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Anno: 2019

Fu Manchu live: il 24 Giugno 2020 Santeria 31 si tinge di Stoner Rock made in California!

Mercoledì 24 Giugno 2020

FU MANCHU LIVE

Santeria Toscana 31 | Milano

 

 

Fu Manchu, storica formazione Californiana dall’impronta stoner rock, è pronta a tornare in Italia dopo la pubblicazione del suo dodicesimo album “Clone of the Universe”, per saturare l’aria con i suoi riff granitici e spaziali. Il prossimo giugno accogliamo lo storico quartetto di San Clemente a Santeria Toscana 31, per un concerto che strizzerà l’occhio al passato, ma proiettato verso il futuro.

 

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LA BAND

I Fu Manchu nascono nel 1990 dalle ceneri della band hardcore punk Virulence. Nel giro di 5 anni pubblicano due album (“No One Rides Free” e “Daredevil”) che li portano all’attenzione del pubblico, tanto da riservargli la posizione di apertura per i concerti dei Monster Magnet, allora capi indiscussi dello Stoner Rock. Il gruppo californiano propone una miscela trascinante e distorta di Black Sabbath e Melvins, talvolta arricchita da spunti hardcore, laceranti aperture alla psichedelia pesante e ampio uso del fuzz.

Nel 1996, quando il terzo album “In Search Of” raggiunge gli scaffali, i Fu Manchu sono ormai capaci di usare tutti i vecchi modelli  stilistici del loro repertorio per creare una nuova grammatica “stoner rock”, con effetti intensi, sulla scia del migliore Jimi Hendrix.

Con il passare degli anni realizzano una serie di album di successo, nonché qualitativamente validi, e a rinforzare la loro reputazione di live act di assoluto rispetto, andando in tour insieme a band del calibro di Kyuss, Marilyn Manson, Clutch.

 

 

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FU MANCHU

24 GIUGNO 2020 | SANTERIA TOSCANA 31 | MILANO
PREVENDITE DISPONIBILI DA VENERDì 6 DICEMBRE SU MAILTICKET, VIVATICKET E TICKETONE

DENTE: IL 5 DICEMBRE AL MONK DI ROMA L’ANTEPRIMA DEL TOUR | Un concerto speciale tra anticipazioni dal nuovo disco in uscita e grandi classici!

DENTE

IL 5 DICEMBRE A ROMA

L’ANTEPRIMA DEL TOUR AL MONK

Open: h20.00 //Start: h22.00

Biglietti disponibili al botteghino → 15€

Un concerto speciale tra anticipazioni e grandi classici

Appuntamento giovedì 5 dicembre con Dente al Monk di Roma (Via Giuseppe Mirri, 35) per l’anteprima del tour 2020: un concerto speciale, che a Milano ha già fatto registrare il tutto esaurito a pochi giorni dall’apertura delle prevendite, mentre sono ancora disponibili pochissimi biglietti per il live capitolino, per regalare al pubblico un assaggio della tournée che nei prossimi mesi vedrà il cantautore sui palchi dei migliori club italiani. Per tutte le info:www.monkroma.it

Dente, accompagnato dalla sua band, porterà in scena il meglio del suo repertorio, brani come Invece tu, Chiuso dall’interno, Coniugati passeggiare, e tanti altri ancora. Canzoni essenziali, ricercate nei testi e negli arrangiamenti, che in oltre dieci anni di carriera l’hanno reso uno dei più apprezzati cantautori del nostro paese.

Il concerto sarà anche un’occasione unica per ascoltare dal vivo i nuovi singoli Anche se non voglio e Adieu, insieme ad altre anticipazioni dall’atteso nuovo disco di inediti, che sarà pubblicato nel 2020 da INRI e Artist First, a distanza di 4 anni dall’ultimo “Canzoni per metà”.

Il concerto è prodotto Massimo Levantini per Baobab Music & Ethics; per tutte le info e gli aggiornamenti di calendario: www.baobabmusic.it.

Giuseppe Peveri detto DENTE, nasce a Fidenza (PR) nel 1976. Poco più che adolescente, intraprende la sua avventura musicale come chitarrista dei Quic, passando per la band La Spina, con cui pubblica due album alla fine del secolo scorso, per poi intraprendere la carriera solista nel 2006. DENTE è uno dei più apprezzati cantautori italiani, un musicista che negli anni ha conquistato un pubblico sempre più numeroso e affezionato riuscendo a imporre il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati. Ad oggi ha pubblicato 6 album in studio, un Ep digitale e un libro. Ha collaborato con numerosissimi artisti del panorama italiano come Perturbazione, Arisa, Marco Mengoni, Le Luci della Centrale Elettrica, Manuel Agnelli, Coez, Brunori s.a.s., Enrico Ruggeri e Seltonper citarne solo alcuni.

 

PEARL JAM: una data evento in Italia il 5 luglio 2020 all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola!

PEARL JAM
ANNUNCIATO IL TOUR ESTIVO IN EUROPA
UNA DATA EVENTO IN ITALIA

DOMENICA 5 LUGLIO 2020
IMOLA
(AUTODROMO INTERNAZIONALE ENZO E DINO FERRARI)

PIXIES sarà la band special guest dello show

“12 Days of Pearl Jam” è la playlist natalizia
da oggi disponibile grazie a Ten Club

I PEARL JAM ritornano in Italia con un concerto evento domenica 5 luglio 2020all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola. I PIXIES saranno gli ‘special guest’ della serata.

I membri del Pearl Jam Ten Club avranno accesso alle prevendite prima di tutti dalle ore 11.00 di lunedì 2 dicembre fino a giovedì 5 dicembre. La messa in vendita generale avrà invece inizio a partire dalle ore 11.00 di sabato 7 dicembre su www.ticketmaster.it, www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.

I Pearl Jam suoneranno in 13 date in giro per l’Europa a partire da giugno del prossimo anno. L’apertura del tour avverrà il 23 giugno a Francoforte, dove la band non si esibiva dal 1992 e si concluderà il 22 luglio ad Amsterdam. Il gruppo farà tappa anche a Budapest dopo 23 anni e a Zurigo (l’ultimo concerto qui fu nel 2000).
Questa nuova serie di show includerà diverse tappe in alcuni dei festival più celebri al mondo come il Lollapalooza a Stoccolma e Parigi, il Rock Werchter e BST Hyde Park.

Visita il sito http://www.pearljam.com 

Pearl Jam – TOUR 2020 Calendario:
DATA CITTÀ – PAESE VENUE
23 Giugno Francoforte, Germania* Festhalle
25 Giugno Berlino, Germania* Waldbühne
27 Giugno Stoccolma, Svezia Lollapalooza Stockholm
29 Giugno Copenhagen, Danimarca* Royal Arena
2 Luglio Werchter, Belgio Rock Werchter Festival
5 Luglio Imola, Italia** Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari
7 Luglio Vienna, Austria+ Wiener Stadthalle
10 Luglio Londra, UK**+ American Express presents BST Hyde Park
13 Luglio Cracovia, Polonia+ Tauron Arena
15 Luglio Budapest, Ungheria+ Budapest Arena
17 Luglio Zurigo, Svizzera+ Hallenstadion
19 Luglio Parigi, Francia Lollapalooza Paris
22 Luglio Amsterdam, Olanda+ Ziggo Dome
*     Special guest IDLES
**     Special guest Pixies
+    Special guest White Reaper12 Days of Pearl Jam:
Per celebrare la stagione natalizia, il Ten Club ha lanciato oggi “12 Days of Pearl Jam” ovvero 12 singoli natalizi dei Pearl Jam che saranno resi disponibili per la prima volta su Spotify.

PEARL JAM
Il 22 ottobre 2015 i Pearl Jam hanno festeggiato 25 anni di concerti live. Dopo 10 album in studio e centinaia di performance incredibili, la band continua ad ottenere il consenso di critica e pubblico. I Pearl Jam hanno venduto complessivamente 85 milioni di dischi e sono stati inseriti nel 2017 nella Rock and Roll Hall of Fame.

Radio ufficiale: VIRGIN RADIO.

Foto: Henry Ruggeri

Ufficio stampa Live Nation Italia:
[email protected]

DUA LIPA: la superstar annuncia l’unica tappa italiana del tour il 30 aprile al Mediolanum Forum di Milano e il nuovo disco “Future Nostalgia”!

DUA LIPA 

LA SUPERSTAR ANNUNCIA IL NUOVO TOUR

UNICA DATA ITALIANA:
30 APRILE 2020
MILANO (MEDIOLANUM FORUM)

IL NUOVO ALBUM È “FUTURE NOSTALGIA”,
IN USCITA NEL 2020

 

Lunedì 2 dicembre 2019. La superstar mondiale Dua Lipa ha rivelato il titolo del suo nuovo attesissimo album in studio: “Future Nostalgia”, in uscita l’anno prossimo.

La popstar ha annunciato anche il suo nuovo tour europeo che la vedrà protagonista di un grande concerto a Milano il 30 aprile al Mediolanum Forum (unica data italiana). Il “Future Nostalgia” Tour toccherà le arene di tutto il mondo e partirà da Madrid il 26 aprile 2020 (con un’ultima data a Dublino il 19 giugno).

Il primo singolo estratto dal disco, “Don’t Start Now”, è la hit mondiale del momento con oltre 170 milioni di stream ad oggi. Il brano ha debuttato alla #1 su iTunes Global, è in top 10 nella classifica radio europea ed è attualmente in top 20 in quella americana. La cantante ha presentato la canzone agli European Music Awards 2019, agli American Music Awards e agli ARIA 2019: esibizioni live che hanno catalizzato l’attenzione di milioni di spettatori in tutto il globo.

Riguardo al nuovo disco “Future Nostalgia”, Dua ha dichiarato: “quello che volevo fare con il mio nuovo album era uscire dalla mia comfort zone e mettermi alla prova, così da creare brani che potessero suonare come certe hit pop che adoro e sono rimaste nella storia. Ho voluto però che questi brani fossero miei e basati sulla mia esperienza. Sono stata ispirata da tantissimi artisti che amo: da Gwen Stefani a Madonna, da Moloko a Blondie, passando per gli Outkast solo per nominarne alcuni”.

Dua ha poi proseguito: “Dopo tutto il tempo trascorso in tour con la mia band volevo che ‘Future Nostalgia’ fosse realizzato con veri strumenti musicali e suonato live, seppur caratterizzato da una produzione elettronica moderna. Il mio sound è maturato con me, mi sento più adulta ora ma ho mantenuto la stessa sensibilità pop del mio primo disco. Ricordo che quando ero in viaggio verso un programma radiofonico a Las Vegas e pensavo a quale direzione musicale prendere per il mio secondo disco, ho finalmente realizzato che volevo creare qualcosa che fosse nostalgico ma anche fresco e futuristico allo stesso tempo”.

I biglietti per la data italiana saranno disponibili per l’acquisto a partire dalle ore 9.00 di venerdì 6 dicembre su www.livenation.it,www.ticketmaster.it e http://www.ticketone.it.
I pacchetti VIP del tour includono “Dua’s House Party” che sarà disponibile su https://vipnation.eu/Dualipa.
Diverse misure saranno intraprese per contrastare il bagarinaggio online, con biglietti nominali in UK, con opzioni di rivendita da fan a fan e limiti nell’acquisto dei biglietti. Una parte del costo dei biglietti sarà devoluta in beneficenza all’Unicef e alla Sunny HillFoundation.

CALENDARIO DEL TOUR EUROPEO:

Apr 26th      Madrid            Wizink Centre

Apr 28th      Barcelona       Palau Sant Jordi

Apr 30th      Milan              Mediolanum Forum

May 02nd    Antwerp         Sportspaleis

May 04th     Paris              Accorhotels Arena

May 05th     Cologne         Lanxess Arena

May 07th     Amsterdam    Ziggo Dome

May 10th     Copenhagen  Royal Arena

May 12th     Stockholm      Ericsson Globe

May 13th     Oslo                Spektrum

May 15th     Hamburg        Barclaycard Arena

May 17th     Berlin              Mercedes-Benz Arena

May 19th     Vienna            Stadthalle

May 20th     Munich           Olympiahalle

May 26th     London          The O2

May 27th     London          The O2

Jun 01st      Manchester    Arena

Jun 04th      Leeds             First Direct Arena

Jun 07th      Cardiff            Motorpoint Arena

Jun 10th      Birmingham   Arena

Jun 13th      Newcastle      Utilita Arena

Jun 15th      Glasgow        The SSE Hydro

Jun 18th      Dublin            3Arena

Jun 19th      Dublin            3Arena

Lamb @ Locomotiv Club

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• Lamb •

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Locomotiv Club (Bologna) // 01 Dicembre 2019

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Sono uscito dal Locomotiv di Bologna pensando di aver visto (e ascoltato) uno dei migliori show di quest’anno, forse il migliore!

Mancavano in Italia da due anni, i Lamb, ed ora ci sono tornati per promuovere il loro nuovo disco, The Secret of Letting Go, uscito lo scorso Aprile.

Il duo britannico si presenta sul palco bolognese alle 22 circa, accompagnato dai loro musicisti, rispettivamente violino, batteria e basso.

Il loro trip hop con venature drum’n’bass ed elettroniche ha fatto scuola fino dagli anni ’90 ed Andy Barlow (musica) e Lou Rhodes (voce) ora sono finalmente tornati.

La voce di Lou è davvero inconfondibile: la cantante e scrittrice ammalia tutti e tira fuori il suo timbro unico, perfetto, preciso, senza sbavature. I volumi sono ottimi, Andy si scatena e mentre suona su synth e tastiere incita il pubblico che risponde vigorosamente.

Molte le tracce dall’ultimo disco, qualche pezzo strumentale e sincopato, poi l’immancabile Gabriel, brano icona del duo di Manchester.

Chiedono se vogliamo muovere il culo. La risposta è scontata!

Il concerto scivola quindi veloce, intervallato da brani più ritmati ed elettronici e da quelli più cantati e rallentati, che enfatizzano brillantemente la voce della Rhodes.

Nell’encore tirano fuori i pezzi più datati tra cui la meravigliosa Angelica e l’altro brano icona dei Lamb, Gorecki, direttamente dal loro primo album del ’96.

È passata un’ora e mezza circa e il duo inglese saluta Bologna, dichiarando di essersene innamorati e di non voler più andar via.

Nemmeno io volevo andarmene, avrei ascoltato volentieri un’altra ora e mezza della loro musica, a cavallo tra elettronica e trip hop; un suono curato nel dettaglio, che sa essere carico e morbido al contempo, adatto sia al ballo che al semplice ascolto, in simbiosi perfetta con una voce che spiazza, riempie e ti scalda. 

Voto: DIESCI!

 

Setlist

Phosphorous
Armageddon Waits
We Fall In Love
Illumina
Imperial Measures
The Secret of Letting Go
Deep Delirium
Gabriel
Bulletproof
Merge
The Silence In Between
One Hand Clapping

Angelica
As Satellites Go By
Backspace Unwind
Gorecki
Trans Fatty Acid

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Foto e Testo: Siddharta Mancini

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Grazie a: Locomotiv Club | Radar Concerti

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David Guetta @ Unipol Arena

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• David Guetta •

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Unipol Arena (Bologna) // 01 Dicembre 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Grazie a: VIVO Concerti | Word For You

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Visual Journal vol.3: Spinelli

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• Spinelli @ Serraglio (Milano) // 16 Novembre 2019 •

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Questo mese abbiamo deciso di parlarvi di un nostro amico, Spinelli.

Siamo stati alla terza serata del Culture Club al Serraglio, in cui il primo a salire sul palco è stato proprio Marco Spinelli, accompagnato dal suo immancabile batterista Emanuele Farina.

Con due singoli già fuori, Non Ti Vedo Più e Dopo Una Vita, Spinelli è entrato da poco nella scena indie italiana; prima di essere un cantautore, però, è un videomaker a tutti gli effetti e, ispirandosi a registi come Xavier Dolan e Wes Anderson, cerca di mettere questa sua passione per il cinema anche nella sua musica, realizzando video musicali con una fotografia perfetta e dalla narrazione fantastica.

Il 3 dicembre uscirà il suo nuovo singolo, Paradosso, che possiamo già dirvi essere la vostra prossima nuova canzone indie preferita.

Spotify: link
Instagram: link
YouTube: link

 

Testo e Foto: Elisa Hassert

 

PER SCORRERE LE IMMAGINI UTILIZZARE LE FRECCE AI LATI

DA MOBILE SI CONSIGLIA DI RUOTARE IL DISPOSITIVO IN ORIZZONTALE PER UNA MIGLIORE VISIONE DELLE IMMAGINI

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Mika @ Unipol Arena

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• Mika •

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R E V E L A T I O N   T O U R

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+
Wrongonyou

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Unipol Arena (Bologna) // 29 Novembre 2019

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Foto: Luca Ortolani

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Wrongonyou

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Grazie a: Barley Arts

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Il ritorno alle radici dei THINKABOUTIT

Sono nel bel mezzo di un cambio di rotta, i THINKABOUTIT, collettivo di musicisti nato a Bari. Con i due singoli Arturo Gatti e I Fly High hanno anticipato Marea, secondo lavoro in studio in uscita quest’inverno, che rappresenta una decisa innovazione nel loro stile, nonché un ritorno alle loro radici mediterranee. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con Claudio, voce del collettivo.

 

La prima domanda volevo farla sul vostro nome, THINKABOUTIT. C’è qualcosa in particolare su cui volete far pensare?

Leggenda narra che, quando abbiamo iniziato il progetto nel 2014, esistesse un gruppo su Messenger che si chiamava “Dobbiamo pensarci”, proprio perché non avevamo idea di quale nome usare. Poi un giorno ci è venuto in mente di tradurlo in inglese, quindi appunto Think About It. Solamente con l’ultimo cambio di formazione — ci siamo sempre considerati più un collettivo che una band statica — abbiamo deciso di riorganizzare il nome in THINKABOUTIT.

 

Il 29 novembre uscirà il vostro nuovo singolo I Fly High. Come lo descrivereste?

È un pezzo molto diverso da Arturo Gatti, il singolo precedente. In un certo senso è più cattivo, perché nasce dalla rabbia e dalla frustrazione che si provano quando ci si rende conto che sono sempre esistiti due tipi di persone. C’è chi lavora e fa sacrifici per guadagnare ciò che ha e chi invece parte già con la tavola apparecchiata e quindi non deve compiere sacrifici. Ad ogni modo, chi segue una strada solo in discesa, non potrà mai godere della stessa vista che avrà invece chi ha dovuto camminare in salita per tutta la vita.

 

Il singolo anticipa Marea, vostro secondo LP. Cosa dobbiamo aspettarci da quest’album?

Marea è il frutto di una pausa di più di due anni in cui ci siamo interrogati molto su cosa siamo e cosa vogliamo comunicare. Ci siamo resi conto che il sound dei nostri lavori precedenti, Sulle Grate e In Secondo Piano, non ci rispecchiava più, quindi abbiamo deciso di iniziare un processo di ricerca sulle nostre radici mediterranee, sia a livello di suoni che di tematiche dei testi. La presenza di alcuni colori sonori, dalla scelta dei suoni alla ricerca di linee melodiche ‘’più nostre’’, sono stati il collante di tutta la ricerca. È un album comunque molto eterogeneo, che mischia l’elettronica alle chitarre, il pianoforte al moog, sonorità calde a fredde. Sappiamo che è un album importante, che può essere ascoltato su più livelli e analizzato sotto vari punti di vista, per questo pensiamo che siano necessari più ascolti per poterlo capire in pieno.

 

I due singoli che avete pubblicato, Arturo Gatti e I Fly High, sono in inglese a differenza degli altri vostri lavori. Come mai questa scelta?

In realtà l’intero album è in inglese, con alcune incursioni più “mediterranee” in alcuni pezzi. Sicuramente durante i due anni di pausa siamo cambiati e il passaggio dall’italiano all’inglese è legato a questo processo, ma è stata una scelta assolutamente naturale. Personalmente, ho sempre scritto e cantato in inglese, in quanto una buona parte della mia vita è stata sommersa da musica anglofona. Non è stata una scelta legata alla logica di mercato, secondo cui scrivere in inglese ti permette automaticamente di arrivare anche fuori i confini italiani, anche se ovviamente ci auguriamo di far arrivare il progetto e i messaggi contenuti nel disco a più persone possibile. 

 

Francesca Di Salvatore

 

Cappadonia “Corpo Minore” (Brutture Moderne, 2019)

Una gemma rara

 

È arrivato il secondo atteso lavoro da solista di Cappadonia, musicista e cantautore che, dopo anni di tour con nomi importanti della scena alternativa del calibro di Pan del Diavolo e Sick Tamburo, ha deciso di esprimere la sua arte in un progetto solista in grado di dare libero sfogo al suo immaginario. Dopo il primo capitolo pubblicato nel 2016 e la parentesi del progetto Stella Maris, esce per Brutture Moderne il suo nuovo album, Corpo Minore. 

Interamente prodotto e arrangiato dallo stesso Ugo Cappadonia, il disco è relativamente breve, nove tracce, ma questo è molto probabilmente un punto di forza. Infatti, una maggior compattezza sonora permette all’opera di essere estremamente incisiva, priva di riempitivi, ogni cosa è essenziale ai fini del racconto. La coerenza del sound si percepisce fin da subito, tutte le composizioni sono guidate dalle chitarre, siano esse acustiche o elettriche, che si stratificano in arrangiamenti curati nel dettaglio. Qua e là troviamo sprazzi di sonorità noise a colorare il tutto, basti pensare alla title track, dove compare come ospite Alessandro Alosi dei Pan del Diavolo, capace di donare al pezzo un’atmosfera decisamente particolare. Il suo sodale compagno di band, Emanuele Alosi, invece, compare in tutto il disco come batterista, e la cosa si fa sentire. Le rullate e i tocchi percussivi sono raffinati e potenti allo stesso tempo, ottimi per accompagnare il crescendo emotivo dei pezzi. Un ulteriore ospite illustre è Federico Poggipollini, storico chitarrista di Ligabue, presente in Sotto Tutto Questo Trucco con un assolo di chitarra immediatamente riconoscibile. Il pezzo è uno dei più rock e tirati del lotto, ha una vera carica esplosiva. In generale, Cappadonia è stato abile nel mantenere nella totalità dell’album un’atmosfera in bilico tra il cantautorato classico e un sound più prettamente rock, piacevolmente calibrato per alternare momenti riflessivi ad altri di maggiore forza e impatto. L’autore è un musicista a tutto tondo e non lesina sul sound design, estremamente a fuoco grazie ad inserti di synth, hammond e piano mai scontati. 

I testi sono piuttosto intimi e personali, riguardano principalmente esperienze di vita dell’artista ma con l’uso di immagini universali in cui è facile riconoscersi. È percepibile grande sincerità creativa, l’insieme tocca le corde emotive giuste fino a farsi quasi catartico. Ciò è possibile grazie alla potenza granitica conferita da Cappadonia ai brani, in un continuo gioco di rimandi fra passato cantautorale e contemporaneità sonora. 

Il lavoro sembra seguire un concept legato al mondo dell’universo e delle galassie, utilizzati come punti metaforici di partenza per descrivere esperienze puramente umane. Ogni elemento, nel suo complesso, è messo al punto giusto, dalle parole ai suoni. Dunque, nonostante il forte impeto, vi è anche una intelligente spazialità, che rende il progetto di totale gradevolezza per l’ascoltatore. A tal proposito, si passa dalle chitarre distorte e fuzz di Stelle Latenti alle dolcissime acustiche di Fango con grande facilità e coerenza. La canzone di chiusura, l’emblematica Siamo in Tempo, è senza dubbio la più originale, basandosi per gran parte della sua durata solo su un intreccio di chitarre elettriche e voce che esplode in un muro di suono finale, perfetta conclusione dell’opera. 

Insomma, Cappadonia si dimostra essere un artista completo, capace di raccontare se stesso e il mondo con estrema attualità e contemporaneità, inseguendo, però, sempre la sua visione sonora, libera da vincoli e barriere di mercato. Se già in passato la sua produzione ci aveva fatto ben sperare, Corpo Minore è l’ennesima conferma che siamo di fronte a un autore di grande talento, dall’attitudine coraggiosa e indipendente, una gemma rara nel panorama italiano.

 

Cappadonia

Corpo Minore

Brutture Moderne, 2019

 

Filippo Duò

La Gabbia “Madre Nostra” (You Can’t Records, 2019)

C’è un equilibrio perfetto tra rabbia e introspezione in Madre Nostra, primo LP de La Gabbia. Con otto pezzi che nell’insieme ricordano un giro sulle montagne russe, grazie all’alternanza tra un sound incendiario ed uno più tranquillo, la band bolognese riesce a scavare a fondo nella nostra natura e a metterci davanti agli occhi un’ampia gamma di sentimenti autentici, positivi o negativi che siano, ma tutti spaventosamente umani. 

Il giro di giostra inizia con Ilaria, dove è un risentimento senza filtri e quasi cattivo a fare da padrone. Il pezzo ricorda nello stile e nei suoni decisamente rock i due singoli pubblicati dalla band, Ho Bisogno e Violenza, dove troviamo anche una sorta di spiegazione a questi sentimenti più bassi e istintivi. “Violenza sei madre nostra, ma non ci hai mai riconosciuto”, ma, come con tutte le madri, arriva prima o poi la fase della ribellione nei suoi confronti.

Paradossalmente, in questo disco, la ribellione a “madre nostra” sembra proprio un abbandono a suoni più tranquilli e a testi che mantengono una certa tenerezza di fondo nonostante i ritmi ben scanditi delle chitarre o le esplosioni di batteria. È il caso di La Luna e i Falò, chiaro omaggio al romanzo di Cesare Pavese che ruota attorno alla necessità di mettere radici, oppure di Memorie di una Prostituta, il racconto molto sentito di una storia di dolore e riscatto. 

Più ci avviciniamo alla fine della corsa, più il disco fa emergere quella vulnerabilità che tendiamo a tenere nascosta. È un esempio Non Esisti, penultima traccia dell’album, che, inizialmente solo con voce e chitarra, ci racconta una storia d’amore tra due persone che si avvicinano senza raggiungersi mai. È quindi anche una storia di paure, di fughe e di rimorsi, perché la fine è inequivocabile: “non c’è più nessuno”, un grido triste che continua finché non sopraggiunge il silenzio. 

Quindi, dopo otto canzoni, cosa rimane alla fine di questo giro di giostra?

Forse la consapevolezza che non si può ridurre la natura umana ad un solo polo, solo al bianco o solo al nero. Non a caso, Madre Nostra è un melting pot, una scala di grigi.

Ma forse è un’altra consapevolezza che, soprattutto in questo periodo storico, vale la pena ribadire. La stessa espressa anche da Pavese quando nel suo romanzo scrive che “il sangue è rosso dappertutto”. 

Nel bene e nel male, facciamo tutti parte della stessa umanità.

 

La Gabbia

Madre Nostra

You Can’t Records, 2019

 

Francesca Di Salvatore

La riscoperta del territorio come forma di creatività

La Linecheck Music Week ha offerto la possibilità di assistere a panel di approfondimento senza dubbio unici e in grado di mostrare prospettive nuove sul mondo musicale.

Uno di questi è stato l’incontro avvenuto sabato 23 Novembre in una delle learning rooms di BASE Milano, il cui tema è stato il turismo culturale e la costruzione di una comunità come occasioni per rilanciare un territorio. A intervenire alla discussione, moderata da Alessandra Di Caro di Butik, erano presenti Maurizio Carucci, cantante degli Ex-Otago, con la sua compagna Martina Panarese, proprietari di Cascina Barban e promotori del Boscadrà Festival, Daniela Frenna di Farm Cultural Park e Federica Verona del Festival delle Periferie di Milano.

Il focus del panel era volto a comprendere come poter riqualificare meglio una zona geografica tramite attività culturali capaci di coinvolgere gli abitanti e non solo. A tal proposito sono degli ottimi esempi quelli portati da Daniela Frenna e Federica Verona. La prima si occupa di Farm, una vera e propria galleria d’arte e residenza per artisti situata a Favara, in provincia di Agrigento. È il risultato del recupero di un quartiere fortemente colpito dalla criminalità e dall’abbandono sociale, in cui si è inserita una realtà nuova, con l’obiettivo di raggiungere una rigenerazione urbana. Il luogo è caratterizzato da una serie di edifici collegati tra loro in cui sono ospitati workshops, installazioni e attività di vario tipo pensate anche e soprattutto per i giovani. Dopo alcune diffidenze iniziali il progetto si è rivelato vincente portando un ottimo flusso turistico nel paese, favorevole per l’indotto economico.

Simile è ciò che è accaduto con il Festival delle Periferie di Milano, nato con la speranza di dare voce alle zone più periferiche e marginali della città, permettendo uno scambio di prospettive, idee e influenze tra coloro che ci abitano grazie a eventi interdisciplinari. I promotori del festival hanno girato per due anni Milano quartiere per quartiere, intervistando i residenti e scoprendo una grande varietà di storie troppo spesso ignorate. Il tutto in un’ottica che possa far ragionare sul tema della gentrification, sempre più d’attualità.

Maurizio e Martina hanno raccontato della loro esperienza di agricoltori e produttori di vino in una realtà come quella della Val Borbera, in Piemonte, al confine con la Liguria, dove si sono trasferiti da Genova, loro città d’origine, una decina di anni fa. In Val Borbera non sono presenti infrastrutture moderne e si respira un’atmosfera ancora piuttosto rurale, che permette loro di mantenere il contatto con la gente del posto. La cascina in cui vivono è appunto la Cascina Barban, che nel corso del tempo ha spinto in maniera significativa per una riscoperta della lentezza tipica della vita quotidiana sull’Appennino. Maurizio ha posto un’interessante riflessione, secondo cui bisognerebbe ripensare a cosa si intende per “tutto” e “niente”, dato che molto frequentemente ai due termini viene attribuito un significato univoco ben preciso, che, però, può essere rimodulato. Per portare avanti questa idea il cantautore ha così promosso la realizzazione di un documentario di prossima uscita, intitolato Appenino Pop, con il desiderio di mostrare il grande numero di meraviglie naturali e di sentieri presenti in Val Borbera, valorizzando una zona d’Italia dimenticata e sottovalutata in molti casi. A tutto questo si aggiunge il Boscadrà Festival, organizzato dalla coppia il primo fine settimana di Luglio ogni anno dal 2012, da loro definito come “festa rurale”, dove i loro ospiti si riuniscono per stare insieme, bere buon vino e ascoltare la musica sotto le stelle immersi nella natura. Un’esperienza decisamente significativa che negli anni si è ingrandita sempre di più fino ad arrivare a quasi 1000 presenze nell’ultima edizione. Maurizio e Martina hanno sottolineato come la loro non sia stata una fuga volontaria dal mondo urbano, non rifiutano affatto la città, hanno semplicemente trovato un modo nuovo di affrontare la modernità, riscoprendo le cose semplici di tutti i giorni. Maurizio non ha dubbi nel considerare tale contesto favorevole per la sua creatività, la quale riesce ad essere maggiormente stimolata dal contatto umano più profondo e dall’assenza delle distrazioni talvolta eccessive tipiche delle metropoli. Molte canzoni degli Ex-Otago sono nate tra le pareti della Cascina, dove il cantante della band ha anche un piccolo studio casalingo attrezzato per la registrazione. Infatti, tutte le voci degli ultimi dischi le ha registrate lì, dimostrando, dunque, che vivere in provincia non sia necessariamente un fattore negativo per un lavoro come il suo.

Ascoltandoli parlare si ha la netta impressione che l’arte possa vivere ed essere florida ovunque si creda, basta soffermarsi sulla realtà con maggiore attenzione, cogliendo un possibile grado poetico in qualunque cosa. Significativa, allora, una frase di Maurizio, perfetta per sintetizzare l’idea alla base del panel: “In questi luoghi apparentemente non c’è nulla, ma proprio per questo forse c’è tutto.”

L’incontro è stato la prova che la musica e le produzioni artistiche non hanno vincoli spaziali e geografici, mettendo in luce un prezioso sguardo laterale. Insomma, come ogni anno il Linecheck si conferma essere un raccoglitore di prospettive non scontate e utili per immergersi nel mondo musicale con punti di vista inediti.

Filippo Duò