Indie Jungle Fest
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• Day 1 •
05 Settembre 2022

Fulminacci – Foto di Luca Ortolani

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Fulminacci – Foto di Luca Ortolani
Come e quando è nato questo progetto?
Dopo anni in cui ho suonato come tastierista/pianista in numerosi gruppi avevo la necessità di intraprendere un mio percorso personale in cui potermi esprimere musicalmente al 100%. Già da anni producevo musica strumentale ma solamente nel 2019, con la pubblicazione del mio primo EP Dreamer, nasce The 24 Project.
Ci sono degli artisti in particolare a cui ti ispiri per i tuoi pezzi?
Due artisti che per me sono dei veri pilastri del genere sono Bonobo e Four Tet, fanno entrambi parte della scena della musica elettronica internazionale. Un altro artista che fa parte di quest’ambiente a cui mi ispiro molto è Jon Hopkins. Tuttavia avendo suonato per molto tempo in diverse cover band ho comunque influenze musicali che provengono da molti generi.
Progetti futuri?
In questo periodo sto producendo nuova musica che spero di poter farvi ascoltare molto presto, inoltre sto lavorando per portare il mio progetto anche in situazioni live, spero già nella stagione invernale.
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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Lucia Adele Nanni
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SKY ARTE ED ERMA PICTURES
PRESENTANO
“INDIE JUNGLE FEST”
3 SERATE DI CONCERTI IN PROGRAMMA AL LIDO DI VENEZIA
5, 6 e 7 Settembre
Lido di Venezia @ Aeroporto Nicelli
Ore 22.00 – Ingresso gratuito fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria su Ticketsms www.Ticketsms.it
Con i concerti di Fulminacci, Ditonellapiaga, Calibro 35, La Rappresentante di Lista
INDIE JUNGLE, il format televisivo dedicato alla musica dal vivo in onda su Sky Arte, sbarca al Lido di Venezia: il 5, 6 e 7 settembre, presso l’Aeroporto Nicelli durante le giornate della 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è in programma “INDIE JUNGLE FEST”, la serie di concerti esclusivi organizzati da ERMA PICTURES in collaborazione con SKY ARTE e AEROPORTO NICELLI per presentare la nuova stagione di “INDIE JUNGLE”.
Le tre serate, tutte a ingresso libero fino ad esaurimento posti, vedranno sul palco i concerti di FULMINACCI, DITONELLAPIAGA, CALIBRO 35 e LA RAPPRESENTANTE DI LISTA.
INDIE JUNGLE FEST – I CONCERTI
05 settembre doppio set FULMINACCI + DITONELLAPIAGA
06 settembre CALIBRO 35 plays Morricone
07 settembre LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
Aeroporto Nicelli – ore 22.00
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti con prenotazione obbligatoria su Ticketsms – www.Ticketsms.it
Apertura cancelli ore 21.00
Inizio concerto ore 22.00
Termine evento ore 00.00
Una rassegna unica che porta per la prima volta al Lido di Venezia i concerti di alcuni dei numerosi artisti che sono stati presenti nelle precedenti stagioni di Indie Jungle – Fulminacci, Calibro 35 e La Rappresentante di Lista – e le anticipazioni della nuova edizione, con Ditonellapiaga tra i protagonisti della terza stagione.
La location d’eccezione che ospita le tre serate di “INDIE JUNGLE FEST” è l’Aeroporto Giovanni Nicelli, conosciuto anche come Aeroporto di Venezia Lido, noto in quanto primo aeroporto civile d’Italia, aperto nel 1926. Questo scalo, grazie alle caratteristiche storiche, alle peculiarità architettoniche e allo straordinario grado di conservazione della sua aerostazione, è considerato a livello internazionale fra gli aeroporti più belli al mondo.
Oltre alle attività di aviazione, l’aeroporto oggi si propone come sede per eventi culturali, esposizioni d’arte e di design, concerti ed esclusivi happening ed eventi privati.
“Indie Jungle Fest” si apre lunedì 5 settembre con i concerti di Fulminacci e Ditonellapiaga.
Tra i giovani autori rivelazione degli ultimi anni, Fulminacci si sta imponendo nel panorama attuale per la sua versatilità la sua brillantezza. Vincitore della Targa Tenco 2019 per la categoria Miglior Opera Prima con il suo album di debutto “La Vita Veramente”, nel 2021 partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Santa Marinella”, certificato Disco d’Oro secondo Fimi/Gfk, che anticipa il secondo apprezzatissimo lavoro discografico dell’artista, “Tante Care Cose”.
Eclettica e ironica, Ditonellapiaga è reduce da un anno di importanti riscontri, dalla partecipazione al Festival di Sanremo 2022 con il brano “Chimica” (certificato Disco di Platino) in coppia con Donatella Rettore, alla vittoria della Targa Tenco 2022 per la categoria Miglior Opera Prima con il disco “Camouflage”, sintesi perfetta della sua musica che spazia con naturalezza da sonorità elettroniche più crude e acide a quelle più morbide e armoniche di un pop dal respiro internazionale.
Martedì 6 settembre l’Aeroporto Nicelli ospiterà il concerto dei Calibro 35 ‘plays Morricone’, il live dell’importante progetto discografico dedicato a Ennio Morricone intitolato “SCACCO AL MAESTRO”, che la formazione sta portando dal vivo in tutta Italia, in attesa della pubblicazione del secondo volume, previsto nell’autunno del 2022.
I Calibro 35 sono considerati un punto di riferimento della scena nazionale e internazionale grazie agli oltre 10 anni di frenetica attività declinata in molteplici forme di espressione musicale: dalle colonne sonore alle sonorizzazioni, dalle produzioni tv agli spettacoli teatrali, fino alla realizzazione di moltissimi live in tutto il mondo.
Chiude “Indie Jungle Fest” il concerto de La Rappresentante di Lista in programma mercoledì 7 settembre. Con due partecipazioni in gara al Festival di Sanremo, nel 2021 e nel 2022, quattro album all’attivo, un romanzo e centinaia di live in tutta Italia, La Rappresentante di Lista è oggi tra le realtà più trasversali e interessanti del panorama musicale contemporaneo. In gara al Festival di Sanremo 2022 con il fortunato brano “Ciao Ciao”, il progetto nato dall’incontro tra Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina conquista definitivamente pubblico e critica, ottenendo il doppio Disco di Platino e diventando campione di streaming, rimanendo per diverse settimane ai vertici delle classifiche radiofoniche.
INDIE JUNGLE – IL PROGRAMMA
Dopo il successo delle prime due stagioni, che hanno visto raccontare la musica e la storia artistica di alcuni tra i nomi più rappresentativi della scena musicale contemporanea, Sky Arte ed Erma Pictures annunciano la terza stagione del programma televisivo dedicato al mondo dei live che propone sullo schermo l’esperienza di un intero concerto dal vivo.
Fin dalla prima stagione, Indie Jungle si è distinto nel panorama televisivo italiano per la novità della proposta e per le peculiarità del format che vede per la prima volta sullo schermo gli autori della musica indie italiana raccontarsi in speciali interviste ed esibirsi in esclusive live session, attraverso un accurato ritratto che rende le puntate dei veri e propri mini documentari.
INDIE JUNGLE è un programma scritto da Max De Carolis e Fabio Luzietti e prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con Sky Arte. La terza stagione andrà in onda in autunno su Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky) e sarà disponibile in streaming su NOW e on demand.
Le prime due stagioni di Indie Jungle, che hanno visto protagonisti Frah Quintale, Fulminacci, Calibro 35, Coma Cose, La Rappresentante di Lista, Gazzelle, Ghemon, Eugenio in via di Gioia, Colapesce e Dimartino, Selton, Lucio Corsi, Lucio Leoni, Ministri, Motta, Joan Thiele, Fast Animals and Slow Kids, Myss Keta, Francesco Bianconi, Melancholia, Tutti Fenomeni, NAIP, Vasco Bondi, Margherita Vicario, sono disponibili in streaming su NOW e on demand.
Dopo lo straordinario concerto che abbiamo potuto ammirare a Torino, RAMMSTEIN mantengono la promessa e tornano in Italia nel 2023! L’evento si svolgerà sabato 1° luglio 2023 allo Stadio Euganeo di Padova.
I biglietti saranno disponibili su Ticketone alle ore 10:00 di martedì 6 settembre per gli iscritti a LIFAD, il fan club ufficiale della band. La prevendita generale partirà alle ore 10:00 giovedì 8 settembre.
RAMMSTEIN torneranno quindi in tour negli stadi di tutta Europa per la terza volta consecutiva, presentando quello che è stato definito dai media come uno show monumentale, fatto di fuoco, esplosioni e potenza pura.
I dettagli della data:
RAMMSTEIN
Sabato 1° luglio 2023
Padova, Stadio Euganeo
Apertura cancelli ore 15:00
Inizio concerto ore 20:00
BIGLIETTI:
LIFAD presale – martedì 6 settembre dalle ore 10:00per 24 ore.
Link – https://www.ticketone.it/artist/rammstein/?affiliate=PI2
Prevendita generale – giovedì 8 settembre dalle ore 10:00.
Link – https://www.ticketone.it/artist/rammstein/
Radiofreccia è la radio ufficiale del concerto dei RAMMSTEIN
Metalitalia è media partner del concerto dei RAMMSTEIN
RAMMSTEIN EUROPE STADIUM TOUR 2023
22.05.2023 Lithuania, Vilnius, Vingio Parkas
27.05.2023 Finland, Helsinki, Olympiastadion
28.05.2023 Finland, Helsinki, Olympiastadion
02.06.2023 Denmark, Odense, Dyrskueplads
07.06.2023 Germany, Munich, Olympiastadion
08.06.2023 Germany, Munich, Olympiastadion
14.06.2023 Slovakia, Trenčín, Trenčín Airport
17.06.2023 Switzerland, Bern, Stadion Wankdorf
18.06.2023 Switzerland, Bern, Stadion Wankdorf
23.06.2023 Spain, Madrid, Estadio Cívitas Metropolitano
26.06.2023 Portugal, Lisbon, Estádio Da Luz
01.07.2023 Italy, Padova, Stadio Euganeo
06.07.2023 Netherlands, Groningen, Stadspark
11.07.2023 Hungary, Budapest, Puskás Aréna
15.07.2023 Germany, Berlin, Olympiastadion
16.07.2023 Germany, Berlin, Olympiastadion
22.07.2023 France, Paris, Stade de France
26.07.2023 Austria, Vienna, Ernst-Happel-Stadion
30.07.2023 Poland, Chorzów, Stadion Śląski
04.08.2023 Belgium, Brussels, King Baudouin Stadium
La data che 50 CENT terrà il 22 ottobre al Mediolanum Forum di Assago (MI) è sold out!
A grande richiesta si aggiunge un nuovo concerto che si svolgerà al Palazzo del Turismo di Jesolo (VE) il prossimo 23 ottobre.
Biglietti disponibili su Ticketone il 31 agosto alle ore 10:00.
Con oltre 30 milioni di album venduti in tutto il mondo 50 CENT si è affermato negli anni anche come imprenditore, attore e produttore, legando per sempre il proprio nome alla storia del rap con il clamoroso album di debutto “Get Rich or Die Tryin’” pubblicato nel 2003.
I dettagli della nuova data:
50 CENT
Domenica 23 ottobre 2022
Jesolo (VE), Palazzo del Turismo
Apertura cancelli ore 19:00
BIGLIETTI:
Disponibili dalle ore 10:00 del 31 agosto a quest’indirizzo: https://www.ticketone.it/artist/50-cent/
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PRIMAL SCREAM
YARD ACT
DIIV
ARAB STRAP
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Il terzo giorno dei TOdays ha come protagonista la lineup. Un meraviglioso dessert, per completare l’indigestione, nomi da festival internazionale, nelle stesse sei ore.
Siamo infatti al primo sold-out dei tre giorni, ma era inevitabile.
Iniziano gli Arab Strap, ovvero l’unica coppia che si sia riunita in tempi di pandemia, per altro dopo quindici anni di separazione. Aidan Moffat e Malcolm Middleton sul palco sono un polo magnetico, creano musica, atmosfera, racconto, conto e caffè, grazie. La loro esibizione galleggia sull’elegante tappeto sonoro creato da Middleton sui cui Moffat recita e canta i suoi testi. Hanno iniziato nel 1995, e si vede. Soprattutto si sente. Monolitici.
Il secondo, golosissimo, nome sul cartellone sono i DIIV, in tour per presentare l’ultimo lavoro, Deceiver, un disco che racconta la rinascita, o, forse, data la storia personale del cantante Zachary Cole Smith, siamo davanti a una resurrezione. L’album è stato registrato a Los Angeles e prodotto da Sonny Diperri (Nine Inch Nails, My Bloody Valentine).
Suonano ben tredici brani, trascinandoci tutti in un universo parallelo di dream pop e shoegaze, quasi patinato, a volte invece sporco e graffiato a ricordare certi momenti lirici di Corgan e soci.
Ciondolano i giovani.
Ciondolano i cinquantenni.
Ciondola il meteo (di nuovo).
E ciondola Torino da tre giorni.
È un set di altissimo livello, di maniera ma sorprendente, e alza tantissimo l’asticella della serata.
Asticella che faticano a superare gli Yard Act, terza band in lista. Erano attesi, attesissimi, e il loro live, al netto di tutto è stato buono. Dodici pezzi, dieci da The Overload, la super hit eponima che ha fatto ballare lo sPAZIO211 in toto, tutto ben eseguito anche se con qualche ma. Ho colto sfumature che nell’album non avevo colto e che hanno increspato il mio nasone. Era come se un rumore di fondo dei Franz Ferdinand si fosse incastrato nel mixer, cambiando d’accento l’intero album. Che rimane un disco di altissimo valore, sia chiaro.
“What an amazing lineup” chiosa il cantante James Smith, ricordandoci che la serata deve ancora vivere quello che tutti attendono come l’evento del TOdays 2022: i Primal Scream che ci ripropongono Screamdelica.
Sul palco sale una leggenda vivente, Bobby Gillespie, fasciato in un sobrio completo che riprende la copertina di un’altra leggenda: l’album Screamadelica, uscito nel 1991 e di cui avremmo dovuto festeggiare il trentennale. L’odioso condizionale è lì a ricordarmi e a riportare alle cronache che la band inglese, del glorioso album, ha suonato due pezzi, il secondo dei quali nell’unico brano dell’encore. Niente full album. Hanno suonato un’ora, titoli di coda compresi, e ci hanno lasciato con il cuore infranto e senza limoncello.
Però.
Però alla fine ho sentito un set dei Primal Scream. Ho visto Gillespie. Movin’ on Up l’hanno suonata, torno a casa pure asciutto. Non sarà questo dispetto in zona cesarini a rovinare la tre giorni. La lineup della terza sera entra nella lista dei concerti torinesi da ricordare, vicino a quelli, pieni di mitologia, degli anni novanta. Perché Torino, in questo ultimo week end di agosto aveva un po’ quel sapore di una volta, di capitale inconsapevole di un movimento un po’ indie un po’ sabaudo, di piccolo centro magnetico per band che poi avrebbero segnato un’epoca. In fondo, al netto degli streaming, dei social, dei telefoni sempre più verticali, quello che conta è sempre e solo quello che accade sul palco e lì sopra la musica viene giudicata, goduta, ammirata, assaggiata. L’opera d’arte nell’epoca della sua instagrammabilità, ha valore quando vive nel momento del live. Segnare.
Fine del festival, torno a casa e metto su Screamadelica.
In tasca quattro token.
Scarpe da lavare, polpacci di ghisa.
Ma ho ancora i bassi che saltellano sul diaframma.
Andrea Riscossa
foto di Ilenia Arangiaro
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[/vc_column_text][vc_empty_space][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ci sono momenti in cui Torino sa essere un luogo affascinante e sembra essere qualcosa di diverso dallo stereotipo di città post-industriale, senza identità, perennemente a un bivio.
Ci sono momenti in cui sembra decisa, sicura e accogliente, come se da sempre sapesse mettere la musica al centro di un progetto e far sì che tutto il resto funzioni per osmosi.
Il TOdays Festival è giunto alla settima edizione, e punta diritto verso una maturità anticipata ma meritatissima. Il progetto è organizzato dalla Città di Torino, ed è un punto fondamentale, perché slega l’organizzazione dalle dinamiche tipiche di un festival: grandi nomi, grande venue, massimizzare il profitto. Nel corso degli anni si è lavorato per creare un’immagine di qualità, più che di quantità, e, come accade nelle favole moderne, l’investimento viene ripagato. Le lineup dei tre giorni hanno attirato pubblico da tutta Italia e dall’estero, tanto che ho sentito francesi parlare napoletano (il contrario sarebbe stato banale, suvvia), e ho conosciuto chi da Londra è giunto in città inseguendo qualche amatissima band (e chi se non per i Black Country New Road?).
I TOdays non sono solo musica. Ci sono state una quarantina di attività in cartellone, oltre alla proposta serale di musica presso lo sPAZIO211, presso l’ex fabbrica INCET. Entrambi i luoghi si trovano nella periferia di Torino, segno dell’attenzione riposta nella scelta di dove collocare, fisicamente, un momento così importante di apertura al mondo.
E apertura, movimento, fluidità, sono state parole chiave della tre giorni.
Breve pagella non richiesta prima del racconto delle serate:
Voto dieci all’atmosfera: tutti rilassati e con voglia di divertirsi, l’ultima sera di concerti si è chiusa con i Primal Scream sul palco e gli Arab Strap tra il pubblico a bere birrette. Accadde a Torino.
Voto nove alle lineup. Sono state sicuramente un richiamo per molti, considerando le undici esclusive nazionali. Insomma, o ai TOdays o aereo.
Voto otto al meteo, che regala in tre giorni l’esperienza della stagione secca e dei monsoni, che produce coreografie gratuite ai Molchat Doma, e che fa ballare sotto la pioggia.
Voto sette per i suoni, i volumi, e insomma, si è sentito bene e tutto, anche l’ottavino.
Voto sei per il cibo. Ma era tutto così rilassato che anche i token non mi sono sembrati token. Almeno non fino a lunedì mattina, quando sono usciti dalle tasche, maledetti.
Voto cinque, ed unica insufficienza, per i Primal Scream, ma andiamo con ordine…
…continua a leggere aprendo le pagine delle singole giornate!
Andrea Riscossa
Foto di Roberto Mazza Antonov (day 1+2) e Ilenia Arangiaro (day 3)[/vc_column_text][vc_empty_space][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]
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[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a TOdays Festival[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
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FKJ
MOLCHAT DOMA
LOS BITCHOS
SQUID
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La seconda serata del TOdays inizia con una piacevole sorpresa. Gli Squid riescono in quindici minuti a richiamare il pubblico sotto il palco, a farlo ciondolare prima, saltellare poi e pogare infine. Fidatevi, dato l’alto numero di austeri sabaudi presenti, riuscire a sciogliere così le genti non è da tutti.
I cinque ragazzi di Brighton sono saliti sul mio personalissimo podio, senza scendere dalla prima posizione. Uno show senza momenti di calo, divertente, equilibrato tra il ben suonato e il buon delirio, con un cantante/batterista che sa essere piuma e sa essere fero, e del resto non è un caso se BBC Radio se li coccola, se KEXP li ha già invitati un anno fa e se la critica ha finito le metafore e le iperboli. Davvero eccellenti ed inaspettati.
Poi ci sono un’australiana, una uruguaiana, una svedese e un’inglese. Quella che potrebbe sembrare l’inizio di una (brutta) barzelletta è invece il quadro delle provenienze delle Los Bitchos, seconda band in cartello. Ancora più affascinante sarebbe elencare la lista delle influenze musicali o, ancora meglio, delle sfumature che si possono cogliere nel loro set. Come in una gara di degustazione di barolo ma coi frizzipazzi sotto la lingua, ho colto, nell’ordine: base di cumbia, anni settanta, condita con surf music, un pizzico di dream pop, a volte solo pop, una spolverata di punk, cadenze metal, follia e gioia Q.B..
Tutto questo, già al loro primo live di qualche anno fa, fece innamorare della loro musica un certo Alex Kapranos, noto ai più come leader dei Franz Ferdinand, che da quel giorno diventa il loro produttore.
Che dire di più. Divertenti, sicuramente originali, forse un po’ ripetitive, nonostante la mole di influenze citate.
Terzo gruppo in cartellone, i Molčat Doma, che giustificano la presenza di giovini vampiri new-goth a bersi una birra vicino a me.
Mentre si avvicina un temporale di biblica memoria, mi sovvengono i Subsonica, quando inneggiavano al Cielo su Torino. In questo caso è al fianco del gruppo bielorusso, creando un’atmosfera di gioioso Ragnarǫk, tra lampi e un sound che è un inno alla darkwave, alla coldwave, insomma quel piglio lì. I tre di Minsk devono la loro gloria ai social, in particolare a TikTok, che li ha portati dritti al successo negli USA. Il loro primo singolo, Sudno (Boris Rizhy), solo su Spotify conta qualcosa come 163 milioni di streaming.
Il loro live è coerente con immagine e cornice, non esce mai dai binari del genere sopracitato (tanto che omaggiano direttamente The Cure in una intro, citando A Forest) e svolge il suo compito, seppur in cirillico.
A chiudere la serata ci pensa FKJ, acronimo French Kiwi Juice, e al secolo Vincent Fenton.
Il palco viene trasformato in un salotto, con tanto di divano e luci soffuse. Pianoforte, batteria, chitarra, un sax e poco altro di analogico. Il polistrumentista francese ha un approccio simile a Tash Sultana, ma punta più sulla qualità e sul minimalismo, lo spettacolo è più intimista e meno di impatto. Ha raggiunto i due miliardi di streaming e ha collezionato un numero di live impressionante, compresi Coachella e Lollapalooza. Suona diversi generi, dalla french house al nu jazz, ma incasellare la sua musica in un solo genere o corrente è un esercizio vano.
Il suo live è stato funestato da una tempesta tropicale che ha lentamente spostato il pubblico verso zone riparate. Per i pochi eroici spettatori FKJ ha comunque portato a termine il suo show, dispiace non averlo applaudito fino all’ultima nota.
Fine della seconda serata, siamo zuppi ma salvi in auto.
In tasca due token.
Scarpe fradice e morale alto.
Molto, molto bene.
Andrea Riscossa
foto di Roberto Mazza Antonov
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TASH SULTANA
BLACK COUNTRY, NEW ROAD
HURRAY FOR THE RIFF RAFF
ELI SMART
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Il compito di rompere il ghiaccio e dare inizio alla festa spetta a Eli Smart, giovane cantautore di origine hawaiana, trapiantato in quel di Liverpool e seguito dalla stessa etichetta di Arlo Parks. Il mix piuttosto ardito produce quello che lo stesso artista definisce “Aloha Soul”.
Sul palco c’è una band di ragazzi capaci e che si divertono, con un sound sicuramente figlio di contaminazioni lontane, ma che alla fine, al netto di tutto, fa semplicemente ballare il pubblico sotto palco con una proposta fresca, di facile ascolto e piacevole. Insomma, uno spritz per iniziare va più che bene.
Da registrare il fatto che il bassista sembri il figlio segreto di Jack Black, cosa che, inevitabilmente, lo fa diventare subito un idolo assoluto.
Si metta agli atti anche il fatto che l’intera band, finito lo show, è scesa tra il pubblico e ha partecipato e ballato fino all’ultima canzone dell’ultimo gruppo.
Con Hurray For the Riff Raff si cambia registro. La seconda band della prima serata alza l’asticella, ma era previsto. Alynda Segarra sembra una giovane Patti Smith, per presenza e padronanza dei testi. Le sue radici portoricane e newyorchesi si fondono in un mix che spazia dal folk al (quasi) raggaeton. Sugli scudi il bassista che suona con un dito il basso, con la mano destra le tastiere e si diletta nei cori, il tutto contemporaneamente. Sfatato pubblicamente il dramma del multitasking maschile.
Son stati una piacevole sorpresa, soprattutto dopo averli visti dal vivo.
Ora, sappiate voi che leggete che il sottoscritto era sottopalco soprattutto per il terzo nome in cartellone, i Black Country, New Road, orfani di Isaac Wood.
La setlist del collettivo è composta da brani mai registrati e nulla, quindi, proviene dai due dischi precedenti, For the First Time e Ants From Up There.
I nostri però non deludono. In riga, spalmati sul palco come improbabili personaggi di una inquadratura di un film di Wes Anderson, danno vita a quanto di più vicino a un klezmer jazzato minimalista post-qualcosa. Per quanto questa definizione abbia senso. Si susseguono dialoghi senza regole tra strumenti, che diventano attori di un racconto e che entrano in scena con urgenza, per mostrare un punto di vista, a costo di farlo fuori tempo. Un Satie con la sindrome di Tourette.
A chiudere segue Tash Sultana, il live più atteso dal pubblico della serata, quello anagraficamente più giovane dell’intero festival. Del resto la giovane polistrumentista australiana ha una storia tutta social, talento e streaming a grandine. Nasce come artista di strada, nel 2016 pubblica su youtube il singolo Jungle. In cinque giorni arriva al milione di visualizzazioni (ora ne conta 149 milioni, è ancora online). Nel 2016 crea la sua etichetta indipendente Lonely Lands Records e pubblica il primo EP, Notion. Seguono tour, fama mondiale, due dischi.
Sul palco di Torino Tash suona tutto quello che le passa vicino. Dalla chitarra al flauto, dalle percussioni al sax. Si auto-campiona con la loop station, crea e costruisce il pezzo davanti al pubblico, poi improvvisa. La prima parte dello show è una dimostrazione muscolare di talento. Non c’è autotune, sono brandelli di bravura analogica che passano per la loop station e che riverberano e amplificano, diventano subacquei, perdendosi in lunghissimi assoli.
È padrona del palco, nonostante la giovane età e le dimensioni ridotte. Un piccolo punto di fuga lassù, sul palco, in perenne movimento e urgenza creativa.
Finita la prima serata, abbiamo orecchie sazie e gambe molli.
In tasca tre token.
Scarpe distrutte e polvere nei denti.
Benissimo.
Andrea Riscossa
foto di Roberto Mazza Antonov
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