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Wall of Eyes

Don’t think you know me
Don’t think that I am everything you say…

Cerchi un filo.
Un filo non c’è.
Forse cerchi i Radiohed, ma anche quelli non ci sono. Si sono fermati anni fa, con A Moon Shaped Pool. Poi collaborazioni, featuring, sperimentazioni, colonne sonore, ognuno per la sua strada, ognuno a plasmare nuovi progetti e a giocare con nuovi linguaggi.
La pandemia ci ha poi regalato The Smile, il nuovo progetto di Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner. I primi due sono i motori primi dei Radiohead, giusto per chi non li conoscesse, mentre il terzo è un percussionista inglese, classe ’80, sospeso tra progetti jazz e il nuovo trio, attirato nel vortice dopo una collaborazione con Greenwood per la colonna sonora del film The Master

Cerchi un filo.
Cerchi una similitudine con il loro primo album, A Light for Attracting Attention, e non la trovi. Trovi invece qualcosa di diverso, di evoluto, di maturato. C’era chi si era illuso, nel sentire quel disco, nel ritrovare qualcosa delle chitarre dei Radiohead. Di quelli primigeni, quasi, di quando Yorke ancora non cercava di coprire il suo afflato melodico come una brutta acne.
E no, un filo non c’è.
A dirla tutta non c’è neanche Nigel Godrich, che per i Nostri ha prodotto (quasi) tutto. Fonti ben informate lo vogliono accanto agli IDLES, che a febbraio dovrebbero far uscire il loro quinto lavoro in studio.
La produzione di Wall of Eyes, questo il titolo dell’album, è stata affidata a Sam Petts-Davies, che ha collaborato con Yorke per la colonna sonora di Suspiria nel 2018. 

Insomma, fili non si trovano.
Però alcune cose sono ben visibili.
Ad esempio, uno spettro si aggira per Wall of Eyes.
A Day in the Life attraversa il secondo lavoro degli Smile, da Friend of a Friend fino all’apoteosi in Bending Hectic, palesandosi, quasi alla fine, sulla mezzanotte del disco, come uno spirito, come un paradigma e un omaggio agli studi dove la band ha registrato l’album.
Ma non sono solo i Beatles a essere evocati. Appena dopo la traccia iniziale, che ci accoglie con una bossa nova sghemba, irrequieta e, soprattutto, inaspettata, si vira verso il prog con Teleharmonic, che sa di subacqueo e di flauti, mentre i King Crimson vengono a galla in Read the Room. Yorke ha aperto il nuovo lavoro brindando a ciò che non meritiamo. E rincara, la seconda alzata di calici è dedicata a ciò di cui non siamo degni. I suoi testi sono criptici, fatti di ellissi e pennellate veloci, un flusso di coscienza senza subordinate.
Under Our Pillows è eterea, cristallina, ed inaugura la presenza di crescendo vorticosi ed orchestrali. Già, l’orchestra. Gli Smile si avvalgono della collaborazione della London Contemporary Orchestra, brigata archi. Sono, di fatto, spariti i fiati del primo album, qui si parla una lingua diversa.
Friend of a Friend è una canzone che profuma di Fab Four, fin dal primo accordo. Siede alla seconda posizione per gradimento, nella mia personale, e non richiesta, classifica interna di Wall of Eyes.
Il disco è caldo, l’attenzione alta, per questo Yorke ci regala un Quasimodo elettrificato, un haiku fatto di riverberi che però sa aprirsi e diventa lirico, una colonna sonora, tutto racchiuso in I Quit.
Il colpo di genio giunge quasi alla fine. Bending Hectic è una suite di otto minuti, una canzone con colpi di scena e una struttura quasi cinematografica. Per una volta un testo che sembra uno storyboard. Tanto che non racconterò la trama, siamo a rischio spoiler. Sia messo a verbale però che siamo davanti a un Tarantino che dirige il sorpasso di Risi, che a sei minuti dall’inizio Yorke attraversa lo specchio e dall’altra parte ci attendono gli anni novanta, e chitarre che grondano colesterolo.
E poi dopo non potrebbe e non dovrebbe esserci molto altro. C’è ancora una You Know Me, che chiude il cerchio dell’incomunicabilità aperto con il brindisi in partenza, e che intimorisce chiunque abbia l’arduo compito di scrivere qualcosa di sensato su questo album.

Non so se possa non piacere.
Ha così tante facce, così innumerevoli scorci che mi sembra un’impresa ardua e pretestuosa dargli un’insufficienza.
È un disco che riconcilia con la musica, che trafigge almeno due generazioni di orecchie, di quelle anche educate e pretenziose, le mette a sedere, in fila e le coccola per otto, lunghissime tracce. A turno, citando, evocando, esplodendo e un’altra dozzina di gerundi a scelta.

Cerchi un filo e un filo non c’è.
Ci sono otto canzoni, otto microcosmi, otto ambienti, otto storie musicali che hanno un corpo denso, come un gran vino. Irrequiete e irregolari, spesso lacerate all’interno e piene di contraddizioni, orchestrali, dispari e traboccanti di armonie.
Un grandissimo disco creato da grandissimi musicisti. 

The Hives, Glen Hansard, James Arthur, Salmo e Noyz Narcos, Cat Power, Take That, Nick Mason:ecco i primi nomi delSEQUOIE MUSIC PARK

Sequoie Music Park, la più grande manifestazione musicale dell’Emilia Romagna giunta alla sua quarta edizione, ritorna dal 14 giugno al 21 luglio 2024 all’interno del Parco delle Caserme Rosse di Bologna.
The HivesGlen HansardJames ArhurSalmo e Noyz NarcosCat Power Sings Dylan The 1966 Royal Albert Hall ConcertTake That e Nick Mason sono i primi nomi annunciati di Sequoie Music Park.
Nel 2024 Sequoie Music Park, oltre a confermarsi un punto saldo del palinsesto eventi di BolognaEstate forte delle sue oltre 61.000 presenze, punta ad emergere nel panorama nazionale andando ad offrire una programmazione artistica a 360 gradi, proponendo eventi multigenerazionali abbracciando età e gusti diversi.
“La nostra scelta è quella di continuare il nostro progetto di valorizzazione ambientale e delle aziende del territorio”. Tutta la zona di Sequoie Music Park è PlasticFree, abbandonando la plastica monouso e inserendo opzioni di raccolta differenziata (raggiungendo l’89%), e da quest’anno sarà certificato CO2 Free. La scelta di valorizzare e incentivare l’utente all’utilizzo di mezzi pubblici e bikesharing, abbattendo di molto l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo di mezzi privati.
Continuando la collaborazione con il centro sociale Circolo Arci Caserme Rosse e il Centro Socio-Riabilitativo Residenziale Selleri-Battaglia, il Sequoie Music Parksceglie anche quest’anno il Parco delle Caserme Rosse, in un’arena di 6500 mq, cercando di valorizzare una zona non centrale della città di Bologna, con l’obiettivo di riempire spazi che altrimenti sarebbero a rischio abbandono e degrado.

25/06 – THE HIVES W/ THE INTERRUPTERS and SCOWL
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27/06 – GLEN HANSARD
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02/07 – JAMES ARTHUR
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03/07 – SALMO e NOYZ NARCOS
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04/07 – SALMO e NOYZ NARCOS
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06/07 – CAT POWER SINGS DYLAN -The 1966 Albert Hall Concert
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11/07 – TAKE THAT
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20/07 – NICK MASON
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Carcass: devastazione al Genova Summer Live”!

Metallar*, il Genova Summer Live quest’anno vi vuole in ginocchio. In sua collaborazione, Hellfire Booking Agency annuncia i Carcass!
Sappiamo tutt* che la storia sa essere brutale, ma con ogni rilascio dei Carcass quella del grindcore e death metal melodico si fa ancora più efferata.
Pionieri del metal estremo, i Carcass scaricano con denti scoperti e sete di sangue brani animaleschi, ferini e sregolati dall’87, avvalendosi di immagini cruente rese ancora più maceranti da un death metal iper tecnico, riff gargantuani e un approccio assolutamente intimidatorio. Terrorizzati festival come Damnation, 70,000 Tons of Metal e Download, i Carcass rappresentano una minaccia perfino per gruppi del calibro di Napalm Death, Obituary e Slayer, che accompagnano addirittura in alcune date del tour di addio.
Dopo le frantumanti performance al Rock in Roma e Luppolo in Rock della scorsa estate, i Carcass tornano a calpestare l’Italia con un’unica data esclusiva al Genova Summer Live, che vedrà la sua nuova edizione ospitata nello splendido Porto Antico di Genova. Una cornice veramente mozzafiato per una serata del metal più ferino che Liverpool ha da offrire.

06 LUGLIO 2024 | GENOVA SUMMER LIVE, GENOVA

Arena del Mare, Porto Antico, 16128 Genova

Evento FB: https://www.facebook.com/events/1428298137725006/ 

BLANKS Europe Tour 2024 – Cambio data e venue per l’unica data italiana del golden boy dell’indie olandese, 8.02.2024 presso Arci Biko (Milano)

All Things Live Italy presenta Blanks.Per motivi tecnici e di produzione, indipendenti dalla volontà dell’artista, viene riprogrammata la data italiana del golden boy dell’indie olandese precedentemente prevista il 25.09 al Gate di Milano: nuovo appuntamento l’8 febbraio 2024 al Biko di Milano in occasione dell’Europe Tour 2024
I biglietti precedentemente acquistati restano validi.
Biglietti disponibili solo sulla piattaforma di ticketing e discovery DICE.

Il ventiseienne cantautore è diventato in pochissimo tempo il più promettente artista indie pop olandese. Facendosi conoscere e apprezzare con il suo carisma da “overexcited music boy” non si è fatto scalfire nello spirito nemmeno dalla pandemia, continuando a guadagnare consensi e sold out durante i primi concerti in giro per il mondo. Insieme alla sua band non vede l’ora di tornare a calcare i palchi di tutta Europa: l’EUROPE TOUR 2024 sarà uno spettacolo elettrizzante, pieno di atmosfere nostalgiche e synth anni ’80.
Blanks ha costruito una solida fanbase, la connessione instaurata con i fan sui social lo rendono parte della prossima ondata di talenti come Conan Gray, Troye Sivan e Shawn Mendes: artisti che hanno raggiunto il successo mainstream grazie alla loro fanbase online. 
Le sue hit WaveBittersweet e Higher sono nate proprio da spunti e idee durante il processo di songwriting, grazie al contribuito di chi lo segue.
Music by Blanks è il suo canale YouTube con oltre 1,3 milioni di iscritti incarna perfettamente l’amore per la musica: durante la sua serie Blanks Invites ha collaborato con Alfie TemplemanDayglowSan Holo Sheppard.

Da non perdere l’8 febbraio 2024 l’unica data italiana di Blanks, uno spettacolo elettrizzante pieno di atmosfere nostalgiche e synth anni ’80.

Biglietti solo su DICE
8 febbraio 2024 – Biko, Milanohttps://link.dice.fm/o4a4626dd4b6
 

https://www.instagram.com/musicbyblanks/

SLOWDIVE live in Italia: sold out il 2 febbraio all’Estragon di Bologna, ultimi biglietti per l’Alcatraz di Milano il 31 gennaio

DNA concerti è felice di  annunciare che il concerto degli SLOWDIVE previsto per il 2 febbraio all’Estragon di Bologna è sold out,  gli ultimi biglietti per il live di Milano il 31 gennaio all’Alcatraz sono disponibili su Ticketone e Dice.

I giganti dello shoegaze presenteranno Everything Is Alive, il nuovo album uscito lo scorso settembre per l’etichetta Dead Oceans e anticipato dai singoli alife e da kisses, il cui videoclip è stato girato a Napoli. Sentito tributo alla madre di Rachel Goswell e al padre del batterista Simon Scott, entrambi deceduti nel 2020, il nuovo lavoro è un’esplorazione sonora della vita e della speranza, che riflette le profonde transizioni personali vissute dai membri della band. Spaziando tra paesaggi sonori psichedelici, pulsanti elementi elettronici anni ’80 e viaggi ispirati a John Cale, si presenta immediatamente come qualcosa fatto per il futuro.  

Everything Is Alive  è carico di esperienza, ma ogni nota è equilibrata, saggia e necessariamente incline alla speranza. La sua unica alchimia incarna sottilmente tristezza e gratitudine, radicamento ed elevazione”. Ha dichiarato Rachel Goswell sul nuovo disco. “Non sarebbe giusto fare un disco davvero oscuro in questo momento. L’album è piuttosto eclettico dal punto di vista emotivo, ma dà una sensazione di speranza”, ha aggiunto Neil Halstead. 

Inizialmente il nuovo progetto Everything Is Alive viene concepito da Halstead, nel ruolo di autore e produttore, come un “disco elettronico più minimale”, sperimentando con i sintetizzatori modulari. Il processo decisionale collettivo degli Slowdive ha infine riportato il gruppo verso le loro caratteristiche chitarre intrise di riverbero, assorbendo nelle composizioni l’intenzione iniziale. “Siamo sempre venuti da direzioni leggermente diverse, e i pezzi migliori sono quelli in cui ci incontriamo tutti nel mezzo”, dice Halstead. “Gli Slowdive sono la somma delle loro parti”,  aggiunge Goswell.  

Con questo nuovo album gli Slowdivedimostrano di essere i maestri del proprio genere, spingendo il loro lavoro verso l’esterno, al di là del singolare; il risultato finale è un disco tanto emotivo e catartico quanto ottimista. 

Nata a Reading in Inghilterra nel 1989, la band fondata da Rachel Goswell (chitarra e voce) e Neil Halstead (chitarra e voce), il chitarrista Christian Savill, il bassista Nick Chaplin  e il batterista Simon Scott, è considerata tra i principali esponenti del genere shoegaze. Scioltisi nel 1995 e poi riunitisi nel 2014 con all’attivo cinque album, due raccolte e cinque EP, hanno definito un pezzo di storia della musica rock britannica e non solo. 

PVRIS: a breve fra noi!

Due progetti così iconici insieme sono da brivido. Hellfire Booking Agency annuncia PVRIS e Scene Queen!
Visione straordinaria emersa dalle viscere della mente di Lynn Gunn, i PVRIS hanno ben superato la nomea di brillanti e l’idea stessa di genere. Influenze hip hop, R&B, elettronica e ambient s’incontrano in uno spettro sonoro elettrificante, fiero e propellente al futuro: conflittuali, feriti, nudi ed energici, i PVRIS affrontano di petto dolore e catarsi, riconfermandosi nota dopo nota come uno dei fenomeni sonori LGBT più soggioganti degli ultimi decenni e guadagnandosi collaborazioni con Mike Shinoda, Bad Suns e Joywave. Impressionante gli approdi nella colonna sonora di League of Legends, e le centinaia di milioni di streams guadagnate anche solo su Spotify; ma ancora più rappresentativi i numerosi premi come Artista dell’Anno, affiancati da Miglior Newcomer Internazionale, Tour dell’Anno e Rock Sound Icon. Delle onorificenze che poche band possono contare in generale, figuriamoci tutte assieme.
Pink-rocker incendiaria, pioneristica, sfrontata e audace: Scene Queen è l’ultima rivoluzione della scena internazionale. Dal metalcore al pop punk al country, Scene Queen ha messo sottosopra ogni genere dando vita al bimbocore – l’antitesi del conservatorismo, sessualmente esplicito, divertente, iper-politico e riappropriazione delle discriminazioni verso donne, sex workers e comunità LGBT. Live scottanti accompagnati dalla sorority Bimbo Beta Pi, un’infinità di rosa, cori contro pedofilia e misoginia e breakdown da mal di testa, Scene Queen è un’esplosione cui è impossibile tener testa – motivo per cui è sulla copertina di ogni magazine che si rispetti, con una top ten da più di 60 milioni di stream e collaborazioni con Mothica e Set It Off!
I PVRIS torneranno da noi per un’unica serata questo 2024, portando con sé per la primissima volta su suolo italiano la bruciante Scene Queen. Ci sarà da divertirsi!

02 MAGGIO 2024 | ALCATRAZ, MILANO
Via Valtellina, 25, 20159 Milano

PREVENDITE

Hellfire presale live dal 10 gennaio alle 10:00. Mandaci una prova dell’iscrizione alla nostra newsletter per ricevere la password!

Tre Domande a: De.Stradis

Come e quando è nato questo progetto?

Questo progetto ha radici lontane ma una storia molto recente. Scrivendo in italiano per i Mangroovia (una band di cui ero il frontman tra il 2015 e il 2021) mi sono reso conto che la mia lingua mi dava molta più verità nell’esprimermi e nel comunicare il mio vissuto. Da lì, circa 4 anni fa, mi sono sentito sempre più emancipato nell’intraprendere una carriera da solista e negli anni successivi ho continuato a scrivere e ricercare un suono nella produzione che fosse mio. A gennaio di questo anno ho reso questa cosa ufficiale, facendo le prime prove live. Essendo nato e cresciuto con le band sento che è un po’ quello il momento in cui un progetto ha inizio, quando si suona dal vivo. È stato molto emozionante vedere le cose scritte negli ultimi anni prendere finalmente sostanza in gruppo. A fine febbraio è uscito Quadri d’Autore e ho presentato parte del live allo Sghetto Club, uno dei miei posti preferiti a Bologna, con un sold out inaspettato.

Se dovessi scegliere una sola delle tue canzoni per presentarti a chi non ti conosce, quale sarebbe e perché?

Se dovessi scegliere credo che punterei su Quadri d’Autore, non tanto perché è la più rappresentativa del sound, ma è la più nuda e vera. In quella canzone si sono uniti una serie di tasselli come mai mi era successo nello scrivere musica. Parte da una poesia nata di getto una notte, mentre la melodia arriva improvvisando sull’harmonizer su quella stessa poesia. La musica della strofa riprende una vecchia canzone che lega la persona a cui è stato scritto Quadri d’Autore. Sento che è il brano più magico che ho scritto in generale, spero di farne altri in futuro con quell’intenzione  e verità.

Qual è la cosa che ami di più del fare musica?

Amo l’adrenalina e l’emozione che provo nello scrivere qualcosa che mi risuona e che riascolto ancora e ancora. Amo l’adrenalina dello stare sul palco e del condividere tutti questi sentimenti e sentirli risuonare negli altri. Amo l’emozione che una voce e una melodia possono dare, arrivando alle orecchie di chi vuole ascoltare e identificarsi. Amo che chi non vuole ascoltare in questo modo sia portato a farlo e credo che questo aspetto sia davvero una delle poche cose in grado di dare umanità a un mondo sempre meno umano. Amo la Musica (non il business musicale) perché credo realmente possa essere salvezza.

Best of VEZ 2023

In questo 2023 dove la relazione tra umano e Intelligenza Artificiale ci ha segnati, noi di VEZ abbiamo sentito il bisogno di rassicurare i nostri lettori: nei nostri contenuti non vedrete mai snaturare completamente il racconto di un evento, che sia per immagini o con parole.

Con questa affermazione non intendiamo schierarci in modo integralista contro il progresso, anche perché sappiamo che in alcuni casi l’AI può essere una degna alleata, ma sicuramente non è una necessità del nostro magazine perché da sempre abbiamo scelto fotografi e giornalisti la cui bravura nel raccontare con le loro foto o i loro articoli un evento live non ha bisogno di supporti artificiali.

Per quanto riguarda la fotografia in particolare, la parte artistica come il color grading o il ritaglio di una inquadratura, ci può e ci deve sicuramente essere secondo la sensibilità del fotografo, ma senza andare ad intaccare l’aspetto di reportage del live: in fondo siamo presenti agli eventi in qualità di giornalisti ed è d’obbligo documentare i fatti realmente accaduti così come li abbiamo vissuti.

Quest’anno purtroppo abbiamo visto su alcuni magazine interi contenuti scritti con l’AI e, cosa ancora più grave, abbiamo visto concorsi fotografici vinti sfacciatamente con fotomontaggi, al grido di “Non ci sono regole!”

Alcune regole, invece, devono esserci, perché accettare come fatto realmente accaduto un’alterazione di qualsiasi tipo, senza nessun spirito critico o di chiara indicazione che quello che abbiamo davanti non è un momento vero, non solo va a sminuire il lavoro di chi si attiene ai fatti così come sono, ma finisce per creare una visione distopica degli eventi e creare aspettative che non potranno mai essere soddisfatte in quanto gli eventi vengono “immaginati” invece di essere propriamente documentati, come ci si aspetta da un fotografo o giornalista a cui viene assegnato un compito di reportage.

Alla luce di questi fatti e di queste riflessioni, in VEZ continueremo ancora più strenuamente a tener fede al racconto dei live così come sono, con immagini e parole di qualità, avendo cura dei dettagli e poter dare la possibilità a voi lettori e lettrici di essere con noi sotto palco dalla comodità del vostro divano.

Detto questo, abbiamo il piacere lasciarvi con una retrospettiva delle foto più belle scattate in questo 2023.

Luca Ortolani
Francesca Garattoni

Tre Domande a: Elettrica

Come e quando è nato questo progetto?

Il progetto Elettrica è nato circa un anno fa ma suonavamo tutti da tempo in vari giri separati. Io (Dami – voce e chitarra) tornavo a Milano dopo anni a suonare a Londra, mentre Dario (batteria) era venuto per lavorare in radio.  Anche Andre (basso) era arrivato da poco. Non ricordo neanche come ci siamo conosciuti esattamente, ma probabilmente è stato dopo un qualche aperitivo. Abbiamo trovato una cantina e iniziato a provare. Inizialmente veniva fuori roba molto grezza. Ma tempo un anno ci sentivamo pronti  per il primo live. È stato catartico: da quella sera non abbiamo più smesso. Alla fine del primo anno avevamo già una buona scaletta di una decina di brani, con già una ventina di live alle spalle. Poi abbiamo conosciuto Divi (Ministri) ed è iniziato il vero lavoro in sala di registrazione: siamo andati avanti per almeno sei mesi, tra prove e studio. Abbiamo approfondito il sound e gettato le basi della nostra identità musicale, riassumendo tutto nelle nove tracce dell’album, di cui questi singoli che stiamo facendo uscire.

Cosa vorreste far arrivare a chi vi ascolta?

Non abbiamo un messaggio preciso per chi ci ascolta, speriamo solo di riuscire a comunicare le emozioni che abbiamo provato noi scrivendo. I pezzi che scriviamo alla fine non sono altro che un concentrato di esperienze e di storie mai raccontate. Gira tutto intorno a un disagio di fondo per un mondo che sentiamo non appartenerci. E ci si rifugia nelle storie d’amore, che forse è l’unica cosa rimasta ad avere un senso. 

Se doveste scegliere una sola delle vostre canzoni per presentarvi a chi non vi conosce, quale sarebbe e perchè?

Sceglieremmo Fammi Male, è un bel pezzo aggressivo e malizioso che abbiamo fatto uscire a Novembre. Al primo ascolto è un punk rock bello ritmato ma il testo nasconde una malinconia di fondo che ogni volta ci riapre un sacco di ferite. Ed è il primo singolo uscito, per questo ci siamo affezionati parecchio. Se volete conoscerci, sarebbe un ottimo pezzo per iniziare. Mai+ invece ha tutt’altra personalità, anche se il sound non è molto diverso. Anzi, dovreste ascoltarle entrambe, cosi poi ci fate sapere quale preferite.