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Suede “Autofiction” (BMG, 2022)

Il fascino dell’elegante rumore degli Suede

La loro storia inizia con la formazione del gruppo nel 1989 e con un progetto che recuperava le fascinazioni glam-rock della scena britannica in un periodo in cui il grunge americano lo aveva reso praticamente fuorilegge, contribuendo alla maturazione del rock contemporaneo. Riescono a raggiungere i vertici delle classifiche anglosassoni solo nel 1993 con il progetto omonimo, forse non innovativo musicalmente, ma sicuramente pionieristico nella sfida agli standard di genere con la copertina che ritraeva un bacio tra due donne. Sono gli Suede, band made in UK nata, cresciuta in un’aurea di compiaciuto maledettismo, scioltasi per poi riunirsi quando i membri hanno capito che la loro musica aveva ancora molto da dire. Il nuovo album si chiama Autofiction, il nono della storia del gruppo, che lo stesso Brett Anderson definisce come “Il nostro disco punk”.

I brani che compongono Autofiction sono ben undici pezzi di un mosaico di rumore elegante così come lo confermano i primi due brani She Still Leads Me On e Personality Disorder, entrambi caratterizzati da riff ben strutturati di Richard Oakes, ma mentre il primo si muove con delicata disinvoltura tra le note narrative del rapporto emotivo di Anderson con la defunta madre, il secondo è arrabbiato e arruffato, con una chitarra elettrica aggressiva che non trova pace, così come la complessità delle percezioni umane. C’è voglia di fare rumore, di farsi sentire, ma anche di attirare l’ascoltatore in una tela sonora pronta per lui, e scuoterlo per fargli perdere ogni riferimento e fargliene trovare di nuovi.

That Boy On The Stage propone ancora riff possenti al limite dell’hard, mentre la voce quasi demoniaca disegna un personaggio al limite del borderline, dove essere cantante è quasi una forza oscura incontrollabile. E tu ascolti, e rimani avviluppato da quel buio che alla fine affascina sempre tutti. Simon Gilbert è invece l’indiscusso protagonista di Black Ice, dove picchia con forza a convinzione, quasi a simulare un martello che scalfisce ciò che si trova attorno a lui, certezze comprese. Drive Myself Home è un brano struggente e talmente intriso di emozione che la tecnica passa veramente in secondo piano. Trasmette tutta la fragilità dell’essere umano, la voglia di tornare a casa, vista nell’insieme delle sicurezze e degli affetti, la voce non è più solo l’interpretazione di un cantante, bensì l’espressione dei tuoi pensieri e della voglia di concedere alla vita la possibilità di essere nuovamente dolce con te.

Nel disco, Anderson non canta più la rivalità con il rock d’oltremanica tenendo stretti l’accento e lo stile britannico ispirati a Bowie; il frontman della band ora è un artista maturo, che si affida al rock per guardare dentro l’anima e farne uscire incertezze e dubbi esistenziali come in Turn Off Your Brain And Yell che chiude l’album e, attraverso un tripudio di suoni esplosivi, incita a lasciarsi andare al liberatorio urlo primordiale che soffochiamo dentro di noi con la logica del quotidiano. 

Autofiction è un album ben studiato e strutturato che però contiene tutta la forza di un flusso di emozioni sempre più potente, come fosse un album d’esordio, caratteristica, questa, di chi è stato protagonista della storia della musica, ma non ripiega comodamente su sé stesso, anzi va avanti con estrema decisione senza la necessità di accontentare le mode. Ci sono slanci musicali audaci, visioni dell’animo umano che sono in bilico tra la paura e la seduzione, ma proprio per questo comprensibili e vicini all’ascoltatore. In alcuni momenti credi pure che ti capiscano, poi sorge il dubbio che non sia così, ma in fondo non importa, se quello che senti in qualche modo parla di te con te. Oppure è possibile anche che dica niente, o almeno così sembri, e va bene così. In fin dei conti è questa la bellezza della musica, come sa parlare o tacere in modo diverso a ognuno di noi. 

 

Suede
Autofiction
BMG

 

Alma Marlia

Turin Brakes “Wide-Eyed Nowhere” (Cooking Vinyl, 2022)

Si intitola Wide-Eyed Nowhere il nono lavoro in studio dei Turin Brakes.
Scritto in epoca pre-pandemica, è stato registrato nello studio di casa di Olly Knights.
La band racconta di un disco nato di parto naturale, nel giardino dove la band si ritrova spesso per improvvisare. Bambini che scorrazzano, qualche accordo, il sole di Londra (?), in questa atmosfera rilassata i Turin Brakes hanno dilatato tempo e serenità, si sono abbandonati a una malinconia più dolce che amara e gli è scappato un disco. 

Disco che inizia con When You’re Around, una canzone fatta di atmosfere rarefatte, ma ritmate, sussurrate e dondolanti quasi R&B.
Up For Grabs segue questa linea. westcoastissima, al limite del patinato, tra cori-tormentone e un uso criminale di percussioni esotiche. Siamo lontani dagli ultimi lavori dei Turin Brakes, se sia cosa buona o no dipende dai gusti personali.
Si ritorna, invece, a casa con il terzo brano, World Like That, primo singolo del disco. Qui tornano arpeggi e una costruzione più tipiche dei nostri, anche se rimane un senso di fondo di artificiale, soprattutto nelle ritmiche, forse troppo lineari e ripetitive. Anzi, ridondanti.
Into The Sun esplora l’ennesima variatio sul tema del disco, aggiungendo un momento mistico, con voci raddoppiate, triplicate, viaggiando verso una lisergicità appena accennata, quasi un’eco. All’ingresso della batteria questa punta di novità si perde, rientrando in canoni più classici.
The Ride nulla aggiunge a quanto sentito, mentre Isolation sembra scuotere un po’ il ritmo del disco, aumentando i bpm, ma senza mai esagerare. Un pò b-side dei Kings Of Leon, il classico pezzo che farebbe inconsapevolmente battere la mano sul volante, in piena tangenziale, in coda, lunedì mattina. Uno sprazzo di Nevada nella nebbia.
This Love vanta l’unica cassa non-dritta dell’intero album, ma riesce anche nell’arduo compito di non avere un solo cambio di ritmo in quasi quattro minuti. Risultato finale: nessuno.
Rain And Hurricanes scivola via senza scossoni, Solid Ground promette di essere una ballad piacevole, ma non sale mai lo scalino e rimane piuttosto anonima.
Wide-Eyed Nowhere è forse il pezzo più interessante dell’album, un crescendo che si porta dentro tutte le sfumature della band. Un po’ un accento che cambia il senso al disco proprio sull’ultima sillaba. 
No Rainbow inizia con chitarra acustica ed effetti laser. Slide guitar ed ufo. Il pezzo che chiude l’album sembra un eastern egg della produzione, un esercizio di stile che chiude il disco senza particolari acuti. 

Wide-Eyed Nowhere è un disco che è un tappeto sonoro perfetto per una grigliata estiva, lieve brezza a centrocampo, amici e sole. Mancano le tavole da surf di Jack Johnson, manca qualcuno con un ukulele e uno sguardo da martire cristiano, ma il mood è quello lì. Serenità di sottofondo, magari un pelo ovattata, ogni tanto un picco di originalità, che però riporta al 2001, più che a un radioso e promettente futuro. 

È un disco che non verrà ricordato per aver spostato gli equilibri nella discografia del gruppo, né sembra aver l’intenzione di farlo. È un buon disco e i Turin Brakes sono un’ottima band, che offre una musica coerente. L’essere coerenti ventuno anni dopo il primo album però mette un po’ alla prova l’amore verso di loro. Diciamo che adesso è più affetto. 

 

Turin Brakes
Wide-Eyed Nowhere
Cooking Vinyl

 

Andrea Riscossa

Death Cab for Cutie “Asphalt Meadows” (Atlantic Records, 2022)

I Death Cab for Cutie tornano nel loro venticinquesimo anno di attività con il decimo album Asphalt Meadows.

Il disco, scritto in periodo pandemico, è il risultato del lavoro solitario dei singoli musicisti che si ritrovano isolati a provare e riprovare le tracce fino ad arrivare al magico momento del ritrovarsi per registrare la stesura finale dell’opera, che viene descritta come “la nostra prova più affiatata da molto tempo a questa parte”.

Ben Gibbard, frontman della band, è lo stesso di sempre: la voce, inalterata, si mescola sempreverde e inconfondibile tra arpeggi, synth, suoni curati a livelli maniacale.

Gibbard, nonostante veterano del genere emo e un po’ nerd di cui i Death Cab sono stati pionieri in quel Pacific North West reduce dall’ondata del grunge degli anni ’90, non rinuncia a studiare nuovi suoni e melodie, in un mondo dove si pensa che ogni anfratto del suono sia già stato scoperto e finito.

L’album si apre con I Don’t Know How I Survive, brano che, nonostante l’andamento ridondante e pacato del main riff iniziale, descrive una scena di vita quotidiana molto comune per tanti di noi: un attacco di panico irrequieto, “Pacing across the room while she’s asleep / Tears raining down your cheeks / You’re trying to hold on.”
Il ritornello suggerisce la costante risposta di chi riesce a controllare questo angosciante stato d’animo e fisico, per cui ogni volta ci si rende conto come inconsapevolmente si sia sopravvissuti.

Proseguiamo con Roman Candles (uno tra i primi singoli estratti), che ricalca i passi del tipico brano emo, dove l’evidenza della realtà prende il sopravvento su aspettative e idee più astratte, dove l’amore, che viene solitamente mitizzato per essere perfetto ed eterno, si ritrova invece su un pianeta morente. È su questa desolazione che i Death Cab ci insegnano a lasciare andare tutto ciò che si è sempre cercato di trattenere.

Il disco spazia da sonorità indie pop al post punk della bellissima I Miss Strangers, fino al post-rock di Foxglove Through The Clearcut; non mancano brani in cui viene usato un tappeto di synth, che per chi conosce bene Gibbard, si riconosce la maestria dei giusti incastri dovuti alla poliedricità dell’artista maturata nel side project Postal Service.

Asphalt Meadows è la riconferma della band, una nuova tacchetta nella loro già conclamata carriera, e forse qualcosa di ancora più perfetto e raffinato rispetto agli ultimi due album pubblicati.
Mentre ascoltiamo questo disco, non possiamo non immaginarci un Seth Cohen (co protagonista nella fortunatissima serie O.C.), steso sul letto della sua dependance, a gustarsi ad occhi chiusi il nuovo album della sua band preferita.

 

Death Cab for Cutie
Asphalt Meadows
Atlantic Records

 

Roberto Mazza Antonov

Elisa @ Goa Boa

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• Elisa •

 GOA BOA

Arena del Mare (Genova) // 15 Settembre 2022

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foto di Ingrid Zambrano

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Il 22 Novembre ai Magazzini Generali di Milano con Frank Carter & The Rattlesnakes arrivano gli OBGMs!

Hellfire Booking Agency presenta:

The OBGMs
https://theobgms.com/

Due mesi prima dell’arrivo dei Frank Carter & The Rattlesnakes, Hellfire Booking Agency annuncia The OBGMs!

Direttamente da palchi impressionanti condivisi con artisti del calibro di Sum 41, Pup, All Time Low, Alexisonfire e Death From Above 1979, i The OBGMs sono una delle nuove promesse del punk canadese. Inizialmente nati come trio rap, gli OBGMs sono una scarica inarrestabile di cori travolgenti, percussioni da vertigini e strumentazioni peculiari, un fulmine a ciel sereno in grado di squarciare qualunque cosa.

The OBGMs affiancheranno Frank Carter & The Rattlesnakes per la loro unica data italiana questo novembre e tireranno giù il soffitto col primo accordo. Non perdetevi la loro prima volta nel nostro Paese, ve ne pentireste amaramente.

 

22 NOVEMBRE 2022 | MAGAZZINI GENERALI, MILANO
Via Pietrasanta, 16, 20141 Milano
Evento FB: https://www.facebook.com/events/213856470603495/
Biglietti: https://link.dice.fm/P7034d72a4c5

 

Per informazioni:

www.instagram.com/hellfire_booking
www.facebook.com/hellfirebooking
www.hellfirebooking.com
info@hellfirebooking.com

Tre Domande a: FANALI

Come e quando è nato questo progetto?

La prima incarnazione di FANALI risale a cinque anni fa; Allora FANALI era un duo composto da Michele e Jonathan che suonavano già assieme da tempo (EPO, unòrsominòre); facevamo una musica decisamente più ostica ed improvvisata, avevamo individuato nel progetto la possibilità di dare sfogo anche a quella esigenza che magari trovava meno spazio nella forma canzone di altri progetti in comune.
In quella modalità abbiamo suonato una manciata di impro set e sonorizzato dal vivo per qualche performance di cinema sperimentale.
Quando è arrivata Caterina (Tropico, Sulaventrebianco, E’ Zezi, PMS) abbiamo cominciato a guardare al discorso sulla musica per immagini da più angolazioni.
Dalle prime jam è stata più chiara la direzione che si può ascoltare ad ora nelle nostre cose; un suono a volte più dilatato e mellow, altre volte rumoroso e destabilizzante.

 

Progetti futuri? 

Strettamente nell’immediato: promuovere questo disco.
Shidoro Modoro esce il 7 ottobre, è rimasto imprigionato nelle maglie della pandemia per due anni ed ora è qui per farsi ascoltare, anticipato da DOVE, singolo in collaborazione con Pietro Santangelo (Nu Genea, PS5, Slivovitz), che esce il 9 settembre.
Più in avanti: continuare a lavorare alla nostra musica, proporla quanto più possibile dal vivo ed in contesti adeguati, ma soprattutto continuare con la nostra grande passione: la musica per immagini.
Abbiamo ideato FANALI come “colonna sonora di un film che non esiste”, chissà che questo film (o serie tv) adesso invece non esista davvero e non ci stia aspettando.
Con Sabrina, l’artista visuale che cura l’output visivo di FANALI, siamo inoltre alla continua ricerca di nuove idee per far convivere arti visive e suono.

 

Qual è la cosa che amate di più del fare musica?

Indubitabilmente “l’interplay” che è un concetto abbastanza difficile da riassumere; le possibilità di dialogo tra musicisti con una certa affinità sono incalcolabili, come incredibile è il livello di connessione che si ricrea facendo musica assieme.
Amiamo passare ore in sala ad improvvisare, a trovare nuove soluzioni, a scolpire il suono. Amiamo riascoltare le jam per trovarne gli spunti giusti per un brano nuovo. Amiamo lavorare in studio, che è sempre un momento anche creativo e di scambio, oltre che meramente esecutivo.
Veniamo da esperienze diverse – chi dalla classica chi dalla musica pesante, chi da quella più sperimentale – ma nel suono di FANALI riesco a sentire sia le nostre individuali personalità che una coerenza di fondo nonostante l’eterogeneità delle atmosfere.

AQUA A MILANO IL 18 FEBBRAIO 2023 PER L’UNICA DATA ITALIANA

BAND CULTO DEGLI ANNI ‘90

DAL SUCCESSO PLANETARIO

GRAZIE AL SINGOLO “BARBIE GIRL”

AQUA

UNICA DATA ITALIANA

SABATO 18 FEBBRAIO 2023

MILANO @ MEDIOLANUM FORUM

Gli AQUA, band culto degli anni ‘90, annunciano oggi l’unica data italiana del tour. Lo show, prodotto e organizzato da Vivo Concerti, li vedrà protagonisti sabato 18 febbraio 2023 al Mediolanum Forum di Milano.

I biglietti saranno disponibili in prevendita su Vivo Club da giovedì 15 Settembre 2022 alle ore 12:00, online su www.vivoconcerti.com da venerdi 16 Settembre 2022 alle ore 12:00 e in tutti i punti vendita autorizzati mercoledì 21 Settembre 2022 alle ore 12:00.

Gli AQUA conquistano l’attenzione del pubblico a partire dal 1997, diventando un sensazionale fenomeno pop soprattutto grazie all’album di debutto “Aquarium” e al singolo “Barbie Girl”, una hit dall’eco planetaria che a oggi vanta più di un miliardo di visualizzazioni su Youtube e più di 200mila ascolti su Spotify. Al trionfo del primo disco si aggiunge un secondo progetto discografico, “Aquarius”, che unisce l’attitudine di un pop leggero a un mood più introspettivo e sentimentale.

I membri della band decidono successivamente di proseguire con le proprie carriere soliste fino alla reunion del 2007, alla quale fanno seguito il singolo “Back to The 80’s” (arrivato al numero uno della classifica danese) e l’album “Megalomania”. Nel 2016 la band torna ufficialmente a suonare live e a calcare i principali palchi internazionali.

In occasione dei 25 anni dall’uscita dell’album di debutto “Aquarium”, gli AQUA pubblicheranno una ristampa del disco in due versioni in vinile il  23 settembre 2022.
Con oltre 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo, gli AQUA rappresentano una delle più grandi band pop a cui la Danimarca abbia mai dato i natali, affermandosi tra gli artisti più riconosciuti a livello internazionale.

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

CALIBRO 35 plays MORRICONE, ven 16/9 Anfiteatro Cascine Firenze – SCACCO AL MAESTRO

SCACCO AL MAESTRO
CALIBRO 35
PLAYS
MORRICONE

Venerdì 16 settembre 2022 – ore 21,30
Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale

Parco delle Cascine – Firenze

Un album e un tour nel segno di Ennio Morricone per i Calibro 35, il progetto più “cool” uscito dal nostro Paese negli ultimi anni, come li ha definiti Rolling Stone, in concerto venerdì 16 settembre all’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale, nel parco delle Cascine a Firenze, nell’ambito del Firenze Jazz Festival 2022.
Inizio ore 21,30. I biglietti – posto unico 23 euro – sono disponibili online su www.ultravoxfirenze.it, www.lndf.it e www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana.

Uscito lo scorso giugno per Woodworm/Virgin Records, “Scacco al maestro – Volume 1” non è solo un omaggio a Ennio Morricone e alla sua straordinaria opera, è il frutto di anni di approfondimenti, ricerche, studio, un’ispirazione che è stata – letteralmente – la spinta propulsiva della nascita della band di Martellotta, Gabrielli, Cavina, Rondanini e Colliva: era il 2007 quando i cinque si ritrovarono per la prima volta in studio, dando forma a un’idea nata nei mesi precedenti, quella di lavorare – ispirandosi anche all’imponente lavoro del Maestro Morricone – sulla musica per immagini, con un respiro e un’ambizione internazionali. Registrarono “Trafelato”, dalla colonna sonora di “Giornata per L’Ariete”: la take presente nel disco eponimo di debutto è la primissima registrazione dei Calibro 35.

L’album propone 10 brani, tra cui “La classe operaia va in paradiso” – che ha anticipato l’uscita del disco – “C’era una volta il West” (ospite Diodato), “Il buono, il brutto e il cattivo”, “Arena” (ospite Matt Bellamy), “Un tranquillo posto di campagna”, “L’uomo dell’armonica”…
“Scacco al maestro – Volume 1” è il primo capitolo di un progetto che impegnerà i Calibro 35 per l’intero anno. Ma è soprattutto l’occasione per tornare a suonare dal vivo, con una formazione allargata per un live ancor più spettacolare: sul palco con i Calibro 35, troveremo Paolo Raineri (Nic Cester, Baustelle, Ottone Pesante) alla tromba; Sebastiano De Gennaro (Vinicio Capossela, Francesco Bianconi, 19’40”) alle percussioni; Valeria Sturba (OoopopoiooO) al theremin, violino, voce.

L’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale è all’interno dello spazio estivo Ultravox Firenze, nel cuore del Parco delle Cascine. Prima e dopo il concerto, spettacoli a ingresso libero, aperitivi, drink, sapori dall’India, hamburger da capogiro, pizza al naturale e altre delizie. Nell’ambito dell’Estate Fiorentina promossa dal Comune di Firenze. Con il sostegno di Toscana Aeroporti, Prinz, Estra, Regione Toscana-Giovanisì.


Info tel. 055.218647 – www.lndf.itwww.ultravoxfirenze.it

AD OTTOBRE MATTHIAS G. KENDLIGER E LA SUA ORCHESTRA DI 70 ELEMENTI PRESENTANO • THE VERY BEST OF JOHN WILLIAMS LIVE IN CONCERT

MATTHIAS G. KENDLIGER E LA SUAORCHESTRA DI 70 ELEMENTI

PRESENTANO

THE VERY BEST OF JOHNWILLIAMS

LIVE IN CONCERT

AD OTTOBRE – PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA UNVIAGGIO MAGICO ATTRAVERSO LE COLONNESONORE INDIMENTICABILI PER INTEREGENERAZIONI

Da Star Wars a Harry Potter, da Schindler’s List a Indiana Jones, da Superman a Jurassic Park:un viaggio musicale nel mito di John Williams.

 

 

Il repertorio del genio della musicacinematografica per la prima volta in Italiacon un’orchestra di 70 elementi.

Daniel Simon – Produttore dellospettacolo – e Matthias G. Kendliger –Direttore dell’orchestra di 70 musicisti – presentano     con ZED!, per la prima volta in Italia, Il meglio di John Williamsdal vivo in concerto.

 

Kendlinger e la prestigiosa K&K Philharmonic con una magistrale esecuzione condurranno gli spettatoriitaliani in un viaggio nell’affascinantemondo di Williams. Attraverso lo spazioalla velocità della luce, nelle profondità del mare e nella magia della musica: un concerto dal vivo emozionante epotente. John Williams, il compositore dimusica da film di maggior successo di sempre, ha lavorato con registi leggendari: Steven Spielberg e George Lucas. Nella sua carrieara ha ricevuto 5Oscar, 4 Golden Globe, 24 Grammy ed èstato nominato a livello internazionalepiù di 100 volte.

Fondata da Kendlinger nel 2002 la K&KPhilarmonic ha suonato nelle principali sale daconcerto europee, come il KKL Luzern, il Musikverein a Vienna e l’Elbphilharmonie Hamburg, nonché    a Berlino, Copenaghen, Oslo e Stoccolma; è stata nominata la migliore orchestra itinerante d’Europa, con un percorso inmusica di oltre 100 concerti all’anno che ha giàtoccato19 Paesi, più di 130 Città e che è stataapplaudita da oltre 2.000.000 di spettatori.

 

Ecco le 6 date italiane di The Very Best Of John Williams:

 

sabato 15 Ottobre 2022 Teatro Verdi Firenze

domenica 16 Ottobre 2022 Teatro Dal Verme Milano

lunedì 17 Ottobre 2022 Teatro Colosseo Torino

martedì’ 18 Ottobre 2022 Gran Teatro Morato Brescia

mercoledì 19 Ottobre 2022 Teatro Europauditorium Bologna

giovedì 20 Ottobre 2022 Gran Teatro Geox Padova

 

Il tour, rimandato a causa della pandemia, arriverà finalmente in Italia!

I biglietti per il tour, organizzato e prodotto da Zed!, sono disponibili su ticketmaster.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali.

Maggiori dettagli sul sito www.zedlive.com

MAX PEZZALI – “MAX30” NUOVE DATE A PESARO, TORINO E MILANO

MAX PEZZALI

DOPO I SOLD OUT

DI MILANO, ROMA, TORINO E BRESCIA

DEL TOUR 2022/2023

MAX30

 NEI PALASPORT #HITSONLY

AGGIUNGE LA DATA ZERO

SABATO 26 NOVEMBRE 2022

PESARO @VITRIFRIGO ARENA

E NUOVI APPUNTAMENTI

MARTEDÌ 21 MARZO 2023

TORINO @PALA ALPITOUR

LUNEDÌ 17 E MARTEDÌ 18 APRILE 2023

MILANO @MEDIOLANUM FORUM

12 settembre 2022 – Max Pezzali continua a registrare Sold Out per le date già annunciate di Milano, Roma, Torino e Brescia del suo MAX30, il tour nei Palasport 2022/2023 prodotto e organizzato da Vivo Concerti. Si aggiungono così quattro nuovi appuntamenti: la data zero che si terrà a Pesaro alla Vitrifrigo Arena sabato 26 Novembre 2022, una nuova data a Torino – Pala Alpitour martedì 21 marzo 2023, e altre due a Milano, sempre al Mediolanum Forum, lunedì 17 e martedì 18 aprile 2023.

I biglietti per le nuove date annunciate saranno disponibili online, a partire dalle ore 15:00 di oggi e nei punti vendita autorizzati da sabato 17 settembre 2022 alle ore 15:00. Info su TicketOne e Clappit.

Tra i cantautori più amati del panorama italiano, Max Pezzali ha celebrato a luglio i suoi 30 anni di carriera con la doppia data di SAN SIRO CANTA MAX, che ha registrato un successo trionfale a fronte di 120mila presenze. Lo show, prodotto e organizzato da Vivo Concerti, ha coinvolto lo Stadio San Siro di Milano e ha trasformato la più prestigiosa e ambita venue per la musica dal vivo in un gigantesco ed emozionante karaoke, regalando al pubblico un concerto indimenticabile, al ritmo trascinante e coinvolgente dei suoi più grandi classici.

La festa continua da novembre nei Palasport, per continuare a celebrare una carriera così straordinaria. Cantare a squarciagola, questa è la chiave per uno spettacolo basato solo ed esclusivamente sulle grandi hit della carriera di Max: da HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO, lo straordinario debutto che ha conquistato all’istante tutta Italia nei primi anni novanta, alle iconiche SEI UN MITO e NORD SUD OVEST EST, passando per la romanticissima COME MAI e la nostalgica, commovente GLI ANNI, la scaletta ripercorre successi caratterizzati da melodie indimenticabili e testi che sono entrati di diritto nel vocabolario  di più generazioni, per un viaggio indietro nel tempo che fa rivivere le emozioni di un passato che nessun altro come Max Pezzali sa riportare alla luce.

Immagine che contiene testo

Descrizione generata automaticamente

è radio ufficiale del tour

FANSHOPPING MERCHANDISING di Dino Bono è il merchandising ufficiale del tour

CALENDARIO PALASPORT 2022 – 2023

Sabato 26 Novembre 2022 | PESARO @Vitrifrigo Arena (data zero) NUOVA DATA

Lunedì 28 novembre 2022 | MILANO @Mediolanum Forum SOLD OUT

Martedì 29 novembre 2022 | MILANO @Mediolanum Forum SOLD OUT

Mercoledì 30 novembre 2022 | MILANO @Mediolanum Forum SOLD OUT

Giovedì 08 dicembre 2022 | ROMA @Palazzo dello Sport SOLD OUT

Venerdì 09 dicembre 2022 | ROMA @Palazzo dello Sport SOLD OUT

Lunedì 20 marzo 2023 | TORINO @Pala Alpitour SOLD OUT

Martedì 21 marzo 2023 | TORINO @Pala Alpitour NUOVA DATA

Giovedì 23 marzo 2023 | BRESCIA @Brixia Forum SOLD OUT

Mercoledì 29 marzo 2023 | BOLOGNA @Unipol Arena

Venerdì 31 marzo 2023 | FIRENZE @Mandela Forum

Venerdì 07 aprile 2023 | EBOLI (SA) @Palasele

Lunedì 17 aprile 2023 | MILANO @Mediolanum Forum NUOVA DATA

Martedì 18 aprile 2023 | MILANO @Mediolanum Forum NUOVA DATA

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti

fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

info: www.vivoconcerti.com

info@vivoconcerti.com

+39.02.30515020

Achille Lauro @ Summer Knight

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• Achille Lauro •

Piazza Cavalieri (Pisa) // 12 Settembre 2022

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foto di Diego Bianchi

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Tre Domande a: YLYNE

Come stai vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica? 

Per fortuna sembra che l’attività della musica dal vivo sia finalmente ripresa a pieno regime, o quasi. Negli ultimi mesi sto suonando abbastanza in giro, cosa che non avveniva da tanto. Per il resto, ho vissuto questo periodo assurdo dedicandomi alla produzione di musica (mia e di altri musicisti con cui collaboro), studiando parecchio (in particolare chitarra classica e produzione musicale) e insegnando. 

 

Come e quando è nato questo progetto? 

Il progetto YLYNE è nato nei primi anni ‘10 per dare voce ad una parte di me che fino ad allora non aveva trovato espressione: in quel periodo ero immerso nel jazz, ma avendo una forte passione per la musica elettronica, ho deciso di creare un progetto parallelo che esplorasse quel mondo.
Nonostante sia partito inizialmente come DJ, in breve mi sono appassionato alla produzione audio ed ho iniziato a comporre brani originali, portando in giro live-set unicamente strutturati sulla mia musica: è un approccio che sento più coerente rispetto alla mia visione della musica, anche se ho sempre il pallino del DJ set… magari un giorno lo farò.

 

Quanto punti sui social per far conoscere il tuo lavoro? 

Credo di conoscere abbastanza bene il mondo dei social (per vari motivi che non vado ad approfondire, eh eh) e posso dire che per i miei progetti musicali probabilmente punto (troppo?) poco su questo aspetto: ma ho delle motivazioni (oltre la pigrizia).
Il seguito creato unicamente sui social rimane sempre molto (MOOOLTO) meno reale di quello creato “facendosi il mazzo” con i live, andando in giro e confrontandosi con mille faccende concrete, a volte spiacevoli.
Attraverso contenuti accattivanti, sponsorizzate fatte ad hoc e tecniche di marketing varie (più o meno etiche), puoi raggiungere tantissime persone e riuscire ad aumentare i tuoi numeri: per carità, questi mezzi a mio avviso, sono utilissimi, ma devono essere complementari ad una “strategia” di presenza “nella vita reale”.
Purtroppo, è molto più facile spendere 100 euro per sponsorizzare un bel video, stando a casa a guardare i numeri crescere, che andare in giro a suonare in posti vari (non sempre ideali) o passare giornate ad organizzare un tour che, se riuscite a fare, verosimilmente vi permetterà di raggiungere molte meno persone rispetto alla sponsorizzata.
Questa condizione evidentemente sbilanciata, rischia di far cadere nell’illusione che, per “farcela” (?), sia sufficiente investire le proprie risorse sui parametri social, comodamente da casa; magari, sarebbe bellissimo, ma la realtà è ben diversa.
Potrei parlare ore di questo argomento, ma, in sintesi, credo la strategia migliore di promozione oggi sia fatta al 70% nella “vita reale” e 30% sui social.