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Anno: 2022

STEVE VAI, le date italiane saranno aperte da GIANNI ROJATTI VS DANG!

Barley Arts

presenta

STEVE VAI

I CONCERTI ITALIANI SARANNO APERTI DA

GIANNI ROJATTI VS DANG!

Gianni Rojatti Vs DANG! è l’ensemble musicale inedito, scelto da Steve Vai come special guest in apertura a tutte le date del suo tour italiano.

Venerdì 1° Luglio – Udine, UdineVola / Castello di Udine

Sabato 2 Luglio – Macerata, Sferisterio

Domenica 3 Luglio – Bari, Teatro Petruzzelli

Lunedì 4 Luglio – Firenze, Ultravox Firenze

Martedì 5 Luglio – Gardone Riviera (BS), Tener-a-mente / Anfiteatro del Vittoriale

I biglietti sono disponibili su Ticketone (tutte le date), Vivaticket e Ciaotickets (Macerata), Box Office Toscana (Firenze) e AnfiteatroDelVittoriale.it (Gardone). In esclusiva su Ticketone saranno inoltre disponibili tre tipologie di pacchetti VIP.

Gianni Rojatti è da anni un chitarrista tra quelli più in vista della scena rock, progressive e shred italiana mentre i DANG! sono lo stupefacente duo di sax e batteria formato da Marco Scipione e Daniel Fasano, strumentisti acclamati nei più svariati contesti stilistici. La proposta musicale del trio ben si sposa con l’eccentricità e la vivacità che hanno sempre contraddistinto la musica di Steve Vai; nel loro set Gianni Rojatti Vs DANG! sciorinano decisi richiami al synth pop anni ’80, impennate progressive metal, virtuosismi e un’irriverente attitudine punk rock. Il tutto unito a deflagranti improvvisazioni e inattesi inserti elettronici. Gianni Rojatti e DANG! si incontrano grazie alle registrazioni dell’imminente disco di debutto del duo in cui Rojatti ha preso parte come ospite incidendo alcune parti di chitarra. L’intesa è, a detta loro, “satanica e bellissima” tanto da spronare Gianni Rojatti a invitare i DANG! a condividere le aperture a Steve Vai, per il quale era già stato l’opening act ufficiale nel Passion & Warfare Anniversary Tour del 2016.

Gianni Rojatti Vs DANG! promette dal vivo uno spettacolo coinvolgente e fuori dagli schemi. Una proposta musicale ed artistica che ha colpito e divertito Steve Vai – che li ha voluti per questo tour – e che, sicuramente, farà allo stesso modo con il pubblico.

Steve Vai sarà accompagnato dai collaboratori di lunga data Dave Weiner (chitarra, tastiere), Philip Bynoe (basso) e Jeremy Colson (batteria). Per Vai «È straordinario realizzare che dopo tre anni senza portare sul palco il nostro spettacolo ora questo momento è finalmente all’orizzonte, e inizieremo il viaggio in Europa quest’estate. Posso già pregustare il ritorno on the road e gli spettatori entusiasti che incontreremo.»

Lo scorso 28 gennaio Favored Nations / Mascot Label Group ha pubblicato il suo ultimo lavoro in studio intitolato Inviolate, che uscirà anche in formato LP il 18 marzo. Durante il 2022 Vai ha annunciato 52 show negli Stati Uniti, in un tour coast to coast che partirà da El Cajon (California) il 28 settembre e si concluderà a Los Angeles il 3 dicembre.

Considerato da molti il più grande chitarrista di tutti i tempi, nei suoi oltre quarant’anni di carriera Steve Vai ha venduto oltre 15 milioni di dischi, vinto tre Grammy Awards e registrato con leggende quali Frank Zappa,David Lee Roth, Whitesnake e moltissimi altri.Vai ha inoltre preso parte a diversi progetti come G3 (con lineup che hanno di volta in volta incluso Joe Satriani, John Petrucci, Eric Johnson, Yngwie Malmsteen e Steve Lukather) e il supergruppo Generation Axeformato insieme a Zakk Wylde, Yngwie Malmsteen, Nuno Bettencourt e Tosin Abasi. È anche autore del libro di teoria musicale Vaidology: Basic Music Theory for Guitar Players (Hal Leonard).

Vai.com

STEVE VAI

Inviolate Tour 2022

Support: GIANNI ROJATTI VS DANG!

Venerdì 1° Luglio 2022

Udine, UdineVola – Castello di Udine

Biglietti disponibili su Ticketone.

Platea A: € 50,00 + prev.

Platea B: € 40,00 + prev.

Sabato 2 Luglio 2022

Macerata, Sferisterio – piazza Nazario Sauro

Biglietti disponibili su Ticketone, Vivaticket e Ciaotickets.

Platino: € 60,00 + prev.

Oro: € 50,00 + prev.

Verde: € 45,00 + prev.

Blu: € 40,00 + prev.

Rosso: € 37,00 + prev.

Giallo: € 33,00 + prev.

Balconata: € 30,00 + prev.

Domenica 3 Luglio 2022

Bari, Teatro Petruzzelli – corso Cavour, 12

Biglietti disponibili Ticketone.

Poltronissima: € 60,00 + prev.

Platea I e II, Palchi Centrali I e II: € 50,00 + prev.

Palchi Laterali I e II, Palchi III, III Ordine Centrale: € 45,00 + prev.

III Ordine Laterale: € 40,00 + prev.

Palchi IV e V Ordine: € 35,00 + prev.

V Ordine Centrale e Laterale: € 33,00 + prev.

Loggione: € 30,00 + prev.

Lunedì 4 Luglio 2022

Firenze, Ultravox Firenze – via Galoppatoio dei Barberi (Parco delle Cascine)

Biglietti disponibili su Ticketone e Box Office Toscana.

Platea A: € 45,00 + prev.

Platea B: € 35,00 + prev.

Martedì 5 Luglio 2022

Gardone Riviera (BS), Tener-A-Mente / Anfiteatro del Vittoriale – via Vittoriale, 12

Biglietti disponibili su Ticketone e AnfiteatroDelVittoriale.it

Platea I settore: € 50,00 + prev.

Platea II settore: € 43,00 + prev.

Gradinata numerata: € 40,00 + prev.

Gradinata libera: € 32,00 + prev.

Litfiba @ Tuscany Hall

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• Litfiba •

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Tuscany Hall (Firenze) // 16 Maggio 2022

 

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Tre Domande a: Lomii

Come vi immaginate il vostro primo concerto live post pandemia?

Il primo concerto post-pandemia lo stiamo preparando, sarà il 7 maggio al teatro Petrella di Longiano. Un posto magico del nostro territorio Romagnolo, è stato casa del primo nostro concerto all’interno di un teatro nel 2019.
Immaginarlo è difficile, al momento ci sembra ancora un sogno! Dopo uno stop forzato così lungo, utilizzato per la produzione e registrazione del nostro primo album We Are an Island, provare a pensare di salire su un palco, in quell’atmosfera soprattutto, è qualcosa di lontano, ma allo stesso tempo di emozionante, pauroso ma con una virgola di conforto come a ricordarci che siamo ancora qua, che c’è speranza per la ripartenza della musica e di tutto il settore dello spettacolo. Crediamo che ci sia bisogno di stare insieme, di aggregarsi di nuovo, di tornare “in mezzo ai vivi”.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Il progetto Lomii che curiamo e coltiviamo da cinque anni, fino ad ora è stata la storia delle nostre rispettive crescite personali, individuali e condivise. Il folk è per noi il linguaggio migliore per raccontare delle storie, dove i protagonisti possiamo essere noi, come potrebbe essere chiunque altro. Canzoni che parlano all’altro, appunto, ma che spesso si può confondere con un parlare a se stessi. Con i nostri testi e la nostra musica abbiamo sempre cercato di parlare di esperienze reali, di legami, di rottura e di riparazione, di confusione e di risoluzione, di separazione e ricongiunzione, provando però a creare un paesaggio che sia condiviso e condivisibile da tutti, non qualcosa di lontano e poco fruibile. In fondo, sicuramente su vari piani, la felicità, la tristezza, l’amore, la depressione, la paura, il coraggio, sono tutte emozioni che nel corso della vita proveremo o abbiamo già provato. Perchè non raccontarsele?

 

C’è un evento, un festival in particolare a cui vi piacerebbe partecipare?

Sicuramente una visita allo Sziget per un set sul palco Europeo non sarebbe male. Oppure un’apertura nel main stage del Glastonbury Festival.
Nel nostro cuore però c’è il Coachella… chi non vorrebbe suonare al Coachella?

ROS @ Prato a Tutta Birra

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• ROS •

Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 15 Maggio 2022

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Prato a Tutta Birra 2022

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11 Maggio 2022

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Bengala Fire

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Manitoba

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14 Maggio 2022

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Cara Calma

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Ministri

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15 Maggio 2022

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ROS

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Sophia @ Locomotiv Club

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• Sophia •

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Locomotiv Club (Bologna) // 14 Maggio 2022

 

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L’ultimo album dei Sophia, Holding On/Letting Go, è uscito ormai da due anni e finalmente Robin Proper-Sheppard ha potuto portarlo sui palchi. Certo, il gruppo aveva riacceso gli amplificatori qualche volta dall’inizio della pandemia, a Bruxelles per le Nuits Botaniques o a un festival a Leffinge, in Belgio, lo scorso Settembre, ma ma non in un tour vero e proprio, quello che era già stato posticipato due volte. Il gruppo si mette dunque, finalmente, sulla via di un tour che li porta in Germania, Svizzera, Italia e Belgio, tre paesi dove il pubblico della ex testa pensante de The God Machine è tra i più densi. Le valigie si sono così posate stasera a Bologna, splendida città medievale della regione dell’Emilia Romagna straordinariamente ben conservata e dove il caldo in questo mese di Maggio è già soffocante. 

I Sophia suonano al Locomotiv Club, una sala concerti gestita da un’associazione locale che ha anche uno studio di registrazione e detiene un’etichetta. Il luogo si trova all’interno di un deserto ferroviario trasformato in un luogo culturale alternativo. È attraverso l’Associazione Italiana Cultura Sport che entriamo nella sala a misura d’uomo che può ospitare circa duecentocinquanta persone e che hanno visto passare gruppi come Swans, Deerhunter, St Vincent. Ambiente minimalista: il luogo è pieno di belle vibrazioni.

Le note sintetiche di Strange Attractor risuonano quando il gruppo arriva sul palco con un applauso particolarmente intenso, con la stanza ragionevolmente piena. Il basso distorto dà il tono della serata, che sarà posta sotto il segno della potenza. Robin è accompagnato stasera da sei musicisti. Chi è venuto a vedere i Sophia in versione acustica avrà le orecchie in fiamme.

Le chitarre ci sono, violino e sassofono completano il quadro. Questo primo pezzo è compatto, incisivo, mostrano un lato dei Sophia emerso negli ultimi anni, quello di un gruppo molto rock, in grado di combinare passaggi di una violenza gioiosa con momenti più intimi. Siamo onesti, ci sono momenti in cui la filiazione con The God Machine è inquietante e toccante. La giovinezza del gruppo che accompagna Robin non è certamente estranea a questo slancio energico, Robin si diverte regolarmente a sottolinearlo sotto forma di scherzi. Il gruppo prosegue con Undone. Again., piccola perla dell’ultimo album. Robin, come al solito canta a occhi chiusi. Ha un sorriso costante, prova della sua felicità di essere lì. E dopo tutto, non c’è bisogno di cantare canzoni di infinita tristezza facendo il broncio.

Questo concerto è iniziato molto bene, la band rilassata, molto al suo posto. Un’atmosfera particolarmente calorosa regna sul palco tra i musicisti. Le prime note di I Left You ci travolgono: brano che faceva inizialmente parte dell’album live De Nachten, fu in seguito ripreso nel lavoro del 2004, People Are Like Seasons. Grande colpo di fulmine, questo pezzo è un condensato di bellezza. La band prosegue con Alive, dall’ultimo album, quando Robin si ferma. “I forgot the lyrics” dice, un po’ contrariato. “Qualcuno potrebbe aiutarmi, ma senza cercare su internet”, dice al pubblico, senza allontanarsi dal suo umorismo caustico. Questa non viene proprio, abbandona. Il gruppo, gentilmente divertito, prosegue con Wait, tutti i musicisti che accordano i cuori all’inizio del titolo. Per il momento all’ultimo album è stata resa giustizia, con Robin che risponde presente per difendere questa eccellente opera.

Testardo e conoscendo l’enorme potenziale del titolo lasciato a riposo, Robin ritorna su Alive. Per fortuna: il brano termina con un assolo epico di sassofono, portando tensione, vibrazione, un taglio che non lascia il pubblico indifferente. Nessuna incongruenza nella presenza sul palco di questo elemento che si potrebbe pensare lontano dall’universo dei Sophia. Un soffio magnetico ci ha appena sfiorati.

Il gruppo prosegue con Birds, apparso su Technology Wont Save Us (2006), con ancora dei bei passaggi di sassofono. Robin indossa i vestiti di un crooner su questo titolo, con i suoi baffi elegantemente fini. Ne aveva parlato con umorismo al concerto di Francoforte, precisando di aver esitato a tenerli ma il gruppo lo aveva dissuaso dal raderli, probabilmente per deriderlo alle sue spalle. Autoironia, sempre e comunque.

Il violinista suona le prime note di Desert Song no2, brano di eccezionale forza e che viene a dimostrare che il gruppo attualmente intorno a Robin è probabilmente la migliore formazione che l’abbia mai accompagnato fino ad oggi. Momento di rara intensità. Il pubblico è pieno di ammirazione. Il gruppo alza un po’ i piedi dai pedali di distorsione per suonare la bella Ship In The Sand poi due titoli emblematici dei primi album, If Only e So Slow. E qui succede qualcosa di completamente nuovo in un concerto dei Sophia: il pubblico canta a squarciagola con il gruppo, riprendendo le parole in un fervore quasi religioso. Tutti si fissano e si sorprendono a urlare su parole particolarmente oscure: “But death come so slow, when you’re waiting, when you’re waiting to be taken”. Stupefacente armonia tra il gruppo e il suo pubblico.

I Sophia continuano con Bastards, un altro titolo che assume tutto il suo significato dal vivo, la densità del suono che raggiunge le vette. Sottolineiamo che il nuovo batterista, che sostituisce lo storico compagno di strada di Robin (Jeff Towsin, che non ha potuto partecipare al tour), porta nervosismo all’insieme, i suoi impatti martellanti come delle mannaie.

I Sophia terminano il loro set principale con la sublime It’s Easy To Be Lonely, tratto dal penultimo album, As We Make Our Way (Unknown Harbour). Con le chitarre alla fine, si è dissanguati. Ma il gruppo non si fa quasi pregare e ritorna rapidamente per regalare Oh my Love, Another Friend, Resisting e la molto impegnata e post punk We See You (Taking Aim): un finale a misura del concerto, travolgente e ammaliante.

Questa serata è stata magnifica, la band ha fatto uno spettacolo dantesco. Precisi, massicci, felici di essere sul palco e molto sinceri, i Sophia presenti a Bologna sono andata oltre ogni nostra aspettativa. Questo gruppo, oltre alle sue qualità musicali, ha anche valori umani eccezionali: basta vedere Robin accogliere gli spettatori al suo banchetto del merch, con una parola per ciascuno, una stretta di mano e un ringraziamento autentico.

Ma ciò che ancora non si sapeva scrivendo queste righe sul treno che collega Bologna a Milano per prolungare un po’ di più il piacere con un nuovo show, è che la serata del giorno dopo al club Arci Bellezza di Milano è stata ancora più sensazionale (non si pensava fosse possibile). Il gruppo e il pubblico quella sera si sono uniti in uno di quei momenti magici, quasi soprannaturali che solo l’arte è in grado di offrire. Tutto era solo suono e sudore, emozioni che uniscono le anime nel calore dei corpi. Siamo tutti entrati in una liquefazione felice, ardente, stordente. A Milano, la musica dei Sophia è stata uno sfogo euforico, un’ondata di emozioni sensitive, furia, gioia, estasi musicale. Robin ci confidava di aver vissuto probabilmente il miglior spettacolo dei suoi venticinque anni di carriera con i Sophia, in un momento di grazia assoluta. Sfiorare il divino può accadere.

Testo per gentile concessione di Stëphan Cordary come apparso su Obsküre Magazine

Foto: Francesca Garattoni
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I Ministri @ Prato a Tutta Birra

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• I Ministri •

Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 14 Maggio 2022

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Cara Calma @ Prato a Tutta Birra

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• Cara Calma •

Piazza del Mercato Nuovo (Prato) // 14 Maggio 2022

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Firenze Suona Contest 2022

Spesso si dice che nel mondo della musica c’è molta competizione. La frase la senti dire talmente spesso, che alla fine pensi davvero che sia vero. Ma quando quella che credevi una certezza viene meno, non puoi fare altro che essere felice. Questo è quello che è successo durante le semifinali del Firenze Suona Contest che si sono tenute il 13 e il 14 Maggio. Promosso dall’omonima associazione fondata da Elisa Giobbi e Sauro Chellini, il concorso per giovani musicisti fino a 35 anni e aperto a tutti i generi musicali si trova quest’anno alla sua seconda edizione, con una giuria di esperti capitanata da Federico “Ghigo” Renzulli, chitarrista fondatore dei Litfiba.

Alle semifinali sono giunti 12 progetti musicali selezionati tra le oltre 150 proposte iniziali di gruppi e solisti provenienti da tutta la penisola e si è svolta al Caffè Letterario Le Murate della città di Firenze. Nella prima serata ci sono state le performance di Today’s Inmates, Pandem, Draven Band, Irene Buselli, Bernardo Sommani, Le Canzoni Giuste, mentre nella seconda si sono esibiti Ercta Collective, Wisdom Tree, Cristina Cafiero, The Black Armadillos, Libero, Biopsy O Boutique.
Il locale ci ha accolti in un abbraccio caldo, quasi familiare, dolce, dove niente faceva prevedere il terremoto sonoro ed emotivo che ci avrebbe scosso più tardi. Sul palco si sono avvicendanti gruppi e solisti pieni di energia e personalità. La musica spaziava dal rock ruvido e oscuro a canzoni che avevano i colori del golfo di Napoli, melodie che fondevano il classico con il moderno, sfumature arabe, testi che parlavano di donne sottili, eppure così forti e spesse. Era come essere proiettati nel vortice stesso del suono, dove le note e le parole si uniscono per mostrarti tutto ciò di cui possono essere capaci attraverso gli strumenti, le voci e l’energia di chi saliva sul palco e dava tutto se stesso per un amore assoluto: quello per la musica.

Una serata a tratti surreale, dove lo spettacolo più bello erano loro, i musicisti: tutti erano lì per vivere quel momento al massimo, ma soprattutto senza l’ombra oscura della rivalità. Questo non vuol dire che non fossero consapevoli della competizione, perché se li guardavi vedevi nel loro sguardo la voglia di vincere, ma senza annientare, e nei volti era chiara la consapevolezza che l’unico prezzo che erano disposti a pagare sarebbe stato quello della propria musica. In questa atmosfera di gara e di passione, chi era in difficoltà si è visto aiutare da chi non aveva mai incontrato prima, musicisti parimenti validi si incoraggiavano a vicenda augurando la vittoria all’altro, ma non per un finto dovere morale, bensì perché credevano in loro stessi e allo stesso tempo negli altri. C’era un senso di comunità e solidarietà che pervadeva anche il pubblico, ridevi e fremevi con loro, ti emozionavi e nel frattempo le performance erano piene di energia e voglia di essere suono, melodia, di esistere nonostante un mondo che sembra andare sempre al contrario. Non era solo un contest, era la dimostrazione che quello che la musica può fare di bello e intenso dovremmo lasciarglielo fare in piena libertà e davvero forse un giorno andrà tutto bene. 

Ogni favola, però, ha la sua fine. Ogni semifinale, chi passerà e chi no. Il lavoro della giuria non è stato semplice, data l’alta qualità delle esibizioni, lo vedevi dai loro sguardi. Alla fine di ogni serata sono stati selezionati i finalisti e sul palco dell’Anfiteatro delle Cascine di Firenze il prossimo 12 Giugno saliranno Today’s Inmates, Pandem, Draven Band, Ercta Collective, Libero, Biopsy O Boutique. Tra la gioia per chi diventerà protagonista di un’altra serata di pura musica ed energia e la nostalgia per chi se ne sarebbe andato, riecheggiava nell’aria il ricordo di “Valeriooooo”, il nome di un passato fatto di gioventù e concerti, di voglia di stare insieme e condividere tanta bella musica, la stessa rivissuta per due serate indimenticabili.

 

Alma Marlia 

Foto di copertina: Cauê Pintaúdi Pascholati

Sugar Blue @ Santomato Live

Siamo nella sala concerti del Santomato Live, a Pistoia ad aspettare lo spettacolo di Sugar Blue, che prosegue nel suo percorso artistico senza confini.  I musicisti stanno aspettando l’arrivo degli spettatori e Blue è seduto, da una parte, a suonare la sua armonica.

Mi avvicino e facciamo due chiacchiere, anche con la moglie, bassista della band, Ilaria Lentieri.

 

Come mai questo ritorno all’Africa?

“Generalmente quando si parla di Funk, Jazz, Rock’n’Roll, Punk… tutto torna all’Africa. Lì è dove tutto è iniziato, tutto ha avuto origine. Senza musica africana staremmo ancora facendo il Valzer. (ride)
Ed il Valzer è molto bello ma “you can’t groove it, baby!””

 

Di tutti i personaggi e gli artisti con cui hai collaborato chi ricordi con maggiore emozione?

Willie Dixon è stato un mentore, un amico un padre. Sono stato davvero onorato di poter suonare con Ray Charles e mi sono divertito molto con Prince ed ho amato fare Rock’n Roll con i Rolling Stones.
Ho avuto tante bellissime opportunità, suonando con i più grandi del Jazz, del Blues e del Funk, come Stan Getz, James Cotton, Junior Wells, Big Walter Horton ed altri…
Sono molto grato di aver suonato con alcuni dei più grandi musicisti del mondo. Sono stato fortunato.”

 

Ci sarebbero state le stesse opportunità se fosse vissuto adesso?

“Purtroppo no perché molte di queste persone sono morte e nessuno sarà mai come loro. Per fortuna abbiamo registrazioni di questi grandi uomini ma oggi questo tipo di esperienze non sarebbe possibile.
Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto.”

Negli occhi una luce, un mix di malinconia, gratitudine ed entusiasmo.

Sorrisi. Blue è una persona che ama ridere e far ridere, ama far star bene e far sentire a proprio agio.

Alle 22.30 è iniziato il live, con non poca emozione, sia da parte del pubblico che da parte dei musicisti che non si ritrovavano insieme da circa due anni.

Il concerto è iniziato con una ricca dose di energia, con una introduzione strumentale che sembrava volerci gridare: “Hey voi!!! Questo è Blues!!!”. 

 

20220511 SugarBlue Pistoia letiziamugri 2

 

Sul palco c’erano:
Damiano Della Torre piano /organ/ accordion
Ilaria Lantieri Whiting Bass / vocal
Sergio Montaleni guitar / vocal
CJ Tucker drums (USA)
Kalifa Kone Kamalengoni, tama, djembe (Mali)
Petit Solo Diabate balafon, djembe (Burkina Faso)

Il pubblico ammutolito ha seguito ogni nota con ammirazione e, a volte, stupore.

Non capita così spesso trovarsi faccia a faccia con la storia, con chi quella famosa storia di cui tutti parliamo l’ha davvero vissuta e scritta, assistendo ad uno show avvolgente con grande reinterpretazione dei classici della tradizione afro-americana e riarrangiamenti di originali composizioni e cavalli di battaglia del repertorio di Blue.

Il secondo pezzo è Red Hot Mama scritto negli anni ’90; un esempio tipico della musica rivoluzionaria di Blue, che ha sviluppato una velocità ed una tecnica uniche, mischiando il Blues al Funk ed al Jazz, un connubio mai sentito prima che, se da una parte lo hanno reso un pioniere, dall’altra lo hanno escluso dal mondo dei puristi del Blues.

Prosegue il live con One More Mile, un pezzo di James Cotton a cui è molto legato, tanto che ha dato il suo nome al figlio a cui James Cotton ha fatto da padrino.

Non poteva mancare il tributo a Muddy Waters con Hoochie Coochie Man e poi di nuovo una dedica al mentore James Cotton, Cotton Tree.

Si arriva alla fine senza nemmeno rendercene conto.

All’arrivo di Miss You il pubblico esplode in un grande applauso; il famoso riff nacque dall’incontro di Blue con gli Stones, che volevano questo nuovo groove di blues misto a funk tipico della Chicago degli anni ’70.

Il concerto termina con Messin’ with the Kid, cavallo di battaglia di Junior Wells.

E così, in circa due ore, ci ritroviamo ad aver attraversato la vita di Blue, con tributi ai suoi mentori, che tanto lo hanno spronato nella ricerca dalla sua personalità (parola d’ordine nella ‘black community’) che ha come risultato un armonicista unico al mondo, fuori dai canoni, moderno, in cui è racchiuso talento e personalità, eclettico e colorato, con sempre tanta gratitudine per la cultura africana.

 

20220511 SugarBlue Pistoia letiziamugri 7

 

Setlist

RED HOT MAMA

ONE MORE MILE

HOOCHIE CHOOCHIE MAN

COTTON TREE

BLUESMAN

WHO’S BEEN TALKIN’

INTERMEZZO ACUSTICO

BAD BOYS HEAVEN

TIME

MISS YOU

MESSIN’ WITH THE KID

 

Foto e testo: Letizia Mugri

Casa del Vento “Alle Corde” (New Model Label, 2022)

La Casa del Vento nasce nella provincia di Arezzo negli anni ’90 da un’idea dei cugini Luca e Sauro Lanzi insieme all’amico Francesco “Fry”Moneti, violino anche dei Modena City Ramblers. Inizialmente, il gruppo si esibisce in concerti di musica Irish folk, ma con il passare degli anni le sonorità diventano più rock, e iniziano le collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, tra cui Patti Smith, spesso con loro sul palco. La formazione negli anni si è ingrandita ed è oggi composta da Luca Lanzi, voce e corde, Sauro Lanzi, fiati, tastiere e fisarmonica, Massimiliano Gregorio ai bassi, Fabrizio Morganti alla batteria e alle percussioni e Francesco “Fry” Moneti, che cede l’archetto ad Andreas Petermann, per dedicarsi alle corde della chitarra elettrica, del mandolino, del banjo e del bouzouki.  Con il nuovo progetto Alle Corde, pubblicato da New Model Label, la Casa del Vento festeggia i trent’anni di carriera fatta di ben tredici pubblicazioni tra album, EP, raccolte live e di impegno sociale per dare voce a chi è spesso relegato ai margini dal destino o dalla società. 

Alle Corde è la title track che apre l’album composto da dieci tracce di suggestioni acustiche compenetrate da sonorità rock e richiami etnici, e che ha anticipato l’uscita del progetto stesso con un video girato a Livorno nella palestra Spes Fortitude di “Lefty” Lenny Bottai. Il brano si ispira al mondo della boxe, uno sport che dà una nuova possibilità a tutti quelli che vogliono prendersela, ma è bene ricordarsi che non si diventa campioni per caso. Non è un destino. È lavoro metodico fatto di sacrificio, privazioni e rinunce. Allenamenti fisici massacranti, sessioni di guanti estenuanti. Il ritmo forte e preciso riproduce il movimento del pugile sul ring, il pre-chorus evoca il conteggio dell’arbitro “one, two, three..”, parole che ti entrano in testa come un mantra mentre la chitarra elettrica incalza e la voce di Luca Lanzi con il featuring di Mike Rivkees dei The Rumjacks ti gridano di risollevarti, perché la vita, come la boxe, è uno sport meraviglioso, travolgente, epico, ma che non fa sconti, non è affatto indulgente. Non distrarti, perché sul ring come nella vita, i colpi arrivano e se vai al tappeto, rialzarti per continuare a lottare o abbandonare tutto dipende solo da te.

Il suono gentile della chitarra acustica è invece protagonista di Il pane e le spine, una ballata che Luca Lanzi dedica alla storia di sua madre bambina al tempo della Seconda Guerra Mondiale. Lanzi trasforma in melodia lo sguardo di una bambina che si muove in una favola dolceamara ambientata in un tempo fatto di fame e paura, dove la sofferenza sembrava non finire mai perché “Per il pane che non hai, quante spine troverai”. Il violino di Petermann crea suggestioni sonore che nella mente evocano immagini di film in bianco e nero con qualche timida traccia di colore, perché in tutto questo dolore c’è la speranza che “la guerra finirà e tornerai a sognare”. In qualche modo la musica ti trascina lì, e vorresti accarezzarla quella bambina, portarla via, come vorresti portare via la piccola Anna Pardini, morta a soli venti giorni, rievocata in Girotondo a Sant’Anna, ispirata alla strage nazi-fascista a Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paesino della provincia di Lucca, in Toscana, dove furono uccise 560 persone. In entrambi i brani, la voce di Lanzi è pulita, decisa, esprime il coinvolgimento per ciò che canta ma trasmette anche il senso di ineluttabilità del passato che si fonde con quella grinta di chi vuole essere ascoltato perché tutto ciò non accada più.

La canzone Mare di Mezzo, uscita come singolo nel 2020, è invece più legata all’attualità, perché ispirata all’omonima chitarra creata dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini, una bellezza di corde e colori vivi che appartengono alle assi dei legni dei barconi arrivati a Lampedusa, mezzi di fortuna dove si nascondono storie fatte di sfumature cupe. La Casa del Vento ha voluto darle voce raccontando di chi affronta un viaggio rischioso e disperato nel Mediterraneo, di chi ha perso e continua a perdere la vita. Il ritmo della canzone è lento, ma molto deciso, come il frangersi delle onde sulla prua di una barca, mentre la melodia accoglie le parole di un padre che cerca di rassicurare il proprio figlio prima di affrontare un viaggio fatto di immense speranze e altrettanti pericoli, un salto verso l’ignoto dove “Se perdo la tua mano, qualcuno ti troverà”. In quel vago “qualcuno” si racchiudono la paura e l’amarezza di chi ama ma è consapevole che non potrà proteggere per sempre ed è perciò costretto ad affidare ciò che ha di più caro al destino. Note e parole sono colpi allo stomaco, al cuore, alla testa. Fa male, ma proprio per questo il brano è bello, perché ti scuote, ti fa piangere, perché capisci che l’intento della Casa del Vento e di Mare di Mezzo è quello di suscitare riflessioni di umanità verso tutte le persone costrette a lasciare il proprio paese, e ci riescono, eccome se ci riescono. 

Alle Corde è un progetto curato dove si riconosce l’esperienza di chi la musica la vive da anni e la unisce all’impegno sociale per un connubio che ha fatto scaturire canzoni a volte dure, ma con la magia della poesia. In un panorama musicale diviso tra progressisti e conservatori, nostalgici e futuristi, nichilisti e decadenti, la Casa del Vento vuole andare avanti stando ben saldi in una posizione chiara, senza possibilità di fraintendimento. Suonano perché la musica è la casa che abitano, ma suonano soprattutto per essere ascoltati, per sconquassare le certezze e risvegliare dal torpore un mondo adagiato nel proprio orticello, anche a costo di diventare scomodi. Quando li ascolti, capisci che da quella posizione non si smuoveranno mai. Se ad altri non piace, saranno loro a farsi un po’ più in là.

 

Casa del Vento

Alle Corde

New Model Label

 

Alma Marlia

The Wombats @ Estragon

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• The Wombats •

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Estragon (Bologna) // 12 Maggio 2022

 

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