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Mese: Febbraio 2022

I BOTANICI • Nuovo singolo in uscita

GRANDINA

in uscita l’11 Febbraio 2022

Dopo il fortunato EP di featuring “Kirigami”, I BOTANICI tornano sulle scene in una veste completamente rinnovata, annunciando questa metamorfosi di suono e di stile con un singolo in uscita l’11 febbraio per Garrincha Dischi: Grandina, un brano intriso di algida malinconia che sancisce l’inizio di un nuovo capitolo discografico per la band campana.

Al trio di Benevento, infatti, si aggiunge Stefano Titomanlio al basso, portando un ulteriore incremento di decibel al già corposo wall of sound a cui ci avevano abituati, un cambiamento che allarga ulteriormente lo spettro sonoro e arricchisce gli arrangiamenti.

Sul progetto rimane però la firma di Alberto Bebo Guidetti de Lo Stato Sociale, che insieme a Nicola Hyppo Roda ha prodotto il nuovo singolo.

Grandina si pone come manifesto della trasformazione radicale della band. Un brano che, come pioggia ghiacciata, si scaglia dritto al cuore di chi ascolta congelando per un attimo le sue emozioni, sospese tra chitarre che tessono trame intricate e un pianoforte che simula il ticchettio del tempo. Tutto riprende vita nel ritornello, dove potenti riff di chitarra e pattern di batteria marziali ricominciano a battere nel petto dell’ascoltatore, mentre la voce esplode in un urlo lancinante che esprime l’attesa inesorabile di un futuro dove poter tornare ad unirci tutti in un pogo furioso.

«Grandina è uno spaccato sul sentirsi intrappolati in una prigione fatta di ricordi» racconta la band «Una nota autobiografica sull’eterno presente che le giornate sembrano portarsi dietro, con la loro vacuità di senso. Grandina però è anche un fantasma dal futuro, una presa di coscienza della tensione che ci trascina verso qualcosa di sconosciuto. Un ricordo artificiale a proteggere una superficie ruvida e increspata, dove saremo soli, mentre la grandine ci blocca in un limbo di incertezza.»

CREDITI
Musica e parole di Antonio Del Donno, Gaspare Vitiello, Gianmarco Ciani e Stefano Titomanlio.
Edizioni: Garrincha Edizioni Musicali.
Produzione artistica di Alberto ‘Bebo’ Guidetti, Nicola ‘Hyppo’ Roda e Antonio Del Donno.
Registrato e missato da Nicola ‘Hyppo’ Roda e Antonio Del Donno presso il Donkey Studio di Medicina (BO). Masterizzato da Francesco Brini presso lo Spectrum Studio di Bologna.
Artwork di Temo Creative Studio. Fotografie di Carmine Musella.

BIOGRAFIA
I Botanici nascono nel gennaio del 2015 a Benevento. Nel 2017 esordiscono con “Solstizio”, LP pubblicato per Garrincha Dischi, sotto la produzione di Alberto Guidetti. La promozione del disco li vede in giro per più di 70 date in tutta Italia, su palchi e con band di spessore nazionale. Al termine del tour, pubblicano, sempre per Garrincha Dischi, “Solstizio Deluxe”, riedizione del primo disco contenente in aggiunta due brani inediti e una cover. Nel 2018, Mirko di Fonso, lascia la band per dedicarsi al suo progetto solista. I Botanici (Gianmarco Ciani, Antonio del Donno, Gaspare Maria Vitiello), pubblicano nel 2019 il loro secondo disco, “Origami”, contenente undici tracce tra cui un featuring con Lo Stato Sociale. Edito Garrincha Dischi e Fonoprint, anche in “Origami” la produzione è affidata ad Alberto Guidetti. La promozione del disco li vedrà impegnati fino a marzo 2019 in tour, seguiti da Stefano Titomanlio al basso che entrerà in pianta stabile nella band. Nel 2020 prende vita l’EP “Kirigami”, in cui la band coinvolge Maggio & Tanca, Le Endrigo e Giorgieness per arricchire, con la loro partecipazione, alcuni brani di “Origami”. Nel 2021 la collaborazione con Alberto Guidetti prende nuove forme. I Botanici suonano le chitarre nel brano “Fantastico!” pubblicato nell’EP “BEBO”. Nel 2022 riapprodano sulle scene annunciando il nuovo singolo “Grandina”, apripista del loro nuovo capitolo discografico, in uscita l’11 febbraio per Garrincha Dischi.

I BOTANICI
IG: https://www.instagram.com/ibotaniciband/

FB: https://www.facebook.com/ibotaniciband

SPOTIFY: https://sptfy.com/7jSb

Sanremo 2022: il pagellone del Festivàl

Matteo Romano: una canzone in pieno stile sanremese per questo ragazzo che sembra almeno 5 anni più piccolo di quello che è. Premio Giochi della Gioventù™

Giusy Ferreri: da martedì porta il peso dei meme di questa edizione. La foto di lei con megafono e microfono ci accompagneranno per le prossime settimane.

Rkomi: corre, salta, fa le flessioni, lava i piatti con quei guanti della terza sera e tra una cosa e l’altra canta pure. L’ultima sera fa un sentito discorso su come magari non azzecchi tutte le note ma ci creda comunque fortissimo. Premio Sincerità™

Iva Zanicchi: “e a Iva Zanicchi cosa vuoi dire?”. E infatti non dirò niente. 

Aka7even: porta una canzone che ricorda pericolosamente What Makes You Beautiful degli One Direction. Un Harry Styles che non ci ha creduto abbastanza. 

Massimo Ranieri: non ci sono più i Perdere l’Amore di una volta. 

Noemi: una canzone senza momenti vuoti. Decisamente rivalutata dalla prima sera.

Fabrizio Moro: non riesco a pensare a qualcosa di più diametralmente opposto a Non mi avete fatto niente, con cui vinse nel 2018. Purtroppo questa svolta ballad per me è no.

Dargen D’Amico: stessa chaotic energy di Piero Pelù ma senza rubare borsette al pubblico.

Elisa: l’arte la maestria la perfezione la professionalità la grazia. Podio meritatissimo.

Irama: dopo la quarantena dell’anno scorso, torna cambiato. Come chi torna da un viaggio in India per ritrovare se stesso. Purtroppo, era meglio la prova generale dell’anno scorso.

Michele Bravi: lui icona di stile e del Fantasanremo. La canzone carina ma niente di nuovo. 

La Rappresentante di Lista: canzone meravigliosa, balletto da trend topic già imparato a memoria. Meritano il mondo, sicuramente più di quello che gli abbia dato il televoto.

Emma: una canzone grintosa, in pieno stile Emma. Il duetto con Francesca Michielin sulle note di Baby One More Time ci ha fatto volare.

Mahmood e Blanco: la rivelazione. Una canzone completamente inaspettata da questo duo. Tengono il palco come se lo facessero da tutta la vita e infatti, come da pronostici, vincono. Ci vediamo a Torino.

Highsnob e Hu: i Coma_Cose dopo aver ascoltato per 24 ore filate i My Chemical Romance. La canzone spesso penalizzata dagli orari immondi di esibizione.

sangiovanni: guilty pleasure del festival, non me ne vergogno.

Gianni Morandi: a 77 anni ha più energia di tutto l’Ariston messo insieme. Premio Welfare™ e terzo posto.

ditonellapiaga e Rettore: il duo di cui avevamo bisogno. Il loro 16° posto mi ha fatto venire voglia di fare come l’orchestra nel 2010. Anche loro meritavano decisamente di più.

Yuman: è un film asiatico di 3 ore, di quelli che il tuo amico cinefilo ti giura sia bellissimo. Per pochi.

Achille Lauro: la canzone è molto simile a Rolls Royce, ma le sue esibizioni stupiscono sempre con questo aplomb invidiabile. Un signore.

Ana Mena: da potenziale regina del raeggeton a boss delle cerimonie. Neomelodica.

Tananai: la versione live non rende giustizia a una canzone che in studio è pure godibile. Ultimo posto all’Ariston ma beniamino del Twitter.

Giovanni Truppi: canottiera rossa d’ordinanza (ma artigianale ♥️) ed è subito Festa dell’Unità. Dopo ieri sera mi permetto di volergli un po’ più bene. Duro e puro.

Le Vibrazioni: la canzone mi è piaciuta molto più di quanto mi aspettassi da un pezzo delle Vibrazioni. Premio Shock™

 

Francesca di Salvatore

 

Foto: Marco Piraccini

Grazie a Mondadori Portfolio

MASEGO L’anima della Trap House Jazz torna in Italia per un imperdibile appuntamento

MASEGO
L’anima della Trap House Jazz torna in Italia per un imperdibile appuntamento

STUDYING ABROAD: MISSED MY FLIGHT

RIPROGRAMMATA LA DATA INIZIALMENTE PREVISTA A MARZO 
28.11.2022 – MILANO – FABRIQUE

Prevendite https://link.dice.fm/S60rGit3rnb 

Ascolta “Garden Party”
youtu.be/AZCewwo78j0 

 

RADAR Concerti presenta MASEGO. L’artista che unisce jazz, elettronica e trap torna in Italia per presentare il suo ultimo album “Studying Abroad: Missed my Flight”, accompagnato dal singolo “Mystery Lady” che, in collaborazione con Don Toliver, conta oltre 91 milioni di stream su Spotify.
L’appuntamento, inizialmente previsto il 2 marzo 2022, è rimandato al 28 novembre 2022 al Fabrique di Milano. 

Masego, nato in Giamaica e cresciuto in Virginia, è il nome d’arte di Micah Davis, un omaggio alle sue radici sudafricane che significa “benedizioni”. Cantautore, rapper, DJ e polistrumentista autodidatta, ha creato un proprio stile unico e originale che combina trap, house, jazz, R&B e che è stato definito “Trap House Jazz”. Il suo ultimo album “Studying Abroad: Missed my Flight” segna un momento di crescita personale e di ampliamento degli orizzonti sia dentro che fuori la musica. L’artista infatti, ispirato dal regista e artista manga giapponese Hayao Miyazaki, sta lavorando a un progetto di animazione che combina il suo amore per l’arte, la musica e lo storytelling.

Masego ha raccolto consensi internazionali grazie alle sue abilità musicali e il singolo “Tadow” ft. FKJ, dell’album di debutto “Lady Lady”, ha ottenuto il platino posizionandosi in diverse classifiche di Billboard US tra cui quella di vendita degli album R&B/Hip Hop.
Ha collaborato con diversi colleghi quali Alex Isley, Joyce Wrice, ELHAE, KAMAUU, e più recentemente ha affiancato J.I.D. e Rapsody per la colonna sonora ufficiale del film candidato agli Oscar “Judas and the Black Messiah”.

L’energia e lo stile inconfondibile di Masego sono pronti a conquistare nuovamente il pubblico italiano in un’unica e imperdibile data al Fabriquedi Milano il 28 Novembre 2022.

Prevendite
https://link.dice.fm/S60rGit3rnb

Contatti Masego
Official Website: https://www.masegomusic.com/ 
Official Facebook: https://www.facebook.com/UncleSego 
Official Twitter: https://twitter.com/unclesego  
Official Instagram: https://www.instagram.com/masego/ 
Official YouTube: https://www.youtube.com/masego 

Tre Domande a: Bouganville

Come e quando è nato questo progetto?

I Bouganville sono nati nell’estate del 2017: io (Luciano Zirilli) e Luca Grillo ci conosciamo già da anni, entrambi villeggiamo a Salina da quando siamo nati. Ci siamo accorti presto di avere gusti musicali affini: quando ai falò finiva il momento Albachiara / Wonderwall ci mettevamo a suonare gli Strokes o i Pixies. Roba da hipster.
Da lì a formare una band il passo è stato breve: Luca G. si è trasferito a Roma e abbiamo iniziato a buttare in pasto alle piattaforme digitali i nostri primi singoli. Dopo vari avvicendamenti, abbiamo raggiunto la formazione definitiva con Gianluca Fraddosio al basso nel 2018 e Luca Taurmino alla batteria, nel 2019. Da quel momento sentivamo che eravamo completi e pronti per andare in studio.

 

Progetti futuri? 

Possiamo dirvi che uscirà il nostro album nel 2022. È un disco che ha subito molti slittamenti a causa della pandemia: per questo siamo molto contenti di pubblicarlo, l’attesa è stata a tratti snervante ma alla fine siamo molto soddisfatti del risultato. Non vediamo l’ora di suonarlo dal vivo, speriamo al più presto. Per ora ci stiamo concentrando sulla scrittura di nuovo materiale.

 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perché?

Crediamo che Investigazioni Private sia la canzone manifesto della nostra musica. Abbiamo condensato in questo pezzo tutto quello che ci ha ispirato nella scrittura dell’album: la musica soul, l’indie rock, il pop degli anni ’60. Ha un linguaggio che sentiamo nostro.

Korn “Requiem” (Lomo Vista Recordings, 2022)

Nu Metal Sentimentale

La credenza comune è che i metallari non piangano. La società ci giudica per il nostro modo di vestire, e soprattutto per la musica che ascoltiamo. Ci danno dei satanisti, solamente per i nostri abiti scuri, o l’aspetto funereo.
Ma anche noi metallari abbiamo emozioni.
Possiamo dire che il nostro stile comunicativo è un pochino sopra le righe, ma questo non esclude che anche noi sappiamo essere dolci, gentili e malinconici al tempo stesso.

E sono i Korn, con il loro quattordicesimo album Requiem, ad esporre questo lato quasi tenerello del nu metal.

Jonathan Davis, come un moderno Zio Tobia (Zio Tobia Picture Show era uno spettacolo televisivo horror su Italia1, NdA), ci introduce in un mondo spettrale ed emozionale.

La pandemia ha portato una dilatazione nel tempo di creazione del disco e questo ha permesso un lavoro più accurato sulla scrittura e più melodico, dando alla luce un album-viaggio dentro sé stessi che porta alla nascita di qualcosa di nuovo.

“Non siamo mai completamente formati ma sempre soggetti a una lenta evoluzione coscienziale” diceva Marcel Proust e così i Korn, (padri fondatori nel nu metal, attivi dal 1993) iniziano il loro viaggio alla scoperta di nuove sonorità.

Requiem è composto da nove brani, il cui cuore pulsante è il quinto, Disconnect, brano molto saturnino in cui traspare una certa vulnerabilità e, stranamente, dolcezza. 

Ma l’album si apre con tutt’altro che miele e parole soavi.

Primo nella tracklist troviamo Forgotten, con un’accattivante intro di basso che lascia il passo a frammenti melodici per poi esplodere nel ritornello e nel finale. L’epicità del brano successivo, Let The Dark Do The Rest risiede nell’energia che travolge dal primo secondo di ascolto, e procede in un alternarsi di cantato lento (le doti canore di zio Jonathan Davis sono sempre spropositate) e batterie pesanti e growl. 

Hopeless and Beaten e My Confession rappresentano l’anima nu metal del disco, mentre Lost in The Grandeur e Penance To Sorrow sono i pezzi più sperimentali per il sound del gruppo, un rollercoaster di armonia e caos.

L’album si chiude con un regalo per i nostalgici, Worst Is On Its Way, un ritorno alle origini pieno di scat (che ci mancavano tanto).

E per tutti quelli che dicevano che Korn erano finiti, erano morti… Beccatevi sto ritorno in grande stile!

 

Korn

Requiem

Lomo Vista Recordings

 

Marta Annesi

Tre Domande a: Marta Arpini

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare?

Sarebbe un sogno collaborare con Andy Shauf, un po’ in qualsiasi forma — co-scrivendo una canzone, o vedendo da vicino come registra e produce i propri album, cantando insieme… c’è qualcosa nella sua voce, e nel suo suono come artista in generale, che mi affascina enormemente, mi emoziona e a cui mi sento affine, e ovviamente amo anche moltissimo come scrive e come arrangia. Ogni volta che ascolto qualcosa scritto o registrato da lui, lo riconosco immediatamente, e mi punge il cuore. Sarebbe un’enorme fonte di ispirazione poter lavorare con lui.

 

Progetti futuri? 

Vorrei continuare a percorrere la strada che ho intrapreso con questo mio disco I Am a Gem: immaginare, scrivere e arrangiare musica per un organico ampio quanto flessibile, anche differente per ogni canzone. Più di tutto vorrei iniziare a produrre la mia musica da me; finora ho sempre collaborato con produttori, che è una cosa molto bella e intelligente, perché può dare un apporto fresco e originale al materiale. Lavorando sulle mie demo in maniera anche ossessiva, ho capito però che ho le idee molto chiare riguardo certi aspetti della produzione, e mi piacerebbe sviluppare il più possibile questo aspetto del processo creativo. Al momento sto scrivendo molte canzoni che prevedono la presenza di voce, chitarre, molti flauti e clarinetti. Vorrei raccoglierne un po’ e pubblicare presto un EP, o comunque una prima parte di un lavoro che può diventare molto più esteso. Mi è piaciuta un sacco l’idea dei Dirty Projectors, che nel 2020 hanno pubblicato 5 EP poi racchiusi in un unico, lungo album. Vorrei prendere ispirazione da questo.
Ad aprile 2022 poi uscirà il primo EP di tiigre, la mia band dream pop indie rock, e di sicuro andremo avanti a lavorare su nuove canzoni, per registrare e pubblicare il nostro primo album alla fine del 2022 / inizio 2023.

 

C’è un evento, un festival in particolare a cui ti piacerebbe partecipare?

Più che un evento o un festival in particolare, c’è una venue ad Amsterdam dove sogno di potermi esibire un giorno. Si chiama Paradiso, ed è una ex chiesa che oggi ospita concerti importanti. Lì ho visto alcuni dei miei artisti preferiti, tra cui i Big Thief nel 2020, poco prima che tutto chiudesse per la pandemia. La serata era sold out, la sala era pienissima e l’atmosfera incredibile. Il Paradiso è un’istituzione qui in Olanda, e poterci fare uno show da headliner un giorno… sarebbe bellissimo.

 

Foto di copertina: Teresa Costa

Marnero @ Teatro del Baraccano

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• Marnero •

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Teatro del Baraccano (Bologna) // 01 Febbraio 2022

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]Non giriamoci tanto intorno, via; le aspettative erano alte, l’hype attorno all’evento non trascurabile, anzi, biglietti bruciati in pochi minuti, teatro gremito in ogni ordine di posti, l’attesa per scoprire la scenografia e i visual, le indiscrezioni, gli ospiti a sorpresa, rumours che hanno animato queste settimane di avvicinamento a quello che, a conti fatti e senza timore di smentita, è stato il principale evento musicale accaduto, quantomeno in Italia (che la prudenza non è mai troppa) in questo freddo martedì di inizio febbraio: i Marnero in concerto a Bologna al Teatro del Baraccano.

I Marnero, il cui nome, coincidenza vuole abbia lo stesso numero di lettere e le vocali nella corretta sequenza di una nota cittadina costiera in provincia di Imperia, proporranno a poche decine di fortunati, selezionatissimi e soprattutto buongustai spettatori, l’esecuzione integrale di quello che è, a mio insindacabile giudizio, uno dei dischi usciti in Italia più importanti e belli degli ultimi, che ne so, facciamo venti, trent’anni? Un disco che io e il resto degli astanti, come mi sarebbe poi parso di capire dalle reazioni in sala, conosciamo a memoria, parola per parola, nota per nota; quei 31 minuti sono un sentiero, forse meglio un vortice, una spirale, nella quale smaniamo di addentrarci quanto prima. Un disco di mare, del tempo, non necessariamente atmosferico, di navi, di rotte, del perdersi; signore e signori, ecco a voi Il Sopravvissuto.

L’attacco del disco è una sberla in faccia, un pugno in pieno volto, un muro d’aria che ti sbalza a metri di distanza, l’impianto si satura subito, la voce dell’elegantissimo signor Raudo fatica a trovar spazio tra quel turbinio di distorsioni e fendenti di batteria, ma tanto stiamo già tutti urlando “Io sono il Sopravvissuto, son trino e non uno, son vuoto a metà e non mi aspetta nessuno” che a queste quisquilie diamo poca se non nulla importanza. 

I quattro baldi bardi (?) mostrano, ancora una volta, un affiatamento ed un’alchimia commovente da quanto risulta naturale ed intrinseca, e rapito come sono da quanto avviene sul palco, nel mentre attaccano gli inconfondibili violini di Non Sono Più Il Ghepardo di Una Volta, lo sguardo sale di qualche metro sulle immagini (ah, i visual di cui tanto si vociferava!) che scorrono sul fondale – non marino – giusto in tempo per intravedere, da lì in avanti, un individuo malmenare un malcapitato volatile, scorgere delle navi naufragare od in alternativa andare a fuoco (che io debba quindi intuire che sia giunta l’ora, chiedo eh…), vergini in bianca veste dalla bocca grondante sangue, lupi (ah, quanti lupi! sono loro i veri protagonisti della serata sia chiaro) un Cristo crocifisso sulla spiaggia, cadaveri presumo reduci di qualche cruenta battaglia, ed altre simpaticissime immagini che potrete rivedere nei prossimi giorni su Rai Gulp o Cartoonito.

(Che Non Sono Mai Stato) ci porta verso uno dei momenti più alti della serata, ovvero quel Il Porto Delle Illusioni che ti fa un po’ maledire il dover star seduto a con una mascherina sul viso ma tant’è, come dice nuovamente Raudo, “Scalpitate interiormente” (anche se non son sicuro fosse scalpitare il verbo, ma è il pensiero che conta, qui come altrove).

C’è spazio anche per l’imprescindibile (per una kermesse che aspiri ad essere tale) ospite a sorpresa, quel Francesco Zocca già ospite del disco in questione e poi un altro paio di passaggi video di lupi, un riferimento che non colgo (e che ancora mi rode) a Daniele Bossari, una cravatta legata in fronte, ed è tempo di volgere all’epilogo, virare verso il porto, sotto con Zonguldak, e tutti all’unisono con tutto il fiato che c’è rimasto gridiamo “Sono qui, fermo seduto, sopravvissuto ma stanco morto. Guardo le navi ormai arrugginite nel porto”, mentre con la mano sul telecomando digitiamo in maniera compulsiva 01, il codice per votare i Marnero, vincitori morali del Festival di Niente.

 

Alberto Adustini

Foto: Massimiliano Mattiello
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I-DAYS 2022: COMPLETATA LA LINE-UP DEL 12 GIUGNO 2022 CON JOHNNY MARR ED EGO KILL TALENT

 

I-DAYS MILANO • 12 GIUGNO 2022

COMPLETATA LA LINE-UP DELL’ULTIMA GIORNATA DEL FESTIVAL

 


Johnny Marr
, lo storico chitarrista del gruppo inglese The Smiths, e la band brasiliana Ego Kill Talentraggiungono sul palco i Foo Fighters per completare la line-up di I-Days domenica 12 giugno 2022.

Confermati durante la stessa giornata, oltre al gruppo di Dave Grohl, anche Nile Rodgers & CHIC e il gruppo grunge femminile L7.

Per la data di I-Days domenica 12 giugno 2022 i biglietti e gli abbonamenti sono già in vendita su www.idays.it e su tutti i circuiti e punti vendita autorizzati.

Con alle spalle tre album solista, ma una lunga carriera come chitarrista dello storico gruppo inglese The Smiths, Johnny Marr è pronto a tornare in tour facendo tappa nel nostro paese per presentare il suo quarto lavoro, un doppio album, dal titolo Fever Dreams Pts 1-4, in uscita il 25 febbraio 2022. Il disco, diviso in quattro, parti contiene 16 tracce ed è stato anticipato alla fine dell’anno scorso dall’EP Fever Dreams Pt.1, contenente il primo singolo Spirit, Power and Soul. A parlare di questo nuovo progetto è lo stesso Marr che definisce il sound come vario, nato da una ricerca non consapevole. Ad aiutarlo anche il suo ricco e vasto vocabolario musicale che gli ha permesso di poter sfruttare ogni singola sfumatura melodica nella creazione di questo nuovo disco.

Ego Kill Talent è la band rivelazione proveniente da San Paolo, Brasile. Formati nel 2014, il quintetto si caratterizza per il mix di musica heavy e ambizione pop, il sound sudamericano e la fluidità strumentale. Con il singolo di debutto Sublimated hanno catturato l’attenzione delle radio locali, arrivando a far parte della line-up del Lollapalooza Brazil. La traccia è arrivata al quinto posto della playlist Viral Top 50 di Spotify in UK, Francia, Portogallo e ovviamente Brasile. Il loro secondo album, The Dance Between Extremes, è stato registrato proprio agli Studio 606 di Dave Grohl che li ha scelti come opening act per i concerti dei Foo Fighters.

I-Days, il grande festival internazionale che dal 1999 anima la stagione estiva, ha visto esibirsi sui suoi palchi tutti i gruppi più amati della scena rock internazionale, dai Muse ai Nine Inch Nails, dai Tools ai Sonic Youth, senza dimenticare Queens Of the Stone Age, Arcade Fire, Franz Ferdinand e Blink 182, diventando così uno degli appuntamenti fissi dell’estate rock italiana.

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