The KVB @ BOtanique
Quando il buio suona bene: ieri sera ai Giardini di via Filippo Re, nel suggestivo contesto di BOtanique, The KVB hanno regalato al pubblico bolognese un concerto dall’atmosfera intensa, cupa e coinvolgente.
Il duo londinese è celebre per l’unione di una musica shoegaze alla Slowdive ma con punte di post punk ed elettronica alla Boy Harsher, il tutto sempre accompagnato dalla creazione di visual appositi prodotti proprio dalla cantante e compositrice Kat Day.Insieme al suo partner Nicholas Wood hanno dimostrato padronanza totale degli strumenti: dalla chitarra riverberata al synth minimale, passando per drum machine calibrate perfettamente nel mix. Il suono, dalla prima all’ultima nota, è stato sempre preciso e bilanciato, segno di grande cura tecnica.Le proiezioni di immagini di architetture brutaliste hanno creato un dialogo sinergico con la loro dark wave: angoli netti, superfici grezze, luci fredde hanno amplificato il mood tetro e suggestivo dei brani. È stata una scelta estetica che ha trasformato il palco in un’installazione, amplificando l’impatto emotivo.
La scaletta ha alternato brani storici come Tremors, Captive, Awake e pezzi recenti da Tremors e Unity. Questo mix ha garantito un’esperienza completa, anche se alcuni momenti hanno mostrato una certa linearità nello stile, con timbri vocali e strutture ritmiche simili che hanno a tratti reso la performance un po’ ripetitiva. Tuttavia, il pubblico è rimasto rapito dallo spettacolo sonoro.Punte di empatia ci sono state: Kat, in Unité e Medication, si è avvicinata alla platea, regalando sguardi di complicità e coinvolgendo visivamente il pubblico.
Nonostante una lieve sensazione di ripetitività, nel complesso è stato un bel concerto: tecnicamente ineccepibile, corredato da visual evocativi e con una sceneggiatura sonora ben costruita. The KVB hanno confermato il loro talento nel creare atmosfere immersive e così far vivere, anche sotto le stelle di Bologna, una full immersion nella loro visione dark-wave.
Se il post-punk è un viaggio interiore, ieri sera ci siamo persi tutti nella stessa, bellissima oscurità. E sì, anche il tipo con la maglietta dei Joy Division ha ballato.
Alessandra D’aloise