Alestorm, Trick or Treat, Ulvedharr e Vallorch saranno in concerto il 15 Agosto al Bilbao, di San Polo d’Enza (RE)
Il Bilbao è uno storico locale nel reggiano, una strepitosa location open air di 12.000 mq sulle rive dell’Enza che ha recentemente riaperto sotto la direzione musicale e organizzativa dei gestori del circolo Fuori Orario, che hanno annunciato “la rinascita e rifondazione di un nuovo villaggio musicale e culturale”.
Durante la giornata dell’evento sarà presente banchettistica e una rievocazione storica di combattimenti medievali.
Al termine delle esibizioni si potrà continuare a far festa col dj set del TempoRock, storico staff del clubbing alternativo reggiano.
Prezzi:
30 euro in prevendita (comprensivo di concerti e free access all’after show dj set)
Solo after show dj set a partire dalle 0.00 a 10 euro
Bus
Per la data degli ALESTORM del 15 agosto, Gluebus mette a disposizione un autobus con partenza prevista da Milano – Cascina Gobba M2 e arrivo direttamente al Bilbao di San Polo d’Enza!
Link all’evento: https://fb.me/e/3yTRIBuzY
Le fermate che effettuerà l’autobus durante il tragitto saranno a Bergamo (Via Pietro Spino 63) e a Brescia (Esselunga Via Volta).
Perché il bus parta bisognerà raggiungere una partecipazione di minimo 40 persone.
Tutti i dettagli per la prenotazione qui -> https://gluebus.com/app/event/Bilbao-San-Polo/Alestorm/1892
Per qualsiasi domanda e info è possibile contattare Gluebus tramite mail a gluebus.info@gmail.com o direttamente sul sito gluebus.com
A Place to Bury Strangers @ Curtarock
Curtarolo, 28 Luglio 2023
Ma sapete che ci ripensavo proprio stamattina e mi dicevo “Madonna ma da quanto tempo non mi divertivo tanto ad un concerto!”
I miei ultimissimi passaggi sotto o fronte palco erano stati praticamente tutti all’insegna di raffinata bellezza (Damien Rice, Emma Ruth Rundle), di puro svago (Placebo), ma non ricordavo l’ultima volta nella quale mi sono ritrovato a due metri dalle transenne a farmi letteralmente dilaniare i timpani dal delirio sonoro degli A Place To Bury Strangers. E soprattutto trarne incalcolabile godimento.
Gli APTBS, in data unica italiana in un minitour europeo tra luglio e agosto, da un paio d’anni sono in formazione stabile a tre, con la voce e chitarra di Oliver Ackermann e la coppia John (al basso) e Sandra (batteria) Fedowitz, già titolari dei Ceremony East Coast.
Siamo in provincia di Padova, a Curtarolo, un paesino che, per qualche purtroppo raro insieme di aspetti e congiunzioni varie (ma soprattutto grazie a qualche pazzo che si mette in testa di realizzare i propri sogni), ospita il Curtarock, giunto all’edizione numero ventitré.
Ventitré edizioni. Ventitré, di un festival totalmente gratuito dove lungo le cinque serate viene proposta una serie di artisti che definire “non propriamente spendibili” è dir poco, dato che si passa dal death metal all’afro beat al noise al post rock, dove l’acqua non costa 3 euro, c’è un’area bimbi gratuita e presidiata, un bel mercatino musicale, stand con diverse proposte enogastronomiche, il tutto in un contesto incredibilmente sereno e felice e soprattutto vivibile.
Ah, in mezzo ad una zona industriale!
Questa è chiaramente una evidente e voluta critica a tutti quei promoter e organizzatori vari che lucrano in maniera vergognosa su ogni aspetto, dai parcheggi all’acqua, dal cibo alle varie attrazioni.
La “situazione” è così piacevole che, mentre passeggio con mia figlia (munita precauzionalmente di cuffie antirumore ovviamente) tra le varie bancherelle incrocio i tre APTBS, ci scambio due parole, foto di rito, Sandrami dice “Have fun tonight!”, le rispondo “It’s on you!”, John mi dà la mano “Yeah it’s on us! You’re right!”, grasse risate, lei mi sorride, vorrei chiederle di sposarmi ma non colgo l’attimo, e mi accorgo che c’è anche Nikki poco distante, quello di Radio Deejay intendo, che di musica, e non lo scopriamo certo oggi, ne capisce a pacchi, e si complimenta per la maglia di mia figlia (un gatto che fa meow…), ed è già tempo di Robox, power trio strumentale dedito ad uno spettacolare math/post/punk/rock insomma sono dei fighi della madonna, il giusto equilibrio tra rumore, distorsioni e tempi dispari, stop/go che tanto piacciono a noi orfani dei Don Caballero, per dirne uno.
Rapido cambio palco e senza grossi preamboli o altro Oliver, John e Sandra prendono posizione e sganciano uno degli attacchi di concerto più clamorosi dei quali io abbia memoria, un muro vero e proprio in piena faccia, la chitarra del frontman, tagliata a metà longitudinalmente, che emette suoni che mai avevo sentito uscire da un amplificatore, i due Fedowitz che martellano sferzate incendiarie, dritte e micidiali, la voce iper effettata ovviamente… è tutto così perfetto, tutto così maledettamente giusto che anche Oliver sente che c’è l’alchimia giusta, ci mette mezza canzone a prendere la malcapitata chitarra e lanciarla in aria, recuperarla a terra, finire una canzone, nemmeno il tempo di rendersi conto di quello a cui stai assistendo che Sandra sta già battendo i quattro per il pezzo successivo.
A metà concerto poi accade che i nostri decidano che il palco non sia poi così adatto per continuare il loro set, per cui scendono in mezzo al pubblico e tamburo, basso e voce e cominciano a creare un momento che passa dal tribale al noise, una sorta di jam che ha poco di sciamanico e molto di industriale, tra urla belluine e ritmiche marziali con tutto il pubblico in cerchio attorno.
Momento clamorosamente bello.
Sospeso in questo stato di trance quasi mi dimentico della creatura che ho sulle spalle, che inizia a reclamare un minimo di stanchezza.
Tanto era totalizzante ciò a cui stavo assistendo che accolgo l’invito, senza troppi rimpianti, lentamente ci dirigiamo verso la macchina mentre i tre ragazzotti di New York stanno ancora facendo del loro meglio, ora nuovamente sul palco, per permettermi di seguire il concerto anche a chilometri di distanza.
Ok è tempo di chiudere con un finale forse populista (può essere), forse banalotto (senza dubbio), forse opportunistico (direi più opportuno)?
Lo faccio lo stesso e ve lo beccate così com’è: avete presente le ultime settimane, quelle migliaia di post e articoli e tweet polemici per i disagi (reali e totalmente condivisibili sia chiaro) provati da un sacco di persone che sono state a festival e concerti (dei quali non farò i nomi ma insomma avete capito di chi parliamo) in giro per l’Italia? Quel tipo di polemica che ciclicamente ritorna, sempre uguale a se stessa, sempre riferita a quegli stessi eventi che SEMPRE continuano a fare decine di migliaia di spettatori da sempre? Intendo proprio quelle polemiche che sono perfettamente rappresentabili dal meme della pistola ad acqua verso il sole, o del “Old Man Yells At Cloud”, infatti chi dovrebbe recepirle, come dicono i francesi, pare fottersene bellamente.
Ecco, le alternative esistono, cercatele, sono sane e più numerose di quanto pensiate, hanno ancora lo spettatore al centro, lo spettatore e la musica.
Che di questi tempi sembra quasi una bestialità.
E che si fottano anche i _ _ _ _.
Robbie Williams @ Lucca Summer Festival
Lucca, 28 Luglio 2023
Dopo i Blur, in occasione del Lucca Summer Festival le mura storiche fanno da sfondo al concerto di un’altra star della musica internazionale: Robbie Williams. Nell’attesa dell’inizio del concerto, cammino per la città gremita di abitanti e fan mentre ricordo il video in bianco e nero di Want You Back for Good dei Take That dove, sotto una pioggia battente, i cinque ragazzi britannici di una delle boyband più famose degli anni ‘90 dicevano addio al loro pubblico. Fu proprio Robbie Williams il primo a dichiarare di voler intraprendere un percorso da solista. Quegli occhi di ghiaccio ci guardavano tagliati dalla luce irriverente di chi desidera affermarsi e in quasi trent’anni di carriera hanno collezionato palchi e successi che ora fanno tappa nella città toscana.
Mi avvicino agli ingressi dove mi dicono con tono sprezzante che il mio pass vale solo per i posti in piedi nella parte più lontana del prato. Cammino attraverso la discriminazione del PIT.di prima classe, la superba platea della seconda classe e, lontano, le gradinate della terza. Dietro delle transenne si schiacciano i rappresentanti del quarto stato degli appassionati di musica che non guarda mai i suoi miti nelle palle degli occhi ma solo sui maxischermi, però balla di più, canta di più, si diverte di più. Hanno ragione, quello è il mio posto! Spero solo che questo Titanicnon affondi con l’audio come durante l’esibizione dei Blur.
Apre le danze Diodato, raffinato artista nostrano, accompagnato da una band dove emerge il deciso violino di Rodrigo D’Erasmo. Il timbro chiaro e pulito dell’artista si diffonde per l’aria rossa del tramonto e la chiusura con Fai Rumore incanta un pratone dove si raduna un pubblico eterogeneo per stili ed età. Mi guardo intorno e noto a chiare lettere il nome Robbie scritto su magliette o su parti di corpo con il rossetto.
Un po’ ti chiedi perché il misurato Diodato apra il concerto di un folletto della musica come Robbie Williams, che trasforma il palco in un materasso di gomma su cui saltare senza posa. Guardando il contante ti rendi conto che, per quanto apparentemente distanti, entrambi esplodono di energia: quella che attraversa Diodato nell’intensità in cui chiude la sua emozione in un pugno, quella di Robbie che entra più tardi nel loop del ritornello di Hey Wow Yeah Yeah.
Ad accogliere l’artista inglese c’è una foresta di mani alzate, applausi verso il cielo e cellulari pronti a riprendere ogni minimo istante. Il cantante slitta con eleganza dal primo brano verso Let Me Entertain You: la miccia è accesa, gli animi si infuocano.
Robbie salta sul palco come una scheggia impazzita, mostra le mutande irriverente sostenuto dal ritmo potente della batteria. Anche il pubblico si muove, non può farne a meno, affascinato da quel sex symbol impenitente che abita bene la sua pelle da star, e non solo per le miriadi di paillettes che lo rivestono. La voce di Robbie pervade l’aria, netta e precisa, e ringrazi l’audio che per questa volta non ha fatto brutti scherzi e ci permette di godere del concerto. Il timbro sfida i segni del tempo, rimane caldo e vibrante come negli esordi da solista, con quella capacità di portati verso il cielo con Monsoon e riportarti sulla terra con Strong cantando il ritornello a cappella con il pubblico.
Lasciarsi andare alle sue canzoni è un’emozione particolare perché un minuto prima scateni ogni parte del tuo corpo per Candy come punto da una tarantola e pochi minuti dopo l’infinita dolcezza di Feel ti assale per non lasciarti più. La serata è un continuo salire e scendere di sfumature diverse tra cui si muove un Robbie Williams sicuro di sé che ammicca ai fan e ci gioca in un brit italiano tutto suo.
Lo spettacolo si trasforma in un qualcosa di indefinito a metà tra il concerto e uno show da cabaret, l’artista salta come un canguro tra aneddoti, hit di successo, gag in cui coinvolge chi ha davanti e ricordi del suo passato con i Take That. Accenna le prime strofe di Could It Be Magic, omaggia gli Oasis con la cover di Don’t Look Back in Anger lasciando spazio alla chitarra elettrica per uno splendido assolo, continua raccontando quanto si sentisse diverso, incompreso e ostacolato nel gruppo che lo aveva reso famoso. Lo dice una volta. Due. Infinite. Non è uno scherzo, forse sì, ma da vibrante showman diventa un adolescente petulante. Fortunatamente riprende a cantare, fili di luci blu si intrecciano nel cielo ed intorno a me le persone si abbracciano e si scambiano sguardi complici, ma è la tastiera che ci cattura per condurci verso l’emozionante I Love My Life; il palco è sotto una pioggia di stelle filanti e il prato canta all’unisono per abbracciare in coro un cantante che ha appena confessato che è grazie ai suoi figli se è l’uomo che è.
In questo mondo di pensieri felici e brani che si susseguono, l’atmosfera è squarciata dalla frizzante Rock DJ, attesissima, almeno da me. Tra synth e richiami dance, gli occhi ricordano un aitante Robbie che si toglie pezzi di corpo circondato da spietate pattinatrici cannibali, e balli sulle note fino in fondo, rimanendo senza fiato.
Dopo il calcolato bis, le dolci She’s The One e Angels conducono verso la chiusura del concerto. Sanno di amore e di nostalgia, ma soprattutto quando le canti con Robbie hanno il sapore delle sensazioni provate a fior di pelle, quelle che ci fanno sentire invincibili. L’aria vibra di promesse che qualcosa di bello aspetta ognuno di noi, passa tra gli abbracci della gente, la chiudi nei sogni della notte.
Vorrei dire che l’esibizione si è conclusa con un pubblico felicemente stanco, sudato, coi vestiti e i polmoni pieni di polvere, la voce inesistente, ma non è così. Niente affaticamento estremo che spesso si chiede ai concerti che vogliamo vivere come tali. Eppure, appena torni casa la serata già ti manca, vorresti tornare indietro nel tempo e viverla di nuovo. Magari con qualche gag robbiniana in meno, ma sicuramente con ogni canzone da rivivere nuovamente con lui.
Lauren Mayberry_la songwriter scozzese, voce dei CHVRCHES, al suo debutto da solista il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano
All Things Live Italy presenta Lauren Mayberry. La songwriter scozzese voce dei CHVRCHES arriva in Italia per il suo debutto da solista, per un’imperdibile data il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano.
Biglietti disponibili solo sulla piattaforma di ticketing e discovery DICE.
La songwriter scozzese, voce dei CHVRCHES, Lauren Mayberry è pronta per il debutto da solista e per un tour negli Stati Uniti e in Europa. Non ha ancora condiviso i dettagli ma è in arrivo il suo primo album.
Mentre il 2023 segna il decimo anniversario dal primo album dei CHVRCHES, The Bones of What You Believe, Lauren guarda al futuro:
“Sono così orgogliosa di tutti i capitoli che la nostra band è stata in grado di scrivere e sono grata ai miei compagni per avermi portata con loro in questo viaggio. Sono sicura che avremo ancora tante altre pagine da scrivere.
Per ora, però, sono eccitata/terrorizzata/frastornata nel dirvi che ho lavorato alla mia prima musica da solista e che presto potrò iniziare a condividerla. Per molto tempo non ho potuto immaginare di fare qualcosa al di fuori dei CHVRCHES. Da quando avevo 15 anni ho sempre, solo, fatto parte di una band. Ma mentre navigo/inciampo in questa nuova fase della mia vita ho iniziato a sentire che ci sono cose che voglio scrivere, dire e fare e che ho bisogno di farle da sola. Quest’album, spero, sarà il mio parco giochi: pop, divertente, bizzarro, triste, strano e gioioso e non vedo l’ora di condividerlo con voi.“
Nati nel 2011 con il primo singolo The Mother We Share, i CHVRCHES hanno accumulato più di 1,7 miliardi di stream globali fino ad oggi, con 4 album entrati nella top 10 inglese. Screen Violence, album del 2021 ha ricevuto un ampio consenso dalla critica tra cui NPR, Entertainment Weekly, Associated Press, Variety, Stereogum, AV Club, Consequence e Unproxx.
Lauren Mayberry, al suo debutto da solista, ti aspetta il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano.
Biglietti solo su DICE
22.10.23 – Circolo Magnolia, Milano: https://link.dice.fm/Dbaa2bab8377
Lauren Mayberry https://www.instagram.com/laurenevemayberry/
RADAR Concerti è All Things Live Italy, segui tutti gli aggiornamenti
https://www.instagram.com/allthingsliveit/
https://allthingslive.it/
FRANTIC FEST 2023 | 17 – 18 – 19 agosto 2023
Tikitaka Village – Francavilla al mare / Abruzzo / Italia
Il Frantic Fest, ormai punto di riferimento per tutti gli amanti delle sonorità estreme del centro-sud Italia, giunge alla quinta edizione.
La sua forza risiede nella proposta eclettica e fuori dagli schemi, capace di unire e far convivere metal estremo, hardcore punk ed heavy rock con assoluta naturalezza, fondendo l’atmosfera degli Open Air europei con l’energia e l’autenticità tipiche dei concerti underground.
Di seguito la line-up definitiva e tutte le info sulle prevendite:
Giovedì 17 agosto
ROTTING CHRIST
HARAKIRI FOR THE SKY
MISÞYRMING
SLAUGHTER MESSIAH
INCHIUVATU
DREAD SOVEREIGN
HIEROPHANT
CALLIGRAM
NUBIVAGANT
BOSCO SACRO
SVART VINTER
Venerdì 18 agosto
I AM MORBID
ASPHYX
GATECREEPER
FULCI
ARTIFICIAL BRAIN
PARTY CANNON
CAPRA
DEVOID OF THOUGHT
GOLEM OF GORE
SLUG GORE
THECODONTION
Sabato 19 agosto
DOWNSET
INTEGRITY
BOOZE & GLORY
MONDO GENERATOR
CONAN
MASTER BOOT RECORD
STRAIGHT OPPOSITION
TONS
HYPERWÜLFF
THE MARIGOLD
INERDZIA
BIGLIETTI/ABBONAMENTI
Fino alla mezzanotte del 9 agosto
Biglietto giornaliero in prevendita: € 40 + d.p.
Abbonamento in prevendita: € 95 + d.p.
Dal 10 agosto e al botteghino:
Biglietto giornaliero: € 50
Abbonamento € 125
Supporter Pack disponibile fino al 31 luglio
(Abbonamento + t-shirt esclusiva, borraccia e tote bag)
Biglietti e abbonamenti disponibili su:
Altre info da sapere:
- L’abbonamento include l’accesso all’Opening Party del 16 agosto
- Bambini e ragazzi fino a 15 anni entrano GRATIS!
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Frantic Fest 2023 | 17 – 18 – 19 agosto 2023
Tikitaka Village – Francavilla al mare / Abruzzo / Italia
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