Skip to main content

BLACK EYED PEAS – UNICA DATA ITALIANA: GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2022, CATANIA WAVE SUMMER MUSIC (VILLA BELLINI)

25 ANNI DI CARRIERA 

6 GRAMMY AWARDS

5 MILIONI DI ALBUM VENDUTI

BLACK EYED PEAS

UNICA DATA ITALIANA


GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2022

CATANIA | WAVE SUMMER MUSIC

@ VILLA BELLINI

I BLACK EYED PEAS, iconico gruppo musicale alternative della scena hip hop statunitense con 6 Grammy Awards vinti e 35 milioni di album venduti, arrivano in Italia per un’unica data, giovedì 28 luglioa Catania al Wave Summer Music (Villa Bellini), prodotta e distribuita da Vivo Concerti.


I biglietti per la data saranno disponibili suvivoconcerti.com da martedì 26 aprile ore 12.00 e nei punti vendita a partire da lunedì 2 maggio ore 12.00.

Il loro ottavo album in studio TRANSLATION,certificato ORO in Italia, ha ottenuto un successo internazionale nel 2020 anche grazie alle collaborazioni con artisti come J Balvin, Ozuna, Maluma, Shakira, Nicky Jam e Tyga.

Il disco ha portato al grande successo i singoliRITMO (Bad Boys for Life) feat. J Balvin (2x Platino e Top5 dell’Airplay radiofonico in Italia),MAMACITA feat. Zona e J.Rey Soul (3x Platino e Top 5 dell’Airplay radiofonico in Italia), e GIRL LIKE ME feat. Shakira (certificato ORO in Italia e “Best Latin” agli MTV EMAs), ottenendo numerosi riconoscimenti a livello globale.

Il più recente singolo HIT IT, in collaborazione conSaweetie e Lele Pons conta circa 50 MILIONI di stream, 50 MILIONI di visualizzazioni su YouTube, e ha raggiunto la TOP 50 dell’Airplay radiofonico italiano.

Il gruppo ha dettato il ritmo della cultura pop arrivando a far confluire influenze ibride della cultura hip-hop, pop ed elettronica già dal 1995, e ha inciso brani destinati a rimanere nella storia della musica contemporanea come LET’S GET IT STARTED e I GOTTA FEELING.


L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

UFFICIO STAMPA VIVO CONCERTI

Teresa Brancia – teresabrancia@wordsforyou.it

Matilde Scoglio – matilde.scoglio@wordsforyou.it 

press@vivoconcerti.com

Per info:

VIVO CONCERTI

www.vivoconcerti.com

Mail to: info@vivoconcerti.com

Tel: +39.02.30515020

Fontaines D.C. “Skinty Fia” (Partisan Records, 2022)

Basso. Una linea di basso. Un coro gaelico.
“Gone is the day, gone is the night, gone is the day”, per quattro. Poi arriva il cantato. Segue mantra di chitarra, ripetitiva, industriale, al galoppo. Di nuovo coro e poi una batteria che spiazza. Break-beat, nessun climax, nessun crescendo. Il canto è ripetitivo, viscerale, quasi sguaiato. Sale, si gonfia, si eleva, sa di etereo e di terra e di muschio e di mare che divide. È un’invocazione, un preludio che apre le porte del terzo lavoro in studio dei Fontaines D.C., Skinty Fia. 

In ár gCroíthe go deo è il pezzo di apertura. Sono sei minuti dedicati a una lapide negata dal governo inglese: una signora irlandese, morta a Coventry, voleva come epitaffio la suddetta frase in gaelico.
“Per sempre nei nostri cuori” è la traduzione, cosa che non piacque per niente alle autorità locali. Epitaffio negato, troppo politico. L’episodio non è avvenuto mentre le bombe dell’IRA esplodevano in UK, è successo due anni fa. 

L’intero album può essere letto come il viaggio di un irlandese in quel di Londra.
Alla terza canzone ti accorgi che le tensioni sono il secondo tema del disco. I dualismi, meglio ancora. Un disco su quello che accade in mezzo a due poli, su quello che succede dentro, mentre forze opposte si dedicano alla tua personale lacerazione. How Cold Love Is gioca coi topoi del tema affrontato, per finire col trattare di dipendenza, del prezzo dell’essere complementari e del compromesso. 

No, non è un disco solare. Non è un disco con soluzioni. È un’analisi, un’autoanalisi, di un esule. Metafora sempreverde dell’uomo, anche se qui la “patria perduta” ha un nome, una bandiera e una identità piuttosto definita. E curiosa risulta anche l’ombra perennemente presente di un Joyce citato e raccontato, e del suo Ulisse, altra metafora-ombra che ci segue da qualche secolo, come un paradigma beffardo e ineluttabile. 

I Fontaines sono in viaggio, i Fontaines sono (di) Dublino, i Fontaines creano una loro identità lontano dalla meta-casa, per differenza e per sottrazione. Succede così che nel disco, dopo aver attraversato punte altissime come Jackie Down the Line e Roman Holiday, ci si imbatta in The Couple Across the Way. Fisarmonica e cantato. Forse qualche tasto di pianoforte, ma di un Satie intimidito. La canzone nasce dalla vista, aldilà della strada, di una coppia anziana che passa le giornate litigando. Grian Chatten li osserva dalla finestra sul cortile e convive con la fidanzata e una lunga serie di metafore e similitudini. Specchi, speranze, tempo che scorre, che passa, che rende sempre più rari i bivi e le possibilità. L’identità è opposizione. L’identità è lontananza. L’identità vive e ti guarda aldilà della strada. 

Il peso di questo album si conta nei chilometri che separano la band dal suo baricentro culturale e identitario. È nello sforzo per recuperare un equilibrio che i Fontaines producono la loro musica. La Londra in cui vivono è ostile, la distanza e il tempo sono fattori che acuiscono il dolore dell’assenza e allora si raddoppia lo sforzo nel ricordo e nel fantasmatico. È un viaggio doppio, tangibile ed interiore, è visibile e solo intuibile, come la metafora della coppia di vecchietti aldilà della strada.

Skinty Fia arriva subito dopo l’elegia per fisarmonica (regalata dalla mamma di Chatten a Natale) e ci riporta nuovamente al tema del dualismo. Il significato è dubbio, ma sicuramente veniva usata dalla prozia del batterista come intercalare non proprio elegante, e riguarda una certa “maledizione del cervo”. Per i Fontaines diventa il frutto della diaspora irlandese.
È uno spirito in esilio, una saudade ungulata. 

Ma mentre l’identità è custodita nei testi del disco, la parte musicale subisce una trasformazione inaspettata. Alla solita lista infinita di fonti e ispirazioni (Cure, Smiths, Joy Division e via dicendo), nel nuovo album si aggiungono un discreto campionario di stilemi e richiami del drum and bass, del trip hop, dell’indie rock anni novanta. Le acque del Tamigi hanno inquinato la matrice irlandese, l’aria di Londra è penetrata nell’inconscio musicale del gruppo. Cantano la loro terra, ma come a Bristol nel ’96. Tutto l’album risulta più lento dei lavori precedenti, più cantato, più baritonale. Se Dogrel era un atto d’amore per la Dublino in cui la band aveva vissuto e A Hero’s Death era il diario di un viaggio, allora Skinty Fia è la prima vera analisi che il gruppo fa di sé, della strada percorsa e di quella futura. L’Irlanda è una terra di ricordi e luogo del sentimento, ma I Love You è una trappola: è la traccia più politica e critica che abbiano mai scritto. Insomma, c’è coscienza e consapevolezza anche nell’amore incondizionato. Come dice Chatten in una recente intervista: “There’s no hope without tragedy”.

Il terzo disco dei Fontaines convince su più livelli. Ha un’anima e uno scopo, ha una traiettoria e una mappa interna. Ha dei testi splendidi fatti di pennellate e picconate. È un pastiche di generi, di echi e di epoche. E tuttavia la firma è chiara, i Fontaines sono un genere a sé, sono un Ulisse che risplende nel suo viaggio e nella sua tensione perenne tra il conosciuto e la scoperta. 

Buon viaggio, di nuovo.

 

Fontaines D.C.

Skinty Fia

Partisan Records

 

Andrea Riscossa

Patrick Watson “Better in the Shade” (Secret City Records, 2022)

La colonna sonora per esorcizzare chi siamo quando proviamo le nostre emozioni

Cosa hanno in comune Grey’s Anatomy, This is Us, The Walking Dead, The Blacklist, The F Word e American Teen? Sono serie tv, direte. Effettivamente è vero, ma non è solo questo che le accomuna: in vari episodi troviamo inserite alcune canzoni di Patrick Watson, cantautore canadese che alterna la creazione di album alla composizione di colonne sonore. Il suo sound è un abbraccio di indie folk e la musica classica, con una capacità di aprirsi a sonorità più elettroniche per coglierle e farle proprie. Già presente nel panorama discografico con sei album, esce con il nuovo progetto Better in the Shade per la Secret City Records, con la storica collaborazione di Mishka Stein, anticipato nei mesi precedenti dal singolo Height of the Feeling.

L’album si compone di sette tracce tra cui una title track in apertura con un pianoforte delicato che aumenta la sensazione di morbidezza della voce di Watson, racchiusa in un canto sussurrato a chi ha paura del buio, qualunque sia questa oscurità, che sia fuori o dentro di noi. Non dobbiamo essere coraggiosi a tutti i costi, ma non per questo siamo deboli: quando le nostre ombre e le nostre fragilità ci seguono, se ascoltiamo le voci intorno a noi, sapremo su chi contare. Un brano dolce, ma con una forte carica emotiva che colpisce senza aggressività, attraverso parole ben scelte e l’uso di un synth con sfumature sonore eteree che si muovono nella coscienza di un ascoltatore catturato in una bolla di un momento di speranza che non vorremmo mai interrompere. 

Better in the Shade parla all’ascoltatore allontanandone la corazza, per fargli volgere lo sguardo alle emozioni talmente belle da intimorirci. Tra queste, più grande fragilità umana è la paura dell’amore e Watson ce ne parla duettando con una voce femminile in Height of the Feeling. Il sentimento è un calore estremo al quale l’uomo cerca di opporsi allontanandolo con freddezza, negandolo chiudendo gli occhi, ma l’intimità non deve spaventare, perché è lo strumento con cui possiamo trovare il nostro posto in un mondo che ci disorienta. Le voci si levano sulla struttura sonora del synth per fondersi in un unisono dove ogni differenza si annulla, perché la paura di amare non ha colore né età, ma soprattutto non ha genere. Se guardiamo bene l’altro, percepiremo le nostre stesse incertezze che supereremo solo accogliendo ciò che proviamo e ciò che prova chi è di fronte a noi. 

Il pianoforte torna protagonista in Ode to Vivian, una traccia strumentale con un suono avvolgente per aprirci ad infinti orizzonti dove la mente fugge lontana per qualche istante, ma non troppo a lungo, solo quel tanto che basta per sgombrare la mente da ogni pensiero. La sequenza musicale è morbida e trascende le parole perché siano solo le note a parlarci, sedurci e cullarci fino a che non ci perdiamo completamente in noi stessi. La sensazione è quella che si ha quando si attraversa qualcosa a occhi chiusi, la nostra pelle percepisce una sensazione gradevole anche se non identifica cos’è, e ti chiedi se la musica si possa davvero attraversare così. Le domande che ti poni svaniscono piano piano quando le note di Star scivolano addosso e l’ampio uso dell’elettronica crea un’atmosfera surreale mentre un canto evocativo ci conduce in uno spazio siderale dove la mente lascia il posto alle sensazioni. 

Se volete brani che vi parlino del bianco e del nero del mondo con frasi da citare sui social, rivolgetevi ad altro. Better in the Shade non dà soluzioni perché preferisce le sfumature delle mille sensazioni che ci rendono così incerti e così umani. È la colonna sonora ideale per accogliere nelle sue note attimi di complicità con chi amate o semplicemente con voi stessi quando la musica è l’unica compagnia che desiderate. Patrick Watson non entrerà a gamba tesa nei vostri pensieri, né strapazzerà le vostre emozioni, ma vi colpirà comunque con intensità mentre guardate voi stessi in quegli specchi intangibili che abbiamo dentro, o solo mentre chiudiamo gli occhi un secondo per prendere una pausa dal mondo e volerci un po’ più bene per come siamo, fossimo pure dei notevoli disastri. 

 

Patrick Watson

Better in the Shade

Secret City Records

 

Alma Marlia

EUROVISION SONG CONTEST 2022 • Diodato è il primo ospite annunciato della 66ª edizione

RAI: EUROVISION SONG CONTEST 2022

 

DIODATO È IL PRIMO OSPITE ANNUNCIATO DELLA 66ª EDIZIONE

 

L’ARTISTA SI ESIBIRÀ DURANTE LA PRIMA SEMIFINALE DEL 10 MAGGIO

 

È Diodato il primo ospite italiano annunciato da RAI per la 66ª edizione dell’Eurovision Song Contest.

L’artista – che avrebbe dovuto partecipare allo show internazionale nel 2020, poi cancellato a causa della pandemia – si esibirà sul palco del Pala Olimpico di Torino nel corso della prima semifinale, il 10 maggio, interpretando “Fai Rumore”, brano vincitore del Festival della Canzone Italiana di Sanremo 2020.

 

Lo spettatore della 66ª edizione dell’Eurovision Song Contest – in onda su Rai 1 il 10 e il 12 Maggio (con le due semifinali) e il 14 Maggio, con la gran finale – sarà immerso in un teatro delle meraviglie. Organizzata dall’EBU (European Broadcasting Union), la principale alleanza mondiale dei Media di Servizio Pubblico – con Rai quale Host Broadcaster (Emittente Ospite) – e con la conduzione internazionale dello show affidata a Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, questa edizione vedrà partecipare 40 Paesi: l’Italia sarà in gara con la coppia Mahmood & Blanco e il brano “Brividi”, che ha trionfato alla 72ª edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Oltre che su Rai 1 con il commento di Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, con la partecipazione di Carolina Di Domenico, la diretta dell’Eurovision Song Contest 2022 sarà trasmessa anche da Rai Radio 2 e disponibile su RaiPlay.

 

I biglietti sono disponibili al link: https://www.ticketone.it/artist/eurovision-song-contest/.

 

Diodato, cantautore intenso e ricercato tra i più apprezzati del nuovo pop italiano, fa il suo esordio discografico nel 2013. Ad oggi, con quattro album di inediti all’attivo e con il ruolo di Direttore Artistico dell’Unomaggio Taranto Libero e Pensante, è l’unico artista italiano ad aver vinto nello stesso anno il FESTIVAL DI SANREMO 2020 con “Fai Rumore” (triplo disco di Platino), il Premio della critica Mia Martini Sanremo 2020, il Premio Sala Stampa Radio Tv e Web Sanremo 2020, il Premio Lunezia, il premio DAVID DI DONATELLO 2020, i NASTRI D’ARGENTO 2020 e il CIAK D’ORO del pubblico 2020 con il brano “Che vita Meravigliosa” (disco d’oro) come “Migliore canzone originale”. Entrambi i brani sono contenuti nell’album di inediti “CHE VITA MERAVIGLIOSA” (Carosello Records), certificato disco di platino. A maggio 2020 Diodato rappresenta l’Italia all’Eurovision Song Contest – Europe shine a light, esibendosi all’Arena di Verona con “Fai Rumore” in una versione inedita arrangiata per l’occasione. Il singolo “Un’altra estate” dà il nome ai live nuovi ed inediti “Concerti di un’altra estate”, appuntamenti fuori programma che hanno visto l’artista suonare dal vivo in posti straordinari. Come primo artista musicale nella storia della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Diodato ha aperto la Cerimonia di chiusura della 77^ edizione esibendosi live con Rodrigo D’Erasmo nel brano “Adesso”. Agli MTV EUROPE MUSIC AWARDS 2020 trionfa come “Best Italian Act”. Il nuovo singolo “Fino a farci scomparire” è entrato nella Top 20 di EarOne. Diodato è anche protagonista di “STORIE DI UN’ALTRA ESTATE”, una docu-serie, disponibile in esclusiva su RaiPlay, nata dalla volontà di raccogliere sensazioni, emozioni, pezzi di vissuto e narrazione di un’estate inaspettata che è diventata racconto, un viaggio speciale tra passato, presente e futuro, tra musica, luoghi, parole e incontri. A fine 2020 Diodato riceve il TELEGATTO (storico riconoscimento di Tv Sorrisi e Canzoni) come “Miglior musicista dell’anno”. Martedì 2 marzo 2021 l’artista è stato super-ospite della 71^ edizione del Festival di Sanremo aprendo la serata inaugurale con la sua “Fai Rumore”. Diodato firma L’UOMO DIETRO IL CAMPIONE, la main song del film Netflix Il Divin Codino, uscita il 14 maggio 2021 insieme al videoclip ufficiale che vede la partecipazione straordinaria di Roberto Baggio. Dopo i live estivi del 2020, Diodato ha girato l’Italia con la sua musica anche nell’estate 2021, concludendo il tour con un concerto all’Arena di Verona il 19 settembre (primo grande evento live annunciato dall’Arena nel 2021).

GET IN TOUCH!

#Eurovision2022

#ESC2022

#TheSoundOfBeauty

 

Eurovision.tv

 

foto: Luca Ortolani

Il cantautore irlandese DAVID KEENAN aprirà i concerti italiani dei COUNTING CROWS a Ottobre!

Barley Arts

annuncia

COUNTING CROWS

IL CANTAUTORE IRLANDESE DAVID KEENAN APRIRÀ I CONCERTI ITALIANI

 

Le tappe italiane del Butter Miracle Tour 2022dei Counting Crows si arricchiscono di uno special guest d’eccezione: sarà infatti David Keenan, apprezzato cantautore originario di Dundalk, in Irlanda, ad aprire i concerti previsti per domenica 2 ottobre al Gran Teatro Geox di Padova, martedì 4 ottobre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, giovedì 6 ottobreal Tuscany Hall di Firenze e venerdì 7 ottobreal Teatro Dal Verme di Milano.

I biglietti sono disponibili su Ticketone (tutte le date) e Ticketmaster (solo Padova).

La storia di David Keenan sembra quasi troppo bella per essere vera. Durante l’infanzia passata nelle case popolari, trova una vecchia chitarra Hofner a casa di suo zio e da adolescente scappa di casa per fare il busker sulle strade di Liverpool alla ricerca del suo idolo, il leader dei The La’s Lee Mavers. Qua viene scoperto grazie ad un tassista, che lo filma sul sedile posteriore mentre canta un pezzo che ha scritto quando aveva appena quindici anni. Dopo il successo internazionale con l’album A Beginner’s Guide to Bravery (Rubyworks, 2020) decide di trasferirsi a Parigi e pubblica un libro di poesie. Insomma, una storia dalla quale si potrebbe trarre spunto per la sceneggiatura di un film su un giovane avventuriero che parte alla conquista del mondo con la testa piena di sogni e il cuore traboccante di canzoni.

Nell’ultimo album WHAT THEN? (Rubyworks, 2021) l’occhio del poeta si sposta dai personaggi e dalle storie sui quali si era concentrato in precedenza per focalizzarsi su sé stesso. All’inizio del 2020, i sogni di Keenansembravano essersi realizzati: aveva viaggiato per il mondo, pubblicato un acclamatissimo album di debutto ed era anche salito sul palco dell’Olympia Theatre di Dublino per uno show sold out. Nonostante questo, lungi dal sentirsi soddisfatto, aveva sciolto la sua band e si era trasferito a Parigi dietro invito dell’Irish Arts Centre. «Indugiare, sia creativamente che fisicamente, è pericoloso. Era arrivato il momento di fare qualcosa di nuovo e affrontare nuove sfide» dichiara Keenan in merito al suo trasferimento in Francia. «Stavo vivendo in un sogno, con la mia vecchia macchina da scrivere e sorseggiando vino a buon mercato, ed è in quel periodo che ho piantato i semi che hanno dato origine a questo disco. Ovunque andassi, avevo le antenne pronte a captare suoni, profumi e colori… E filtravo tutto». Keenan si era ritrovato quindi da solo a Parigi, inebriato dalla città, ma con la sensazione di essersi perso sulla scia del proprio successo. «Eccomi qui a Parigi, a fare i conti con tutto quello che è successo, a mettere in discussione la mia mancanza di un’identità. Mi dicevo, ‘Sono solo una caricatura di me stesso?’, ero davvero disilluso da tutto. E il primo passo per me è stato quello di scriverne nelle mie canzoni. Scrivere di me per provare ad elaborare le situazione. Ed è in questo momento che l’esistenzialismo ha fatto la sua comparsa, quello a cui mi riferisco col titolo WHAT THEN?

Il tour dei Counting Crows segue l’uscita di Butter Miracle: Suite One, una suite di quattro pezzi per una durata complessiva di 19 minuti uscita la scorsa estate su etichetta BMG. The Butter Miracle Tour prenderà il via dagli Stati Uniti e proseguirà poi in Europa con una lunga serie di show, inclusi quelli italiani. Per Adam Duritz «È bello stare on the road negli Stati Uniti dopo tutto questo tempo, ma siamo davvero entusiasti di poter tornare in Europa. Siamo ansiosi di rivedere tutti ai nostri concerti nel 2022!».

countingcrows.com

davidkeenan.com

COUNTING CROWS

The Butter Miracle Tour 2022

Special guest: DAVID KEENAN

Domenica 2 Ottobre 2022

Padova, Gran Teatro Geox – via Giuseppe Tassinari, 1

Inizio concerti h. 21:15

Biglietti disponibili su Ticketone e Ticketmaster.

1° Platea: € 52,00 + prev.

2° Platea: € 43,00 + prev.

Poltrona 1° Livello: € 35,00 + prev.

Poltrona 2° Livello: € 30,00 + prev.

Martedì 4 Ottobre 2022

Roma, Auditorium Parco della Musica / Sala Sinopoli – via Pietro de Coubertin, 30

Inizio concerti h. 21:00

Biglietti disponibili su Ticketone.

Platea: € 52,00 + prev.

Galleria: € 43,00 + prev.

Giovedì 6 Ottobre 2022

Firenze, Tuscany Hall – Lungarno Aldo Moro, 3

Inizio concerti h. 21:00

Biglietti disponibili su Ticketone.

1° Settore: € 50,00 + prev.

2° Settore: € 42,00 + prev.

3° Settore: € 35,00 + prev.

Venerdì 7 Ottobre 2022

Milano, Teatro Dal Verme – via San Giovanni sul Muro, 3

Inizio concerti h. 20:45

Biglietti disponibili su Ticketone.

Poltronissima: € 55,00 + prev.

Poltronissima (visibilità limitata): € 40,00 + prev.

Poltrona: € 45,00 + prev.

Poltrona (visibilità limitata): € 32,00 + prev.

Galleria: € 40,00 + prev.

Galleria (visibilità limitata): € 28,00 + prev.

 

RICCARDO MORANDINI • “Il Leone Verde”

RICCARDO MORANDINI
“Il Leone Verde”
Dopo L’Ep d’esordio “Eden”, il cantautore e musicista friulano di base a Bologna pubblica il suo primo LP registrato presso lo studio totalmente analogico L’Amor Mio Non Muore con la produzione artistica di Franco Naddei.

Anticipato dai singoli “Immagine“, “Unione” e “Sole dei sensi” e dopo la pubblicazione dell’EP “Eden” nel febbraio del 2021, il cantautore e musicista Riccardo Morandini fa il suo debutto con l’album “Il Leone verde“, coprodotto artisticamente da Franco Naddei (Naddei, Francobeat) presso lo studio totalmente analogico L’Amor Mio Non Muore di Forlì.

Il Leone Verde rappresentato nell’atto di divorare il sole, è il simbolo alchemico del vetriolo: un solvente in grado di fondere anche il metallo più tenace (l’oro simboleggiato dal sole). Nell’interpretazione psicanalitica dei processi alchemici, ciò può voler dire ammorbidire gli aspetti più duri dell’Ego. E’ questo infatti il filo conduttore che attraversa il disco.

L’ispirazione musicale è molto varia e riflette il personale percorso musicale di Morandini, musicista eclettico e trasversale che negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori, Superpop. Nell’album incontriamo quindi: ritmi samba, ipnotici bordoni psichedelici, chitarre col fuzz schiettamente rock, contrappunti classicheggianti, armonie jazz e poliritmie afro-cubane.

Tracklist
01. Immagine
02. Unione
03. Menade
04. Farfalle e candele
05. Candida rosa
0
6. Sole dei sensi
07. Luce sulla collina

Credits
Parole e musica – Riccardo Morandini

Riccardo Morandini: voce, chitarra
Alberto Bazzoli: tastiere
Lorenzo Maltoni: tastiere
Roberto Villa: basso (Unione, Luce sulla collina)
Leonardo Ricci: batteria (Immagine, Unione, Luce sulla collina)
Eugenioprimo Saragoni: batteria (Menade, Farfalle e candele, Candida Rosa, Sole dei sensi)

Registrato e mixato presso L’amor mio non muore – sala d’incisione, Forlì, da Franco Naddei
Produzione artistica di Riccardo Morandini e Franco Naddei
Masterizzato presso La Maestà studios, Forlì, da Giovanni Versari

Grafica e concept di Luca Morandini e Riccardo Morandini

Bio
Riccardo Morandini è un musicista versatile ed eclettico con alle spalle molteplici esperienze in formazioni e band assolutamente trasversali. Negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori. Attualmente è il chitarrista di Superpop. Nel 2021 ha pubblicato un EP cantautorale a suo nome intitolato “Eden”. Il 15 Aprile 2022 uscirà il suo LP d’esordio “Il Leone verde”.

Link
Official
Facebook
Instagram

Naddei e Sabrina Rocchi insieme per “Ripensandoci”, l’album omaggio a Jula De Palma

NADDEI / SABRINA ROCCHI
Ripensandoci
Disponibile in vinile e digitale l’album “Ripensandoci”, omaggio a Jula De Palma definita negli Anni ’50 la “signora del jazz italiano”.

 

A distanza di circa due anni dall’ultimo progetto discografico “Mostri”, torna sulle scene il musicista, produttore e arrangiatore Naddei (già Francobeat). Questa volta insieme alla cantante (e moglie) Sabrina Rocchi, con cui pubblica – in formato vinile e online per l’etichetta L’Amor Mio Non Muore – l’album “Ripensandoci“, un sentito omaggio alla cantante Jula De Palma, protagonista della scena italiana negli Anni ’50, ’60 e ’70, per poi trasferirsi in Canada con la famiglia nel 1974.

L’uscita del disco – che coincide con il compleanno di Jula – è stata anticipata dai singoli “Se qualche volta” (brano scritto da Franco Califano e qui pubblicato in doppia versione, una cantata da Sabrina Rocchi, l’altra da Naddei), e “Per due parole” (canzone che fa parte della colonna sonora composta da Mario Nascimbene per il film “Summit” uscito nel 1968 ed interpretato da Gian Maria Volontè e Mireille Darc).

Il disco è a tutti gli effetti un’operazione di ricerca, recupero e riproposizione del repertorio di una delle voci più belle del panorama musicale italiano. Scoperta da Lelio Luttazzi (che la fece esordire giovanissima con la CGD di Teddy Reno), Jula De Palma fu definita “la signora del jazz italiano”. Troppo presto però si ritirò dalle scene, per sua stessa decisione, appena raggiunse l’apice della sua carriera.

“Ha ragione tuo marito: siamo musicalmente affini. Dagli esempi che mi hai mandato sento che la tua emissione, il tuo modo di dividere le parole e valorizzarle, la tua interpretazione, mi sono tanto vicini. Finalmente una cantante che canta e pensa come la penso io. E senza copiature odiose. Sono orgogliosa che dedichiate a me e ad alcune delle mie canzoni preferite questo disco. La nuova veste che avete dato ad ogni pezzo, non ignorando il cosiddetto punto di partenza, mi entusiasma. Gli arrangiamenti sono bellissimi e tu Sabrina sei una splendida interprete”. (J. De Palma)

Il disco, realizzato in collaborazione con Crinale Lab, è stato registrato e prodotto nello studio totalmente analogico de L’Amor Mio Non Muore di Forlì, ed hanno preso parte musicisti del calibro di Vincenzo VasiAlfredo Nuti Dal Portone(Supermarket, Extraliscio), Antonio Gramentieri (Sacri Cuori, Don Antonio) e Alberto Bazzoli (Collettivo Ginsberg, Superpop).

L’album ha inoltre un filo conduttore: una valigia sempre presente, dal video di “Se qualche volta” alle varie copertine. “La valigia è il nostro fil rouge. Rappresenta un contenitore di emozioni, perlopiù ricordi, piacevoli ma anche spiacevoli, che di fatto sono in continuo movimento. Perché i ricordi cambiano nel tempo, sono in continua evoluzione nella nostra mente. Dunque potremmo dire anche che questa valigia simboleggia un po’ tutti i brani di questo disco: canzoni del passato, dei ricordi, che ritornano dopo un viaggio che li ha cambiati profondamente”. (S. Rocchi)
Link
Facebook
Instagram
Label

Tre Domande a: Samuele Proto

Come e quando è nato questo progetto?

Il mio progetto artistico è nato molto presto. Quasi fin da subito, quando avevo 16/17 anni ho avuto la fortuna di lavorare in studi di registrazione affermati al fianco di musicisti e produttori professionisti. Da queste mie esperienze mi sono portato dietro una certa mentalità legata alla qualità strutturale e di realizzazione delle canzoni.
Il progetto nasce proprio da una base del genere, è un insieme di canzoni pensato fin dal principio. Volevo dare un concetto generale a tutto il disco e l’uscita del primo singolo Fragili Rose rappresenta bene il sound del disco. Strumenti suonati, musicisti, arrangiamento ricercato. Tutte componenti che sono state considerate e organizzate fin da subito, appena finita la fase di scrittura delle canzoni. In più il desiderio di realizzare un progetto che potesse avere ancora più valore se portato live.
In termini invece temporali, la scrittura del disco è iniziata ad inizio della prima pandemia. Da questo punto di vista il tempo dilatato dovuto purtroppo alla situazione che abbiamo vissuto mi ha portato ad avere un po’ di tempo per pensare, riflettere ed elaborare nuove idee. Da quel punto in poi abbiamo impiegato quasi due anni per arrivare in fondo al lavoro. Avevo in testa un sound preciso che richiedeva una scelta precisa dei musicisti e addetti. Una grande famiglia che piano piano si è unita per creare un progetto che spero con tutto il cuore possa piacere. 

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ascolta?

Mi piacerebbe tanto che Fragili Rose rappresentasse per le persone che l’ascoltano una piacevole scoperta. Non solo verso la mia musica ma soprattutto verso un concetto di musica che accomuna tanti artisti come me. Spesso ci si lamenta della mancanza di contenuto nelle canzoni o nell’arte in generale dei nostri tempi. Mai però ci si domanda se questa mancanza di contenuto sia dovuta agli artisti o alla possibilità degli artisti di fornire contenuti.
Io sono convinto che le persone che ascoltano musica vogliano e ricerchino contenuti, che siano lirici, musicali, artistici in generale.
La mia speranza è quella di riuscire a trasmettere una tipologia di lavoro forse anacronistico ma che venga assimilato e accettato nei tempi che viviamo.
Come artista penso che per trasmettere qualcosa ci sia bisogno di tempo e banalmente la durata radiofonica dei pezzi molto spesso non ti permette di dire niente.
La chiave sono convinto che sia nella capacità di realizzare una canzone che abbia tutto il tempo di dire quello che deve dire, ma realizzata e costruita in modo tale da non percepirla come opera complessa ma come canzone leggera, capace di essere cantata da chiunque.
Se riuscirò a trasmettere questa cosa agli ascoltatori sarò soddisfatto dal mio lavoro.

 

C’è un evento, un festival in particolare a cui ti piacerebbe partecipare?

La mia musica ha da sempre contenuto grandissime influenze Blues. Da musicista, prima che da cantautore il sogno nel cassetto rimarrà sempre quello di prendere parte ad una rassegna dedicata proprio al Blues.
Non nego che il desiderio più grande sia quello di partecipare al Crossroads Blues festival organizzato da Eric Clapton. A memoria, credo che solo Pino Daniele, come artista italiano abbia preso parte a quel concerto. Questo mi fa pensare che minime opportunità possano esserci anche per artisti nostrani.
Detto questo, vivendo a Firenze, apprezzo molto l’importanza e la storia del Pistoia Blues Festival, il modo in cui da sempre siano riusciti a dare valore a questo genere in una città così caratteristica mi affascina.
Per concludere la risposta direi appunto che se proprio avessi l’opportunità di partecipare ad un importante festival sicuramente sceglierei un concerto con respiro internazionale dove al centro dell’attenzione possano esserci musica e vibrazioni, al di là della barriera linguistica.

99PARANOIE – MORIBONDO | ANTEPRIMA VIDEO

Esce il 15 aprile 2022
“MORIBONDO”
Il nuovo singolo del rapper di casa Ferramenta Dischi

 

A soli pochi mesi dall’uscita del suo album d’esordio “Amnistia”, 99paranoie torna sulle scene con un nuovo singolo, “Moribondo”, in arrivo il 15 aprile 2022 per Ferramenta Dischi, distribuzione Believe. “Moribondo” parla dello scorrere del tempo e della morte dell’amore, ponendosi una domanda cruciale:
l’amore muore davvero con il passare del tempo? Un interrogativo che spinge l’artista a guardare dentro di sé per scorgere le tracce, seppur sbiadite, di un amore ancora presente nei ricordi che spesso rivive; momenti vissuti con persone care e ormai perduti per inseguire il denaro, lo stesso che serviva per realizzare i suoi e i loro sogni. Ed ecco che si pone il secondo dilemma della canzone: vale la pena sacrificare anche l’amore per un sogno, attraversando l’Inferno pur di raggiungerlo? Una dubbio lacerante che porta il musicista alla profonda realizzazione che, una volta uscito dal tormento, non rivedrà più le persone amate. Decide così di incidere la loro immagine scolorita sulla pelle, in modo tale che i ricordi sopravvivano fino alla sua stessa morte.

«L’unica possibilità che ha un moribondo, oltre la morte, è quella di resuscitare. Quella possibilità che Lei
non ha. A volte pensarci mi manda davvero fuori, tra i miei demoni. E mi fanno fare cose sbagliate, e a volte
mi fanno congelare dalla paura. Mi fanno rallentare e mi portano con loro. E non voglio che Lei mi guardi quando sono con loro. Vorrei che mi chiamasse quando sono con loro, ma le farei del male.  A volte quando sono in giro con i demoni, vedo un salice e mi ci fermo sotto, a prendere un po’ d’aria. A respirare. All’ombra di un salice sono stato bene più volte, da bambino e da adulto. Purtroppo ora mi posso fermare lì sotto sempre meno. Ora devo correre. Perché il tempo non lo riesco ancora a fermare».

Il brano è accompagnato da una live session realizzata in collaborazione con LIFT, che verrà pubblicata ufficialmente il 20 aprile, ma è possibile vederla in anteprima cliccando il video qui sotto!

 

 

CREDITI
Scritto da Jacopo Micillo; prodotto da Renato D’Amico; artwork di Tommaso Losindaco; foto di Riccardo
Sammartini (LIFT), outfit a cura di Base12 Bologna.

BIOGRAFIA
Jacopo Micillo, in arte 99paranoie, è un artista classe ’99 originario della bassa provincia di Brescia. Nella vita si divide tra la vendita di macchine d’epoca e la scrittura di canzoni che spaziano dal rap all’r&b e risentono dell’influenza di Dargen D’Amico e Mac Miller. Nel novembre 2019 pubblica il suo EP d’esordio My Name Is Rose, interamente prodotto da Ferramenta Dischi e distribuito da Believe.
Rilevante è la sua partecipazione alla Quinta Edizione del BMA – Bologna Musica d’Autore, grazie alla quale ha la possibilità di suonare nei celebri studi di Fonoprint e di esibirsi al Covo Club e al DumBO di Bologna in apertura a Joan Thiele e Post Nebbia. Il suo album d’esordio, Amnistia, è uscito il 29 ottobre 2021. Ad anticiparlo i brani Lolita e iPhone, pubblicati a cavallo tra il 2020 e il 2021, nonché l’ultimo singolo Sugar Mummy, uscito lo scorso 24 settembre, che è entrato a far parte delle playlist editoriali di
Spotify Scuola Indie e Fresh Finds. Il 15 aprile 2022 esce il nuovo singolo Moribondo.

Tra una settimana i SISTERS OF MERCY sbarcano a Milano e Roma!

Barley Arts

annuncia

THE SISTERS OF MERCY

TRA UNA SETTIMANA LA STORIA DEL GOTH ROCK INGLESE

ARRIVA A MILANO E ROMA

 

Le attesissime date italiane dei Sisters of Mercy, dopo svariati rinvii a causa della pandemia di Covid-19, sono finalmente in vista: la formazione sarà all’Alcatraz di Milano martedì 26 aprile e all’Orion Club di Ciampino il giorno successivo. I biglietti sono disponibili su Ticketone (entrambe le date), Ticketmaster e Vivaticket (solo Milano) e in cassa la sera del concerto.

I biglietti emessi per le date precedenti sono validiper l’accesso al concerto nella medesima città.

The Sisters Of Mercy si formano nel 1980 a Leeds, Inghilterra, prendendo il nome dalle Sisters of Mercy (sorelle della misericordia), ovvero le prostitute nell’omonima canzone di Leonard Cohen: “Ci piaceva l’ambiguità tra il significato originario dell’espressione, che si riferiva a un ordine di suore, e quello adottato da Cohen” spiega il cantante Andrew Eldritch. Già dal nome è chiara l’anima inquietante della loro musica, che costituisce una pagina fondamentale del dark-rock e post-punk. Difatti, fin dai primi anni di carriera il gruppo si consacra nell’olimpo dark insieme a band come Siouxsie and The Banshees, The Cure, Bauhaus e Joy Division. La voce da sciamano delle tenebre di Eldritch rimane, insieme a quelle di Peter Murphy e Siouxsie Sioux, tra le più emozionanti di tutto il genere gotico.

Ad aprire il concerto saranno gli Hugs of the Sky, formazione che nasce dalla fusione di due band belghe in occasione della registrazione di uno split album durante l’estate del 2018, e da allora ha pubblicato tre lavori in studio, il più recente dei quali è Virtual Lullaby Circus. La band sa sempre come sorprendere il suo pubblico, con rielaborazioni di vecchio materiale e scambi di strumenti tra i componenti.

thesistersofmercy.com

THE SISTERS OF MERCY

Support: HUGS OF THE SKY

Martedì 26 Aprile 2022

Milano, Alcatraz – via Valtellina, 25

Apertura porte h. 19:30 / Hugs of the Sky h. 20:45 / The Sisters of Mercy h. 21:45

Posto unico in piedi: € 30,00 + prev. / € 35,00 in cassa la sera del concerto

Biglietti disponibili su Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket.

Mercoledì 27 Aprile 2022

Ciampino (RM), Orion Club – via J. F. Kennedy, 52

Apertura porte h. 20:00 / Hugs of the Sky h. 21:30 / The Sisters of Mercy h. 22:30

Posto unico in piedi: € 30,00 + prev. / € 35,00 in cassa la sera del concerto

Biglietti disponibili su Ticketone.

 

H.E.R. ARRIVA IN ITALIA PER L’UNICA DATA DEL BACK OF MY MIND TOUR IL 25 LUGLIO 2022 ALL’ANFITEATRO DEL VITTORIALE DI GARDONE RIVIERA (BS)

ARRIVA IN ITALIA
PER IL BACK OF MY MIND TOUR
H.E.R.
UNICA DATA ITALIANA
25 LUGLIO 2022
ANFITEATRO DEL VITTORIALE
GARDONE RIVIERA (BS)

 

Martedì 19 aprile 2022

Live Nation è lieta di annunciare l’unica data italiana del nuovo Back of My Mind Tour di H.E.R.

L’ affermata star del contemporary R&B si esibirà live il prossimo 25 luglio 2022all’Anfiteatro del Vittoriale di Gardone Riviera(BS) in occasione del Festival Tener-a-mente.

I biglietti saranno disponibili in anteprima per gli utenti My Live Nation a partire dalle ore 10:00 di mercoledì 20 aprile. Per accedere alla presale basterà registrarsi gratuitamente su www.livenation.it. La vendita generale dei biglietti aprirà dalle ore 10:00 di giovedì 21 aprile su www.ticketmaster.it, www.ticketone.ite www.vivaticket.com e in tutti i punti vendita autorizzati.

Dopo il trionfo consacrato dalla vittoria di cinque Grammy Award e nel 2021 l’Oscar alla migliore canzone con il brano Fight For You, colonna sonora dell’acclamato film di Shaka King Judas and the Black Messiah, la cantante ha venduto dall’inizio della sua carriera nel 2014 oltre 8 milioni di copie negli USA tra album e singoli come Focus, Best Part, Thursday, Hard Place e Better Than I Imagined.

Con questi progetti la polistrumentista, il cui talento è stato subito riconosciuto da artisti del calibro di Alicia Keys e Rihanna, ha ottenuto un BET Awards, tre Soul Train Music Award e un MTV Video Music Awards, quest’ultimo per il messaggio sociale contenuto nella canzone I Can’t Breathe dedicata al ricordo di George Floyd, scalando in più occasioni le classifiche della Billboard Hot 100.

Il tour Back of My Mind segue l’uscita dell’omonimo disco d’esordio, pubblicato nel giugno 2021 e anticipato dal brano Come Through featuring Chris Brown, con il quale aveva già collaborato nel remix del singolo di grandissimo successo Slide.

Con la sua voce, definita da Rolling Stone “ricca e vellutata”, ha negli ultimi anni collaborato a numerosi progetti discografici insieme a Khalid, Daniel Caesar, Bryson Tiller, Jess Glynne e Robert Glasper e partecipato ai principali festival musicali di tutto il mondo.

 

Tre Domande a: Nyco Ferrari

Se dovessi riassumere la tua musica in tre parole, quali sceglieresti e perché?

Intensità, perché amo tutto ciò che è denso, e vivo, e spesso, e tattile, e sgargiante, e vibrante, e vero, con una storia da raccontare.
Sincerità, perché se una canzone, o una performance, o qualsiasi prodotto artistico, non sorge da una necessità intrinseca ed esistenziale, che non sia la semplice voglia di fare qualcosa, non sia una forma prima di un contenuto (a meno che la forma stessa non sia l’ossessione), allora è solo brodaglia, qualcosa di annacquato, acquerello, superficiale, che è il contrario dell’intensità. Poi sono convinto che l’arte sia un vero mezzo terapeutico per l’essere umano, e se la terapia non è viscerale è solo pantomima.
Compagnia, perché spero che la mia musica possa essere un modo di affrontare la vita, è una mano tesa a chi la ascolta che invita a tirarsi su, o a riflettere, o a vivere un certo momento con una certa intensità energetica. Le mie canzoni dicono “Ti accompagno io, se vuoi”.

 

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare?

Lo dico? La Rappresentante di Lista. Li seguo da quando non facevano 100 paganti ai concerti, ho anche aperto un loro live al Goganga a Milano, anni fa, e mi hanno sempre comunicato esattamente quell’intensità di cui parlavamo poco fa. Mi sento molto affine al loro modo di fare e di intendere la musica, soprattutto nella loro dimensione live, che deriva direttamente dalla loro esperienza con il teatro. Lavorare con loro sarebbe certamente la collaborazione che rispetterebbe più di tutto i miei parametri.

 

C’è un evento, un festival in particolare a cui ti piacerebbe partecipare?

Ce ne sono eccome. Mi piacerebbe molto partecipare al Miami, o all’Ortigia Sound System, occasioni in cui si crea una sinergia fortissima con tutte le spinte della musica emergente, all’incrocio tra impegno alla comunicazione con un pubblico maggiore, e contemporaneamente lo sforzo di rimanere il più fedeli possibili alla propria musica. Situazioni in cui l’interesse degli artisti incontra a pieno l’interesse del pubblico. Se dovessi proporre un live set un po’ più sperimentale, invece, amerei suonare a Terraforma, in un contesto un po’ più lontano dal day-to-day e più vicino ad un’esperienza di vita.