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Anno: 2022

Tre Domande a: KIHM

Come stai vivendo questi tempi così difficili per il mondo della musica?

Beh, partirei con il sottolineare che i tempi difficili per il mondo della musica si son delineati prima della pandemia.
Penso che, specialmente in Italia, sia stata sempre più penalizzata col passare del tempo, la musica non per forza mainstream e poi, da quando Sanremo è diventato un “Concertone Indie” con qualche innesto della vecchia musica leggera, non c’è stato quasi più spazio per tutto quel che esiste ed è reale al di fuori di tali categorie. Il Covid c’ha poi messo il carico finale: tutti quei musicisti, sconosciuti ai più e che non vivevano di notorietà e di numeri “pompati” ma che sopravvivevano grazie ai live nei club, teatri, locali ecc… o son spariti o sono dei reduci come me.
Io, come tanti altri, ho cercato di sfruttare i periodi di chiusura scrivendo nuova musica, studiando, provando a crearmi numerosi appigli inerenti all’arte in generale. Ad esempio, ho scritto un album di colonne sonore con Paolo Vivaldi, uno dei più noti compositori di colonne sonore per film in Italia (Non essere Cattivo di Claudio Caligari), disco finito sul catalogo APM di Los Angeles. Ho aperto uno studio di registrazione e produzioni musicali, il KRH Studio a Taurianova, dove attualmente vivo. Ho intrapreso gli studi in Conservatorio a Reggio Calabria, insomma, non son rimasto fermo ad aspettare. Di sicuro tutto ciò, da un certo punto di vista, mi ha salvato.
A noi, ai cosiddetti musicisti di nicchia, non rimane che creare, suonare, proporci, ma ahimè il nostro destino musicale non dipende dalla qualità e dalla mole di lavoro che ci sta dietro. Dipende probabilmente dai numeri. La musica oggi è numeri.
Detto ciò e lasciando da parte i grandi “volumi” (numeri), per fortuna è pieno di musica interessante che ovviamente va scovata, io sono uno di quelli che la cerca e che spesso la trova.

 

Come e quando è nato questo progetto?

KIHM è ufficialmente nato nel 2021, ma è figlio del mio precedente progetto KIM REE HEENA (2016).
Vengo dalla musica rock alternativa e ho pubblicato il primo disco da solista nel 2009 (Alessio CaliviForme e stati), seguito da un altro  nel 2015 (Alessio CaliviSirene, vetri, urla e paperelle).
Nel 2016 ho iniziato a sperimentare con la sintesi e la musica elettronica, che iniziai a studiare nel 2010. KIHM, arriva dopo 12 anni di attività musicale. Ho scritto le mie prime canzoni a 13/14 anni, quasi 23 anni fa, assieme ai ragazzi delle band che frequentavo in quel periodo.
KIHM deriva da un omaggio a Kim Gordon dei Sonic Youth, è il resoconto di tutto il mio background musicale, quello degli ultimi vent’anni. 

 

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare?

Posso dire che l’artista con cui ho sempre sognato di collaborare (in Italia) o magari semplicemente voluto conoscere, è stato il Maestro Franco Battiato.
Nutro una passione sconfinata per i Bluvertigo e i Subsonica, ecco dovessi scegliere, sceglierei loro.
Ci sono altri musicisti nel panorama internazionale con cui mi piacerebbe collaborare un giorno, ad esempio Mogwai, Blonde Redhead, Moderat. Credo che il mio modo di sviluppare i brani (struttura, dinamica, armonizzazioni), forse anche un po’ il tipo di sound (tipologia di suoni utilizzati), sia abbastanza vicino al loro. Tornando all’Italia un’altra band con cui suonerei volentieri sono i Planet Funk. Dipende anche dal contesto musicale nel quale si intende collaborare, io non faccio solo elettronica, mi piace sfruttare determinati strumenti per ottenere i suoni che voglio, chiaramente questi ne determinano anche un po’ il genere. Partendo da quest’ultimo punto di vista direi che Giulio “Ragno” Favero è proprio il musicista, ingegnere del suono con cui miscelerei mille suoni.

Una chiacchierata punk con Amyl and the Sniffers

Read this article in English here

Amyl and the Sniffers è una band punk rock/pub rock, fondata a Melbourne. È composta da Amy Taylor (voce), Bryce Wilson (batteria), Dec Martens (chitarra) and Fergus Romer (basso). La band è famosa per le loro esibizioni dal vivo e il loro stile particolarmente frenetico e dinamico, proprio come le loro canzoni. Hanno vinto diversi premi, come il Music Victoria Awards nel 2020 come miglior band, miglior musicista (vinto personalmente da Amy Taylor) e miglior esibizione dal vivo, vinto di nuovo nel Music Victoria Awards del 2021. La band ha vinto anche ARIA Music Award per il miglior album rock, nel 2019. Attualmente contano due EP, quali Giddy Up (2016) e Big Attraction (2017) e due album, Amyl and the Sniffers (2019) e Comfort Me (2021). In occasione del loro concerto per acieloaperto a Cesena, abbiamo avuto il piacere di intervistare Amy.

 

Siete ben conosciuti per i vostri live dinamici ed esplosivi. Ti senti più a tuo agio sul palco o in studio? Che relazione hai con i tuoi ascoltatori?

“Probabilmente mi sento più a mio agio durante un’esibizione dal vivo piuttosto che registrare in studio. Sul palco ti senti libero e senza inibizioni. 

Adoro i miei ascoltatori. È bello vedere ragazze giovani o donne o, sai, ragazze di sessant’anni che fanno una foto con me, o piccole attività che condividono il loro prodotto con me o mi regalano un vestito, giusto per essere gentili. È fantastico sapere che la mia musica arriva alle persone e gli fa provare qualcosa.”

 

Come hai preso la vittoria del premio ARIA Music Award e la conseguente ascesa al successo? Hai rimpianti sugli esordi della vostra carriera?

“Non saprei, è stata una sorpresa enorme quando l’abbiamo vinto, quindi eravamo tipo “Ma che cazzo, è fantastico!” e poi abbiamo tirato dritto. Essere riconosciuti è stato davvero speciale. Non ha corrotto troppo l’umiltà, in generale.

Non ho mai pensato ai rimpianti prima d’ora. Sono sicura che li avrei se ci pensassi su, ma non voglio pensarci ancora, altrimenti mi sentirei male. Credo che se potessi tornare indietro direi alla me più giovane di leggere più libri e più notizie, iniziando a diventare più cosciente perché è come se vivessi sotto una roccia abbastanza grande, cosa che fa parte di chi sono e non cambierei, ma mi è piaciuto ciò che i libri hanno fatto al mio cervello quando ho iniziato a leggere.”

 

Dal debutto fino all’ultimo album, le vostre canzoni sono molto vivaci ed energiche. Qual è la ricetta per una canzone perfetta?

“Non so se esistono cose come la canzone perfetta, perché a volte non ascolto neanche le mie canzoni preferite se non sono nel giusto stato d’animo. Non ho una risposta. Se stessimo parlando di ricette e io fossi uno chef, probabilmente starei facendo toasts e non so perchè sono gustosi, ma a volte lo sono.”

 

I vostri testi sono spesso volgari e fuori dall’ordinario, senza limitazioni o censure. Cosa pensi del moralismo estremo unito alla cancel culture che oggi sfida sia la libertà di espressione che la libertà artistica?

“Credo che la cancel culture sia complicata. Penso che la call-out culture possa essere una cosa buona. Online può essere pericolosa perché è tutto dietro una tastiera, ma in generale la call-out culture significa marginalizzare persone, tipo che le loro voci vengono sentite da chi ha un po’ più di potere ed è complicato perché se hai più potere è più difficile essere messi in discussione e può sembrare di essere sempre sotto attacco, ma a volte è semplicemente qualcuno senza voce che alza un po’ la propria voce.”

 

Credi che il punk (sia come attitudine che come genere musicale) sia morto? 

“Credo che come genere sia definitivamente vivo. Il punk anni settanta è probabilmente morto. È un ambiente diverso e c’è una cultura diversa, ora. Ma è cambiato, esiste ancora. Non so dire quale sia la migliore versione del punk, ma rimane sempre punk, quindi potrebbero essere morti ma esistono diverse versioni. Tante persone hanno una visione molto limitata di cosa è punk, quindi per loro se la loro versione di punk è morta allora tutto il resto è sbagliato. Spesso è soltanto diverso e non riescono a vederlo, perché non vogliono. Dappertutto, nel mondo, è pieno di fan del punk. Può sembrare diverso e può sembrare che ognuno suoni diverse versioni del genere, ma la gente va pazza per la musica e sono sicura che a molti punk non piaccia, ma non c’è niente di più punk di non avere un lavoro quotidiano!”

 

Riccardo Rinaldini

A punk chat with Amyl and the Sniffers

Leggi questo articolo in Italiano qui

Amyl and the Sniffers is a punk rock/pub rock band, based in Melbourne. It is composed by Amy Taylor (voice), Bryce Wilson (drum), Dec Martens (guitar) and Fergus Romer (bass). The band is known thanks to their ability on live performing and their particularly frenetic and  dynamic style, exactly like their songs. They won several awards, such as 2020 Music Victoria Awards as best band, best musician (personally to Amy Taylor) and best live act, won again in 2021 Music Victoria Awards. The band also won the ARIA Music Award for the best rock album in 2019. They actually count two EPs, such as Giddy Up (2016) and Big Attraction (2017) and two albums, Amyl and the Sniffers (2019) and Comfort Me (2021). In occasion of their concert at acieloaperto in Cesena, we had the pleasure to interview Amy.

 

You are well known for explosive and extremely dynamic live experiences. Do you feel more comfortable on a stage performing live or recording in studio? What’s your relationship with your fanbase?

“Probably perfoming live makes me feel more comfortable rather than recording. On a stage it is free and you have no inhibitions. 

I like my listeners. It’s cool to see young girls or women or, you know, sixty years old girls take a picture of me, or small businesses that share their product with me or give me a little outfit, just to be kind. It’s pretty amazing to know that my music reaches people and makes people feel something.”

 

What effect had on you the ARIA Music Award victory and the consequent uprising of your success? Have you any regret about your beginnings?

“I don’t know, it was such a big surprise when we won it, so we were like “What the fuck, that is fucking awesome!” and then going forward from winning that. It definitely felt pretty special to be recognized. It didn’t corrupt the humbleness too much.

I’ve never thought about regrets before, I don’t think so. I’m sure I’d do it if I had to think about it, but I don’t want to think about it until late up, ‘cause otherwise I’ll feel bad. I think that if I could go back I would tell to the younger me to start reading more books and news more, and start being more aware ‘cause I live under a pretty big rock, which makes part of who I am, so I wouldn’t change that, but I think that when I started reading the books I liked what they did to my brain.”

 

From your debut to your last record, your signature songs are powerful and energetic. What is your recipe for the perfect song?

“I don’t know if there is such a thing as a perfect song, because sometimes even with my favorite songs, if I’m in a different mood I wouldn’t listen to it and I’m not liking it at that time. I don’t really have the answer. I think that if we’re talking about recipes and I’m like a chef, then I’m probably making toasted sandwiches and I don’t know why they are yummy, but they are yummy sometimes.” 

 

Your lyrics are often coarse and sharp, without boundaries or censorship. What do you think about the extreme moralism borderline with cancel culture that today is challenging both speech and artistic freedom?

“I think cancel culture is complicated. I think that call-out culture can be a good thing. When online it can be too dangerous because it’s all behind keyboards, but in general call-out culture is marginalize people, like have their voices heard by people with a bit more power and so it is complicated because if you have more power it feels quite challenging to be challenged and it seems you’re under attack but sometimes it is just someone without any voice turning up a voice.” 

 

Do you think punk (both as an attitudine and musical genre) is dead? 

“I think that as a genre it is definitely alive. The 1970s punk is probably dead. It’s a different landscape and there’s a different culture now. But it’s reformed, it still exists. I might not know which better punk version is, but it’s still punk. So they might have died but there’s different versions of it. It’s like some people have a really narrow line of what punk is, so for those people if their version of punk is dead then everyone else is wrong, but often it is just different and they can’t see, because they don’t want to. All around the world there are big punk fans. It might look different, and it might look like everyone does different versions of it, people are making crazy about music and I’m sure a lot of punks don’t like that but I think there’s nothing more punk than not having a fucking day job!”

 

Riccardo Rinaldini

Il 9 luglio l’inaugurazione di piazza Lucio Dalla lo spazio coperto di Tettoia Nervi sarà protagonista di Bologna Estate

Il 9 luglio l’inaugurazione di
piazza Lucio Dalla
lo spazio coperto di Tettoia Nervi sarà protagonista di Bologna Estate

Artisti provenienti da tutto il mondo coloreranno la piazza con la kermesse DiMondi

 

A dieci anni dalla scomparsa dello storico cantautore il legame tra Lucio Dalla e Bologna si fa ancora più stretto con l’inaugurazione il 9 luglio di una piazza a lui dedicata, la prima in Italia, sotto lo spazio coperto della tettoia “Nervi”. 
La piazza coperta, di quasi 6mila metri quadri, sarà la protagonista di eventi culturali che, a partire dal 9 luglio animeranno la Bolognina fino a fine ottobre, trasformandola in un luogo di aggregazione e socialità nell’ambito di Bologna Estate 2022.
Per ben quattro mesi il festival DiMondi, che in dialetto bolognese vuol dire “tanto“, ci accompagnerà alla scoperta di un nuovo grande spazio pubblico orientato al futuro. Un incrocio e scambio tra mondi e culture.
Un progetto pilota che si inserisce nel cartellone di “Bologna Estate 2022” ed è reso possibile grazie ai fondi del progetto speciale del Ministero della Cultura per le Città metropolitane, mirato a sostenere progetti di arti performative in aree periferiche con ricadute in termini di inclusione sociale, riequilibrio territoriale e tutela occupazione, con particolare riferimento ai giovani.

Il gestore delle attività estive, individuato mediante avviso pubblico, sarà Estragon, che ha presentato una proposta in rete con molte realtà del territorio.Una piazza che ospiterà come una scacchiera molte attività differenti a seconda delle ore, del giorno e delle fasce di pubblico, offrendo opportunità di fruizione libera dal mattino fino a tarda sera.
Uno spazio in cui far ruotare le attività intorno ai punti fermi di una zona spettacoli, una pista da skateboard e una zona ristoro; un luogo per giocare con lo spazio e disegnare la piazza di domani.

La parte musicale inizia il 9/07 dall’Italia: a inaugurare è Eugenio Bennato e si prosegue il 13 con un evento speciale del Festival Entroterre, un ‘concerto a pedali’ ecologico dei Têtes de Bois alimentato dal pubblico, per poi ospitare artisti provenienti da tutto il mondo – Cuba, Argentina, Spagna, India, Marocco e tanti altri paesi – con i loro esponenti più importanti.

Accanto alla musica, la città vede l’alternarsi di tante altre attività: sport; proposte per l’infanzia con animazioni per bambini e famiglie; arti performative; presentazione di libri di autori del territorio e tante altre attività.

“Bologna inaugura una nuova “Piazza Grande” – dichiara il sindaco Matteo Lepore, Piazza Lucio Dalla sarà un’occasione straordinaria per ritrovarsi. Questi mesi estivi saranno una festa lunga quattro mesi, un’occasione per far conoscere a tutti questo luogo eccezionale che consegniamo alla città nel segno della musica, della cultura, dello sport, della socialità e dell’inclusione, e per sperimentarne gli usi per il futuro”.

“La prima Piazza coperta della città sperimenta un nuovo formato progettuale – dichiara Elena Di GioiaDelegata del Sindaco alla Cultura di Bologna e Città Metropolitana – Dopo la piazza coperta della Biblioteca Sala Borsa sperimentiamo la prima piazza culturale all’aperto. Una sfida per coinvolgere cittadini e cittadine a vivere dalla mattina a sera un luogo pubblico animato da una ricca offerta culturale e gratuita. La programmazione è arricchita da Verso il Polo della memoria, rassegna culturale sul tema di come Comporre memoria oggi insieme a tanti artisti e ospiti”.

“Con gioia accogliamo l’intitolazione – dichiara Andrea Faccani Presidente della Fondazione Lucio Dalla – che ricorderà per sempre quanto stretto sia il legame tra Lucio e Bologna e quanto grande l’affetto che ha sempre unito, e sempre unirà, l’artista alla sua città. L’augurio è che l’energia di Lucio Dalla, la sua passione, sia di ispirazione alle iniziative che in questo luogo prenderanno vita”.

“DiMondi vuol essere un’apertura alla vita, un abbraccio cordiale e accogliente, una molteplicità di suoni e di voci dal mondo, una eterogenea e continua disposizione alla scoperta di mondi nuovi, di mondi vicini o lontanissimi – racconta Lele Roveri di Estragon, lo storico live club bolognese che si è aggiudicato la gestione attraverso un bando pubblico -. E’ un universo plurale e sovrabbondante, multidisciplinare ed eclettico, in cui far incontrare tanti mondi e far vivere la piazza dal mattino fino a notte. Da qui la scelta della world music come base della programmazione live curata da Estragon e il coinvolgimento di tanti partner che ci affiancano e sono attivi in diversi mondi: lo sport, il sociale, il teatro, la socialità, che ospiteremo in un avamposto d’avvenire collettivo rivolto al futuro urbano, nel quartiere multietnico e multiculturale della città, che nella sua unicità di piazza coperta immaginiamo come un tetto dove ritrovarsi al riparo dalle disuguaglianze”.

Calendario live:
9/7 Eugenio Bennato (IT)
13/7 Têtes De Bois (IT)
15/7 Leydis Mendez (Cuba)
16/7 Tamburellisti di Torrepaduli (IT)
22/7 Chocolate Remix (Argentina)
29/7 Grupo Compay Segundo (Cuba)
30/7 Maruja Limón (Spagna)
31/7 Bombino (Niger)
6/8 Mack (IT)
7/8 Tamikrest (Mali)
17/8 Lehmanns Brothers (Francia)
26/8 Dhoad Gypsies of Rajasthan (India)
27/8 Kakawa (IT)
30/8 Orkestra Mendoza (USA)
1/9 Sergent Garcia (Spagna)
13/9 Modena City Ramblers (IT)
16/9 Eusebio Martinelli Gipsy Orkestar (IT)
21/9 Bab L’Bluz (Marocco)
23/9 Fanfara Station (IT)
24/9 Afrodelic (Mali)
1/10 Ginevra di Marco (IT)


Airbourne @ Bologna Sonic Park

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• Airbourne •

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BOLOGNA SONIC PARK

Arena Joe Strummer (Bologna) // 07 Luglio 2022

 

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The Chemical Brothers @ Ippodromo Snai San Siro

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• The Chemical Brothers •

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Ippodromo Snai San Siro (Milano) // 07 Luglio 2022

 

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The Tallest Man On Earth @ Pistoia Blues

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• The Tallest Man On Earth •

Fortezza Santa Barbara (Pistoia) // 07 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Letizia Mugri

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Tre Domande a: Secondomé

Come e quando è nato questo progetto?

Il mio primo album, MALE DAVVERO, è nato come sfogo personale dopo la fine di una relazione tossica, piena di negatività e nella quale non eravamo in grado di vedere le cose come stavano davvero. Dopo tutto quello che è successo, mi sono sentito malissimo per mesi e tutt’ora accuso il colpo, sentendomi da un lato un forte senso di colpa, dall’altro un infinito ed incolmabile vuoto.

 

Se dovessi riassumere la tua musica in tre parole, quali sceglieresti e perché?

Energica – Malinconica – Consapevole.
Non sono le tre parole a fare la differenza per me, ma i gap tra una parola e l’altra. L’energia potenziale che si trasforma e ti urta non appena succede qualcosa che non ti aspetti. Nel mio album, MALE DAVVERO, ho cercato di essere davvero me stesso, con tutta la mia imprevedibilità.

 

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Le canzoni sono come la luce delle stelle: il momento in cui le ascolti arriva molto dopo il momento in cui sono state generate. Come canzone identificativa del mio progetto per il pubblico, sicuramente un’ottima proposta sarebbe Mantieni le Distanze, ma come canzone identificativa per me, al momento vi direi Long Island.

God Is An Astronaut @ Rock In Roma

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• God Is An Astronaut •

+

Nothing

Klimt 1918

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ROCK IN ROMA

Ippodromo delle Capannelle (Roma) // 07 Luglio 2022

 

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NOTHING

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KLIMT 1918

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Fast Animals And Slow Kids @ BOnsai Garden

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• Fast Animals And Slow Kids •

Parco delle Caserme Rosse (Bologna) // 06 Luglio 2022
Arena del Mare (Genova) // 07 Luglio 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]L’ultima volta che ho ascoltato dal vivo i Fast Animals and Slow Kids – che vengono da Perugia – era luglio del 2019 e, anche in quell’occasione, ero nella suggestiva Arena del Mare, di fronte a un palco incorniciato dalle onde del porto e dalla lanterna. Era caldo e umido, come in ogni estate ligure, ero stanca e avevo tanti pensieri per la testa, ma l’idea di cantare con Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Jacopo Gigliotti e Alessio Mingoli mi rendeva felice. Tre anni dopo, nello stesso luogo, con lo stesso caldo, la stessa stanchezza e i pensieri per la testa, mi sono lasciata trasportare dai FASK nella loro data genovese del tour È già domani ora.

L’Arena si stava popolando sotto il sole arancione e calante, avvolta dalla voce di Giorgieness che faceva gli onori di casa: lei è stata ed è pazzesca. Vedere un’artista giovane, punk e femminista esibirsi su un palco urlando “E non ho chiesto io di essere/Dura e così fragile” in un vestitino rosa è poesia. Giorgieness è dolce, energica e allegra e porta con sé un discorso politico e sociale che va oltre la sua musica e spero che possa tornare presto a Genova da artista principale della serata, prendendosi lo spazio che merita.

Le luci artificiali e naturali sono calate. “Buonasera, noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”: quanto ci era mancato sentirlo dire. Aimone riesce a instaurare un legame emotivo con il suo pubblico che è raro, è l’amico che ti vuole bene e te lo dimostra, si lascia trasportare e trasporta: si è commosso, ha abbracciato i compagni della band e le persone in piedi nelle prime file e la sua voce ha travolto chiunque. 

Adesso, però, devo fare una confessione necessaria a voi per continuare la lettura e a me per scrivere liberamente: è troppo difficile recensire un concerto dei Fast Animals and Slow Kids. Potrei fare l’intellettuale raffinata e dirvi che ho il blocco della scrittrice, ma la verità è che ogni canzone della band mi ricorda qualcosa o qualcuno. Non riesco a trovare un ordine cronologico per raccontare la serata, perché, anche a costo di sembrare banale, io riesco a ricostruire il live solo ricordando le mie emozioni.

Vita Sperduta, Cosa ci direbbe e Come un animale sono alcune delle canzoni che hanno confuso il mio smartwatch che, vibrando, mi ha avvisato: “A quanto pare, ti stai allenando.” Devo ricordarmi di zittirlo quando sono impegnata a piangere e sudare mentre canto e ballo di fronte a un palco. 

Tornando a noi persone serie ed estremamente malinconiche, i Fast Animals and Slow Kids hanno ricordato chi sono già nei primi minuti: dalle sonorità degli ultimi due album Animali notturni ed È già domani, all’invito a fare un po’ di rock and roll con la canzone Annabelle. A me, personalmente, i ragazzi di Perugia hanno ricordato quanto la musica sia meravigliosa e dolorosa a partire da Demoni. “Se questo è un demone che hai sempre accanto/Gli darò la caccia e te lo porterò via/Se sei da sola e lui ti sta parlando/Correrò più forte non ti lascerò più/Se questo demone sta divorando/Il corpo che per anni ho avuto fra le mie mani/Combatterò perché non possa averti/Sono ancora qua devi fidarti di me.” È una delle canzoni del gruppo più belle e difficili da ascoltare e penso che sia impossibile non sentirla propria. 

Nel 2019 amavo l’album Animali notturni ed era la colonna sonora di un anno importante nella mia vita che, tra alti e bassi, mi ha fatto crescere e prendere decisioni cruciali. Aimone ha annunciato la mia canzone preferita del disco invitando il pubblico a gridare che una volta si può sbagliare. Dritto al cuore parte piano, ma le sue prime parole sono già un pugno allo stomaco e poi esplode verso la fine. “Ti chiedo solo di restare a sentire/Darmi un minuto per capire che ho sbagliato ad andare/Tornare indietro non significa sempre fallire/Vorrei riuscire a non pensare più a te/Tutti i tuoi amici dicono di scappare/Di non voltarti neanche per farmi male/Ma sono pronto a questa crocifissione/Sfogati adesso e non andare più via.”

L’aspetto – a volte – negativo degli album che piacciono tanto e hanno successo è che creano delle aspettative alte e si può restare delusi dai brani successivi. È già domani è la perfetta continuazione di Animali notturni e le canzoni dei due dischi si intrecciavano in piena armonia durante il concerto. Lago ad alta quota è uno dei pezzi più emozionanti per Aimone, che ne ha raccontato le origini: durante una passeggiata in montagna, si è incantato a osservare un lago e dalle sue sensazioni è nato un testo che è una poesia universale. Con una mano impegnata a registrare un video per una mia amica assente, ho capito quanto siano inevitabili certe sensazioni. Dobbiamo goderci quello che abbiamo prima che arrivino l’oscurità e il freddo, perché l’agonia dell’inverno è una metafora che ci spaventa, un’ombra che a volte ci segue anche quando va tutto bene. Le parole di alcune canzoni sono importanti per le persone che amiamo, per noi e per il resto del mondo.

Il 2017 era l’anno dell’album Forse Non È La Felicità, che contiene le tracce di un periodo difficile per i FASK. Infatti, il cantante ha introdotto il brano che dà il nome al disco spiegando che nei momenti negativi ci si concentra sugli obiettivi perché pensiamo che raggiungergli significhi diventare felici, ma spesso sono lontani e bisognerebbe focalizzarsi di più sul presente, che è il percorso che ci separa dai nostri scopi. Forse Non È La Felicità e Come reagire al presente (dall’album Alaska, 2014) sono due perfetti esempi di quanto la band ami rendere il pubblico protagonista, interagire e coinvolgerlo in cori emozionanti.

La fine del concerto è stata malinconica, ma era anche un momento atteso perché sapevamo che sarebbe arrivata la canzone iconica, il brano intramontabile che dai tempi di Hybris (2013) ci fa scatenare come delle rockstar devastate da un amore finito: A Cosa Ci Serve, la perfetta colonna sonora per sfogare la rabbia post-rottura. “Tanto lo so che muoio/Dammi più tempo/Ma in fondo è meglio il niente/Dammi più tempo/Ora che aspetto il treno/Dammi più tempo/Mi merito di peggio/E lo so che è meglio se esplodo.”

Poi è arrivato il momento di interrompere la magia, raccogliere le ultime energie rimaste per abbandonare l’Arena del Mare in un’estate piena di concerti e normalità. Eravamo stanchi, sudati, felici e con un’unica certezza: i ragazzi che hanno suonato sono i Fast Animals and Slow Kids e vengono da Perugia. 

 

Marta Massardo (Genova)

foto (Bologna) di Lucia Adele Nanni 

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QUEEN + ADAM LAMBERT: l’attesissimo RHAPSODY TOUR in Italia per due show SOLD OUT il 10 e 11 luglio all’UNIPOL ARENA (BO)

I QUEEN + ADAM LAMBERT HANNO INIZIATO

L’ATTESISSIMO RHAPSODY TOUR

 

IL GRANDIOSO TOUR DI 36 DATE

FARÀ TAPPA ANCHE IN ITALIA PER DUE SHOW SOLD OUT

IL 10 E 11 LUGLIO ALL’UNIPOL ARENA DI CASALECCHIO DI RENO (BOLOGNA)

 

 

Dopo i due rinvii dovuti alla pandemia di Covid-19 l’attesissimo Rhapsody Tour di Queen + Adam Lambert ha finalmente iniziato il suo viaggio che lo sta portando con enorme successo di pubblico e di critica in tutta Europa, inclusi i due spettacoli italiani del 10 e 11 luglio all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (BO). Il nostro principale ringraziamento va al pubblico italiano, che ha pazientemente aspettato trasmettendo la propria fiducia all’Artista e al Promoter.

 

Entrambi i concerti sono sold out sui circuiti di biglietteria ufficiali Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket; come sempre chiediamo al pubblico di NON rivolgersi a siti di Secondary Ticketing

 

Ricordiamo a chi fosse già in possesso dei biglietti per i concerti inizialmente programmati per domenica 24 maggio 2020 e domenica 23 maggio 2021 che tali biglietti sono validi esclusivamente per il concerto di lunedì 11 luglio. Non saranno possibili cambi di data.

 

Come da normativa vigente, i biglietti sono nominali per l’utilizzatore. Le procedure di cambio nominativo sono già aperte sui circuiti di biglietteria ufficiali; sarà possibile effettuare un solo cambio di nominativo per ogni biglietto fino alle 15 dell’8 luglio (per il concerto del 10 luglio) e fino alle 15 del 9 luglio (per il concerto dell’11 luglio).

 

Le regole di accesso e controllo all’area concerti rispetteranno le normative in vigore al momento dello svolgimento degli spettacoli incluse eventuali disposizioni inerenti alle misure anti-contagio Covid-19. Invitiamo in ogni caso gli spettatori ad arrivare sul posto con un congruo anticipo, in modo da poter consentire lo svolgimento di tutti i controlli.

L’elenco degli oggetti e dei comportamenti vietati è disponibile a questo link.

 

Sarà disponibile per il pubblico un servizio navetta dalla Stazione Centrale di Bologna all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, effettuato tramite i bus della linea 975 ogni 15 minuti dalle 17 alle 20 e poi a partire dalla fine del concerto per il ritorno in Stazione Centrale. Il titolo di viaggio di cui dotarsi per accedere al servizio è il biglietto A/R da 5 euro e non sono validi altri titoli di viaggio Tper (né area urbana Bologna né extraurbana). In partenza da Stazione verso Unipol Arena il titolo è disponibile presso le biglietterie della stazione ferroviaria, sull’app Roger e utilizzando una carta bancaria con il validatore contactless a bordo. In partenza dall’Unipol Arena al termine dell’evento, se non se ne è già dotati, il titolo è disponibile sull’app Roger, utilizzando una carta bancaria con il validatore contactless a bordo, oppure acquistandolo da addetti alla vendita presenti alla fermata (in via Gino Cervi) esclusivamente mediante carta bancaria (no contante).

 

Virgin Radio è radio ufficiale degli show italiani.

 

Lo show è stato accolto come “l’ultimo sorprendente capitolo della storia della più grande rock band di sempre, che dà nuova linfa a oltre cinque decenni di musica dei Queen”. Dopo un’attesa lunga due anni, il pubblico avrà finalmente la possibilità di vedere il nuovo straordinario spettacolo che ha suscitato stupore ed entusiasmo in occasione del debutto in Nord America nel 2019, tanto da diventare uno degli show più richiesti dell’anno. I concerti saranno i primi della formazione in Europa dall’uscita del biopic record di incassi Bohemian Rhapsody.

 

Da quando Adam Lambert ha condiviso per la prima volta il palco coi Queen nel 2009, in occasione della finale di American Idol, le sue performance dinamiche hanno dato nuovo vigore alla band e deliziato i fan di tutto il mondo. Il loro primo concerto insieme, nel 2012, aveva emozionato una folla di mezzo milione di persone nella capitale ucraina, Kiev. Da allora, i fuochi d’artificio musicali di Brian May e Roger Taylor sono stati accompagnati dall’abilità vocale e dalla presenza scenica di Lambert, creando una combinazione esplosiva.

 

Dopo oltre 200 concerti la partnership rimane ancora una trionfo di pubblico e critica, con un pubblico complessivo di quasi quattro milioni di spettatori. Il live album Live Around The World, pubblicato nell’ottobre 2020, è stato il decimo album dei Queen a raggiungere la posizione numero 1 nelle classifiche mondiali, nonché il primo lavoro a regalare quest’emozione ad Adam Lambert.

 

Inoltre, il 17 giugno è uscito il box set di 6 LPdi The Platinum Collection, per la prima volta in vinile colorato e in edizione limitata. Fedele al suo nome, The Platinum Collection è stata recentemente certificata dall’organizzazione dell’industria musicale britannica BPI come 8 volte Disco di Platino.

 

QueenOnline.com

 

QUEEN + ADAM LAMBERT

The Rhapsody Tour

 

Domenica 10 Luglio + Lunedì 11 Luglio 2022

Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena – Via Gino Cervi, 2

 

SOLD OUT!!!

 

ORARI*

Apertura cancelli h. 18:00

Inizio concerto h. 21:00

*Eventuali variazioni saranno comunicate tempestivamente sui canali web Barley Arts.

Declan McKenna @ Circolo Magnolia

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• Declan McKenna •

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Circolo Magnolia (Milano) // 05 Luglio 2022

 

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