SLIPKNOT: una data al Ferrara Summer Festival 2025 a giugno
SLIPKNOT, una delle formazioni metal più amate dai fan, torneranno in Italia il prossimo anno per un’unica data che si terrà in Piazza Ariostea al Ferrara Summer Festival il 17 giugno 2025.
La band è tra le più affermate e conosciute del nuovo millennio, con oltre 30 milioni di dischi venduti e numerose apparizioni da headliner nei maggiori festival mondiali.
SLIPKNOT torneranno nel 2025 anche nel nostro Paese, a distanza di due anni dalla trionfale apparizione come headliner della prima edizione di Knotfest Italy.
In apertura si esibiranno altre band che saranno annunciate prossimamente.
I biglietti per il concerto saranno disponibili secondo le seguenti modalità:
– in prevendita collegandosi a Metalitalia.com dalle ore 10:00 del 6 novembre alle ore 09:59 dell’8 novembre; non sarà necessaria la registrazione al sito;
– in prevendita generale su MC2Live.it, Vivaticket.com e relativi punti vendita (qui l’elenco dei rivenditori) dalle ore 10:00 dell’8 novembre.
Radiofreccia è la radio ufficiale del concerto degli SLIPKNOT.
Metalitalia è media partner del concerto degli SLIPKNOT.
Dettagli
SLIPKNOT
+ guests
17 giugno 2025 – Ferrara Summer Festival, Ferrara Piazza Ariostea
Biglietti
MC2 Live | Vivaticket
BABYMETAL: four dates in Germany in May
BABYMETAL describe their music as Kawaii Metal, fusing the worlds of J-Pop with metal subgenres such as speed metal, death metal, and black metal. Their debut album, “Babymetal” (2014), made the band known worldwide and featured songs like “Gimme Chocolate!!” (which recently surpassed the 100 million mark on Spotify), “Headbangeeeeerrrrr!!!!!”, and “Megitsune,” along with “Karate” (2016) and “PA PA YA!!” (2019), as their biggest hits. Their music videos, featuring elaborate J-Pop choreography, have garnered more than 890 million views on YouTube. Since 2014, BABYMETAL have also won numerous awards, including the Metal Hammer Golden Gods Breakthrough Award, the Kerrang! Spirit of Independence Award (both 2015), the Women of the Year 2015 Award from Vogue Japan, as well as numerous awards under the MTV banner and 5 Loudwire Music Awards (2017). With impressive live shows, dance choreographies, and their uniquely offbeat music, BABYMETAL have long been one of the most successful and unusual Japanese bands of all time. Together with US singer Poppy and Irish artist Bambie Thug, who finished sixth at Eurovision 2024, BABYMETAL will also be performing in Hamburg, Frankfurt, Berlin, and Nuremberg as part of their arena tour in 2025.
BABYMETAL were founded in 2010 by the Japanese talent agency Amuse as a subgroup of the idol group Sakura Gakuin. Following the success of the single “Headbangeeeeerrrrr!!!!!” In 2012, the band, consisting of lead singer Suzuka Nakamoto “Su-metal” and singers Moa Kikuchi “Moametal” and Yui Mizuno “Yuimetal” (until 2018), became independent in 2013. With their unique sound, BABYMETAL went viral on YouTube and became known worldwide. The singles “Ijime, Dame Zettai” and “Megitsune” reached sixth and seventh place respectively in the Japanese singles charts in 2013. In 2014, the band released their debut album “Babymetal”, which entered the German album charts at number 95. Following the release of the hit single “Gimme Chocolate!!” in May 2015, their second album “Metal Resistance” was released in 2016. It reached number 2 in the Japanese album charts and showed influences from folk, ska, metalcore and progressive metal. In 2018, “Yuimetal” left the band for health reasons, while BABYMETAL, after releasing the single “Distortion,” played festivals such as Download Festival, Rock am Ring, and Rock im Park on their European tour. In 2019, their third studio album, “Metal Galaxy,” was released, and its single “PA PA YA!!” featuring F.HERO became another hit. As the first Japanese band to perform on one of the main stages at Glastonbury Festival, BABYMETAL replaced “Yuimetal” with the “Avengers” – three additional dancers who performed on a rotating basis but did not sing. Momoko Okazaki “Momometal,” formerly of the “Avengers,” has been a permanent member of the group since 2023. In the same year, the band released their latest album, “The Other One,” via Cooking Vinyl, with “Monochrome” and “Divine Attack – Shingeki -” as its most successful tracks. In 2024, BABYMETAL collaborated with Electric Callboy on their single “Ratatata” and reached number 55 in the German singles charts.
Live Nation Presents
BABYMETAL
UK & Europe Arena Tour 2025
Support: Poppy, Bambie Thug
Mo. 12.05.2025 Hamburg Barclays Arena
Fr. 16.05.2025 Frankfurt myTicket Jahrhunderthalle
Sa. 17.05.2025 Berlin Velodrom
Di. 20.05.2025 Nürnberg Arena Nürnberger Versicherung
Tickets on sale here
Califone @ Monk
A ridosso della settimana di Halloween (quindi, mi domando: “Faranno Halloween?”), è partito da Roma il tour italiano dei Califone, con quella loro musica statunitense folk-blues-rock tritata a tartare e ricompattata verso derive sperimentali e noise, producendo composizioni di alto impatto emotivo. Ho sempre considerato la musica del leader Tim Rutili come l’acqua cheta che rompe i ponti. L’ultimo album Villagers, uscito nello scorso 2023, immerge l’ascoltatore in molteplici immaginari, tra ballate blues interiori, sinistre atmosfere sul passato, sonici punti di vista sul vivere attuale e futuri distorti.
L’appuntamento al Monk organizzato dal festival Biennale MArteLive, giusto il primo live dopo il cambio di ora solare 2024, ha subìto spostamenti di orari, fino ad un’anticipazione definitiva fissata alle ore 18,30. Dopo la mia personale alta prestazione automobilistica per arrivare in orario, una sorpresa: la sala del live allestita con posti a sedere. Sarà che mi sono abituata a vivere i concerti in questo locale in piedi, questa novità mi scombussola un po’, per poi viverne tutto il piacere e spiego il perché, innestando in quel che segue qualche titolo eseguito in scaletta.
Arriva il gruppo sul palco, i quattro componenti anche loro seduti. Noi Romans e loro sulla stessa linea d’orizzonte e di ascolto, come Villagers, come abitanti di un villaggio in raduno. L’amplificazione produce un ottimo suono che ci coinvolge. Davanti i loro cappellini da baseball e noi attorno, pare di partecipare ad un falò in Michigan per Halloween (eccola!), ascoltando i nostri Funeral Singers.
Rutili passa dal cantato traditional al crescendo suonato con effetti psichedelici ed improvvisazioni dissonanti, contorcendosi come un gatto sulla chitarra acustica, poi su quella elettrica, pigiando sulla tastiera e sintonizzando interferenze da una radiolina, infine interagendo quando possibile con noi Romans. La sua bolla sonora si miscela con la chitarra di Max Knouse e il basso di Brad Dujmovic, in coppia come felici complici nel provocare acidi riverberi e con una signora batteria, quella della signora Rachel Blumberg, la quale coccola le armonie ed eccita sfoghi elettrici.
In conclusione l’“ancore” acclamato, con tre ultimi brani, tra cui una versione avvolgente di Electric Fence. Dopo due ore circa di un grande concerto, Sweetly torniamo a casa.
Il tour dei Califone prosegue con altre date in Italia segnalate qui, da non perdere.
Marta Ileana Tomasicchio (Musincanta)
Chameleon
Voci angeliche e muri del suono
Buio.
Un senso di umido e pesantezza, come se improvvisamente fosse calata su di me tutta la stanchezza e la tristezza di ‘sto mondo.
Apro gli occhi. Tutto intorno è nero come la mia speranza. Allungo una mano: qualcosa di freddo e liscio si sta avviluppando al mio braccio. Grido senza voce, mi dimeno, cerco la libertà. E all’improvviso di spalanca davanti a me una grande porta.
Una lingua di vento caldo, appiccicoso, pregno delle cose più immonde mi circonda e mi spinge all’interno della porta.
Dietro di me si richiude il grande portone ed è di nuovo tutto avvolto nell’oscurità. Sono aggrappata al legno gelido con gli occhi strizzatissimi, la paura è così forte che mi brucia i bulbi oculari.
Aspetto una scintilla di coraggio e mi giro di botto. C’è una strada di asfalto e un cartello rosso con i caratteri neri che recita “Per l’Inferno” con una grande freccia nera.
Sospiro, e ormai rassegnata mi incammino.
Parte un disco di sottofondo.
Sono i Trauma Ray con il nuovo nuovo disco Chameleon. Un perfetta solonna sonora per la discesa verso gli inferi.
Il gruppo di Fort Worth si è già fatto notare nel 2018 con un EP omonimo, Trauma Ray, che è stato il semino lanciato su un campo, la prima manciata però, giusto qualche chicco per vedere se la terra è buona.
E quel semino ha germogliato, regalandoci una perla per malinconici.
Hanno intensificato la loro ricerca musicale, abituando il loro mood shoegaze a sonorità sempre più intense, a chitarre distorte e impetuose, la batteria che a tratti sembra accarezzarti, poi ti prende a sprangate sul collo. La carezza che sembra scendere dall’alto sono le parti vocali, così delicate e angeliche, per poi rivelarsi per quel che sono realmente: solo tristezza allo stato puro.
Condito con un’aura di spettrale epicità.
La musica è lo scopo. Il tema è la morte.
Sono artigiani del suono, ricercano la combinazione perfetta, tra audacia della parte strumentale e la leggerezza graffiante delle parti vocali.
In questo album non c’è posto per il superfluo: ogni schitarrata, ogni bumbum di batteria, ogni singolo stridore, ha significato. Il rumore che diventa musica, il pandemonio diventa catarsi.
L’equilibrio stabile tra epico e spettrale raggiunto dai Trauma Ray lo si deve alla coesione di tutti i membri ad un progetto di studio e crescita, e all’unione delle loro anime su temi come il senso di colpa, la paura, la morte, la tristezza, la perdita, che sono i pilastri di questo loro nuovo album.
Un vezzo (in pieno stile shoegaze) sono le intro molto lunghe, come fossero corridoi di castelli tenebrosi che conducono a salotti sfarzosamente gotici. Sono il loro modo di farci assaporare il loro talento.
La discesa verso l’oltretomba è lenta ed inesorabile, ed Ember, messa lì al primo posto altro non fa altro che mettere lo zucchero sulla cattiva pastiglia con la sua aria sognante e scostata, inno apocalittico verso la fine dei tempi.
L’ignoranza dell’intro di Chameleon unito alle parti vocali e agli assoli potentissimi, ne fanno la punta di diamante del disco. Un vortice di chitarre e bassi distorti, con una batteria picchiante che parla di cambiamento di forma e di morte.
Questo disco contiene perle di artigianato da non sottovalutare, come la trascendentale Bishop, un attacco al muro del suono, crudo, brutale, totale. Le chitarre impazzite e i riverberi vorticano su se stessi fino al climax, che non è la liberazione dalla disperazione, ma è la disperazione stessa.
Angoscia per la perdita e rabbia è tutto quello che si grida in Spectre che possiede una delicatezza sporca, un canto angelico che vola sul baccano creato dagli strumenti.
La complessità artistica e emotiva della band traspare in Bardo, col suo riff fottutamente imbestialito e le parti vocali così eteree e trasognanti.
Un disco che ti accarezza con una mano, e con l’altra ti prende a calci.
Le loro influenze sono palesi: sembrano i Deftones sotto sertralina; oppure The Cure dopo la svolta metal. Una leggera strizzatina al mondo dei Tool non passa inosservata.
Sono realmente un raggio traumatico che spezza le reni.
Patterns in Repeat
Prima o poi Laura Marling lo sbaglierà un disco.
Ma quel giorno non è oggi.
Otto dischi in quindici anni e ce ne fosse stato uno di deludente. No, nemmeno per scherzo.
Per questo Patterns in Repeat cambia la forma ma non la sostanza.
Rispetto al precedente Songs For Our Daughters si torna a sonorità più folk, intime, i brani vertono maggiormente sul duopolio chitarra/voce per un disco registrato nello studio di casa a Londra, prodotto da lei stessa assieme Dom Monks, con la Marling praticamente da sempre, (uno che ha messo le mani sui dischi di Big Thief, su Idiot Prayer di Cave, per dire), un lavoro meno arrangiato ma non per questo scarno.
Rispetto a Songs For Our Daughters c’è anche un’altra profonda differenza, più concettuale, più contenutistica; nel lavoro del 2020 il tema attorno al quale si sviluppavano i brani era quello di un’attesa, di un futuro immaginario o immaginato, pensando ad una figlia che ancora era appunto solo un’idea.
Nel 2024 Laura Marling è diventata mamma, ma il suo nuovo ruolo viene in Patterns in Repeat utilizzato e pensato non strettamente e banalmente nel pensarsi e reinventarsi genitore, quanto piuttosto in quella fitta e complessa trama di legami, rapporti, situazioni che la quotidianità ora le propone. Una quotidianità che, come lei stessa ammette, l’ha portata per la prima volta a scrivere pezzi nuovi e suonare la chitarra guardando negli occhi un altro essere umano.
Il disco si apre e si chiude con due brani dedicati e pensati per la figlia, Child of Mine e la dolcissima e strumentale Lullaby, capaci di trasmettere l’autenticità e la purezza di un atto nobile e alto come il dedicare un’opera d’arte, sia essa un dipinto, una poesia o una canzone come in questo caso.
Il resto del disco fluttua in maniera a tratti commovente (The Shadows), grazie al sapiente intervento del coro ora a mò di tappeto, ora a supporto di una sezione d’archi che provoca brividi veri (tale mirabilia è “colpa” del genio di Rob Moose, una serie di collaborazioni come arrangiatore da far paura) a tratti nostalgico (Caroline), prettamente coheniana nel suo incedere narrativo.
Qui e lì tocchi che mi riportano alla mente ora Judee Sill (Patterns in Repeat) ora quel cantautorato al femminile portato ora avanti da nomi quali Julien Baker, Waxahatchee, la stessa Phoebe Bridgers (Looking Back).
Dieci brani che tratteggiano il ritratto di un’artista in continuo mutare, in continuo divenire, dotata di una capacità non comune di creare con una facilità disarmante musica, e di conseguenza emozioni.
PANTERA: nuove disponibilità parterre per la data di Bologna
In seguito alla grande richiesta di posti in piedi da parte dei fan, sono ora disponibili nuovi biglietti per il settore in “Parterre in piedi Cat.2” del concerto dei PANTERA alla Unipol Arena di Bologna previsto il 12 febbraio 2025.
Chi avesse già acquistato in precedenza il biglietto del settore parterre, potrà accedere al settore “Parterre in piedi” posizionato in prossimità del palco (per maggiori informazioni consultare la mappa presente qui).
Prima dei PANTERA sul palco saliranno i Power Trip e King Parrot.
Biglietti disponibili su MC2Live.it e Vivaticket.com.
Radiofreccia è la radio ufficiale del concerto dei PANTERA.
Metalitalia è media partner del concerto dei PANTERA.
Dettagli
PANTERA
+ Power Trip
+ King Parrot
12 febbraio 2025 – Bologna, Unipol Arena