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The Dark Side of the Moon Redux

Esiste una regola non scritta nel mondo del coding e della programmazione che recita più o meno “Never change a running system”, o in alcune varianti, con accezioni e sfumature diverse “If it ain’t broke, don’t fix it”.

Ora.

Io non sono un programmatore, la mia esperienza sui PC si riduce al minimo indispensabile utile alla sopravvivenza. 

In tutta onestà non ricordo nemmeno dove mi sia imbattuto in queste citazioni, se esistano realmente, se non siano forse un’elaborazione inconscia del mio cervello al fine di darmi ragione e supportare le mie convinzioni.

Tuttavia da qualche parte dovevo partire per cercare di parlare di questa versione redux che Roger Waters ha fatto di The Dark Side Of The Moon.

E sebbene utilizzare metafore afferenti il campo semantico della fredda, algida informatica possa non sembrare esattamente confacente a quello musicale, beh per il disco in questione, considerata come avvenne sia la genesi che la realizzazione, ed il peso che ebbe una figura come quella di Alan Parson, ingegnere e tecnico del suono (tra le altre cose) che tendeva ad avvalersi nei suoi studi di registrazione delle tecnologie più evolute al tempo esistenti, forse non pare troppo azzardato ecco.

E quindi?

E quindi niente. All’inizio mentre ascoltavo ero perplesso, poi leggermente contrariato, per qualche momento sono stato anche deluso a dire il vero. Non che avessi chissà quali attese a dire il vero ma non ero preparato a sentire un disco come The Dark Side Of The Moon diventare totalmente altro.

Parliamo di un album che, parere del sottoscritto, non è nemmeno sul podio dei migliori dischi dei Pink Floyd (il che non significa che non sia clamorosamente bello sia chiaro), sebbene la sequenza Brain Damage / Eclipse si issi sul podio delle migliori creazioni del quartetto inglese; ma canzone dopo canzone, ascolto dopo ascolto, più passava il tempo e meno trovavo una spiegazione, una motivazione valida per giustificare un’operazione di questo tipo. 

Ho letto in un’intervista che Waters diceva che The Dark Side era stato originariamente pensato quasi fosse il lamento di un anziano, ma che al tempo in cui lo scrissero, i Pink Floyd erano giovani, per cui gli era sembrato in qualche modo necessario rivedere il tutto dalla tua posizione di fresco ottantenne.

E quindi eccole qui le dieci tracce ridotte, spogliate, riarrangiate, ripensate, ricantate, rivoltate, private della loro originale natura, della loro epicità, della produzione maniacale di Alan Parson, degli arrangiamenti immortali, della loro unicità, della loro profondità.

Di profondo c’è invero solamente la sua voce, grave e cavernosa, quel timbro che pare non avere fondo, ad introdurre (quasi) ogni brano, con riflessioni, racconti, aneddoti, punti di vista e pareri, e ammetto candidamente che questa teatralità, questa impostazione, non ci mette troppo a diventare indigesta, eccessiva, affettata, ridondante ecco. 

Soprattutto perchè poi le canzoni non partono mai, il mood generale si attiene al tuo timbro, e l’ascolto si fa lento e faticoso.

In sostanza, senza voler mancare di rispetto e rischiare il reato di vilipendio (che tanto poi Waters non lo verrà mai a sapere ed io continuerò a volergli un gran bene), mi sento sommessamente di dire che siamo in presenza di un disco che si colloca in una posizione piuttosto lontana dal concetto di bello.

Love Lines

Love Lines di LP è il settimo lavoro in studio per la cantante statunitense, una carriera dunque non proprio agli esordi. Sia che preferiate ricordarla con il suo nome d’arte o con il suo italianissimo nome per esteso (Laura Pergolizzi), la cosa che rimane più impressa e riconoscibile di lei è il suo timbro vocale. Piaccia o no, LP possiede un dono non da poco che consente il pregio di essere facilmente apprezzati per una voce unica. I tratti distintivi vengono dalla lirica e dall’uso di qualche tecnica che strizza l’occhio al country come il fischiettio. 

Indubbiamente i lavori precedenti della cantante si spostano in quell’immenso calderone che potremmo definire musica Pop: basi semplici, testi ancor più semplici e quella spiccata ricerca per il ritornello facile da ricordare. È cosi per la grande maggioranza dei lavori della cantante, sebbene debba ammettere che raramente ho disdegnato l’ascolto casuale di Other People o Lost on You (alcuni dei pezzi più celebri della cantante presenti nell’album Lost on You del 2016). 

È proprio il piacere di alcuni pezzi ascoltati per caso che hanno mosso curiosità nell’ascolto del nuovo album Love Lines. 

La copertina si presenta un po’ insipida: solito ritratto a mezzo busto con sfondo naturale non meglio identificato. LP viene riportato in alto a sinistra, un po’ come tutti i lavori della cantante, di certo non si può dire che abbia fatto faticare il grafico. 

Veniamo al sodo dell’album: sono presenti dodici tracce dai nomi, indovinate un po’, facilissimi da ricordare. Collaborazione da ricordare quella per il pezzo Wild con un’altra artista italiana (non solo per origini) Levante. Il filo conduttore dell’album sono la perdita e l’affetto che rimane immutato, messaggio che viene incitato dalla potente e teatrale Long Goodbye, un saluto malinconico a un amore forse terminato per volontà altrui. Non tutto l’album si muove però sul filo della malinconia o dell’introspezione, alcune tracce sono semplice e puro Pop (Love Song su tutte, con quei vocalizzi fin troppo ripetuti).

Al primo o ai successivi ascolti il settimo album non parte, riconosco voce e stile semi-identici ai lavori precedenti e un uso della canzone abbastanza semplice, quantomeno a livello schematico. Introduzione-ritornello-parte finale. Ammetto di aver fatto molto spesso fatica a rimanere concentrato nel passaggio da una canzone all’altra. Unico spunto interessante quello che si intravede in Hola dove un ritmo di sottofondo e l’uso delicato della chitarra elettrica mi hanno fatto catapultare a qualche sonorità in stile Santana. Con una voce cosi, sarebbe stato un bel capitolo da aprire ma purtroppo le novità si fermano a questo.La cadenza degli album certo non aiuta, gli ultimi quattro sono stati pubblicati tutti a due anni di distanza l’uno dall’altro. Forse un tempo troppo breve per lasciare maturare una produzione come un vino e proporlo al pubblico solo dopo un grande lavoro di ispirazione e selezione.

In conclusione l’ultima opera di LP si presenta senza innovare né far trapelare un’evoluzione artistica rilevante e rimane quell’album che ascolti a pezzi senza grosse pretese di attenzione. LP, il tuo Love Lines è un po’ “Same Lines”: una produzione ripetitiva e un contenuto poco sostanzioso si fanno guidare da un potenziale vocale quasi lirico, che potrebbe regalare spunti per testi ben più interessanti.

RUMÂGNA UNITE • 29-30 Settembre e 1 Ottobre • Un festival per la raccolta fondi per gli alluvionati

Nelle giornate Venerdì 29, Sabato 30 Settembre e Domenica 1 Ottobre presso l’area verde della Pieve San Cassiano in Campiano, Campiano (RA), il circolo Primo Bandini Noco, i Consigli territoriali di S.P. in Vincoli e Roncalceci, l’Esercito delle 12 birre (E12B), i Comitati cittadini e leassociazioni delle Ville Unite e Disunite, i volontari e le attività della zona, con il patrocinio del Comune di Ravenna, daranno luogo alla prima edizione di Rumâgna Unite! Rumâgna Unite è il festival delle Ville Unite per la sua comunità e per i paesi limitrofi, che in
questa prima edizione ha lo scopo di donare tutto il guadagno alle comunità delle Ville Unite e Disunite, fortemente colpite dall’alluvione.

Programma:

Venerdì 29 Settembre
Dalle 18 alle 24:00, apertura cancelli ore 17:30

Djs locali:
Dj Angelo (Italiana)
DJ Red (Funky)
DJ Bosco (Funky – Pop)
DJ Nik (Rock)
DJ Cik (House)

Ninety Disco:
DJ Ebreo (Afro)
Dj Fary
Dj Gianmaria Montanari
Vocalist: Dany Gattelli

Ingresso ad offerta libera (minimo 5 euro) e stand aperti dalle 18.00 alle 00.00.

Sabato 30 Settembre
Dalle 18 alle 24:00, apertura cancelli ore 17:30

Intervento dell’Associazione Minerva (Giovani divulgatori scientifici) con Martina Cavallucci e Pierluigi Randi dell’Associazione Meteo Professionisti (AMPRO).
Si discuterà di cambiamenti climatici, cause dell’alluvione e risvolti futuri riguardo dal punto di vista ambientale e climatico.

Serata Punk-Rock
Dj Set Il Doc (Ska vs Punk)
Bull Brigade
Sunset Radio
Giancane
Dj Sibode

Ingresso ad offerta libera (minimo 5 euro) e stand aperti dalle 18.00 alle 00.00

Domenica 1 Ottobre
Dalle 17 alle 24:00 apertura cancelli ore 16:30

Rezophonic:
Cristina Scabbia + Andrea Ferro (Lacuna Coil)
Eva Poles (Prozac +)
Modena City Ramblers
Omar Pedrini
Paletta e Noyse (Punkreas)
Danny Metal
Mario Riso
Andy (Blue vertigo)

Tizio
Girless
Parenti
Heartfall
Bandiga

Presenta la serata Danny Metal

A Seguire Dj Set a cura di: Arkansas Is Dead

Info Utili:
Lo stand gastronomico offre piatti locali, piadina e salsiccia, arrosticini e patate fritte, aperto dalle 18.00 alle 00.00 Per tutta la durata del festival sarà presente un’area per famiglie con giochi quali calcio balilla, gonfiabili per bambini, area retro-gaming. Il festival coinvolgerà 100 e più volontari e tutti coloro che collaboreranno per garantire il miglior servizio alle 6000 presenze in tre giorni (il nostro obiettivo minimo per concretizzare il progetto).

Ingresso a offerta libera (minimo 5 euro)


Luogo:
Pieve San Cassiano in Decimo, Via Trava 2, Campiano, (Ra)

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