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TOdays 2023 • Day 3

Location

sPAZIO211 (Torino)

Data

27/08/2023

Foto di

Redazione

La terza sera ha due protagonisti.
La pioggia, che decide di non perdersi lo spettacolo, accompagnandoci per sei ore senza mai far mancare la sua gradita presenza, e la festa, perché alla fine, nonostante tutto, è stata un meraviglioso pool party senza piscina.
È un peccato la scarsa affluenza di pubblico, ma comprensibile, dato il meteo avverso. Nonostante questo i Porridge Radio suonano un set lunghissimo e pieno di energia. La band inglese, capitanata da Dana Margolin, nasce a Brighton dopo una lunga gavetta nelle serate open-mic. Hanno all’attivo due LP, e il loro ultimo lavoro, Waterslide, Diving Board, Ladder to the Sky, è presente nella mia personalissima top 5 degli album del 2022, sia messo agli atti. Sono indie nel genere, indie nello stile, indie nell’attitudine. Non è un caso se solo per loro venga rispolverato il cavo da cento metri per il microfono, quando la Margolin decide di rompere la quarta parete e farsi un giro nel prato. Lo spettacolo però è più sobrio e contenuto rispetto al satiro Tim Harrington. 

Il premio Mercuzio di Romeo + Juliet va agli Ibibio Sound Machine. Sobri come al carnevale di Notting Hill (che tra l’altro cadeva proprio domenica), la band londinese ha fatto ballare tutto il prato del TOdays.
L’improbabile uomo di mezza età che reggeva un sax vestito da commerciante di spezie al mercato di Stone Town è in realtà uno dei fondatori della band, insieme ad altri due eroici produttori. L’idea di base era unire afro-beat anni ottanta con un po’ di drum-and-bass anni novanta, qualche potente riff funk, alcuni riferimenti al folk nigeriano e qualunque altra cosa non stonasse, come ad esempio citare Zangalewa, superhit camerunense, a noi nota grazie a Shakira e alla coppa del mondo del 2010.
La maestra di cerimonia è Eno Williams, carismatica, danzante signora di nostro carnevale. Sono una esplosione di colore e musica, tanto che il pubblico decide di adorarli nei primi dieci secondi, senza riserva e arrendendosi alla pioggia, ormai costante presenza della serata. La serata finale del TOdays promette umidità ed ecclettismo, in egual misura.

Avevamo appena finito lo stretching dopo l’ondata afro-beat quando veniamo investiti da un’esplosione franco-funky, nel momento stesso in cui sul palco salgono i parigini de L’Imperatrice, sei giovanissimi che chiudono proprio ai TOdays un tour durato due anni, che li ha visti protagonisti al Coachella, Rock en Seine, Lowlands, Primavera.
Un wahwah. Ecco cosa rimane dopo la loro esibizione. Wahwah a pioggia, una quantità di disco anni settanta e di puro, grasso, untissimo funk vecchia maniera. Si comprenda, il tutto passato per l’omaggio quasi programmatico ai mostri sacri d’oltralpe, Daft Punk e Air sopra tutti, ma l’elemento electro non riesce a sovrastare il duo chitarra-basso che fa saltare il prato dei TOdays per tutta l’esibizione.
I ragazzi sono alla festa di fine anno, il party di chiusura di un tour eterno, hanno voglia di divertirsi e risultano, inevitabilmente, contagiosi.

Segue un cambio palco che assomiglia a un trasloco. Elementi scenografici come statue, sedie e scale vengono posizionati in attesa dell’headliner della serata, Christine and the Queens.
Héloïse Adélaïde Letissier nasce a Nantes, trentacinque anni fa. Balla fin da piccolo, formazione classica, poi jazz. Nel 2022, dopo aver sempre definito il suo rapporto con i generi “tumultuoso”, propende per l’uso del pronome maschile. Anche i nomi cambiano, da Christine passa a Chris, poi Rahim, diventa anche Sam le pompier e Redcar, per gli amici Red. È una ricerca irrequieta, artistica e identitaria, che marcia parallela al suo percorso artistico. 

Percorso che sembra una marcia trionfale, in Francia, Regno Unito, Stati Uniti, insomma, mentre il mondo riconosce a Christine una lista infinita di premi e lo celebra come uno degli artisti più influenti degli ultimi anni, da noi non si è ancora mai esibito. Eppure si tratta di uno degli artisti pop più importanti del pianeta.
A proposito di pop, la critica internazionale ha etichettato il suo genere musicale con un numero imprecisato di declinazioni: pop (liscio), synth-pop, electropop, indie pop, experimental pop, art pop. Lui forse ha fatto centro, quando lo ha semplicemente chiamato freakpop.
Lo show di Christine è una pièce teatrale cantata, in cui scenografia, musica e ballo si mescolano in un flusso ipnotico. Il pubblico rimane immobile a bocca aperta, rischiando pertanto l’annegamento verticale, data la pioggia, ma è davvero impossibile non ammirare quello che accade sul palco. C’è chi, nel prato, non apprezza la nudità di Chris, altri la trovano un’esperienza “passiva” per lo spettatore. La mia personale verità è che davanti a un certo tipo di spettacolo e di arte si cede il passo e si ammira. Di più non è richiesto. Né possibile.
Il TOdays 2023 finisce così, quando Christine esce di lato dal palco sembra la fine di un sogno. Mi giro e vedo persone ancora incantate. Forse finale migliore non si poteva desiderare.
La pioggia mi ricorda che quantomeno avrei l’urgenza di un cambio.
Mi manca già tutto questo.
E l’asticella è già più alta, vi aspetto al varco, pieno di fiducia.
Grazie, anche per quest’anno, grazie.

T-shirt dei Joy Division: nessuna, dispiace ma stasera si balla.
Token in tasca: uno, per ricordo.

Andrea Riscossa