Skip to main content

Mese: Aprile 2023

Tre Domande a: Monna Lisa Blackout

Come e quando è nato questo progetto?

Questo progetto è vecchio e nuovo allo stesso tempo: i Monna Lisa Blackout esistono da qualche mese, ma noi quattro suoniamo insieme da diversi anni.
Leo, Matte e Michele erano nella stessa classe alle superiori, e Matte e Luca erano vicini di casa, si conoscono da quando erano piccoli. Siamo cresciuti insieme, musicalmente e come persone. Leo ha iniziato a cantare in questa band, Luca ha iniziato a suonare la batteria in questa band, Matte ha fondato questa band che suonava da pochi mesi. Abbiamo imparato a improvvisare gli uni intorno alle idee degli altri.
Ci influenziamo a vicenda coi gruppi che ascoltiamo, andiamo a tantissimi concerti, abbiamo tutti un’infinita passione per la musica. Nel progetto Monna Lisa Blackout vogliamo fondere le sonorità rock/stoner con l’hip hop e dare vita a qualcosa, ma è anche una grande scusa per passare le serate insieme.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Se cerchi qualcuno che ti dica “tranquillo, alla fine le cose si sistemano, la vita è un grande prato fiorito” ascolta un’altra band.
La vita non è una costante presa bene, per nessuno, non importa cosa sembra da Instagram. La vita è dura, è davvero dura. Quelli che dicono di aver capito come funziona mentono. Nessuno ci capisce un cazzo, navigano tutti a vista. Tutti quanti sono persi. Tutti quanti devono cercare di capire che sta succedendo e affrontare il drago.
Non è questo periodo, e non sei solo tu: è tutta la vita che è così. Il mondo è un posto grande e complicato. Il male esiste. Gli altri soffrono quanto te e il minimo che possiamo fare è darci una mano a vicenda.
In due parole il nostro messaggio è questo: la vita è dura, a volte è durissima, ma tu ce la puoi fare.

 

C’è un evento, un festival – italiano o internazionale – in particolare a cui vi piacerebbe partecipare?

Ce ne sono davvero tanti da cui in questo momento sarebbe fantastico ricevere l’invito per una serata, sia per la possibilità di far sentire ad un nuovo pubblico i brani appena pubblicati, sia per vivere il momento magico che accompagna queste manifestazioni. In un certo senso sarebbe una forma di realizzazione, il nostro progetto si esprime al meglio in queste situazioni live.
I nomi che più ci attirano sono ovviamente Firenze Rocks ed I-Days di Milano, per i gruppi che partecipano, anche se forse saremmo più a nostro agio in situazioni più underground come Balena Festival, Sherwood Festival o Lars Rock Fest.
Il vero sogno irrealizzabile è il Primo Maggio di Roma. Il desiderio di poter suonare anche solo venti minuti in Piazza San Giovanni ci accompagna da un sacco di tempo.
Abbiamo visto che quest’anno sono presenti diverse situazioni interessanti, specialmente con il ritorno dei Verdena. Di sicuro gireremo tanto, anche solo come spettatori.

Fran Vasilić @ Circolo Magnolia

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Fran Vasilić •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]

 

Circolo Magnolia (Milano) // 16 Aprile 2023

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]Foto: Federica Mulinacci
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28402″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28399″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28395″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28396″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28403″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28398″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28397″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28404″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28401″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28400″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]

Calibro 35 @ Locomotiv Club

[vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

• Calibro 35 •

Locomotiv Club (Bologna) // 13 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]foto di Lucia Adele Nanni

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28375″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28374″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28366″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28368″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28372″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28367″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28376″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28371″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28373″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row]

Tre Domande a: Regione Trucco

Come e quando è nato questo progetto?

Mi Sono Perso è un disco che nasce in sala prove, dove Umberto arriva con il chitarra-voce delle canzoni. Lì, sotto il comando generale di Andrea, arrangiamo i pezzi in una prima veste. Poi li suoniamo dal vivo nelle occasioni più intime, come ad esempio nei pub. A quel punto abbiamo il primo e per noi più importante riscontro: la reazione della gente. Scegliamo quindi i pezzi che ci sembrano emozionare di più le persone e passiamo alla seconda fase che è quella delle pre-produzioni, che facciamo principalmente in home recording. Da qui in avanti, i pezzi passano nelle mani di Enrico Caruso (sound engineer con sede a Vercelli) nel cui studio registriamo voci e tutto quanto non è possibile fare in home recording: lui ci aiuta con piccoli grandi suggerimenti di adding production, oltre a mixare i brani.
Oltre a questo processo artistico, sono subentrate etichette discografiche, un manager nuovo (Federico Borruso), nel mezzo una pandemia e tanto altro…

 

Se doveste riassumere la vostra musica con un tre parole, quali scegliereste e perché?

Country: non per il genere, ma perché veniamo dalla campagna, i cui elementi rientrano spesso nelle nostre canzoni, che in definitiva nascono nei nostri luoghi, fatti appunto di verde, di laghi, di trattorie. Un mondo semplice che viaggia ancora a una velocità accettabile, umana, senza troppo auto tune.
Ironica: l’ironia salverà il mondo. Cerchiamo di far sì che l’ironia non manchi mai nelle nostre canzoni, anche quando magari trattano temi sociali o sentimenti. Ad esempio, il singolo Lady Hawk che fa parte del disco Mi Sono Perso tratta del disagio di una coppia che fatica a trovare il tempo per stare insieme e non si vede mai; però a un certo punto nel testo c’è la frase “fossi ricco staresti a casa a fare incazzare le femministe”, che alleggerisce e fa sorridere. Tranne le femministe. E chi si prende troppo sul serio.
Sperimentale: sperimentale non perché pensiamo di fare una musica incredibilmente innovativa o strana, ma nel senso letterale del termine. Impieghiamo davvero tanto tempo a fare, appunto, esperimenti, prima di raggiungere la versione finale di un brano così come la sente il pubblico sul disco, sia da un punto di vista dell’arrangiamento, sia da un punto di vista dei suoni e della produzione. Per esempio, c’è un brano nel nostro ultimo disco Mi Sono Perso che si intitola Giuliano e che ci ha dato davvero del filo da torcere prima che potessimo ritenerci soddisfatti del risultato raggiunto.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Emozioni. Questo deve fare la musica: far arrivare emozioni. Non ci importa che ai nostri concerti dicano che siamo bravi musicisti o meno (o che lo pensi chi ascolta i nostri dischi). Ovviamente il riconoscimento del nostro lavoro da parte di addetti ai lavori e musicisti ci lusinga e ci fa piacere, ma la vera cosa importante, ciò a cui più di tutto teniamo, è che il pubblico si diverta, si emozioni, che abbia voglia di rimanere fino alla fine di un concerto e poi magari si fermi per bere una birra o un gin tonic in compagnia. Abbiamo fatto dei concerti dove magari abbiamo suonato in maniera impeccabile, ma durante i quali, per qualche motivo,  non siamo stati capaci di trasmettere l’energia giusta al pubblico e siamo sicuri che il pubblico ha preferito altri nostri live, dove ci è scappato l’errore o il gin tonic di troppo sul palco, ma l’energia era quella giusta. L’emozione alla fine vince sulla tecnica.

Lil Tjay @ Fabrique

[vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

• Lil Tjay •

 

Fabrique (Milano) // 12 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Renato Anelli
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28357″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28352″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28353″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28355″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28351″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28358″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28354″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28356″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28350″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Live Nation Italia[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Daughter “Stereo Mind Game” (4AD, 2023)

Il mio primo incontro con i Daughter è stato qualche anno fa, guardando una serie tv che al momento nemmeno ricordo, ma ricordo che, a un certo punto dell’episodio, nella colonna sonora compariva il loro singolo Youth, uno dei loro primi pezzi (correva l’anno 2013) ma che sicuramente è rimasto tra i più noti della discografia gruppo. 

Ricordo soprattutto che quella canzone mi colpì perché l’avevo percepita come una carezza, nonostante il peso delle sue parole: delicata ma allo stesso tempo malinconica e travolgente. Il merito era tutto della voce di Elena Tonra e dell’arrangiamento musicale che ancora oggi mi fanno venire qualche brivido dall’emozione. 

E anche con il loro ultimo lavoro, Stereo Mind Game, si vede come questi elementi costituiscano ancora i punti di forza della band. La voce di Tonra, a distanza di qualche anno, continua a colpire come la prima volta. Eterea, carezzevole per l’appunto, ma in grado di sposarsi benissimo con dei testi che possono invece di fare male come lame. 

Stereo Mind Game è infatti un album estremamente introspettivo, ma lo è in modo poetico e figurativo. “I’ve been trying to read your mind by stripping all the poems / I’ve been watching dandelions grow and die and grow / and it’s a shame, because I only came here for the love of you” recita Dandelion, probabilmente la traccia più struggente dell’intero disco, anche se musicalmente procede su toni meno drammatici. 

L’introspezione arriva ad assumere addirittura i toni di una lettera: Junkmail ad esempio è un pezzo che sembra essere più letto che cantato, con un ritmo concitato e un arrangiamento ripetitivo, battente e quasi ansiogeno, coerentemente con il messaggio sull’eterna lotta tra essere e apparire in pubblico. 

La costante dell’album è l’idea che sembrano quasi tutti usciti da un sogno. Saranno le chitarre in purezza, saranno gli archi dell’orchestra 12 Ensemble che fanno un’incursione qua e là, sarà la voce un po’ distante di Tonra, ma davvero la sensazione che si ha durante tutto l’ascolto è quella di un fluttuamento costante. Stereo Mind Game culla l’ascoltatore pur parlandogli di vuoti, paure, rimpianti e amori non esattamente a lieto fine.

L’unica critica che si può muovere a questo lavoro è che tutte le tracce si assomigliano tra loro e assomigliano ai loro predecessori. Manca un po’ di vena sperimentale, ma d’altronde questo è il loro modo di fare musica e di farla anche bene. 

Accompagnando testi fortemente emotivi (e non nego che alcuni brani mi abbiano commossa), la cifra stilistica di questo album – ma in realtà a questo punto dell’intera discografia dei Daughter – è proprio la delicatezza con cui la band londinese decide di raccontarti dolcemente i sentimenti più tristi.

Del resto, se si cerca un po’ di conforto, è sempre bello sapere di poter contare su un riferimento stabile, anche se parliamo di musica. 

 

Daughter
Stereo Mind Game
4AD

 

Francesca Di Salvatore

Pomme @ Santeria Toscana 31

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

• Pomme •

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]

 

Santeria Toscana 31 (Milano) // 6 Aprile 2023

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]Foto: Claudia Bianco
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28317″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685645808{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28319″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28315″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28320″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28316″ img_size=”full”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28318″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1560685686606{margin-top: 10px !important;margin-bottom: 10px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28321″ img_size=”full”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Astarte[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Tre Domande a: Orlvndo

Cosa vorresti far arrivare a chi ti ascolta?

Con Ad Maiora, il mio primo disco e il secondo capitolo del trittico Ad Hoc, Ad Maiora, Ad Astra, ho raccontato una parte della mia vita con tutta la verità possibile. Il disco è come un romanzo che racconta il cambiamento dalla fanciullezza all’età adulta, un percorso, per me, decisamente complicato. Ho avuto paura. Nelle canzoni c’era troppa vita senza filtri, e un po’ bisogna proteggersi.
Perché l’ho fatto?
La verità è l’unica entità che avvicina tutte le persone, siamo tutti concentrati a nasconderla, ma le nostre vite sono molto più simili di quanto si pensi. Il dolore è uguale per tutti, la felicità pure. Il messaggio che voglio mandare con questo disco è molto chiaro: siate irresponsabilmente voi. Questo per me significa andare verso cose più grandi.

 

Progetti futuri? 

Dopo Ad Maiora, ci sarà Ad Astra. Non riesco a spiegarvi bene come sarà il progetto e cosa arriverà, devo viverlo prima.
Ci rivedremo al prossimo capitolo.

 

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

La cosa che amo fare di più della musica è la dimensione che si crea durante i concerti. Capisco che la strada è quella giusta. Ai concerti cantiamo le canzoni guardandoci dritti negli occhi, sento come se appartenessi a loro. Voglio bene ad ogni persona che mi ascolta come se fossimo fratelli. Il 26 aprile al Mosso a Milano faremo il primo concerto full band. Sarà una grande festa.

Francesca Michielin @ Teatro Nuovo

[vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

Francesca Michielin

Teatro Nuovo (Ferrara) // 04 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

foto: Luca Ortolani

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28310″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28309″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28295″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28306″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28300″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28301″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28307″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28304″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28297″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28298″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28305″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28302″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28303″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28308″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28296″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28311″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a Goigest
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Tre Domande a: Indastria

Se doveste riassumere la vostra musica con tre parole, quali scegliereste e perché?

Audace: spesso nella nostra musica trattiamo temi che possono essere fraintesi o che possono dare fastidio a qualcuno. È il caso per esempio di Bukkake, Orso Polare Droga, La Suora Afrodisiaca, o Non Valgo Niente, per l’appunto. Noi però siamo così, aperti, sinceri. Corriamo il rischio di non essere capiti, ma preferiamo correre questo rischio, piuttosto che non esprimerci.
Goliardica: nelle nostre canzoni c’è sempre qualcosa che ti fa sorridere. La vena simpatica-divertente deve essere sempre presente anche in quei brani che a un primo ascolto sembrano arrabbiati o tristi. Inoltre dal vivo divertiamo un sacco.
Ottimista: dopo aver assistito a un nostro live torni a casa più felice di prima e più speranzoso verso il futuro. Anche canzoni come Non Valgo Niente non ti mettono depressione, ma ti fanno pensare che quando ti sveglierai domani la vita sarà un pochino più bella.

 

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Ci piacerebbe arrivasse un po’ della nostra energia, nel bene e/o nel male.
Vogliamo che chi ci ascolta in macchina, si ritrovi a 10 km/h in più senza accorgersi. Oppure vogliamo che chi ci ascolta dalla parrucchiera il sabato pomeriggio si ritrovi a muovere il culo o fare head-banging senza volerlo.
Spesso la nostra è un’energia di rassegnazione, sia chiaro, ma è pur sempre energia, e anche se recepisci questa ti senti più vicino a noi.

 

C’è un evento, un festival – italiano o internazionale – in particolare a cui vi piacerebbe partecipare?

Beh se dobbiamo sognare ti direi il Coachella, se invece dobbiamo stare con i piedi un po’ più vicini al suolo ti direi il Firenze Rocks, forse il festival rock più importante attualmente in Italia.

Thurston Moore @ Monk

[vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

• Thurston Moore •

+

Seafoam Walls

Monk (Roma) // 02 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Francesca Romana Abbonato
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28285″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28280″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28281″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28284″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28283″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28286″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28287″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28282″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Seafoam Walls

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28288″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row]

Roger Waters @ Mediolanum Forum

[vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

• Roger Waters •

 

Mediolanum Forum (Milano) // 01 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Lost Pigs


È la prima volta che a fine concerto non trovo un giudizio. Non lo sento, non arriva, sono intorpidito. Comfortably Numb, o, semplicemente, ho accusato il colpo.
C’è una lotta interna tra quello che ho visto e quello che ho ascoltato. C’è uno scontro tra la musica dei Pink Floyd, consumata in decenni di vita, e l’uso fatto dal suo padre e padrone, Roger Waters. E l’effetto ha il gusto dell’assurdo, perché tutto mi aspettavo, tranne il non aver assistito a un concerto di musica eccezionale. No, quello visto questa sera non è solo un concerto. Lungi da me usare qualcosa che suoni come experience-qualcosa, però, insomma, avete capito. C’è musica e ci sono immagini, messaggi, proclami, sentenze. È simile a una bevuta con un vecchio amico, il tutto intervallato da momenti di monumentale esplosioni d’ego. Come se i ricordi evocati, le idee proposte, le storie raccontate venissero plasticamente rappresentate sopra la testa di Mr. Waters. Ed è esattamente quello che ho visto, quello che tutti i presenti hanno avuto. Come un ciclopico fumetto a forma di croce, come un ipercubo che viaggia tra canzoni, nello spazio, attraverso il tempo.
Waters avvisa i presenti: se siete venuti solo ad ascoltare canzoni dei Pink Floyd e non condividete la visione del mondo che viene proposta, potete, letteralmente, andare a fare in culo.
Ascolto, sorrido, mi sovviene un noto paradosso che prevede l’uso dell’intolleranza per placare gli animi intolleranti, ma siamo già oltre. Forse andava scritto prima, sul biglietto. Disclaimer: Waters è una retta, non si piega, non curva, non si spezza, non ha dubbi né vacilla, grazie ai mancorrenti presenti sul palco ma soprattutto a una sua innata incapacità a mediare. L’anziano signore che senza grande sforzo tiene il palco per due ore ha più spigoli del suo maxischermo, ma è cosa arcinota, non vale storcere il naso dopo aver varcato l’ingresso del Forum.
Lo show si apre con immagini di una città semidistrutta. Tutto è nero e blu, come un film di Nolan, le note di Comfortably Numb accompagnano l’ingresso di Waters, le immagini però slegano il pezzo da The Wall, lo rendono universale, lo trasformano in un dialogo tra chi canta e la gente venuta lì per lui. O tra ognuno di noi e il suo vicino. Pink siamo noi, ora e adesso, il che è suggestivo ed evocativo ma porta in nuce una visione pessimistica che sarà il vero filo conduttore della serata. Non c’è un chiaroscuro, tutto è perso. I maiali volano alti nel cielo, sopra le rovine, mentre gli assoli di Gilmour sono spariti, sostituiti da un coro da pelle d’oca.
Segue The Happiest Day of Our Lives, seguita a sua volta dalla suite di Another Brick in the Wall.
Benvenuti nel mondo di Waters, quasi ottantenne. Se cercavate salvezza avete sbagliato luogo, se pensavate che grazie alla veneranda età si fosse giunti a una qualche verità, beh, non è andata proprio così. I maiali hanno vinto, fatevene una ragione. 

 

Welcome to the Bar

Le prime parole arrivano per presentare un brano inedito, che chiuderà poi il concerto, come fosse una chiave di lettura, o un punto di vista. Il Bar pensato da Waters è un luogo di confronto e di scambio, ma puzza di stoico ritiro dal mondo, di un otium dove rifugiarsi, perché là fuori i maiali volano alti, dal ’77, per giunta. Tutto lo show è animato dal maxischermo, vero protagonista del concerto, che racconta di politici, di storie, di ricordi, di violenza, di sfruttamento, di futuri distopici e di presenti impresentabili. C’è una damnatio memoriae tutta dedicata a Gilmour, che sparisce dalle fotografie e dagli assoli, mentre l’amico Syd Barrett viene evocato in momenti diversi. Moltissimi i brani da The Wall, molto presenti anche le canzoni di The Dark Side of the Moon, ma il filo conduttore della serata è politico e sociologico, e sembra quasi una lezione su come la musica dei Pink Floyd e i messaggi che portava fossero moniti che non sono stati ascoltati.
È una pantagruelica festa di un fallimento. Tra pecore volanti, maiali guidati da droni, laser e un maxischermo che sembra un’astronave, viene comunque enunciato il paradigma di un epocale e sordo tonfo.
È uno spettacolo senza catarsi. Un pugno nello stomaco, suonato divinamente, un invito alla riflessione, ma senza istruzioni e senza fine, come un libro bellissimo, cui hanno però strappato le ultime venti pagine.
Benvenuti allora anche nel Bar di Waters, avrete una vista privilegiata sulla fine del mondo, mentre l’orologio del Doomsday viaggia verso la mezzanotte, al suono delle più belle canzoni dei Pink Floyd.

 

Il Medium è il messaggio

Waters è un signore ormai anziano. Le sue lunghe braccia perdono gli anni solo imbracciando uno strumento. Beve mezcal, sbuffa e arranca. Non fa nulla per mascherare gli anni e tutto quello da cui è stato attraversato.
Waters è il medium, Waters è il messaggio, perché quello che ha raccontato, cantando, negli ultimi decenni, ha un suono diverso, ora che la sua voce è diversa. Il messaggio cambia, le prospettive anche, il tempo che rimane si esaurisce. Waters è una visione del mondo, è un’intolleranza a volte ingenua a volte genuina. Figlio senza padre per colpa dello sbarco ad Anzio degli alleati, ha speso una vita a indicare i maiali avidi di potere. Possiamo accogliere il monito, magari mediarlo, il problema è che tutta la meravigliosa musica dei Pink Floyd stride con quello che il pubblico vede sul maxischermo e con quello che Waters ha deciso di mostrare.
Ho avuto la sensazione che il ‘900 fosse salito, lunedì, un’ultima volta sul palco. Per un commiato epocale, per lasciarci nel mondo del post-qualcosa, senza bussola né mappa. Ecco, mi sento un po’ perso a fine show. Mi sento un po’ solo, Roger. Facciamoci ancora un bicchiere nel tuo Bar, perché stare fuori dalla storia, a questo punto, è un grande privilegio e ne ho molto, molto bisogno. 

 

Andrea Riscossa

Foto di Oriano Previato
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28264″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28269″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28267″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28270″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28260″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28266″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”28257″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28261″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28265″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28258″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”28268″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28259″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1551661546735{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 0px !important;}”][vc_column][vc_single_image image=”28262″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Grazie a D’Alessandro & Galli
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]