casa avendo imparato che cos’è il genoma, ad esempio. Non è una cosa da poco…

 

Testo: Francesca Di Salvatore

Foto: Giulia Spinelli

Thrice/Refused @ Alcatraz

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• Thrice / Refused •

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+
Petrol Girls

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Alcatraz (Milano)  // 10 Novembre 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Refused

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Petrol Girls

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 SETLIST THRICE:

 

Scansione 10 nov 2019 22.25
 SETLIST REFUSED:
Scansione 10 nov 2019 22.02 pagina 2

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Grazie a Hellfire Booking Agency

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The Vamps @ Fabrique

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• The Vamps •

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+
Eliza And The Bear

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Fabrique (Milano)  // 09 Novembre 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Eliza And The Bear

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 SETLIST:

 

Scansione 9 nov 2019 20.52

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Grazie a Indipendente Concerti | Live Nation

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Lazza @ Orion

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• Lazza •

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RE MIDA TOUR 2019

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Orion Live Club (Roma) // 08 Novembre 2019

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Foto: Tommaso Viscomi

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Holy Swing “To the Burn and Turn of Time” (Self Released, 2019)

(Through the looking glass)

 

Uscito a novembre, To the Burn and Turn of Time rappresenta il nuovo inizio degli Holy Swing, band bergamasca fresca di numerosi cambiamenti — dalla formazione al nome, passando per il sound — nonostante le influenze post hardcore si sentano forte e chiaro anche in questo nuovo progetto.

L’album spazia tra un’autoanalisi decisamente più spostata verso l’autocritica e il racconto delle relazioni con gli altri, a volte autentiche e altre meno, ma di cui alla fine abbiamo bisogno per uscire da quella bolla di incomunicabilità e ripiegamento su noi stessi dove a volte sembra tanto comodo rifugiarsi. Proprio a questo si riferisce in particolare Paper Kings, ultima traccia del disco. “In the end you’ll know that all you were was just a fraction of a cell” – siamo tutti parte di un qualcosa di più grande di noi.

Le immagini che emergono dalle nove canzoni sembrano tutt’altro che positive, a cominciare dal “plastic garden” in cui è difficile far crescere qualcosa di vero di Twin Primes, ma è quando si parla di se stessi che si scava nel fango. È su questo che sono incentrate, ad esempio, Flower Bed, raccontata dal punto di vista di chi riconosce di essere distruttivo, Parfit’s Glass e Your Dopamine, dove invece ci si rende conto delle proprie mancanze, ma si cerca di non trovare scuse per affrontarle. Ad accompagnare quest’indagine tanto intensa quanto sofferta, esplosioni di chitarre e batterie.

To the Burn and Turn of Time è dunque un’alternanza di pezzi incendiari e altri più dimessi, senza però mai perdere un animo profondamente rock e quella rabbia necessaria per urlare ciò che si pensa.

 

Holy Swing

To the Burn and Turn of Time

Self Released, 2019

 

Francesca Di Salvatore

 

Animatronic “REC” (La Tempesta Dischi, 2019)

E non sono pupazzi!

 

È uscito REC, il primo album degli Animatronic per La Tempesta Dischi. 

Luca Ferrari alla batteria, Nico Atzori al basso e Luca “Worm” Terzi alla chitarra, hanno registrato in presa diretta il loro primo lavoro, un disco composto da 15 tracce strumentali (sono pochissimi gli interventi vocali) con le sonorità del rock progressivo. Gli Animatronic ci coinvolgono in un mondo di intrecci musicali, di tempi dispari ma anche di melodie ambient e riprese grunge.

Teddy Red & Jenny Ride è la traccia che apre l’album e non poteva essere altrimenti. Frammenti prorompenti e frenetici si alternano a passaggi dalle contaminazioni jazz quasi a ricordarci “di come i Weather Report erano forti”.

Si prosegue con il singolo Fl1pper#, pezzo che incarna il gioco in ogni suo componente. Tu sei la biglia e gli Animatronic sono le alette del flipper: ti spingono su per la rampa di lancio e ti sbalzano ovunque, ti lasciano scivolare giù per poi farti rimbalzare sui bumper. Spingono talmente forte che finisci in TILT.

Le immagini continuano con In Cubo, fantastico gioco di parole che rappresenta a pieno la sensazione che trasmette la traccia. Ci si sente come rinchiusi in un posto buio, un cubo senza via di uscita. Lo strumentale angosciante e minaccioso è più lento rispetto al resto del disco e la chitarra conserva una nota insistente, che ti ossessiona come la voglia di uscire alla luce del sole. Improvvisamente ha inizio la lotta, le pareti si spaccano ma dalle crepe non entra nessun bagliore. Si esce dal cubo ma non dall’incubo.

Ghostreck è la nona traccia, la più romantica, nostalgica, forse anche struggente. Ma ogni pezzo non è ciò che sembra e cambia in continuazione pur mantenendo una circolarità interna. 

Questo accade in Zabran, dove esordisce una chitarra funky che si smentisce pochissimi secondi dopo, passando a fraseggi così rapidi tanto da proiettarti in un mondo riprodotto al doppio della velocità.

Fanki!? sorprende con voci sospirate, serpentesche, molto contemporanee che rendono il disco, registrato in presa diretta, ancora più vivo e se possibile ancora più live.

L’album, pur essendo quasi completamente strumentale, non annoia mai. La musica degli Animatronic nasce dal piacere e dalla voglia di suonare, quindi non c’è spazio per la monotonia, non c’è spazio per la noia. REC non è il disco “che meritavamo ma quello di cui avevamo bisogno”. 

 

Animatronic

REC

La Tempesta Dischi, 2019

 

Cecilia Guerra

L’ultimodeimieicani “Ti Voglio Urlare” (Pioggia Rossa Dischi, 2019)

Ballare sul pessimismo

 

Ti Voglio Urlare de L’ultimodeimieicani è un album strano, ovviamente in senso buono. 

È uno di quegli album che sembra voglia lanciarti addosso pessimismo un tanto al kg, ma lo fa con un sound che al tempo stesso ti fa venire voglia di ballare in modo casuale e senza riflettere. È questa la sensazione che si ha quando si ascolta Everest, ad esempio: un ritmo energico e incalzante su cui la voce canta “ogni volta che ti guardi allo specchio, ti senti un minuto più vecchio”. 

È anche un album onesto, che non edulcora niente, quindi è normale che dopo averlo ascoltato ti rimanga nelle ossa una sensazione di spossatezza, proprio come quando di colpo smetti di ballare e inizi a pensare.

Questo è il primo LP della band genovese, uscito sempre per Pioggia Rossa Dischi a quasi 3 anni di distanza dal loro EP di esordio, In Moto Senza Casco, e anticipato da ben cinque singoli. Il primo, Pensione a 20 Anni, è uscito l’8 marzo scorso e per l’occasione le strade della loro città sono state ricoperte di tanti volantini gialli. La provocazione dietro alla canzone è inequivocabile: esiste un rischio fondato di scegliere a vent’anni un percorso che non è quello giusto per noi, ritrovandosi così imprigionati in una vita monotona e che non sentiamo nostra. Da qui l’idea di iniziare a lavorare solo più avanti, forse con le idee più chiare e una testa più matura.

Pensione a 20 anni è stato seguito poi da Sirene, Gelato — singolo che conta anche la partecipazione del giovane rapper genovese Canca — e Ciao. Quest’ultimo vuole raccontare la fine di una relazione nascosta dietro a un saluto così banale, “quel momento in cui vorresti dire tante cose, ma ti escono solo quelle quattro lettere”, come scrive la stessa band su Instagram. Chiude la fila Cosa vuoi cambiare, uscito due settimane prima dell’album.

Particolare attenzione è data anche il rapporto con le proprie città, spesso definite provinciali e, sembra, a tratti soffocanti. È un rapporto di amore-odio, come quello che si sente in Sirene oppure Provincialismo, perché alla fine sono proprio loro, le nostre città, nonostante un certo disprezzo, che contribuiscono a renderci quelli che siamo.

Ti Voglio Urlare è quindi il ritratto di chi si ritrova fermo immobile in un presente insoddisfacente, di chi si sente “come macchine ferme a guardare i semafori verdi”, di chi desidera un cambiamento che spezzi la monotonia e che invece, purtroppo, pare non arrivare mai.

Ma forse riconoscere l’immobilità è già un primo passo per iniziare a muoversi.

 

L’ultimodeimieicani

Ti Voglio Urlare

Pioggia Rossa Dischi, 2019

 

Francesca Di Salvatore

FIRENZE ROCKS 2020: i RED HOT CHILI PEPPERS sono i nuovi headliner confermati per la giornata di sabato 13 giugno!

Firenze Rocks si prepara a tornare nel 2020! Dopo l’annuncio di Green Day e Weezer, il festival fiorentino – prodotto e organizzato da Live Nation Italia in collaborazione con Le Nozze di Figaro– schiera un’altra band iconica: i Red Hot Chili Peppers saranno infatti gli headliner della giornata del 13 giugno 2020 alla Visarno Arena!

I biglietti per la data saranno disponibili per l’acquisto in anteprima esclusiva per i titolari di carte Intesa Sanpaolo a partire dalle ore 10.00 di lunedì 11 novembre 2019 sul sito www.ticketone.it/intesasanpaolo per 48 ore. La messa in vendita generale comincerà invece dalle ore 11.00 di mercoledì 13 novembre su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.

5 anni dopo l’uscita di I’m With You che ha raggiunto la #1 in 18 Paesi, l’ultimo album dei Red Hot Chili Peppers The Getaway (Warner Music) rappresenta il sesto debutto in prima posizione della band nella classifica ARIA (certificato ORO in Italia). Gli altri dischi del gruppo a debuttare in vetta sono stati: Stadium Arcadium (2006) certificato ORO nel nostro Paese, By The Way (2002), Californication (1999) certificato PLATINO in Italia, One Hot Minute (1995) e Blood Sugar Sex Magik (1992) certificato ORO, rimasto nella storia della musica e classificato da Rolling Stone tra i 20 migliori dischi mai realizzati negli anni ’90.

La band – formata dal cantante Anthony Kiedis, dal bassista Flea, il batterista Chad Smith e il chitarrista Josh Klinghoffer – ha venduto oltre 60 milioni di dischi e vinto 6 Grammy Awards.
Il gruppo è entrato nella Rock and Roll Hall Of Fame nell’aprile del 2012.
Lo scorso 15 marzo i Red Hot Chili Peppers si sono esibiti in un concerto spettacolare in Egitto nell’incredibile scenario delle Piramidi di Giza, entusiasmando i fan accorsi per vedere il monumentale show sotto le stelle.

Firenze Rocks è uno dei principali festival in Europa che ha portato nelle precedenti edizioni stelle della musica quali Aerosmith, Guns ‘N’ Roses, Eddie Vedder, Foo Fighters, Ozzy Osbourne, Iron Maiden, System of a Down, Tool, The Smashing Pumpkins, Ed Sheeran e The Cure.
Firenze Rocks è un’esplosione rock nel cuore di una delle città d’arte più belle al mondo, Firenze. I numeri parlano chiaro: dal 2017 ad oggi sono accorse oltre 550.000 persone da tutto il mondo.

Intesa Sanpaolo: nel 2020 la banca offrirà ai propri clienti altre sorprese legate a questo festival, nell’ambito del programma Reward.

Virgin Radio è la radio ufficiale.

L’evento è inserito nell’ambito dell’Estate Fiorentina promossa dal Comune di Firenze.

La data dei RED HOT CHILI PEPPERS (sabato 13 giugno 2020) va ad aggiungersi ai già annunciati concerti di GREEN DAY e WEEZER (giovedì 11 giugno 2020).

L’ultimodeimieicani tra chitarre prese male e provocazioni

Hanno uno dei nomi più geniali del panorama musicale italiano. L’ultimodeimieicani sono Lorenzo Olcese, Pietro Bonuzzi, Beniamino Parodi, Rachid Bouchabla e Stefano Pulcini e stanno cercando, sia con la loro musica che con il collettivo Pioggia Rossa Dischi, di far capire che la scena genovese è tutt’altro che spenta. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con Lorenzo, Pietro e Beniamino, rispettivamente voce, chitarra e basso della band.

 

Sono passati quasi tre anni dal vostro primo EP, In moto senza casco. Vi sentite cambiati in quest’arco di tempo, sia a livello musicale che personale?

Beniamino: “Direi di si da entrambi i punti di vista. Sicuramente a livello personale siamo cresciuti e le nostre storie sono cambiate. Pensa che quando è uscito In Moto Senza Casco nessuno di noi, tranne Pietro, viveva ancora da solo. Adesso invece siamo tutti più indipendenti.”

Lorenzo: “Per quanto riguarda la musica, invece, il nostro primo lavoro non era stato troppo ritoccato. Mattia Cominotto, che l’ha registrato e prodotto, segue una filosofia per cui l’album d’esordio di una band non deve essere toccato da nessuno e quindi ci aveva fatto registrare le canzoni così come le avevamo preparate, senza metterci mano. Ti Voglio Urlare invece è il risultato di uno studio e di un lavoro molto intenso, che è durato circa 40 giorni in studio, quindi c’è per forza una maggiore cura per il dettaglio sia sui testi che sulla musica. Non abbiamo lasciato nulla al caso.”

Doveste riassumere il nuovo album in 3 parole, quali scegliereste?

Pietro: “Sicuramente il titolo, ‘Ti Voglio Urlare, è già un buon riassunto di quello che è effettivamente il disco.”

Beniamino: “Se ‘chitarra elettrica’ vale come una sola parola, io sceglierei innanzitutto quella.”

Lorenzo: “Io direi anche ‘vero’. Ho sempre pensato che questo lavoro, parlando di noi e delle nostre esperienze, fosse molto realistico, autentico. E poi aggiungerei ‘tristezza’, che non ce la facciamo mai mancare.”

Pietro: “Potremmo quasi dire ‘chitarre prese male’.” [ridono]

C’è qualche artista in particolare a cui vi siete ispirati nel creare il sound del disco?

Lorenzo: “Ispirati direttamente no, ma che ci sono delle influenze che arrivano soprattutto da quello che ci piace ascoltare di solito. Tame Impala, Strokes, Phoenix, Radiohead, solo per citarne alcuni…”

Beniamino: “Per quanto riguarda i gruppi italiani, ci piacciono molto i Verdena.”


Com’è nata l’idea dietro al primo singolo Pensione a 20 Anni?

Lorenzo: “Nasce da una provocazione abbastanza palese e cioè di dare a tutti nel momento della formazione le stesse possibilità, una pensione appunto, per poi entrare nel mondo del lavoro con le competenze che abbiamo liberamente scelto di acquisire. Un giorno, mentre stavamo decidendo come promuoverlo per bene, essendo il primo singolo, ci è venuto in mente di trasformarla in una petizione su Change.org e solo dopo la gente ha scoperto che si trattava di una canzone.”

Pietro: “Quando abbiamo iniziato a pensarci era il periodo in cui si sentiva parlare spesso della questione del reddito di cittadinanza, quindi ci piaceva l’idea di presentarla come un’istanza politica reale.”

Beniamino: “Tra l’altro, la petizione ha anche ricevuto una certa attenzione e consenso su internet, anche se era nata come provocazione. Avere la pensione a vent’anni è forse uno dei più grandi paradossi a cui si possa pensare, ma comunque ha dato modo di riflettere a parecchie persone.”


Dato che nel disco parlate molto delle vostre città, che rapporto avete in generale con Genova e con la scena musicale genovese?

Beniamino: “Diciamo che, per quanto mi riguarda, non è dei migliori [ride]. Il nostro rapporto con Genova è sintetizzato bene dalle prime parole di Sirene, anche se in realtà è stata scritta da Lorenzo per Treviso. “Tu che ti presenti così bella, io che vivo così male”, ma in un certo senso anche “che ti vivo così male”, perché c’è un certo distacco tra quello che è Genova, quello che chiede e propone e quello che invece siamo noi. Sicuramente il progetto di Pioggia Rossa Dischi è stato un modo per dar forza a noi e ad altre realtà emergenti locali che purtroppo qui non trovano troppe opportunità per affermarsi. Essendo comunque abbastanza grande, secondo noi Genova dovrebbe avere un posto di rilievo nel panorama musicale, perché c’è tantissimo movimento, ma bisogna trovare dei canali per farlo uscire e Pioggia Rossa vuole fare un po’ questo.”

Lorenzo: “In giro ci sono davvero tanti progetti molto validi, quindi abbiamo deciso di collaborare con i LENIN! [altro gruppo genovese] per creare una serie di occasioni e dare così voce a tutti quelli che riteniamo più interessanti. Oltre a varie serate che organizziamo durante l’anno, insieme ad altre realtà locali abbiamo tirato su il Balena Festival qui in Porto Antico. È un evento ancora giovane, ma sta funzionando bene.”

 

Francesca Di Salvatore

Mecna @ Fabrique

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• Mecna •

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Fabrique (Milano) // 07 Novembre 2019

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Foto: Giulia Spinelli

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“Scenderà un nuovo sole” sui Santamarya

I Santamarya sono un gruppo neonato nella provincia di Viterbo. Il loro primo album Nessuno Ricorda Niente uscirà nell’anno nuovo.  

Abbiamo fatto qualche domanda a Leonardo (voce), Francesco (chitarra), Filippo (batteria) e Gabriele (basso). 

 

Quando sono nati i Santamarya?

Leonardo: “Siamo nati da circa un anno e mezzo. Ci conoscevamo di vista ma non personalmente; gli altri conoscevano il mio vecchio gruppo ed io conoscevo il loro ma come sappiamo le band di provincia durano sempre poco e mentre io avevo smesso di esibirmi dal vivo, loro avevano intenzione di riprendere e così Filippo mi ha contattato e invitato in sala prove dove ho portato le registrazioni di alcune cose che scrivevo a casa.”

 

Perché avete scelto il nome Santamarya?

Leonardo: “La zona dove proviamo si chiama Santamaria e visto che gli altri tengono particolarmente all’orgoglio grottano (da Grotte Santo Stefano) abbiamo scelto questo nome. In realtà non c’è nessuna motivazione estetica in quella “y”, l’abbiamo messa perché ci sono altri gruppi che si chiamano così.”

Filippo: “Tra l’altro c’è un gruppo messicano molto famoso che si chiama Santamaria senza “y”.”

Leonardo: “Se fossero stati, non lo so, islandesi, già potevamo pensare di rubargli il nome ma se sono messicani può essere pericoloso.” (ridono)

 

Come nascono le vostre canzoni?

Leonardo: “Per ora io scrivo con la chitarra e ci metto il testo, poi veniamo in sala prove e arrangiamo. In realtà dipende tutto da me perché ho delle difficoltà a scrivere testi su musiche non mie e gli altri lo sanno.” 

Filippo: “Quando abbiamo cominciato, anche noi avevamo dei pezzi. Però abbiamo visto che funzionavano meglio le cose che scriveva Leo, insomma erano più avanti. E poi nella lavorazione di questo disco, c’è anche molto del produttore, Giorgio Maria Condemi (chitarrista di Francesco Motta, Marina Rei, Joe Victor) che ha fatto un lavorone.”

 

Avete detto che il vostro primo album è in arrivo. Cosa volete comunicare a chi lo ascolterà? 

Leonardo: “L’album esce nell’anno nuovo, prima della primavera e ha avuto una gestazione di un anno e mezzo. Si intitola Nessuno Ricorda Niente perché sai com’è la società moderna: c’è un approccio diverso alla musica e se una volta i gruppi esistevano per anni, adesso questo non succede più. I musicisti vanno e vengono, uno è all’apice e il giorno dopo non è più nessuno ed ecco perché Nessuno Ricorda Niente. Si riferisce un po’ a questo ma non solo.”

 

Come è stata l’esperienza nello studio di registrazione StraStudio?

Leonardo: “L’esperienza di registrazione è stata fica, è stata bella. Il musicista in studio sta sempre bene.”

Filippo: “E poi transitavano diversi guests che sono presenti in Fantasmi come Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosion e il maestro Martinelli (che ha lavorato con Zucchero, Gino Paoli) che suona il sax. Quindi è stato davvero fico.”

 

Fantasmi, uscito per Goodfellas, è il primo singolo del vostro album. Perché avete scelto proprio questo pezzo?

Leonardo: “In realtà perché io volevo mettere qualche ballo nel video.”

Filippo: “Anche perché è abbastanza radiofonico rispetto agli altri.”

Francesco: “È anche un pezzo estivo, fresco. In realtà dovevamo farlo uscire per l’estate, però non abbiamo fatto in tempo. Quindi è uscito a settembre ma alla fine è ancora un po’ caldo.” 

 

Adesso però vogliamo sapere come avete incontrato l’attore, nonché fenomenale ballerino, Valerio Desirò, protagonista del video di Fantasmi.

Filippo: “Valerio era un mio compagno di università. È conosciuto nell’ambito comico come attore, ha lavorato con Maccio Capatonda, con The Pills… Ci piaceva molto la sua regia e quindi l’ho contattato. Inoltre ci serviva un attore in quanto Leonardo aveva avuto questa idea di fare un video con un attore che ballava. Valerio ha accettato e ci ha detto: “Un giorno facciamo un pranzo qui da voi” e quindi è venuto a vedere questi posti sperduti ed è rimasto folgorato. Ha preso i suoi appunti e ha girato tutto in un giorno. Il risultato è fico.”

Leonardo: “Non ci aspettavamo che uscisse così bene, è geniale.” 

 

Nell’oceano delle nuove proposte musicali, credete che una band di provincia come la vostra trovi più difficoltà ad emergere rispetto a una band di città?

Leonardo: “Guarda, io parlo per me e le mie esperienze discografiche sono più o meno zero. Quindi sicuramente si. Evidentemente quelle di città hanno più possibilità. Se sei a Roma hai sicuramente più visibilità.”

Filippo: “Qui in questa provincia suonare live è veramente complicato.”

Gabriele: “Secondo me la città ti dà più visibilità, più locali e più occasioni per suonare. Però la provincia ti da più opportunità a livello creativo, sia perché c’è la noia e il bisogno di riempire degli spazi, sia perché è più facile mettere su una sala prove tutta tua. In città la sala si paga ed è difficile avere uno spazio tuo dove creare. In più, se guardiamo all’Italia, tanti gruppi come i Verdena e gli Zen Circus vengono dalla provincia.”

 

A quando i prossimi live?

Leonardo: “La prima data che abbiamo fatto è stata il primo novembre a Montefiascone, al Belvedere, dove abbiamo fatto qualche pezzo acustico. L’11 novembre presentiamo il nostro secondo singolo, a Radio 1 e suoneremo dal vivo un paio di pezzi. Il 23 novembre suoniamo agli Stabilimenti ad Acquapendente. Il 24 a Spaghetti Unplugged a Roma e il 30 a Villa Lais a Sipicciano.”

 

Cecilia Guerra e Rachele Moro