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Mese: Luglio 2022

Cosmo @ Balena Festival

Arena del Mare (Genova) // 23 Luglio 2022

COSMO

MAURIZIO CARUCCI

DITONELLAPIAGA

Balto

Lowtopic

Venice

 

L’estate del 2022 la ricorderò come la stagione che mi ha connessa al significato intimo e primordiale della musica. È l’anno in cui ho imparato a fare pace con la stanchezza e le delusioni, perché i miei anni non me li ridarà indietro nessuno ed è meglio divertirsi e sudare di fronte a un palco, perché anche se le ore di sonno che ti separano dalla sveglia per andare in ufficio sono poche, si riesce a trovare l’energia per lavorare. Ogni sforzo si riduce se ti rende felice.

La mia filosofia da quattro spiccioli è frutto di un’altra serata al Balena Festival di Genova, che ha acceso l’Arena del Mare in uno dei sabati sera più attesi dell’estate. Gli headliner erano Ditonellapiaga, Maurizio Carucci e Cosmo, ma la serata è stata scandita anche da Venice, dai Balto e da Lowtopic, che si sono esibiti sul palco secondario.

A scaldare l’Arena è stata la voce di Venice, una giovane cantautrice di cui spero che sentiremo parlare ancora e bene e che ha preparato il pubblico alla grande diva della serata. Ditonellapiaga è un tornado indescrivibile: canta, rappa, balla, è divertente ed è libera e sensuale. È innegabile che io abbia un debole per le donne che salgono sul palco dell’Ariston per gridare la libertà sessuale su Rai Uno in faccia ai conservatori che sperano ancora in un’esibizione del trio Il Volo. L’artista ha fatto ballare il pubblico con alcuni suoi brani, come l’ultimo singolo Disco (I love it) e Repito, Chimica e Vogue, presenti nell’album Camouflage. Ma il grande successo atteso e protagonista anche del merchandising della cantautrice era Spreco di Potenziale, una canzone che parla di quando resti aggrappata a una relazione che non funziona e che è dolorosa, quando rincorri qualcuno che non ti fa sentire le emozioni che vorresti. Come descrivere Ditonellapiaga con una parola? Magnetica. 

 

ditonellapiaga balena

 

Dopo l’energia e i balli della prima parte della serata, è arrivata la quota strappalacrime e malinconica dell’evento: Maurizio Carucci, cantautore genovese ed ex frontman degli Ex-Otago. Senza giri di parole, bisogna ammettere che la sua musica è molto diversa dalle proposte degli altri artisti che si sono esibiti prima e dopo di lui e che è stato un rischio inserirlo nella line-up tra Ditonellapiaga e Cosmo. Alla fine, però, Carucci era di casa, era circondato da persone amiche ed è un artista che fa parte della storia cantautorale genovese. Infine, sentire il pubblico cantare da ogni angolo dell’Arena La nostra pelle e Mare, ha ricordato il legame tra la città e gli Ex-Otago e non c’era modo migliore per urlare che fossimo a casa nostra.

 

carucci balena

 

Dopo la quiete, ecco la tempesta: i Balto. È stata la prima volta che ho sentito il pubblico intonare il coro “se non metti l’ultima, noi non ce ne andiamo” a degli artisti che suonavano in un intermezzo e sul palco secondario. Alla band bolognese è bastata solo mezz’ora per farsi amare dalla gente e per dimostrare il suo potenziale di fronte a una fanbase scatenata e coinvolgente. Inoltre, io amo avere ragione (posso dare la colpa al segno zodiacale dei gemelli?) e per me è stato un orgoglio sentirmi dire dalle mie amiche: “È vero, sono proprio bravi!” Io vi avevo avvisato su queste pagine a gennaio, all’uscita dell’album Forse è giusto così. 

Arriviamo al momento più bello e atteso della serata. Cosmo è di una bravura immensa, un fuoriclasse indiscusso, una persona che lotta e manifesta le sue posizioni politiche e sociali anche quando sono scomode e, soprattutto, è un artista capace di caricare il pubblico in un modo pazzesco. Puoi non conoscere le sue canzoni e può non piacerti il suo genere, ma sentirlo dal vivo è un’esperienza divertente e coinvolgente. L’Arena del mare ballava e cantava sulle note di Tristan Zarra, Animali, Antipop e tanti altri successi di Cosmo che ha cantato insieme a Pan Dan, un’artista che voglio menzionare perché realizza e vende vestiti e accessori originali dentro ai sacchetti del pane e il suo business merita attenzione (e ricordiamo che ha creato degli iconici copri-capezzoli commestibili con la liquirizia). 

Cosmo fa emozionare, fa baciare le coppie in uno slancio di romanticismo, fa divertire e ti fa ballare e liberare il tuo corpo in mezzo alla gente. Ogni giorno siamo circondati da tante persone, dobbiamo muoverci tra potenziali critiche e amarci per quel che siamo senza paranoie sembra un atto rivoluzionario. Il concerto del cantautore e DJ è stato, per me, il significato della libertà: un momento esente da ogni giudizio, in cui anime e corpi difettosi si sono uniti per divertirsi e cantare. E verso il finale, l’artista ha ricordato che nell’antichità non c’era il concetto di tempo che abbiamo oggi, in cui ogni aspetto della nostra vita deve stare dentro a dei ritmi. La musica durava quanto voleva durare, il suo unico limite erano le energie fisiche e mentali. Dopo averci regalato altri grandi successi come L’ultima festa e Sei la mia città, Cosmo ha salutato e ringraziato il pubblico emozionato buttandola in caciara con O calipp te piace, una canzone neomelodica napoletana che alcuni mesi fa era diventata virale sui social network.

Lowtopic ha chiuso la serata facendo ballare chi aveva ancora le forze e il coraggio di sfidare il mal di piedi e le gambe doloranti, ricordando, ancora una volta, il valore intimo e primordiale della musica: unire le persone e farci godere i piccoli e preziosi momenti della vita.

“Via, è ora di andare via/Iniziano a guardarci male/Eppure mi sento da Dio.”


Marta Massardo

foto di Plurale Video

Le Endrigo e la genuinità del cambiamento

Avevamo fatto due chiacchiere con Le Endrigo nel 2019, poco prima dell’Indie Pride Festival.
Due anni dopo la band pubblica l’album Le Endrigo per Garrincha Dischi e ad oggi conta due nuovi singoli, l’ultimo, Uno, Due, è uscito il 1° luglio.

 

L’ultima volta che abbiamo parlato è stato nel 2019 poco prima dell’Indie Pride Festival. Sono passati quasi tre anni e sono successe un sacco di cose. Intanto, come state?

“Alti e bassi come prima, ma per fortuna siamo ancora qui a fare ciò che amiamo.”

 

Nell’occasione dell’Indie Pride Festival avevamo discusso di attivismo contro omotransfobia, bullismo e sessismo. Ci avevate risposto così: “[…] quando non ne parliamo con la musica, lo facciamo sul palco, dal palco, comunicando tra una canzone e l’altra in modo più schietto. Il palco è per noi un riflettore e un momento importante per veicolare questi messaggi.” E non solo dal palco! A marzo dello scorso anno annunciate pubblicamente “Oggi muoiono Gli Endrigo e nascono Le Endrigo”. Qual è stata la spinta verso questo cambiamento? Ci sono state reazioni che non vi sareste aspettati?

“La spinta è nata dopo aver scritto Cose più grandi di te. Finalmente eravamo riusciti a convogliare messaggi a cui tenevamo con una formula che ci piacesse e non ci sembrasse troppo retorica. Sull’onda di questo abbiamo voluto portare ancora più in profondità il concetto, cambiando direttamente il nome alla band. Siamo stati sempre molto convinti una volta deciso di farlo, io personalmente penso che oggi scriverei un manifesto molto diverso, formulato meglio, ma c’era molta genuinità e sincerità e questo ci porta comunque ad esserne fieri. Nessuna reazione imprevista, forse pensavamo sarebbe stato più criticato ma in realtà è stato un piccolo gesto apprezzato dalle persone che volevamo supportare.”

 

Parliamo delle novità di quest’anno! Dopo Un santo, un ricco, un fascio, è uscito il 1° luglio il vostro nuovo singolo Uno, Due, che catapulta l’ascoltatore in una dimensione molto “live” ed elettronica. State sperimentando nuove sonorità?

“In realtà a livello di scrittura stiamo mantenendo più o meno la stessa direzione dell’ultimo album, però in studio stiamo giocando un po’ di più in fase di produzione e quindi sono uscite fuori delle sfumature nuove, cosa che ci rende molto contenti. Sicuramente continueremo in questa direzione, mentre dal vivo per ora tendiamo a tornare all’arrangiamento originale, ma anche qui se in futuro avremo i mezzi saremo molto felici di esplorare con altri strumenti e perché no anche musicisti sul palco.”

 

Questa per voi non è la prima esperienza al Donkey Studio di Medicina (BO). Vi ricordate la prima volta che ci siete entrati? C’è un aneddoto particolare che vi va di raccontarci? 

“La prima volta saremo sicuramente entrati mentre qualcuno che conosciamo stava registrando, ma difficile ricordarsi. Invece ricordiamo bene la prima volta che ci siamo entrati per registrare, due settimane in cui avremo dormito mezz’ora a notte e preso infiniti kg. Una volta rientrati ci sono voluti giorni di sonno per recuperare, mentre i kg sono ancora lì.”

 

Dopo lo stop causato dalla pandemia e dopo la recente esperienza a X-Factor, il vostro approccio alla performance live è cambiato? 

“Abbiamo capito che dobbiamo riscaldare la voce perché siamo invecchiati, per il resto nessun cambiamento clamoroso ma nel nostro piccolo abbiamo provato a diventare più professionali dal punto di vista della preparazione del live. Poi spesso dopo la prima nota va tutto in malora e si torna alla vecchia scuola.”

 

Momento curiosità: come scegliete la scaletta per i concerti? La preparate insieme, di getto o è pensata attentamente?

“Di solito prepariamo una scaletta ipotetica per ogni tour, ad esempio una primaverile e una estiva, giusto per fare in modo che chi torna a vederci non senta gli stessi pezzi. Poi tendiamo a cambiare alcune cose in corsa a seconda della serata, ad esempio se c’è poca gente sotto palco facciamo un pezzo che ci aiuti a fare avvicinare, mentre se va tutto come deve andare ci piace seguire lo snodo che ci siamo prefissati, che appunto è pensato con un criterio di crescendo e calando per poi ricrescere. Questa estate stiamo aggiungendo una cover acustica spesso diversa e mezza improvvisata al momento in caso ci chiedano i bis, oppure se la serata è particolarmente bella finiamo il concerto in mezzo alla gente con la chitarra acustica senza microfoni. In più spesso chiamiamo amici e amiche musicist* delle varie città dove suoniamo per fare qualcosa assieme sul palco. Sono tutte piccole cose per mantenere innanzitutto noi sempre carichi, e in più regalare un po’ di varietà a chi si fa magari più date nello stesso tour, magari pure giorni consecutivi.”

 

Per chiudere, progetti futuri e prossimi live?

“Per i live trovate tutto sul nostro Instagram, per quanto riguarda il futuro abbiamo il solito punto di domanda gigante con una serie di possibili risposte che non vediamo l’ora di darci e darvi.”

 

Cecilia Guerra

Kings Of Convenience @ Teatro Romano

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• Kings Of Convenience •

Teatro Romani (Verona) // 23 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Francesca Garattoni

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TODAYS presenta: TOLAB, dal 26 al 28 agosto tutti gli eventi dedicati a formazione, sostenibilità, innovazione

TORINO

26-27-28 AGOSTO 2022

Per tre giorni opinion maker, giovani artisti, professionisti, istituzioni, giornalisti, produttori di giovani talenti si ritroveranno nella piazza interna semicoperta alla ex fabbrica INCET, fulcro evocativo dell’ex Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino, che in questa edizione si conferma quartier generale diurno del festival, sede delle attività educational TOLAB.
Incontri, conferenze, residenze, live poadcast, masterclass, panel, talk e anteprime esclusive, dedicate a chi si muove trasversalmente fra i differenti linguaggi in campo musicale, artistico e sociale, per raccontare storie e scambiarci esperienze in momenti di formazione, discutere sui temi legati all’evoluzione della musica e del gender gap, della tecnologia e di spazi urbani, della sostenibilità e bere responsabile, della cultura e delle professionalità ad essa legate.

La partecipazione è gratuita (fino a esaurimento posti disponibili)
www.todaysfestival.com/to_lab

ex fabbrica INCET
c/o dehors EDIT
Piazza Teresa Noce, 15/A

TORINO GIUNGLA URBANA
in collaborazione con IREN
venerdì 26/8h.15.00

Quali sono i benefici del verde negli spazi urbani?
Parchi, cortili, giardini, sono sufficienti a rendere una città un luogo accogliente e piacevole in cui vivere?
Sappiamo bene quali siano i vantaggi legati alla presenza di vegetazione nel vivere quotidiano, Torino è la città dei lunghi viali alberati, dei bellissimi giardini ma crediamo fortemente che si possa andare oltre: le piante convertono la CO2 in ossigeno, favoriscono la biodiversità, accrescono la sensazione di benessere psico-fisico, offrono cibo e molto altro. E quindi? Più piante ci circondano meglio è.
Proviamo a progettare la città più verde del mondo!
Ospiti: Eugenio In Via Di Gioia, Lifegate, Fridays For Future

SENZA FUTURO
Se nostra nonna fosse viva sarebbe molto difficile spiegarle il nostro lavoro.
venerdì 26/8h.16.00
Il collettivo di design e comunicazione Senza Futuro presenta il nuovo magazine autoprodotto Senza Futuro ‘zine, contenitore editoriale diy basato sull’identità visuale che racconta i processi creativi senza alcun edulcorante.
Attraverso esperienze audio e video live affronteremo il tema della nostalgia, andando ad esplorare la de-personalizzazione e de-realizzazione dell’essere umano. Si parlerà di come l’evocazione nostalgica ha cambiato il web, della connessione tra la nostalgia e la perdita di contatto con la realtà distorta immersi nei contesti di clubbing e festival, di realismo capitalista di Mark Fisher e di spazi architettonici di transizione che raccontano il ritorno ad una casa che non e’ mai esistita.
Ospiti: Edoardo Salviato (Algoritmi), Karin Gavassa (Biennale di Venezia/Castello di Rivoli)

THIS GIRL IS A PRIME MOVER
di e con FEDERICO SACCHI
venerdì 26/8h.17.00

C’è un gender gap nella musica ed il numero di artiste donne all’interno delle line-up dei festival musicali contemporanei, così come nelle prime posizioni dei dischi più venduti non è certo incoraggiante.
Il problema della disparità di genere all’interno della musica è entrato nella conversazione mediatica anni fa, e dei cambiamenti stanno cominciando ad avvenire, seppure la strada da fare sia ancora tanta, ma cosa succedeva nel secolo scorso? Il musicteller nostrano Federico Sacchi ci accompagnerà in un viaggio nella musica tutto al femminile, perché diciamolo una volta per tutte: il ruolo delle autrici nell’evoluzione della musica pop USA è stato fondamentale!
Scopriremo artiste donne straordinarie che hanno saputo emergere in un ambiente profondamente maschilista grazie alla loro tenacia e alla grandezza delle loro opere. Alcune di loro ad un certo punto hanno deciso di interpretare le proprie canzoni creando di fatto la figura della cantautrice come la intendiamo oggi.

Tra le tante, ascolteremo insieme la musica di Jackie de Shannon, Bobby Gentry, Laura Nyro, considerata una delle più grandi cantrici di New York del 900, oltre che attivista e lesbica.
Non le avete mai sentite nominare? Benissimo! Avete un motivo in più per venire ad ascoltare, e vi garantiamo che le loro storie straordinarie vi lasceranno senza fiato, perché occorre conoscere il passato per comprendere il presente e cercare di migliorare il futuro superando ogni barriera di genere.

A CHE PUNTO È LA NOTTE

Dai festival ai club, dai concerti al ballo, la fruizione culturale come antitesi alla “malamovida”?
A cura di Associazione FEA

sabato 27/8 – dalle h. 14.30 alle h.18.00

A che punto è la notte” è un percorso partecipativo innovativo: un laboratorio di idee per costruire con le tante realtà del territorio una visione sul come vivere la notte e l’intrattenimento nel presente e progettando il futuro, ripensando lo spazio pubblico dalla fascia preserale a quella più notturna, facendo coesistere le necessità delle diverse comunità che abitano questo spazio: giovani, residenti, esercenti.

La collaborazione fra operatori culturali, istituzioni, reti associative e rappresentanze dei commercianti deve ambire a una condivisione felice dello spazio città nella fascia notturna.

We wanna be free, we wanna be free to do what we wanna do, and we wanna get loaded and we wanna have a good time. That’s what we’re gonna do, We’re gonna have a good time, we’re gonna have a party.

Primal Scream – Loaded

Produzione artistica e culturale, creatività e libera espressione dei giovani “abitano” lo spazio temporale della notte. “A che punto è la notte” si pone come obiettivo quello di riflettere sul rapporto che l’offerta di programmazione culturale ha con le politiche di contenimento della “malamovida”.

La gestione del fenomeno movida è da tempo attraversato da forti contraddizioni, come credere che la condizione di fruizione del tempo libero notturno sia legittima solo all’interno di spazi di intrattenimento e spettacolo e non come diritto individuale o collettivo e che la mancata individuazione di una qualche forma di contenimento “alternativa” sposti la gestione della movida sul piano della sicurezza.

Queste azioni securitarie in passato hanno agito tenendo come unico riferimento la massa di giovani confinata in specifiche piazze, a discapito di una riflessione sistematica sull’eterogeneità dell’offerta culturale spontanea e sulla dinamica del fenomeno come processo autonomo di spostamento dei giovani, fra i quartieri della movida.

Può la gestione della movida può diventare stimolo per politiche culturali efficaci che puntino su un equilibrato bilanciamento tra sicurezza e luoghi di fruizione culturale e/o aggregativa?

Come valorizzare le esperienze di intrattenimento e programmazione culturale che i tanti operatori della città propongono ai giovani senza che vengano confuse con i comportamenti antisociali legati alla malamovida?

Attraverso il dialogo con sociologi, enti e operatori del settore cercheremo di condividere riflessioni con l’auspicio di tracciare soluzioni alternative alla gestione securitaria della malamovida.

h. 14.30 Introduzione a cura di:
Carlotta Salerno: Assessora Istruzione, Politiche Giovanili, Periferie e Rigenerazione Urbana Città di Torino.

LA NOTTE, OPPORTUNITÀ O REPRESSIONE?
sabato 27/8h.15.00

Dal live al dancefloor, dal festival al club, passando per le piazze della movida la notte può essere vista come opportunità economica, lavorativa, culturale e sociale?

Insieme rifletteremo sullo spazio temporale serale e notturno come elemento dicotomico fra chi la vive come momento di aggregazione, evasione, arricchimento culturale e l’indirizzo sempre più securitario della politica invocato dai residenti.

Modera: Hamilton Santià (autore e giornalista)

Intervengono: Enrico Petrilli (Università Bicocca di Milano), Corrado Nuccini (Ferrara Sotto Le Stelle, rete festival Emilia Romagna), Filippo Camedda (Associazione Murazzi del Po), Giorgio Crana (Cinema Vekkio, Alba), Fabio Lo Cicero (Città di Torino, Divisione Sicurezza – Area Eventi, Coordinamento Tavolo Tecnico Eventi e Manifestazioni).

LA MOVIDA ESPRESSIONE DELLA GENTRIFICATION?
sabato 27/8h.16.00

Da diversi decenni, ormai, le città sono protagoniste di una pianificazione disomogenea tra centro e periferia: i quartieri del centro, occupati dalla “Movida” esplodono di locali di sola somministrazione e dehors, i centri del protagonismo giovanile nelle aree periferiche soffrono una condizione difficile. I dehors gratuiti durante e dopo e fasi più acute della pandemia come valvola di socialità, soprattutto nei quartieri del centro, hanno aumentato l’entropia nella gestione della movida, esacerbato la coabitazione tra giovani in cerca di aggregazione e abitanti dei quartieri.

I club, i festival, i locali e circoli che propongono una programmazione culturale e aggregativa come possono essere protagonisti di una rinascita culturale in antitesi alla malamovida?

Modera: Daniele Signorelli (La Stampa, Wired, Il Tascabile)

Intervengono: Silvia Crivello (Sociologia dell’Ambiente e del Territorio Politecnico di Torino), Luca Beatrice (critico d’arte, curatore e accademico), Consorzio MUV, ARCI Torino, Rete delle Case del quartiere.

NUOVE ISTANZE DI SOCIALITÀ: DIRITTO COLLETTIVO?
sabato 27/8h.17.00

La condizione di fruizione del tempo libero serale è sempre in bilico tra tentativi di normalizzazione e istanze di rivendicazione di socialità, spazi e servizi. La fruizione dello spazio notturno è possibile che sia legittima solo all’interno dei club o cocktail bar e non come diritto individuale o collettivo? Rifletteremo sulla relazione fra lo spazio urbano e le comunità che lo abitano, ne parleremo con i nuovi progetti, collettivi, community e piattaforme che indagano la contemporaneità attraverso linguaggi inediti e stanno incubando la nuova generazioni di talenti.

Modera: Hamilton Santià (autore e giornalista)

Intervengono: CULTO, Radio Banda Larga, Comala Torino, Giampiero Leo (Consigliere di Indirizzo della Fondazione CRT e Coordinatore della Commissione consiliare Cultura)
Showcase di EUGENIO RODONDI e YOSH WHALE

 

 

COMPAGNIA DEI CARAIBI
domenica 28/8h.15.00
Compagnia dei Caraibi, azienda leader del settore beverage e sponsor della manifestazione, organizza un talk dedicato al tema del bere responsabile.

L’azienda nata a Vidracco e nota a livello nazionale ed internazionale è diventata nell’ultimo anno una Società Benefit che ha, tra i suoi obiettivi, anche l’educazione al “bere bene”.Il panel di domenica 28 agosto vedrà la presenza di alcuni professionisti del settore che racconteranno ai presenti qualcosa di più sul mondo degli spirits e daranno alcuni pratici consigli per fa festa, senza esagerare.

ESSERI RECIPROCI
come possono le organizzazioni culturali guidare verso una convivenza sostenibile?
presentato da Imbarchino Torino
domenica 28/8h.16.00
Un talk che coinvolge diverse realtà che in Italia e in Europa sviluppano iniziative culturali in spazi pubblici a stretto contatto con ecosistemi naturali e con l’obiettivo di stimolare una riflessione comune legata ai temi della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale derivante dall’organizzazione di eventi, festival e iniziative culturali. Un confronto pratico e culturale tra modelli organizzativi sostenibili che mirano a trasformare le aree naturali urbane in luoghi di incontro, partecipazione e sperimentazione artistica.
Esseri Reciproci coniuga arte, scienza e attivismo per indagare il legame tra spazio urbano e naturale e le relazioni tra comunità e ambiente. Un percorso aperto a diverse discipline per ripensare a nuovi modi di prendersi cura degli spazi, viverli e farli vivere offrendo nuovi luoghi di espressione in dialogo e nel rispetto dell’ambiente.
Ospiti: Spazio Hydro (Biella), Imbarchino (Torino), Opera Festival (Milo, Sicilia), Slow Fest (Francia)

CARTOLINE DALLA SCOZIA
di e con MAURIZIO BLATTO
domenica 28/8h.17.00
Una gloriosa tradizione di pop indipendente fieramente a nord di Londra.
Glasgow al centro del mondo chitarristico, la Postcard Records dei primi anni 80, la letteratura auto indulgente degli Arab Strap, l’intimismo melodico di Belle and Sebastian e l’elettronica indossata all’improvviso dai Primal Scream. Il crooner dellacritica musicale italiana Maurizio Blatto ci condurrà in una inedita narrazione per video e canzoni, un nuovo inno per Scotland the brave.

TODAYS

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partecipa all’evento Facebook TODAYS:
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BIGLIETTERIA ONLINE

Biglietto singolo ingresso a sPAZIO211: 32 eu + dp
Biglietto singolo ingresso a INCET: 10 eu + dp
Abbonamento 3 giorni (26, 27, 28/8): 95 eu + dp

Apertura porte sPAZIO211: ore 18:00
inizio live: ore 18:30 / fine live: ore 00:00

Apertura porte ex fabbrica INCET: ore 23:00
inizio live: ore 23:00 / fine live: ore 02:00

Prevendite biglietti singoli ed abbonamenti:
https://link.dice.fm/todays2022

GUARDA IL VIDEO TRAILER DI TODAYS 2022
https://vimeo.com/724376143

sPAZIO211 main stage
Parco Sempione, Via Cigna 211 – Torino (It)
(in ordine di apparizione):

VENERDÌ 26 AGOSTO 2022:
GEESE -data unica italiana-
HURRAY FOR THE RIFF RAFF -data unica italiana-
BLACK COUNTRY, NEW ROAD -data unica italiana-
TASH SULTANA

SABATO 27 AGOSTO 2022:
SQUID -data unica italiana-
LOS BITCHOS
MOLCHAT DOMA -data unica italiana-
FKJ -data unica italiana-

DOMENICA 28 AGOSTO 2022:
ARAB STRAP -data unica nord italia-
DIIV -data unica nord italia-
YARD ACT
-data unica nord italia-
PRIMAL SCREAM
-data unica italiana-

ex fabbrica INCET:
Piazza Teresa Noce, 15/A – Torino (It)

VENERDI’ 26 AGOSTO 2022:
VOODOOS AND TABOOS

TAMBURI NERI
ADIEL

SABATO 27 AGOSTO 2022:
SPACERENZO
WHODAMANNY
MYSTIC JUNGLE

DICHIARAZIONE DI RESPONSABILITÀ AMBIENTALE

TODAYS è il festival dedicato al presente, con lo sguardo rivolto al futuro.
Anche l’edizione 2022 di TOdays rappresenta un punto di svolta sul terreno della sensibilità alle ormai ineludibili sfide ambientali. La Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura, ha intrapreso un percorso per rendere più sostenibili i propri eventi, attraverso l’avvio dell’iter di certificazione del sistema di gestione secondo la norma internazionale UNI ISO 20121:2013.

 

Tale percorso ha come finalità quella di promuovere azioni ed attività idonee a rispettare i canoni della sostenibilità ambientale in senso assoluto, dalla pianificazione alla gestione, alla realizzazione e alla valutazione finale degli eventi, in conformità con una policy di sviluppo sostenibile in un contesto di miglioramento continuo e nel rispetto delle tre tematiche di interesse: ambientale, sociale ed economica.

 

L’edizione 2022 di TOdays mira a rafforzare l’impegno del festival nella riduzione del suo impatto sull’ambiente, riducendo gli sprechi, i rifiuti e in genere le emissioni di carbonio, puntando a salvaguardare la biodiversità delle location del festival e ad implementare azioni ancora più ambiziose e in linea con l’Agenzia 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

 

In questo quadro, TODAYS Festival 2022 mira a rafforzare il suo impegno di responsabilità e di agire concreto, per educare, ispirare e motivare ad un nuovo stile di vita più consapevole, responsabile e rispettoso per le generazioni future.

 

Alcune delle azioni implementate, di seguito meglio dettagliate, sono state rese possibili e rafforzate grazie alla preziosa partnership con Iren, un’azienda che condivide con il Festival una visione proiettata al futuro abbracciando il claim “Quel che ci muove oggi è il domani”.

Ognuno può fare la sua parte!

 

LE 15 AZIONI SOSTENIBILITÀ

TODAYS Festival si impegna per realizzare 15 Azioni che coinvolgono tutti gli aspetti chiave della gestione sostenibile degli eventi* (trasporti, acqua, rifiuti/riciclo, energia) con un approccio a 360 gradi.

  • TRASPORTI / MOBILITA’ SOSTENIBILE
    I trasporti hanno un grosso impatto a livello di impronta ecologica dei festival: quasi l’80% delle emissioni totali è causata dai trasporti di pubblico, artisti e staff.

1. Dotazione di un’auto elettrica Nissan Leaf powered by IrenGO a Emissioni ZERO

Attraverso questa collaborazione, si vuole sottolineare ancora di più l’impegno di Iren come azienda attenta alle tematiche green e in particolare alla mobilità sostenibile, andando così a rafforzare le azioni di sostenibilità messe in atto all’interno di Todays Festival 2022. La Vettura, messa a disposizione durante le giornate di Todays, sarà utilizzata per il trasporto cittadino di artisti e production, permettendo così uno spostamento rapido e sostenibile in condizioni di totale sicurezza.

 

2. Monopattini Elettrici Dott con tariffe agevolate per il pubblico che si reca a Todays

Dott è una startup europea attiva nel settore della micro mobilità urbana powered by IrenGo, leader di mercato nel territorio torinese e della città metropolitana. Dott offre un servizio di mobilità elettrica in sharing smart, sostenibile e affidabile grazie ad una gestione interna capillare. In sinergia con Iren, è in grado di ricaricare i mezzi con sola energia proveniente da fonti rinnovabili certificate.
Con il codice speciale TODAYS22, valido per tutta la durata della manifestazione, le prime due corse da 20 minuti saranno gratuite per tutti i nuovi utenti.

  • ACQUA
    Ridurre gli impatti negativi del consumo e spreco di acqua durante gli eventi è una delle sfide più grandi.

3. Installazione di due fontanelle di acqua potabileper il pubblico a Spazio 211.
Anche quest’anno, grazie alla collaborazione con Smat, saranno messi a disposizione del pubblico di Todays punti di acqua filtrata e gratuita, collegati alla rete pubblica cittadina. Le fontanelle di acqua permetteranno di abbattere costi in termini di utilizzo di bottiglie di plastica, di gestione dei rifiuti e dei trasporti degli stessi.

 

4. Dispenser con boccioni di acqua filtrata e refrigerata, a disposizione nei camerini degli artisti e per il personale produzione in SPAZIO211.

  • RIFIUTI – RICICLO
    La gestione dei rifiuti di un evento è uno degli aspetti maggiormente visibile dei suoi effetti negativi sull’ambiente. Il TODAYS Festival appoggia la Gerarchia dei Rifiuti, una serie di modalità da privilegiare per gestire i rifiuti con il minor impatto ambientale possibile ed evitare lo smaltimento indifferenziato in discarica, secondo i principi di: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclo, recupero di altro tipo, smaltimento.

5. Integrazione e implementazione del numero di contenitori per lo smaltimento delle diverse frazioni di rifiuto e il loro successivo riciclo in collaborazione con AMIAT.

 

6. Predisposizione di isole ecologiche presso le aree spettacolo di Spazio211 e Parco Peccei, con bidoni chiaramente segnalati per la frazione organico, plastica, indifferenziato. All’interno delle aree bar e ristoro interne saranno presenti bidoni chiaramente segnalati per la frazione vetro, lattine e indifferenziato.

  • ENERGIA

7. Utilizzo di luci LED per illuminare tutti e due i palchi del Todays festival per risparmio energetico.

  • RIDUZIONE USO MATERIALI IN PLASTICA

La diffusione di oggetti di plastica di uso quotidiano è il nemico invisibile che permane nell’ambiente per anni, devastando l’ecosistema e contribuendo al global warming. Come già intrapreso dall’edizione 2019, anche Todays 2022 cercherà di contenerne l’uso e favorire l’utilizzo di materiali alternativi e durevoli verso il mono uso.

 

8. In tutti bar e aree ristoro del festival sarà vietato l’uso di cannucce di plastica.

9. Presso i bar di Spazio 211 e di Parco Peccei, sarà effettuata la vendita di bottigliette di acqua in plastica riciclata e riciclabile.

 

10. Utilizzo di piatti e stoviglie compostabili nella zona catering artisti e in tutte le aree ristoro, smaltibili nei cassonetti dell’organico presenti nelle sedi del Festival.

11. In tutti bar saranno utilizzati solamente bicchieri PLA compostabili e smaltibili nei cassonetti dell’organico presenti nelle sedi del Festival.

  • COMUNICAZIONE

Comunicare le scelte portate avanti dal Todays Festival in termini di pianificazione e gestione sostenibile dell’evento, è il modo più efficace per favorire il cambiamento sociale. Condividere la nostra esperienza è il modo migliore per ingaggiare comportamenti virtuosi e responsabili.

 

12. Evidenza alle azioni di sostenibilità sul sito web Todays Festival
13. Piano editoriale Social del festival dedicato alle azioni di sostenibilità.
14. Utilizzo carta certificata EcoLabel per tutto il piano di comunicazione stampato.

  • WORKSHOP E PANEL – ToLAB

15. Talk sulla sostenibilità che accompagnano il pubblico in un percorso alla scoperta di mondi apparentemente distanti e invece tra loro assonanti: l’economia circolare, la musica e la sostenibilità degli eventi culturali, il bere responsabile in collaborazione con COMPAGNIA DEI CARAIBI.

INFO:

email: [email protected] // mobile: + 39.349.3172164

UFFICIO STAMPA TODAYS:
Ja.La Media Activities – www.jalamediaactivities.com

[email protected] // +39.3397154021

UFFICIO STAMPA CITTA’ DI TORINO:

Luisa Cicero [email protected]


Ufficio Stampa sPAZIO211: MARIO MARTINI

Un progetto di: CITTA DI TORINO
Realizzato da: FONDAZIONE PER LA CULTURA TORINO
Partner: IREN
Con il sostegno di: FONDAZIONE COMPAGNIA DI SAN PAOLO
Con il contributo di: FONDAZIONE CRT
Sponsor: COMPAGNIA DEI CARAIBI – KOZEL – ROCK BURGER TRUCK – EATALY TORINO LINGOTTO
In collaborazione con: sPAZIO211 – EDIT
Media Partner: ROLLING STONE – RUMORE – RAI RADIO 2 – ONDAROCK – INFINITE JEST – EURORADIO EUROSONIC
Empowered by: DICE.FM
Ideazione e Direzione Artistica: GIANLUCA GOZZI

Mått Mūn “Lux” (Beautiful Losers, 2022)

Note di stelle e beat infiniti attraverso il cosmo musicale di Mått Mūn

Mått Mūn, pseudonimo del padovano Mattia Menegazzo, è un musicista che ha sviluppato il suo percorso come cantante e chitarrista in vari gruppi rock del panorama musicale underground nostrano. L’incontro con Andrea Liuzza che lo porta ad avventurarsi nella carriera solista con il progetto Cosmography del 2019 dove emergono la sua passione per l’astronomia e l’amore della new-wave e la musica cyberpunk anni ’80, con un forte richiamo a gruppi come i Depeche Mode. Con il nuovo progetto Lux, l’artista conferma il suo sguardo rivolto verso una frontiera che trascende la quotidianità, ma non per questo la ignora. Il viaggio ora è verso la luce, vista oppure solo desiderata, in atmosfere spaziali dove i pensieri fluttuano senza peso. 

Il progetto è composto da dieci tracce, tra loro distinte, ma unite dalla sensazione di trovarsi in un flusso cosmico, dove musica e parole si fondono grazie a beat sintetici per diventare un’unica esperienza sonora, senza tradire, però, la voglia di lanciare messaggi verso la Terra. Divine apre l’album con i suoi tratti distintivi di sonorità decise ed elettroniche dove la voce di Mūn acquista forza evocativa che, come una divinità, diventa trascendete e acquista una luminosità che continua in Iridescent, un brano che si avvale non solo di note, ma anche di parole a tratti dilatate come a riprodurre una luminosità diffusa che abbraccia l’ascoltatore. Mentre lo ascolti gli occhi si chiudono senza che te ne accorga, e la mente si apre a luci che forse fanno parte della memoria, oppure la creano partendo dalla sensazione di leggerezza provocata dalla musica stessa. L’impressione è quella di galleggiare nell’aria. Waves ha invece una ritmica più forte e cadenzata, dove il canto “I know what is coming now” diventa un tutt’uno con le onde sonore e in quelle onde, che tu lo voglia o no, ci devi nuotare. Ogni beat si infrange contro l’ascoltatore che si muove tra l’elettronica e una batteria che ad ogni colpo è uno schiaffo sulla pelle, mentre un’eco vocale distorta ci guida verso un vascello spaziale che ci attende in infinite nebulose. Ammetto che mi piace perdermi in questa sensazione di spazio infinito, e gioco con il nome dell’artista che mi ricorda la luna come viene pronunciata in inglese, mentre l’atmosfera rarefatta che abbraccia il progetto si fonde con il beat elettronico che ne caratterizza ogni passo. Scopro che l’album si arricchisce di featuring interessanti come quello con Emilya NdMe in Red Shift oppure con l’esordiente Isevril in Neon Dreams, e Are You Real?, progetto di Liuzza, nell’eterea Soulprism. Nel frattempo, arrivo all’ultima canzone, Cosmic Kiss che saluta l’ascoltatore con suoni dilatati di synth e un canto sussurrato come un bacio rubato, di saluto o di addio, questo sta a noi deciderlo, mentre la melodia da bassa si apre a note alte, a un timbro vocale che diventa sempre più evocativo come una luce che si irradia e viaggia attraversando la nostra anima verso l’universo pieno di colori. 

Come il telescopio spaziale James Webb e le sue immagini che ci hanno fatto vedere le sfumature dell’infinito, Mått Mūn usa la musica per cantarci del cosmo e ce ne fa percepire i suoi colori, le sue infinite sospensioni dove noi nuotiamo nell’aria, e se non possiamo farlo fisicamente, attraverso i suoi suoni possiamo farlo con la mente. Le sue atmosfere sonore attraversano come un raggio di luce, ci trafiggono per poi portarci lontano con loro, e questo che si voglia essere trascinati oppure no. Quando pensi che forse sia il caso di tornare con la testa sulla terra, lui ti chiede di rimanere ancora un po’e di goderti quel momento in ogni sua sfaccettatura. Non sai se vale la pena assentarsi o no quel tanto che basta ad ascoltarlo, ma non sono domande che riesci a farti tanto di cattura, rimane solo una sensazione di morbidezza anche quando madre Terra ti richiama all’ordine. E tu torni con la tua emozione sospesa nel vuoto ancora pieno delle note appena ascoltate.

 

Mått Mūn

Lux

Beautiful Losers

 

Alma Marlia

The Kooks “10 Tracks to Echo in the Dark” (Lonely Cat / AWAL Recordings, 2022)

Il post punk nasce, poeticamente, dalla delusione che la generazione punk provò nei confronti del genere che gridava “No Future” a squarciagola. Quella tanto agognata rivoluzione non ebbe mai davvero luogo e dopo una manciata di anni di furore, del “No Future” rimase solo il “No”. Il post punk prese su di sé la delusione e la disillusione di una generazione che si sentì lasciata sola, abbandonata, e le diede uno spazio tutto suo.

Il sesto disco dei The Kooks nasce da una delusione molto simile, seppur temporalmente dissimile. 10 Tracks To Echo In The Dark è il sesto album della storica indie rock band, un disco molto atteso e che per certi versi supera l’ottimo predecessore Let’s Go Sunshine. Luke Pritchard, frontman della band, rimane molto deluso quando il suo paese, l’Inghilterra, decide di staccarsi dall’Europa attraverso l’arci nota Brexit.
Dopo i tour trionfali di Let’s Go Sunshine, Pritchard e i suoi si rendono conto di essere ormai tra i big e di avere un pubblico che si rinnova automaticamente ma soprattutto di avere un pubblico davvero internazionale, squisitamente europeo. Sapere di vivere in un paese dichiaratosi estraneo rispetto un continente non va a genio a The Kooks, specialmente al frontman, il quale si ritrova a viaggiare spesso nella capitale emerita dell’Europa, Berlino. Non è raro che musicisti, artisti e creativi in generale trovino rifugio nella capitale teutonica ma è proprio li che prende forma 10 Tracks To Echo In The Dark.

Con questo disco la band cerca e trova un sound che si riconosce nel suo essere genuinamente internazionale, europeo, sempre con i piedi ben piantati nell’indie rock. Si respira un’atmosfera cosmopolita, quasi libertina nel disco ma ciò che più stupisce è l’inserimento della parte elettronica che si amalgama gioiosamente con le loro caratteristiche chitarre e ritmiche.

Fin da Connection, la prima traccia, si ode quel qualcosa che ti fa dire “si sono The Kooks, ma c’è qualcosa di nuovo”, da qui poi è tutta discesa.
Piace e colpisce il synth “francese” di Jesse James, rapisce la cavalcata synthpop di Closer ma non poteva mancare il pezzo alla Bowie, Sailing on a Dream che guarda dritto in faccia il Duca Bianco, ricordandoci che anche lui ha vissuto nella mitologica Berlino. Con Modern Days The Kooks tornano ad essere The Kooks ma con una consapevolezza diversa, forse più matura, forse solo più espansa.
25 merita una nota dedicata perché ci avviciniamo a territori cari a gente come Beach House ma con un giro di basso più deciso. I synth tacciono sul finale per lasciare spazio a una ballad che sarebbe un magnifico pezzo di chiusura per una serie Netflix su giovani disadattati e disagiati che alla fine ce la fanno, Without A Doubt.

10 Tracks To Echo In The Dark è in ultima analisi un disco ben fatto, un lavoro che sa guardare davvero il presente per capirlo e farlo proprio. La colonna sonora ideale per una banda di dandy disadatti e disagiati che alla fine ce la fanno.

 

The Kooks

10 Tracks To Echo In The Dark

Lonely Cat / AWAL Recordings

 

Fernando Maistrello

LP @ Auditorium Parco Della Musica

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• LP •

Auditorium Parco Della Musica (Roma) // 22 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Claudia Bianco

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Thurston Moore + Manuel Agnelli @ Balena Festival

Arena del Mare (Genova) // 21 Luglio 2022

 

Che la serata del 21 luglio del Balena Festival di Genova sarebbe stata diversa da quello a cui sono abituata l’ho capito appena varcati i cancelli e vedendo le sedie schierate sotto il palco principale del festival: per una frazione di secondo mi sono sentita portata indietro all’anno scorso, quando le sedie dovevano essere la normalità per qualsiasi concerto. Poi sono tornata alla realtà, allo spettacolo che avrei visto, e ho pensato che tutto sommato, quelle sedie poteva avere la loro ragione di esistere.

Il Balena infatti ha schierato due pezzi da novanta: Thurston Moore – chitarrista dei Sonic Youth – con la sua band prima, e Manuel Agnelli dopo.

A intervallare, Dellacasa Maldive e Cara Calma, alternando cosí in un denso cartellone vecchie glorie e nuove leve. Davanti al palco dove si sono esibiti loro però le sedie non c’erano e infatti sarebbe stato strano il contrario. Giovani ed energiche, le due band hanno accompagnato e fatto ballare la serata più “adulta” (passatemi l’aggettivo) dell’intero festival. 

Ad ogni modo, le sedie avevano ragione di esistere perché i due spettacoli sul palco principale sono stati una forma di rapimento. Osservare le dita di Thurston Moore muoversi come se avessero vita propria lungo la chitarra richiedeva una certa attenzione, oltre a suscitare stupore tra tutti i presenti. Per un’ora abbondante il chitarrista dei Sonic Youth avrà staccato le mani dal suo strumento – maneggiato con la cura con cui si maneggia un oggetto prezioso e allo stesso tempo usato con la gioia di chi sta giocando al proprio gioco preferito – per quelli che saranno stati dieci minuti in tutto, a voler stare larghi. Nessun effetto speciale, nessun abito stravagante: solo lui, la sua band e la musica. 

È stato diverso, ma è stato anche uno Spettacolo (lettera maiuscola voluta), uno di quelli dopo il quale non puoi fare altro che chiederti come sia possibile che esista un talento del genere.

 

20220712 manuelagnelli pistoia letiziamugri 23

 

Anche Manuel Agnelli era accompagnato dalla sua band, una band ringraziata a più riprese. Non a caso, la cosa che mi ha colpito di più probabilmente alla fine di questa serata è stata l’umiltà di cui hanno fatto prova tutti gli artisti presenti: grati della presenza del pubblico, grati per chi ha scelto di accompagnarli sul palco, grati per poter essere semplicemente lí. 

Il concerto è stato un andirivieni tra pezzi recenti e successi degli Afterhours, durante i quali il pubblico ha dimenticato dell’esistenza di quelle sedie sistemate con precisione. Non sono neanche mancati i momenti di contatto con il pubblico: alcuni più didascalici – in primis quello sulla dignità dei “pezzi su commissione” prima di intonare La Profondità degli Abissi, pluripremiata canzone scritta per il film Diabolik – altri più emotivi, come quello che ha preceduto Padania, altri invece genuinamente divertenti, dato che Manuel Agnelli, oltre a dar prova di grande umiltà, si è dimostrato anche incredibilmente autoironico. 

Se Thurston Moore aveva la chitarra, Manuel Agnelli aveva la voce. Ovviamente non è il suo unico strumento (l’affiancamento alla tastierista Beatrice Antolini durante Proci o l’assolo di chitarra verso la fine lo hanno ampiamente dimostrato), ma ieri sera è stata sicuramente il suo asso nella manica. Una voce potente che risuonava in tutto il Porto Antico e al tempo stesso malleabile, tanto da riuscire ad adattarla e a modificarla, fino quasi a sembrare persone diverse, a seconda del pezzo. 

E ieri sera, mentre guardavo il pubblico urlare insieme a lui pezzi come Non si esce vivi dagli anni ’80 o Ballata per la mia piccola iena, ho pensato che se avessi avuto l’età che ho oggi tra gli anni ’90 e l’inizio del 2000, sarei stata una fan sfegatata di quei pezzi lì.


Francesca Di Salvatore

foto di copertina Roberto Mazza Antonov
foto nel testo Letizia Mugri

Tre Domande a: Giacomo Riggi

Come e quando è nato questo progetto?

Direi che dopo qualche tempo che non facevo uscire qualcosa di veramente nuovo mi è tornata la voglia di mettere insieme alcuni brani per un nuovo disco, come il semplice desiderio di tornare in studio per condividere la mia musica con amici musicisti e raccogliere quindi una serie di composizioni che mi stavano a cuore. In particolare canzoni in questo caso, dove la grande novità sta nel fatto di essermi “esposto” con canzoni in lingua italiana per la prima volta. Alcuni di questi brani, come Desperate Call, Climb Your Ladder e Delicate Speranze sono nati durante un periodo su una nave da crociera, ho voluto mettermi alla prova, cercando di scrivere un brano al giorno per 24 giorni in tutte le tonalità, da questa sfida sono nate alcune composizioni delle quali sono molto soddisfatto. Una volta tornato in Italia ho appunto deciso di raccogliere queste idee e di farne un disco.

 

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Questa è una domanda interessante! Vorrei arrivasse la verità prima di tutto, la verità nel senso che per quanto mi riguarda so benissimo che tutto quello che scrivo è si pensato ovviamente ma è soprattutto il risultato di ciò che sono e di quello che ho dentro. Mi piacerebbe tanto quindi che si percepisse la sincerità con la quale scrivo e mi metto in gioco. Ognuno sentirà cose diverse e questo è anche il bello della musica, 11Windows è un disco fatto di tante cose diverse, questo probabilmente metterà in crisi qualcuno durante l’ascolto, e da un lato questo mi piace. Mi piace che alla fine qualcuno dica: “Ma chi è lui? Dove lo colloco?” Non mi pongo più l’obiettivo di trovare una mia identità, la mia identità sono diverse identità.

 

Progetti futuri?

I progetti futuri sono tanti in realtà, sicuramente terminare di scrivere la mia terza operetta orchestrale per ragazzi sperando di portarla in scena presto, portare in giro 11Windows per farlo conoscere a quante più persone possibili, continuare a studiare a mantenere attive le mie attuali collaborazioni musicali e prendermi cura dell’Agriturismo di famiglia, un luogo meraviglioso nelle campagne Toscane che vorrei fosse scenario di eventi ancora più di adesso.

Fantastic Negrito @ Fiesole

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• Fantastic Negrito •

Teatro Romano (Fiesole) // 20 Luglio 2022

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foto di Letizia Mugri

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Editors @ Balena Festival

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• Editors •

 BALENA FESTIVAL

Arena del Mare (Genova) // 19 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Inizio anni Duemila: un cuore rotto e un meraviglioso rock inglese. Ho viaggiato nel tempo e nello spazio? No, sono andata al concerto degli Editors, che per la loro unica data italiana del tour estivo hanno scelto Genova e il Balena Festival. La rassegna musicale è nata nel 2019 in Piazza delle Feste e in pochi e difficili anni è riuscita a crescere e diventare un punto di riferimento per il capoluogo ligure, arrivando all’Arena del Mare per essere protagonista dell’estate con artisti di fama internazionale e – quest’anno – sotto un unico e grande tema: “Solo amore”. 

L’apertura della serata è stata affidata a quattro band: Atlante, Ada, Coach Party e Post Nebbia, che si sono alternate sui due palchi dell’Arena del Mare. I Coach Party, sul loro sito ufficiale, si definiscono “i quattro pezzi dell’Isola di Wight, con canzoni contagiose e testi spiritosi che vanno ben oltre i loro anni” e annunciano che stanno per entrare a fare parte delle nostre vite. Alla piacevole scoperta del gruppo inglese, devo aggiungere quella dei Post Nebbia, la band padovana che esplora sonorità psichedeliche con la voce di Carlo Corbellini, classe 1999. Lui era quasi ipnotico, con l’aspetto, l’atteggiamento e lo sguardo serio e malinconico che sembravano frutto di una fusione tra Kurt Cobain e Ian Curtis, anche se è troppo difficile competere con loro due. Lo stampo della band, quindi, non è nulla di nuovo, ma la loro interessante performance è qualcosa di cui abbiamo bisogno nella nuova scena musicale italiana. Speriamo che riescano a sfruttare al meglio il loro potenziale.

Subito dopo i saluti dei Post Nebbia, il pubblico ha iniziato a spostarsi emozionato e in massa verso il palco principale: le luci erano calate e nella penombra si vedevano Tom Smith, Russell Leetch, Edward Lay, Justin Lockey, Blanck Mass ed Elliot Williams che si preparavano a una delle serate musicali più memorabili per Genova. “We were always meant for this/Shot through the dark my reason to exist/Why?/No one will love you more/than I do/I can promise you that/And when your love breaks I’m inside you/Like a heart attack.” Sulle note di Heart Attack, siamo stati catapultati violentemente in una serata pazzesca. 

L’atmosfera era magica: giochi di luci e colori, sguardi fissi verso il palco, balli improvvisati, mani al cielo e pochi telefoni in aria. Il pubblico era eterogeneo, un’armonia tra persone di tutte le età che si godevano una performance incantevole e necessaria, che mi ha ricordato che cosa significhi ascoltare e amare la buona musica. Tom Smith è stato una guida perfetta, capace di coinvolgere le persone intorno a lui ed era visibilmente felice di occupare il suo posto. Le sue facce e i suoi movimenti sciolti e scenografici accompagnavano la sua voce potente e quel rock indie, punk e alternativo capace di farci innamorare da decenni e renderci uguali, nonostante le età diverse. 

In una delle sere più calde di tutta l’estate, mi sono mossa con coraggio verso la calca delle prime file, conquistandomi un piccolo spazio dietro a una signora munita di un preziosissimo ventaglio. Mentre rubavo un po’ di aria fresca, gli Editors hanno iniziato a intonare un brano accolto con urla di gioia e salti. “How can you always be late for your arrival?/You know I forgive you every single time/Retreat, retreat/I’ve fallen at the low tide.” Era Bones, una canzone devastante, da ascoltare a occhi chiusi mentre si balla.

Ho vissuto il concerto da varie angolazioni, godendomi i musicisti felici di caricare il pubblico e, sicuramente, le valutazioni più interessanti le ho fatte quando mi sono messa in fondo a contemplare tutto il parterre. Spesso, ci soffermiamo a parlare di chi si mette nelle prime file e, magari, arriva ore prima nella location di un concerto solo per avere la migliore visuale del palco. Ma avete mai guardato le persone che stanno in fondo, dove il pubblico si è diradato? Loro sono gli inconvenzionali. Se ne fregano della legge dell’arrivare presto, del comparire nelle fotografie sotto il palco: loro ballano e cantano, liberano il loro corpo negli spazi più vuoti e non si preoccupano di nulla. Nessuno li osserva, nessuno interrompe le loro danze con le gomitate. Le persone delle ultime file sono sole con la musica.

Dopo alcuni grandi e attesi successi come Magazine, Karma Climb e Violence, è arrivata la quota romanticismo: Kiss, un inedito del prossimo album che ha scaldato l’atmosfera e acceso la voglia di baci tra le coppie di un pubblico che iniziava a essere stanco, ma sempre sorridente.

“Say goodbye to everyone/You have ever known/You are not gonna see them ever again/I can’t shake this feeling I’ve got/My dirty hands, have I been in the wars?/The saddest thing that I’d ever seen/Were smokers outside the hospital doors/Someone turn me around/Can I start this again?” Smokers Outside the Hospital Door: la aspettavamo ed è stata, come prevedibile, uno schiaffo in faccia. Un testo meraviglioso arricchito dalla potenza della voce di Smith e dalla musica.

Sulle note di No Sound but the Wind e il fragore degli applausi, gli Editors ci hanno lasciati con un elegante inchino e la malinconia di un appuntamento fugace, meraviglioso e struggente che solo una band duratura ed eccezionale può regalarci. Inizio anni Duemila: un cuore rotto e un meraviglioso rock inglese. Ho viaggiato nel tempo e nello spazio? Sì.

 

Marta Massardo

foto di Ingrid Zambrano

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FANTASTIC NEGRITO, mer 20/7 Teatro Romano di Fiesole (Firenze) – parte dall’Estatate Fiesolana il nuovo tour italiano

Fantastic Negrito, essenza della black music
Al via da Fiesole (Firenze) il nuovo tour italiano

FANTASTIC NEGRITO
Mercoledì 20 luglio – ore 21.15
Teatro Romano – via Portigiani, 1 – Fiesole (Firenze)

Vincitore di ben tre Grammy Award, Fantastic Negrito è l’essenza e la verità dell’essere umano raccontata sotto forma di black music. Dopo due anni di attesa, l’artista americano approderà mercoledì 20 luglio al Teatro Romano di Fiesole (Firenze), prima data del tour italiano che, nei prossimi giorni, lo vedrà in scena anche a Gardone Riviera, Pordenone e Genova.

Inizio ore 21,15. Biglietti posti numerati 25,30/28,75 euro. Prevendite online su www.estatefiesolana.it e nei punti vendita dei circuiti Boxoffice Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita). Info www.estatefiesolana.it. Si recupera il concerto previsto per luglio 2020 e posticipato due volte a causa della pandemia. Restano validi i biglietti acquistati per tutte le date.

In primo piano ci sarà ‘White Jesus Black Problems’, il nuovo album – e film, visibile qui https://www.youtube.com/fantasticnegrito – che Fantastic Negrito ha pubblicato un mese fa, un viaggio ancestrale tra blues, black music e rock, tra razzismo, capitalismo, storie di antenati e il significato stesso di libertà.
Xavier Amin Dphrepaulezz, questo il vero nome, ha compiuto un viaggio a ritroso nel tempo fino alla Virginia coloniale del 1756, attingendo alla storia d’amore dei suoi avi, la serva bianca e scozzese Elizabeth Gallamore e lo schiavo di colore Courage.
“Le persone leggono il titolo dell’album e sono pronte a sfoggiare giacche militanti – spiega l’artista – ma questo è un disco sull’amore e sulla ricerca di modi per usare il passato come cura per il futuro… perché alla fine la perseveranza ha vinto, come l’amore”.
Dal punto di vista sonoro, ‘White Jesus Black Problems’ è emotivamente carico, tra grintoso rock and roll, contagiosi groove R&B ed energico funk, per un suono che riesce a sembrare allo stesso tempo vintage e sperimentale.

La storia di Fantastic Negrito è avvincente e radicata nella lotta e nella contesa: dai massimi di un contratto discografico da un milione di dollari ai minimi di un incidente stradale quasi fatale, che lo ha lasciato in coma, danneggiando permanentemente la sua mano e cambiando la sua visione della vita. Dalle strade di Oakland al palcoscenico mondiale, la musica di Fantastic Negrito trasuda schiettezza, tra black music, roots, punk e blues, testi autobiografici e di condanna, di speranza e sincerità.
Al di fuori della musica, Xavier mette in atto il suo essere socialmente progressista e ha creato Storefront Market, un mercato gratuito per il pubblico, con venditori che rappresentano la comunità di West Oakland e i quartieri circostanti. Gestisce inoltre la sua fattoria urbana, Revolution Plantation, dove insegna alla comunità a fare giardinaggio, uno sforzo per trasmettere pratiche che possono sostenere allo stesso modo i quartieri locali e il nostro pianeta, mentre si connette con I suoi antenati Free Negro Farmer appena scoperti.

La scorsa estate Fantastic Negrito ha pubblicato il singolo ‘Rolling Through California’, un grido di battaglia “twangy, country-soul groove” (New York Times) che invita alla solidarietà e all’azione collettiva sulla scia della siccità, delle sfide nella gestione dell’acqua e della crescente calamità degli incendi della California. Registrata nel suo studio a Oakland, la traccia presenta inoltre una potente performance vocale del collega artista Miko Marks.

Nell’ambito dell’Estate Fiesolana 2022. Organizzata da Prg e Music Pool unitamente al Comune di Fiesole, Estate Fiesolana 2022 è realizzata con il contributo di Comune di Fiesole e Fondazione CR Firenze, con il sostegno di Dorin, Bibi Graetz, Chianti Banca, Unicoop Firenze, Il Salviatino e Sammontana.

Biglietti posti numerati
Primo settore 28,75 euro
Secondo settore 25,30 euro

Prevendite
Online su www.estatefiesolana.it
Nei punti vendita del circuito regionale Box Office www.boxofficetoscana.it/punti-vendita
Presso la biglietteria del Teatro Romano di Fiesole: via Portigiani, 1 – Fiesole – tel. 055.5961293 aperta da lunedì a sabato ore 9.00/18.30 e dalle 19,45 la sera di spettacolo.

Info spettacoli Estate Fiesolana
Teatro Romano di Fiesole – via Portigiani, 1 – Fiesole (Firenze)
Tel 055.5961293 – [email protected]  – www.estatefiesolana.it

Portatori di Handicap
I portatori di handicap possono acquistare un biglietto specifico al prezzo più basso previsto per l’evento ed entrare con un accompagnatore gratuito. I biglietti sono reperibili esclusivamente attraverso i punti vendita del Circuito Box Office Toscana. Si sconsiglia fortemente l’acquisto di un biglietto generico.

Sconti e riduzioni
Biglietti ridotti per i residenti di Fiesole acquistabili esclusivamente alla biglietteria del Teatro, presentando un documento di identità che attesti la residenza.
I bambini sotto i 4 anni di età entrano gratuitamente accompagnati da un adulto, in numero di un bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto ad occupare un posto a sedere.

Ufficio stampa concerto Fiesole: Marco Mannucci
[email protected] cell. 347 7985172