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Massive Attack @ TOdays

Meme, tormentone, chiamatelo come la vostra generazione desidera, ma a sentire i commenti tra la gente sul prato e a vedere i social oggi, si potrebbe chiosare con un laconico “c’è della musica nella politica dei Massive Attack”.
E sarebbe sbagliato e sarebbe ingiusto, quantomeno distorto, come lo specchio usato dalla band di Bristol, perché ieri sera abbiamo assistito a un live che si potrebbe definire come “un’esperienza”.
Il concerto è un menù stellato, in cui ogni particolare ha un valore enorme, ogni ingrediente contribuisce a una sana, consapevole e pesantissima sensazione di appagamento. Di testa, sia chiaro, di pancia qui c’è poco, molto poco.
Musica e immagini hanno raccontato una storia, lavorando su assonanze e dissonanze, accarezzando il pubblico fino alla fantasmagoria, come bambini al cinema.
Peccato che sullo schermo dietro ai nostri scorressero immagini di Gaza e boschi ucraini, immagini forti, immagini che hanno prodotto una involontaria (?) anestesia al dolore e all’impegno. Una nuova sensibilità, fatta più di contenuto e di messaggio e libera da certezze e imbellimenti, sembra essere evocata dagli artisti sul palco.
Il concerto inizia con domande esistenziali di varia natura, sulla musica di Gigi D’Agostino, e da quel momento vivremo un’Esperienza collettiva, lontana dall’idea di concerto-birretta e più vicini all’idea della grotta di platoniana memoria, o al teatro brechtiano.
A eseguire una setlist perfetta, i due storici fondatori della band, Robert Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall, c’erano tutti, o quasi, coloro che sono stati parte del collettivo: Horace Andy, gli scozzesi Young Fathers e Shara Nelson. Ma è soprattutto Elizabeth Fraser, voce storica dei Cocteau Twins, a prendere più volte la scena. Come in Teardrop, o come nell’omaggio al suo amato Jeff Buckley, che la definì la sua “sirena scozzese”, e così, in un cortocircuito di arte, amore e parentele, ci regala un pezzo di Tim Buckley, Song to the Siren, voce e chitarra slide. La mia pelle d’oca è ancora visibile in un angolo dell’avanbraccio.
Il live è perfetto, tecnicamente altissimo, non esiste un solo momento in cui sia visibile un calo di qualità e intensità. Il pubblico è adulto, direi quasi maturo, azzardo anche consapevole, e spesso i pezzi sono accompagnati dal più totale silenzio. Del resto l’ho già scritto, siamo lontani dalla normale esperienza-concerto, o dal clima festival. 

Postilla finale sull’organizzazione. A Torino, da anni, c’è una serena e saggia consapevolezza nella gestione dei TOdays. Al netto del luogo suggestivo, tra fiume e collina sullo sfondo con tanto di basilica di Superga illuminata, all’ingresso si è accolti da alcune persone dotate di repellenti per zanzare. Facile, basso costo, ottimo impatto. Code per cenare lunghe ma veloci, forse perché si è deciso di usare del normale denaro per i pagamenti.
Ed è stato uno dei live con l’acustica migliore cui abbia assistito. I Massive Attack si sono sentiti in tutte le loro sfumature, con volumi corretti, senza una sola sbavatura. Insomma, se ai TOdays avessero inventato anche il mixer ipogeo avremmo pronto il manuale per il festival perfetto. 

Torno a casa con un senso di pesantezza e di meraviglia, conscio che gli artisti sono sul palco non solo per smuovere nostalgie e intrattenere il nostro bisogno di fare festa. La sensazione però, a differenza di un post concerto di Waters, ad esempio, è di positività e militanza.
La musica smuove coscienze e se lo fa con tanta bellezza incide più a fondo.
Del resto:

“Love, love is a verb
Love is a doing word”

Andrea Riscossa

D-A-D annoncerer de første koncerter i 2025

D-A-D fik hurtigt udsolgt Royal Arena koncerten d. 1/11, og nu følger bandet op med yderligere koncerter i starten af 2025 med “Speed of Darkness Tour 2025”

23/1 Aarhus Congress Center – Aarhus

24/1 Aalborg Kongres & Kultur Center – Aalborg

25/1 Jyske Bank Arena – Odense

31/1 + 1/2 Forum Black Box – København

D-A-D har været på en større festivalsommer på 22 koncerter og herefter følger en turné på 16 koncerter i Norge, Sverige, Finland, Tyskland og Schweiz samt den for længst udsolgte i København.

På trods af, men også på grund af deres nu 40 år i business, er D-A-D ikke set mere sprællevende i årevis. De har også indspillet deres første album i 5 år under dogmet og titlen ”SPEED OF DARKNESS”, der udkommer 4/10.

Et album med 14 nye sange, og 2 af dem kan allerede høres på fredag, samme dag som billetterne til ovennævnte koncerter går i salg.

Nummeret ”KEEP THAT MOTHER DOWN” er ifølge bandet selv: ”en af den mest krystalklare rockere på det kommende album. Et Cobber-riff som Laust bare får til at swinge! Teksten handler i virkeligheden bare om at holde stodderen nede, og erkende at vi er på den her klode udelukkende i kraft af hinanden”

Og ”HEAD OVER HEELS”: ”En af to ballade-agtige skæringer fra “Speed Of Darkness”. Vi ææælsker at spille det her beat…: Kan man kaste sig ud i kærligheden uden omtanke?  Eller er omtanken i virkeligheden kærligheden? Nogen gange falder vi for hinande . Andre gange falder vi bare.”

På den kommende tur kan der forventes klassikerne men også flere af de nye numre, der skal luftes for første gang live.

Stig, Cobber, Jesper og Laust er alle enige om at det nye album er noget af det stærkeste de har lavet i mange mange år……

Hvis man vil ha’ endnu mere D-A-D, så kører udstillingen ”Denmark After Dark” på Nationalmuseet indtil 1. september.

TV2 har fulgt bandet i de første måneder af året, og det er der kommet en times dokumentar ud af, som kanalen sender i løbet af oktober måned under titlen ”D-A-D: 40 års venskab.”

Billetpriser: 610 kr. gebyr.  

• Det officielle billetsalg starter fredag 30. august kl. 10.00 via livenation.dk og ticketmaster.dk.

• Mastercard indehavere har særlig adgang til presale billetter i Danmark, fra 28. august kl. 10.00 til 30. august kl. 9.00. Reserverede billetter er tilgængelige for Mastercard indehavere fra 30. august kl. 10.00. Besøg www.priceless.com/music for mere info.

• Live Nation presale starter torsdag 29. august kl. 10.00 for Live Nation nyhedsbrevsmodtagere og på livenation.dk

• Mobile-only billetter

acieloaperto 2024

FALLING IN REVERSE: la data di Milano è sold out

Sono bastate 48 ore ai fan dei FALLING INREVERSE per far registrare il tutto esaurito all’unica data che la band terrà in Italia nel 2024.
Il concerto del 14 novembre al Fabrique di Milano infatti è ufficialmente sold out!
Per questo motivo non saranno disponibili biglietti in cassa la sera dello show.

FALLING IN REVERSE saranno preceduti sul palco da Hollywood Undead e Sleep Theory.

Radiofreccia e Metalitalia sono media partner del concerto dei Falling In Reverse.

Dettagli 

FALLING IN REVERSE – The Popular MonsTOUR II Europe
+ Hollywood Undead
+ Sleep Theory

14 novembre 2024 – Milano, Fabrique – SOLD OUT

Romance

Walter Mitty: When are you going to take it?

Sean O’Connell: Sometimes I don’t. If I like a moment, for me, personally, I don’t like to have the distraction of the camera. I just want to stay in it.

Walter Mitty: Stay in it?

Sean O’Connell: Yeah. Right there. Right here.

Iniziare un tema con una citazione o, peggio ancora, con una definizione del dizionario, significava far storcere la bocca alla mia amatissima professoressa del liceo. Ancora adesso provo vergogna, ma voglio essere onesto fino in fondo nel parlare dell’ultima fatica dei Fontaines D.C.Romance. Per buona parte dei primi ascolti, oltre a qualche decina di pagine di appunti, impressioni e spunti, mi è tornata alla mente la sopracitata scena del film The Secret Life of Walter Mitty, di cui non parlerò oltre, ma che descrive perfettamente cosa sia questo disco e dove desideri stare io, ascoltatore. 
Quindi, primo pensiero. Questo album è un luogo. È uno di quei rari dischi che possiedono un’architettura, che diventano un ambiente sonoro, un posto in cui si desidera ritornare a contemplare scorci e vedute. 
Vanno “visitati”, vissuti, a volte senza l’ansia di doverne parlare, senza il compito di metterli a fuoco. 
Starci dentro, Right there. Right here.

Che questo disco abbia un’anima “visiva” lo ha dichiarato lo stesso cantante, Grian Chatten. Parlando del titolo e dei riferimenti culturali che stanno alla base della loro ultima fatica, viene spesso citato Akira di Otomo, come esempio di opera in cui i sentimenti resistono anche alle apocalissi. 
E cita anche la Grande Bellezza di Sorrentino, toccando il tema dell’incapacità di provare sentimenti o empatia, poi descritta in modo plastico nel pezzo In The Modern World, quando viene enunciato senza vergogna alcuna che “I don’t feel anything / In the modern world / And I don’t feel bad”. 
Curioso il fatto che si parta da un problema di anestesia emotiva per un disco che ha come titolo Romance
Sempre Chatten ci racconta che proprio In The Modern World è stato il pezzo che ha dato il colore al nuovo lavoro.
Cito (e poi la smetto) direttamente dall’intervista:

“Now I know where we’re going. I know the colour and the year and the atmosphere and the temperature of this city that we’re soundtracking.”

È quindi programmatico, abbiamo una colonna sonora per le mani. 
Il disco ha incominciato a prendere forma durante il tour in nord America. È un’opera figlia di un flusso di contributi e contaminazioni, alcuni pezzi sono direttamente influenzati dai gruppi incontrati durante il cammino, altri sono eredità del passato. I Fontaines hanno raccontato che non c’è stato un momento di scrittura: il tutto è avvenuto in modo continuo e naturale. Alla fine del tour ogni membro ha preso un momento di pausa, in giro per il mondo, Chatten a Los Angeles, altri tra Spagna e Francia.
I nostri si sono poi ritrovati a nord di Londra per tre settimane di full immersion pre-produzione e poi in un castello nei pressi di Parigi, dove hanno iniziato a provare sotto l’ala protettiva di James Ford

Cosa è successo dunque in quella sala di registrazione? Esiste un filo che unisce Dogrel a Romance, passando per tutti e quattro gli album dei Fontaines? La mia risposta è no. Non ho nelle cuffie da giorni un nuovo Skinty Fia, o una sua evoluzione. Ho una versione matura, consapevole e adulta di una band già fenomenale nella sua versione adolescenziale.
Prendete i Fontaines e immaginate un loro un album che spazi dallo shoegaze al Seattle Sound, che citi gli Oasis e i Depeche Mode, osate nell’abuso di archi, cori, crescendo, cercate ancora quella matrice dubliner, anche se in esilio a Londra,giocate nel trovare i riferimenti cinematografici e letterari. Chi, se non loro, possono frullare James JoyceCalderon de la Barca e i Beach Boys?
Così vi esploderanno nelle orecchie fin dalla prima canzone, Romance, che ha il pregio di illudere e non far rimpiangere quella clamorosa opening track che fu In ár gCroíthe go deo in Skinty Fia
Segue Starbuster, racconto di un attacco di panico musicato e interpretato alla perfezione. Lentamente i Fontaines lasciano gli ormeggi del loro porto sicuro, sta per iniziare il viaggio. Here’s The Thing e Desire iniziano a esplorare nuovi spazi, il disco lascia la bidimensionalità e io mi sento come un bimbo al cinema, naso all’insù e sguardo ebete. Ipnosi riuscita, sospensione della realtà raggiunta, sono pronto per In The Modern World, canzone-manifesto, ma anche la prova finale che qualcosa è cambiato. Il disco solista di Chatten si sente, sempre di più, sottopelle ma presente, in Romance. Lui stesso lo racconta in un’intervista in cui spiega che le conseguenze sono due: una maggior confidenza con archi e ottoni in fase di arrangiamento e una migliore relazione con la propria voce. Tutto vero, c’è più cantato in Romance che nei tre dischi precedenti.
Poi di colpo è 1995 con Bug, o almeno è dove mi sembra di precipitare. E mi diverto tantissimo, come anche loro, a ben vedere. In Motorcycle Boy faccio fatica a riconoscere i Fontaines, che da questo punto fino a Death Kink giocano con citazioni e generi. Chiude Favourite, che, non so dire perché, sembra ancora più bella alla fine del percorso, nonostante suonasse già benissimo come singolo. 
Ecco. Il primo pensiero che ho a fine ascolto, ogni volta, è che non ricordo l’ultimo album con un numero così alto di potenziali singoli. E il secondo è che, forse per la prima volta, ho l’impressione che i ragazzi si siano divertiti a scrivere senza margini, a disegnare senza far sanguinare il foglio, a raccontare senza ferire (troppo). 
È un miracolo raro che un divertissement di una band poi suoni anche bene.

Di brutto c’è la copertina. Qualcosa si può ancora migliorare. 

Questo è un disco sull’amore alla fine del mondo.
Di come l’amore viene vissuto, raccontato e mostrato. Non è Romantico, è la sua versione distorta che abbiamo deciso di accettare.
Uno Sturm und Drang nato nelle periferie del mondo, in cui possiamo ammirare i cieli di Turner da un oblò di un volo low cost, in cui siamo dei Viandanti sul mare di nebbia, che però, se guardi bene, è lo smog del nord di Londra. 
Ha senso essere romantici nel nostro mondo, alla fine del nostro mondo?  È davvero l’amor che “Move il Sole e l’altre Stelle”? 
Chatten liquida la faccenda così, in Horseness Is The Whatness:

“Will someone / Find out what the word is / That makes the world go round / ‘Cause I thought it was love / But some say / That it has to be choice / I read it in some book / Or an old packet of smokes.”

Lo so, avevo promesso niente più citazioni. Chiedo venia e chiudo.

Avevo aspettative altissime, così come profonda era la paura di una delusione, di un passo falso, di una direzione inaspettata o di un principio di autoreferenzialità. Mi ritrovo alla fine di un viaggio inaspettato, in cui ho visto nuovi colori e nuove atmosfere, come deciso dai Fontaines nel loro continuo e incessante processo di elaborazione del reale. Hanno uno sguardo da poeti, questa era cosa nota. E io continuo a vedere Sean Penn che recita parole di saggezza, che devo farci. Che album incredibile.

Era il 2019.

“My childhood was small / But I’m gonna be big”.

Complimenti, davvero.

FALLING IN REVERSE: una data a Milano a metà novembre


Dopo una lunga attesa i FALLING IN REVERSE si esibiranno finalmente in concerto in Italia.
La band di Ronnie Radke sarà infatti dal vivo il 14 novembre 2024 al Fabrique di Milano, per l’unico appuntamento nel nostro Paese a supporto del nuovo album “Popular Monster”, pubblicato il 16 agosto.

In apertura di serata saliranno sul palco Hollywood Undead e Sleep Theory.


biglietti saranno disponibili secondo le seguenti modalità:
– in prevendita tramite il sito dei Falling In Reverse dalle ore 11:00 del 21 agosto;

– in prevendita ​​collegandosi a Metalitalia.com dalle ore 11:00 del 22 agosto fino alle ore 10:00 del 23 agosto; non sarà necessaria la registrazione al sito;

– in prevendita generale su MC2Live.it e Vivaticket.com dalle ore 11:00 del 23 agosto.

Radiofreccia è la radio partner del concerto dei Falling In Reverse.

Dettagli 

FALLING IN REVERSE – The Popular MonsTOUR II Europe
+ Hollywood Undead
+ Sleep Theory

14 novembre 2024 – Milano, Fabrique

Biglietti
MC2 Live | Vivaticket

Qui sotto è possibile vedere il nuovo video del brano “Prequel” contenuto in “Popular Monster”.