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Anno: 2023

Turnstile @ AMA Music Festival

Romano D’Ezzelino, 23 Agosto 2023

Se come si sente dire di tanto in tanto la diversità è ricchezza, noi che eravamo presenti al Day 1 dell’AMA Festival possiamo serenamente abbandonare i nostri lavori e dedicarci ad altre e più appaganti e arricchenti attività. Tipo andare a concerti.

Si scherza ovviamente, anche se oggettivamente la serata del 23 agosto è quella più multiforme e differenziata tra le cinque che compongono il festival veneto, giunto all’ottava (?) edizione e capace di presentare delle primizie assolute, leggasi Chemical Brothers, Cypress Hill, Yunglud, Megadeth e molto altro.

Arrivo al parco di Villa Cà Cornaro un pò in ritardo rispetto alle previsioni, causa intoppi vari lungo la strada, con i Bnkr44 che stanno già allietando i primi presenti. Collettivo di giovani toscani, la loro proposta è sideralmente distante dai miei gusti, non solo per una mera questiona anagrafica, tuttavia vedo gente divertirsi, alcuni miei coetanei conoscono addirittura diversi pezzi a memoria, si balla spensierati ma causa alcune insistenti gocce di pioggia opto per andare a fare una prima tappa al bar.

Il secondo artista in scaletta è il rimpiazzo dell’ultim’ora, chiamato a sostituire la defezione pesante, quella di Salmo. Parliamo infatti di Nitro, rapper “di casa”, che presenta un set di livello davvero alto. Il pubblico inizia ad aumentare sensibilmente, l’interazione tra sopra e sotto il palco è continua e coinvolgente, Nitro alterna pezzi dal suo ultimo Outsider a pezzi storici, cantati all’unisono da gran parte del pubblico, la pioggia continua a tamburellare sulle nostre teste ma il live è incalzante e mi porta a posticipare il secondo giro. Si chiude con una versione davvero sentita di Ti Direi, “Ogni errore mi ha reso la versione migliore di me”. Grande Nitro, ben fatto.

Si fa buio, si cambia nuovamente totalmente genere, si vola in Inghilterra con i White Lies. La band capitanata da Harry McVeigh dimostra di essere perfettamente a proprio agio in queste situazioni, suoni pieni, di grande impatto, anche se personalmente non apprezzo troppo questa predominanza di tastiere anni ‘80, come in Is My Love Enough.

Mi rimane la sensazione di un’esibizione che sul lungo periodo tende un pò ad appiattirsi, a rimanere entro degli argini troppo stretti, nonostante una sezione ritmica (che bel batterista è Jack LawrenceBrown!) di livello assoluto.

Ed eccoci a noi. 

Allora non faccio mistero che quando erano stati annunciati i primi nomi, i miei occhi si erano posati subito sui Turnstile. Se già il loro ultimo GLOW ON aveva un grado di gradimento nella mia personale graduatoria molto alto, per l’esibizione live tocca utilizzare il moltiplicatore. 

C’è una strana elettricità nell’aria, nel pit si avverte una certa qual tensione che preme per essere sprigionata, mi guardo intorno e non capisco se tutta quella gente sia lì per la band di Baltimorao se siano orfani di Salmo, ma per fortuna i nostri non tardano ad arrivare sul palco. E scatenare il delirio.

Come segretamente speravo l’inizio è affidato a MISTERY, brano di apertura del loro ultimo album, e tutto quello che immaginavo e sognavo inizia ad accadere. Sul palco Brendan Yates è una furia, Daniel Fang alla batteria e Franz Lyons al basso tengono ritmi insostenibili, le chitarre di Pat McCrory supportata dal nuovo innesto Meg Mills sparano quei riffoni sui quali è letteralmente impossibile stare fermi. Volano bicchieri di birre, volano persone sopra le nostre teste, Brendan salta a destra, salta a sinistra, si toglie la camicia e nei pochi momenti più rallentati accenna movenze che nemmeno Patrick Swayze in Dirty Dancing. GLOW-ON viene suonato praticamente tutto, quando nel finale parte BLACK OUT, cantata da tutto il pubblico, ho finalmente il tempo di riguardarmi intorno ed accorgermi che il dubbio iniziale non aveva ancora trovato risposta, tuttavia non c’era più una persona una che non fosse stata catturata dall’energia dei Turnstile, anzi.

C’è ancora tempo per un altro paio di canzoni, un Brendan Yates che ci informa (con mio sommo sbigottimento) che si tratta della loro prima volta in assoluto in Italia, e sulla spettacolare esplosione di coriandoli su T.L.C. cala il sipario su questa serata magica.

Si torna a casa con la convinzione che i Turnstile siano una delle live band migliori in circolazione.

Ed enormemente più ricchi. 

Già.

King Gizzard & the Lizard Wizard @ Parco della Musica

Padova, 22 Agosto 2023

Io lo sapevo che mi sarei trovato in questa situazione, ne ero certo, me lo sentivo e puntualmente non mi sbagliavo.

Quando mesi fa era stata annunciata, in data unica italiana a Padova, il concerto dei King Gizzard & the Lizard Wizard, il primo pensiero era stato “chissà come devono essere dal vivo, chissà che caos, che miscuglio, che delirio… pensa a doverne scrivere poi, per spiegare a chi non c’era cosa si è perso”.

E taaaac, eccoci qui.

Allora l’inizio è facile: c’è molto caldo, all’ingresso del Parco della Musica, a cancelli ancora chiusi, una fila sorprendentemente lunga, che va via via allungandosi col passare del tempo. Impiego una buona mezz’ora per entrare, il tempo di ordinare da bere che sul palco salgono gli openers della serata, The Prize, quintetto originario di Melbourne impegnato in un tour europeo da qualcosa come trenta date in poco più di un mese. Massimo rispetto. A menar le danze pare essere Nadine Muller, batteria e voce, che spinge un punk rock che talvolta si tinge di garage, altre volte sembrano i Pixies, e nonostante le tre chitarre, delle quali due sembrano spesso superflue, si fanno ben volere, si divertono, ci credono, il pubblico capisce ed approva, applaude e quindi non vedo perchè star lì a fare il puntiglioso. Bravi e basta.

Ma veniamo al dunque.

Le 21:30 da poco passate, la morsa del caldo si allenta, si respira un minimo ed ecco che guadagna la scena il sestetto australiano.

Per fare una dozzinale, grossolana introduzione, i King Gizzard & the Lizard Wizard suonano un molto ipotetico rock psichedelico (definizione che dopo pochi minuti di concerto risulterà drammaticamente fuorviante), hanno inciso 24 dischi in poco più di dieci anni di carriera (senza contare live, EP, collaborazioni, ecc), cinque solo nel 2022, e sul palco tendenzialmente fanno il cacchio che gli pare. 

Guidati dal frontman Stu Mackenzie, le due ore di live che seguiranno saranno quanto di più alienante, stordente e al contempo divertente sia possibile vivere di fronte ad un palco.

Il live del combo di Melbourne fugge facilmente a qualsivoglia definizione o etichetta, probabilmente sì, di base il loro è un rock psichedelico, per quelle voci ipereffettate, quelle chitarre che fanno molto San Francisco negli anni ‘60 (versante Jefferson Airplane piuttosto che Grateful Dead), però in certi momenti siamo in pieno trash metal, in altri sono quasi jam prog rock, le canzoni stesse presentano al loro interno più variazioni di ritmo e idee di quante ne contenga l’intera discografia di un qualsiasi rocker italiano medio.

Accanto a me scorgo diversi ragazzi ad occhi chiusi ballare e lasciarsi trasportare dalle evoluzioni delle chitarre e dalle ritmiche travolgenti di Michael Cavanagh, che spesso si trova circondato da Stu, dalla salopette nera di Joey Walker e da Ambrose KennySmith.

Parlare della scaletta lunga diciannove pezzi e quasi due ore e mezza, è quasi riduttivo e limitante, la tensione ed i decibel ti fanno rimanere costantemente sopra la soglia dell’attenzione, difficile distrarsi, impossibile perdere il filo, in quanto il filo non esiste: ci si lascia condurre, trasportare, si segue questa sorta di flusso, la corrente.

Il lungo finale, affidato alla terza ed ultima suite di Murder of the Universe, intitolata Han-Tyumi and the Murder of the Universe, è la perfetta conclusione di un viaggio del quale hai goduto dal primo all’ultimo metro, nonostante tu non riesca a capire dove ti abbia portato. Né ricordare da dove fosse partito.

Alestorm, Trick or Treat, Ulvedharr e Vallorch saranno in concerto il 15 Agosto al Bilbao, di San Polo d’Enza (RE)

Il Bilbao è uno storico locale nel reggiano, una strepitosa location open air di 12.000 mq sulle rive dell’Enza che ha recentemente riaperto sotto la direzione musicale e organizzativa dei gestori del circolo Fuori Orario, che hanno annunciato “la rinascita e rifondazione di un nuovo villaggio musicale e culturale”.

Durante la giornata dell’evento sarà presente banchettistica e una rievocazione storica di combattimenti medievali.

Al termine delle esibizioni si potrà continuare a far festa col dj set del TempoRock, storico staff del clubbing alternativo reggiano.

Prezzi:

30 euro in prevendita (comprensivo di concerti e free access all’after show dj set)

Solo after show dj set a partire dalle 0.00 a 10 euro

Bus

Per la data degli ALESTORM del 15 agosto, Gluebus mette a disposizione un autobus con partenza prevista da Milano – Cascina Gobba M2 e arrivo direttamente al Bilbao di San Polo d’Enza!

Link all’evento: https://fb.me/e/3yTRIBuzY

Le fermate che effettuerà l’autobus durante il tragitto saranno a Bergamo (Via Pietro Spino 63) e a Brescia (Esselunga Via Volta).

Perché il bus parta bisognerà raggiungere una partecipazione di minimo 40 persone.

Tutti i dettagli per la prenotazione qui -> https://gluebus.com/app/event/Bilbao-San-Polo/Alestorm/1892

Per qualsiasi domanda e info è possibile contattare Gluebus tramite mail a gluebus.info@gmail.com o direttamente sul sito gluebus.com

A Place to Bury Strangers @ Curtarock

Curtarolo, 28 Luglio 2023

Ma sapete che ci ripensavo proprio stamattina e mi dicevo “Madonna ma da quanto tempo non mi divertivo tanto ad un concerto!”

I miei ultimissimi passaggi sotto o fronte palco erano stati praticamente tutti all’insegna di raffinata bellezza (Damien Rice, Emma Ruth Rundle), di puro svago (Placebo), ma non ricordavo l’ultima volta nella quale mi sono ritrovato a due metri dalle transenne a farmi letteralmente dilaniare i timpani dal delirio sonoro degli A Place To Bury Strangers. E soprattutto trarne incalcolabile godimento.

Gli APTBS, in data unica italiana in un minitour europeo tra luglio e agosto, da un paio d’anni sono in formazione stabile a tre, con la voce e chitarra di Oliver Ackermann e la coppia John (al basso) e Sandra (batteria) Fedowitz, già titolari dei Ceremony East Coast.

Siamo in provincia di Padova, a Curtarolo, un paesino che, per qualche purtroppo raro insieme di aspetti e congiunzioni varie (ma soprattutto grazie a qualche pazzo che si mette in testa di realizzare i propri sogni), ospita il Curtarock, giunto all’edizione numero ventitré. 

Ventitré edizioni. Ventitré, di un festival totalmente gratuito dove lungo le cinque serate viene proposta una serie di artisti che definire “non propriamente spendibili” è dir poco, dato che si passa dal death metal all’afro beat al noise al post rock, dove l’acqua non costa 3 euro, c’è un’area bimbi gratuita e presidiata, un bel mercatino musicale, stand con diverse proposte enogastronomiche, il tutto in un contesto incredibilmente sereno e felice e soprattutto vivibile. 

Ah, in mezzo ad una zona industriale!

Questa è chiaramente una evidente e voluta critica a tutti quei promoter e organizzatori vari che lucrano in maniera vergognosa su ogni aspetto, dai parcheggi all’acqua, dal cibo alle varie attrazioni.

La “situazione” è così piacevole che, mentre passeggio con mia figlia (munita precauzionalmente di cuffie antirumore ovviamente) tra le varie bancherelle incrocio i tre APTBS, ci scambio due parole, foto di rito, Sandrami dice “Have fun tonight!”, le rispondo “It’s on you!”, John mi dà la mano “Yeah it’s on us! You’re right!”, grasse risate, lei mi sorride, vorrei chiederle di sposarmi ma non colgo l’attimo, e mi accorgo che c’è anche Nikki poco distante, quello di Radio Deejay intendo, che di musica, e non lo scopriamo certo oggi, ne capisce a pacchi, e si complimenta per la maglia di mia figlia (un gatto che fa meow…), ed è già tempo di Robox, power trio strumentale dedito ad uno spettacolare math/post/punk/rock insomma sono dei fighi della madonna, il giusto equilibrio tra rumore, distorsioni e tempi dispari, stop/go che tanto piacciono a noi orfani dei Don Caballero, per dirne uno.

Rapido cambio palco e senza grossi preamboli o altro Oliver, John e Sandra prendono posizione e sganciano uno degli attacchi di concerto più clamorosi dei quali io abbia memoria, un muro vero e proprio in piena faccia, la chitarra del frontman, tagliata a metà longitudinalmente, che emette suoni che mai avevo sentito uscire da un amplificatore, i due Fedowitz che martellano sferzate incendiarie, dritte e micidiali, la voce iper effettata ovviamente… è tutto così perfetto, tutto così maledettamente giusto che anche Oliver sente che c’è l’alchimia giusta, ci mette mezza canzone a prendere la malcapitata chitarra e lanciarla in aria, recuperarla a terra, finire una canzone, nemmeno il tempo di rendersi conto di quello a cui stai assistendo che Sandra sta già battendo i quattro per il pezzo successivo.

A metà concerto poi accade che i nostri decidano che il palco non sia poi così adatto per continuare il loro set, per cui scendono in mezzo al pubblico e tamburo, basso e voce e cominciano a creare un momento che passa dal tribale al noise, una sorta di jam che ha poco di sciamanico e molto di industriale, tra urla belluine e ritmiche marziali con tutto il pubblico in cerchio attorno.

Momento clamorosamente bello.

Sospeso in questo stato di trance quasi mi dimentico della creatura che ho sulle spalle, che inizia a reclamare un minimo di stanchezza. 

Tanto era totalizzante ciò a cui stavo assistendo che accolgo l’invito, senza troppi rimpianti, lentamente ci dirigiamo verso la macchina mentre i tre ragazzotti di New York stanno ancora facendo del loro meglio, ora nuovamente sul palco, per permettermi di seguire il concerto anche a chilometri di distanza.

Ok è tempo di chiudere con un finale forse populista (può essere), forse banalotto (senza dubbio), forse opportunistico (direi più opportuno)? 

Lo faccio lo stesso e ve lo beccate così com’è: avete presente le ultime settimane, quelle migliaia di post e articoli e tweet polemici per i disagi (reali e totalmente condivisibili sia chiaro) provati da un sacco di persone che sono state a festival e concerti (dei quali non farò i nomi ma insomma avete capito di chi parliamo) in giro per l’Italia? Quel tipo di polemica che ciclicamente ritorna, sempre uguale a se stessa, sempre riferita a quegli stessi eventi che SEMPRE continuano a fare decine di migliaia di spettatori da sempre? Intendo proprio quelle polemiche che sono perfettamente rappresentabili dal meme della pistola ad acqua verso il sole, o del “Old Man Yells At Cloud”, infatti chi dovrebbe recepirle, come dicono i francesi, pare fottersene bellamente.

Ecco, le alternative esistono, cercatele, sono sane e più numerose di quanto pensiate, hanno ancora lo spettatore al centro, lo spettatore e la musica. 

Che di questi tempi sembra quasi una bestialità. 

E che si fottano anche i _ _ _ _.

Robbie Williams @ Lucca Summer Festival

Lucca, 28 Luglio 2023

Dopo i Blur, in occasione del Lucca Summer Festival le mura storiche fanno da sfondo al concerto di un’altra star della musica internazionale: Robbie Williams. Nell’attesa dell’inizio del concerto, cammino per la città gremita di abitanti e fan mentre ricordo il video in bianco e nero di Want You Back for Good dei Take That dove, sotto una pioggia battente, i cinque ragazzi britannici di una delle boyband più famose degli anni ‘90 dicevano addio al loro pubblico. Fu proprio Robbie Williams il primo a dichiarare di voler intraprendere un percorso da solista. Quegli occhi di ghiaccio ci guardavano tagliati dalla luce irriverente di chi desidera affermarsi e in quasi trent’anni di carriera hanno collezionato palchi e successi che ora fanno tappa nella città toscana.

Mi avvicino agli ingressi dove mi dicono con tono sprezzante che il mio pass vale solo per i posti in piedi nella parte più lontana del prato. Cammino attraverso la discriminazione del PIT.di prima classe, la superba platea della seconda classe e, lontano, le gradinate della terza. Dietro delle transenne si schiacciano i rappresentanti del quarto stato degli appassionati di musica che non guarda mai i suoi miti nelle palle degli occhi ma solo sui maxischermi, però balla di più, canta di più, si diverte di più. Hanno ragione, quello è il mio posto! Spero solo che questo Titanicnon affondi con l’audio come durante l’esibizione dei Blur.

Apre le danze Diodato, raffinato artista nostrano, accompagnato da una band dove emerge il deciso violino di Rodrigo D’Erasmo. Il timbro chiaro e pulito dell’artista si diffonde per l’aria rossa del tramonto e la chiusura con Fai Rumore incanta un pratone dove si raduna un pubblico eterogeneo per stili ed età.  Mi guardo intorno e noto a chiare lettere il nome Robbie scritto su magliette o su parti di corpo con il rossetto.

Un po’ ti chiedi perché il misurato Diodato apra il concerto di un folletto della musica come Robbie Williams, che trasforma il palco in un materasso di gomma su cui saltare senza posa. Guardando il contante ti rendi conto che, per quanto apparentemente distanti, entrambi esplodono di energia: quella che attraversa Diodato nell’intensità in cui chiude la sua emozione in un pugno, quella di Robbie che entra più tardi nel loop del ritornello di Hey Wow Yeah Yeah.

Ad accogliere l’artista inglese c’è una foresta di mani alzate, applausi verso il cielo e cellulari pronti a riprendere ogni minimo istante. Il cantante slitta con eleganza dal primo brano verso Let Me Entertain You: la miccia è accesa, gli animi si infuocano.

Robbie salta sul palco come una scheggia impazzita, mostra le mutande irriverente sostenuto dal ritmo potente della batteria. Anche il pubblico si muove, non può farne a meno, affascinato da quel sex symbol impenitente che abita bene la sua pelle da star, e non solo per le miriadi di paillettes che lo rivestono. La voce di Robbie pervade l’aria, netta e precisa, e ringrazi l’audio che per questa volta non ha fatto brutti scherzi e ci permette di godere del concerto. Il timbro sfida i segni del tempo, rimane caldo e vibrante come negli esordi da solista, con quella capacità di portati verso il cielo con Monsoon e riportarti sulla terra con Strong cantando il ritornello a cappella con il pubblico.

Lasciarsi andare alle sue canzoni è un’emozione particolare perché un minuto prima scateni ogni parte del tuo corpo per Candy come punto da una tarantola e pochi minuti dopo l’infinita dolcezza di Feel ti assale per non lasciarti più. La serata è un continuo salire e scendere di sfumature diverse tra cui si muove un Robbie Williams sicuro di sé che ammicca ai fan e ci gioca in un brit italiano tutto suo.

Lo spettacolo si trasforma in un qualcosa di indefinito a metà tra il concerto e uno show da cabaret, l’artista salta come un canguro tra aneddoti, hit di successo, gag in cui coinvolge chi ha davanti e ricordi del suo passato con i Take That. Accenna le prime strofe di Could It Be Magic, omaggia gli Oasis con la cover di Don’t Look Back in Anger lasciando spazio alla chitarra elettrica per uno splendido assolo, continua raccontando quanto si sentisse diverso, incompreso e ostacolato nel gruppo che lo aveva reso famoso. Lo dice una volta. Due. Infinite. Non è uno scherzo, forse sì, ma da vibrante showman diventa un adolescente petulante. Fortunatamente riprende a cantare, fili di luci blu si intrecciano nel cielo ed intorno a me le persone si abbracciano e si scambiano sguardi complici, ma è la tastiera che ci cattura per condurci verso l’emozionante I Love My Life; il palco è sotto una pioggia di stelle filanti e il prato canta all’unisono per abbracciare in coro un cantante che ha appena confessato che è grazie ai suoi figli se è l’uomo che è.

In questo mondo di pensieri felici e brani che si susseguono, l’atmosfera è squarciata dalla frizzante Rock DJ, attesissima, almeno da me. Tra synth e richiami dance, gli occhi ricordano un aitante Robbie che si toglie pezzi di corpo circondato da spietate pattinatrici cannibali, e balli sulle note fino in fondo, rimanendo senza fiato.

Dopo il calcolato bis, le dolci She’s The One e Angels conducono verso la chiusura del concerto. Sanno di amore e di nostalgia, ma soprattutto quando le canti con Robbie hanno il sapore delle sensazioni provate a fior di pelle, quelle che ci fanno sentire invincibili. L’aria vibra di promesse che qualcosa di bello aspetta ognuno di noi, passa tra gli abbracci della gente, la chiudi nei sogni della notte. 

Vorrei dire che l’esibizione si è conclusa con un pubblico felicemente stanco, sudato, coi vestiti e i polmoni pieni di polvere, la voce inesistente, ma non è così. Niente affaticamento estremo che spesso si chiede ai concerti che vogliamo vivere come tali. Eppure, appena torni casa la serata già ti manca, vorresti tornare indietro nel tempo e viverla di nuovo. Magari con qualche gag robbiniana in meno, ma sicuramente con ogni canzone da rivivere nuovamente con lui. 

Lauren Mayberry_la songwriter scozzese, voce dei CHVRCHES, al suo debutto da solista il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano

All Things Live Italy presenta Lauren Mayberry. La songwriter scozzese voce dei CHVRCHES arriva in Italia per il suo debutto da solista, per un’imperdibile data il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano.
Biglietti disponibili solo sulla piattaforma di ticketing e discovery DICE.
 
La songwriter scozzese, voce dei CHVRCHESLauren Mayberry è pronta per il debutto da solista e per un tour negli Stati Uniti e in Europa. Non ha ancora condiviso i dettagli ma è in arrivo il suo primo album.
Mentre il 2023 segna il decimo anniversario dal primo album dei CHVRCHES, The Bones of What You Believe, Lauren guarda al futuro:
Sono così orgogliosa di tutti i capitoli che la nostra band è stata in grado di scrivere e sono grata ai miei compagni per avermi portata con loro in questo viaggio. Sono sicura che avremo ancora tante altre pagine da scrivere. 
Per ora, però, sono eccitata/terrorizzata/frastornata nel dirvi che ho lavorato alla mia prima musica da solista e che presto potrò iniziare a condividerla. 
Per molto tempo non ho potuto immaginare di fare qualcosa al di fuori dei CHVRCHES. Da quando avevo 15 anni ho sempre, solo, fatto parte di una band. Ma mentre navigo/inciampo in questa nuova fase della mia vita ho iniziato a sentire che ci sono cose che voglio scrivere, dire e fare e che ho bisogno di farle da sola. Quest’album, spero, sarà il mio parco giochi: pop, divertente, bizzarro, triste, strano e gioioso e non vedo l’ora di condividerlo con voi.

Nati nel 2011 con il primo singolo The Mother We Share, i CHVRCHES hanno accumulato più di 1,7 miliardi di stream globali fino ad oggi, con 4 album entrati nella top 10 inglese. Screen Violence, album del 2021 ha ricevuto un ampio consenso dalla critica tra cui NPR, Entertainment Weekly, Associated Press, Variety, Stereogum, AV Club, Consequence e Unproxx.
 
Lauren Mayberry, al suo debutto da solista, ti aspetta il 22 ottobre al Circolo Magnolia di Milano.

Biglietti solo su DICE
22.10.23 – Circolo Magnolia, Milano: https://link.dice.fm/Dbaa2bab8377


Lauren Mayberry https://www.instagram.com/laurenevemayberry/

RADAR Concerti è All Things Live Italy, segui tutti gli aggiornamenti 
https://www.instagram.com/allthingsliveit/
https://allthingslive.it/

FRANTIC FEST 2023 | 17 – 18 – 19 agosto 2023

Tikitaka Village – Francavilla al mare / Abruzzo / Italia

Il Frantic Fest, ormai punto di riferimento per tutti gli amanti delle sonorità estreme del centro-sud Italia, giunge alla quinta edizione.

La sua forza risiede nella proposta eclettica e fuori dagli schemi, capace di unire e far convivere metal estremo, hardcore punk ed heavy rock con assoluta naturalezza, fondendo l’atmosfera degli Open Air europei con l’energia e l’autenticità tipiche dei concerti underground.

Di seguito la line-up definitiva e tutte le info sulle prevendite:

Giovedì 17 agosto

ROTTING CHRIST

HARAKIRI FOR THE SKY

MISÞYRMING

SLAUGHTER MESSIAH

INCHIUVATU

DREAD SOVEREIGN

HIEROPHANT

CALLIGRAM

NUBIVAGANT

BOSCO SACRO

SVART VINTER

Venerdì 18 agosto

I AM MORBID

ASPHYX

GATECREEPER

FULCI

ARTIFICIAL BRAIN

PARTY CANNON

CAPRA

DEVOID OF THOUGHT

GOLEM OF GORE

SLUG GORE

THECODONTION

Sabato 19 agosto

DOWNSET

INTEGRITY

BOOZE & GLORY

MONDO GENERATOR

CONAN

MASTER BOOT RECORD

STRAIGHT OPPOSITION

TONS

HYPERWÜLFF

THE MARIGOLD

INERDZIA

BIGLIETTI/ABBONAMENTI

Fino alla mezzanotte del 9 agosto

Biglietto giornaliero in prevendita: € 40 + d.p.
Abbonamento in prevendita: € 95 + d.p.

Dal 10 agosto e al botteghino:
Biglietto giornaliero: € 50
Abbonamento € 125 


Supporter Pack disponibile fino al 31 luglio
(Abbonamento + t-shirt esclusiva, borraccia e tote bag)

Biglietti e abbonamenti disponibili su:

www.franticfest.it/biglietti

Altre info da sapere:

  • L’abbonamento include l’accesso all’Opening Party del 16 agosto
  • Bambini e ragazzi fino a 15 anni entrano GRATIS!

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Frantic Fest 2023 | 17 – 18 – 19 agosto  2023

Tikitaka Village – Francavilla al mare / Abruzzo / Italia
franticfest.it

Facebook / Instagram 

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Contatti:

franticfestofficial@gmail.com

Acieloaperto • Level Eleven • XI Edizione

DOMENICA 30 LUGLIO I NEOZELANDESI
FAT FREDDY’S DROP APPRODANO SUL PALCO DEL PARCO FLUVIALE DI SANTA SOFIA (FC)

Dopo i sold out dei Baustelle e Giancane + Zerocalcare e la magica esibizione di Tamino nella stupenda cornice della Rocca Malatestiana, la magia di acieloaperto si trasferisce nella suggestiva location del Parco Fluviale “Giorgio Zanniboni”.


Dopo il successo degli appuntamenti andati in scena nella splendida Rocca Malatestiana di Cesena,l’undicesima edizione di Acieloaperto cambia location e si sposta al Parco Fluviale “Giorgio Zanniboni” di Santa Sofia (FC) per accogliere l’energia dal vivo dei neozelandesi Fat Freddy’s Drop in arrivo il 30 luglio con un concerto speciale in scena alle 18:00: un momento unico e irripetibile in cui la miscela esplosiva in salsa maori dei Fat Freddy’s Drop emozionerà fino alle ultime luci del tramonto (prevendite disponibili al link: https://bit.ly/3WbMPfs).

Considerata a livello internazionale come una delle migliori live band del mondo, la formazione di sette elementi si è fatta strada partendo dal reggae attraverso un campo saturo di colori di psichedelia soul, prima di deviare su una desolata autostrada di Detroit di notte. Il loro sound è fatto per essere ascoltato dal vivo, con la sua potente miscela di virtuosismo jazz e sonorità digitali.
Per una band abituata a fare tournée a livello internazionale ogni anno a partire dal 2003, la risposta più logica è stata quella di pubblicare gli album live Wairunga e Lock-in, registrati e filmati senza il pubblico, nella madrepatria in Nuova Zelanda. La registrazione di un nuovo album in studio è nella to do list della band per il 2023, per dare un seguito aSpecial Edition Part 1, pubblicato alla fine del 2019.

In apertura Louis Baker, Godblesscomputers dj set, Petunia Sauce, Rumors dj set.

CALENDARIO UFFICIALE 


17/06 Preview WHITEMARY (ingresso gratuito)
GOLENA DEL FIUME RUBICONE @SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC) 

04/07 TAMINO
ROCCA MALATESTIANA @CESENA TAMINO
openging: Emma Nolde, Jack Botts, G.EM

13/07 GIANCANE + ZEROCALCARE – sold out
ROCCA MALATESTIANA @CESENA 
openging: Miglio, I Santini

21/07 BAUSTELLE – sold out
ROCCA MALATESTIANA @CESENA 
openging: Crista, Filo Vals, Supertommi

30/07 FAT FREDDY’S DROP
PARCO FLUVIALE “GIORGIO ZANNIBONI” @SANTA SOFIA (FC)
openging: Louis Baker, Godblesscomputers dj set, Petunia Sauce, Rumors dj set

11/08  MEZZOSANGUE, BASSI MAESTRO dj set, EGREEN & DJ SHOCCA + guest
ROCCA MALATESTIANA @CESENA 
openging: Moder

24/08 WILCO
VILLA TORLONIA @SAN MAURO PASCOLI (FC)
openging: Courtney Marie Andrews, Bianco, Angelica

27/08 VERDENA
VILLA TORLONIA @SAN MAURO PASCOLI (FC) 
openging: Andrea Poggio, San Leo, Bellanotte


► Biglietti disponibili su https://www.ticketone.it/artist/acieloaperto/ 

Dopo aver celebrato il decimo anniversario lo scorso anno – anche attraverso un emozionante  documentario che racconta le sfide e le soddisfazioni dei primi due lustri – acieloaperto è finalmente pronto a svelare il programma ufficiale dell’XI edizione. In scena nelle splendide cornici della Rocca Malatestiana di Cesena, della vicina Villa Torlonia a San Mauro Pascoli (FC) e, dalla scorsa stagione, del suggestivo Parco Fluviale di Santa Sofia (FC), la rassegna romagnola mantiene salde quelle coordinate identitarie che la collocano meritatamente sulla mappa delle manifestazioni musicali d’eccellenza del panorama festivaliero nostrano. 

«L’edizione numero X è stata indimenticabile, ma il percorso dei festival e della musica dal vivo ogni anno deve affrontare nuove sfide, non è consentito pensare al passato, bisogna sempre ragionare al presente o al futuro dove per un motivo o per l’altro iniziano nuove sfide ed insidie. Ci piace immaginare l’undicesima edizione della rassegna come un arcade game dove ogni anno inizia un nuovo livello, sempre più difficile, sempre più avvincente si spera. Eccoci pronti al Level Eleven».         

Piero Mantengoli,
direttore artistico di acieloaperto


Ed ecco allora che premendo il pulsante start si alza la posta in gioco e veniamo catapultati ad un livello, se possibile, ancora più appassionante attraverso una rosa di artisti di fama nazionale e internazionale che rappresentano nell’insieme l’ampio orizzonte sonoro di acieloaperto. Una kermesse che è diventata negli anni garanzia per un pubblico di innamorati della musica di qualità, un’autentica community che si riconosce nei valori espressi dall’associazione che la organizza, la cesenate Retro Pop Live, tra le prime in Italia ad investire nel lungo cammino in direzione dell’attenzione all’ambiente, anche grazie alla partnership con il Gruppo Hera che ha fornito negli anni supporto e know how nel gestire questo tema. Solidarietà e cooperazione sono un altro cardine per acieloaperto che quest’anno sposa tre progetti sul versante dell’impegno sociale: “Tratti di Donna” – coordinato dall’Associazione di promozione sociale l’Aquilone di Iqbal – “Oltre il giardino” – promosso dall’U.O. Dipendenze patologiche di Cesena Azienda USL Romagna – e, infine, la Fondazione Enaip Forlì ̶Cesena ETS. 

La rassegna

Organizzata dall’associazione culturale Retropop Live nella splendida Rocca Malatestiana di Cesena e nella suggestiva Villa Torlonia di San Mauro Pascoli (FC), la manifestazione ha portato sui palchi di questi magici luoghi artisti del calibro di Eels, Calexico, Flaming Lips, Black Rebel Motorcycle Club, Xavier Rudd, Belle and Sebastian, Ben Harper And The Innocent Criminals, Mark Lanegan, Niccolò Fabi, Gogol Bordello, solo per citarne alcuni. Ha i patrocini dei comuni di Cesena e San Mauro Pascoli, e della regione Emilia Romagna.

L’associazione culturale Retro Pop Live è attiva sul territorio cesenate e romagnolo da quasi un decennio. Opera in numerosi teatri, locali e rock-club del territorio, organizzando concerti ed eventi, distinguendosi per la proposta artistica che spazia all’interno del rock alternativo in tutte le sue sfaccettature. 



ACIELOAPERTO – rassegna musicale 
XI EDIZIONE  

Organizzazione a cura di RetroPop Live

Location:
ROCCA MALATESTIANA
via Cia degli Ordelaffi 8 – Cesena

VILLA TORLONIA
via Due Martiri 2 – San Mauro Pascoli (FC)

PARCO FLUVIALE “GIORGIO ZANNIBONI”
Santa Sofia (FC)

INFO AL PUBBLICO:
email | info line: 339 2140806

Blur @ Lucca Summer Festival

Lucca, 22 Luglio 2023

Freschi dell’uscita di The Ballad of Darren, nel pieno del loro tour mondiale che conclude una pausa di ben sette anni, fanno tappa a Lucca i Blur, la band protagonista del britpop degli anni Novanta. Sul palco del Lucca Summer Festival prende vita una reunion piena di energia e gioia. L’amicizia duratura di Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree si mostra in pieno in uno spettacolo fatto di brani storici e nuovi, per un gioco ininterrotto di ballate agrodolci, mood scanzonati e un rock spietato. 

La serata si apre con un brano del nuovo disco, St. Charles Square, mentre il nome dei Blur si staglia sulle loro teste e luci multicolori ci dicono che siamo lì davvero. Iniziare con un brano nuovo inverte la cronologia della storia musicale della band, come a volerla riassumere in uno stile nuovo, ma che non intacca la loro identità.

Albarn è un artista sempre preso da vari progetti, tra cui Gorillaz e The Good, The Bad & the Queen, ma si vede che è felice di stare sul palco con i suoi amici. La sensazione che questo sia più di un semplice concerto dà ancora più fascino alla band che sale sul palco con determinazione per vivere una serata speciale con i 35.000 spettatori giunti a Lucca. Durante l’esibizione, la voce del frontman rivela il timbro della maturità, è leggermente più profonda, eppure porta ancora con sé la carica tagliente degli esordi. Albarn si conferma un vocalist vincente e determinato dietro gli occhiali Harry Palmer mentre ricrea l’atmosfera da seminterrato degli anni ’90, pronto ad affascinarci con successi del passato e brani del presente.

Dopo la prima canzone Albarn saluta il pubblico in un italiano molto britannico mentre la folla accoglie con grida entusiaste il graffio della chitarra di Coxon, il vero segnale di inizio del concerto. Canzoni come Popscene e Beetlebum portano con sé il senso dell’elisir di lunga vita, e tutto sembra un sogno quando, ad un tratto, l’audio ci abbandona mentre i musicisti continuano a suonare come in un film muto.

Un risveglio quasi surreale. Intorno ci sono sguardi attoniti, ma la musica riparte, l’incidente sembra essere stato solo un veloce istante. Invece è l’inizio della discesa all’inferno. Albarn si scusa più volte nel suo brit italiano, un interludio intrattiene il pubblico mentre sul palco si intravedono figure veloci che cercano di risolvere qualche problema tecnico. Finalmente il concerto riprende con Coffee & TV, la vetrina di Coxon, dove si lascia andare come se niente fosse successo, nei suoi anti-assoli e gioca con Albarn, creando un mood intimo nonostante tutte le persone che li circondano.

Vorresti sorridere, lasciarti andare, ma ti accorgi che il suono è sporco e non per volontà dei musicisti. Le note prendono vita, ma sono incerte e sfarfallanti, il frontman non è sempre comprensibile, gli equalizzatori vivono nell’anarchia e gli sforzi di tecnici ed artisti di salvare il salvabile è commovente.

Attorno a me vedo sguardi spaesati, sbalorditi, si intravedono facce perplesse e deluse. Non so chi è vicino al PIT, ma per chi, come me, è nel regno di molto lontano dal palco, dagli schermi, dal centro della musica, l’esperienza è un trauma. Si sentono i primi commenti taglienti che invaderanno i social domani, ma poi il pubblico capisce l’imbarazzo della band e li supporta battendo le mani per creare un ritmo e cantando strofe che intuisce ma non capisce totalmente. La voce di Coxon in alcuni casi si sente meglio di quella di Albarn, che, da parte sua, dà tutto se stesso, ma in Oily Water diventa un richiamo flebile.

Nel tentativo di aggiustare la resa sonora, nei vari brani il gioco vivo di basso e chitarra diventa uno spintonarsi fastidioso di note, eppure sai che loro si esibiscono dando il massimo. Nonostante le difficoltà, l’atmosfera si accende con Song 2. Salti, grida di gioia, polvere ovunque e mura che forse tremano per la stessa felicità che ci coinvolge anche con l’attesissima Girls & Boys. In questo caso non importa che la canzone si senta bene, chi è lì la sa, la conosce, l’ha metabolizzata: la mente riporta vivi e nitidi quei suoni che l’orecchio non riesce a sentire come dovrebbe. Mentre saltiamo, ricordo le tante facce di amici tese nella smorfia di pronunciare il nome di questo gruppo che già negli anni ’90 cantava l’amore che trascende il genere, scuotendo così una cultura ancora ipocrita e bigotta.

Anche The Narcissist risente degli ostacoli tecnici, ma questo momento di silenzio e condivisione riesce ad arrivare e annulla la distanza tra pubblico e palco: chi è lontano si sente finalmente parte del concerto, anche se a piccoli sorsi. Le chitarre distorte e ripetitive come un’ossessione a tratti arrivano bene, in altri momenti diventano suoni deformati e confusi, e da un brano dove l’io narrante spera di diventare migliore, anche noi speriamo che almeno verso la chiusura i suoni migliorino.  

Il concerto termina con The Universal e le mura riflettono le luci calde del palco di un finale intenso, purtroppo sempre minato da una qualità del suono altalenante. A serata praticamente conclusa, il pubblico ricoperto di polvere e di odore di birra, ringrazia la band perché da veri professionisti hanno suonato e cercare di far vivere quell’esperienza emozionante che in tanti desideravano da anni.

Ostacoli tecnici o no, i Blur restano una delle band più interessanti della realtà Britpop. Rimane però l’amaro in bocca di un’esperienza vissuta a metà arrancandosi alla ricerca di note che ci permettessero di ricostruire una scaletta come un puzzle. Resta anche la perplessità di come imprevisti di questo genere non possano essere gestiti con la giusta preparazione che questi eventi richiedono.

Possiamo dire che questo è il bello della diretta, ma non è vero, non è bello. Chissà forse è stato un caso. Lo scopriremo solo a un altro concerto. 

Placebo @ Anfiteatro Camerini

Piazzola sul Brenta, 18 Luglio 2023

Che poi, alla fine, spesso il tutto si riduce all’assioma secondo il quale a grosse aspettative seguono grosse delusioni, o detta in maniera più scientifico/matematica, la delusione è direttamente proporzionale all’aspettativa.

Non faccio mistero pertanto di essermi approcciato al concerto dei Placebo, nella splendida cornice di Piazza Camerini a Piazzola sul Brenta(provincia di Padova, appena a sud dell’Islanda), con un misto di serena attesa e sincera curiosità, trattandosi della mia prima volta di fronte alla band di Brian Molko.

Sorvolando a piè pari le polemiche degli ultimi giorni sulle esternazioni del frontman, scorgo con un certo stupore che c’è davvero un sacco di gente, la fila all’ingresso è piuttosto lunga e incredibilmente educata e ordinata, dietro di me si parla della data milanese dei Depeche Mode, si ragiona sulla scaletta della serata, la temperatura è incredibilmente sopportabile, non sono presenti gruppi spalla, non si potranno fare foto né video, diciamo che le premesse sono molto più che ottimistiche.

Alle 21:45, minuto più, minuto meno, dopo il doppio annuncio (inglese e italiano) sull’essere presenti, vivere l’attimo, hic et nunc insomma, l’imponente impianto luci e video allestito sul palco accoglie finalmente i Placebo, “European band” come ci terrà a precisare Mr. Molko, che senza troppi indugi dà il via alle danze con Forever Chemicals, brano che apre il loro ultimo disco in studio, Never Let Me Go.

Dopo qualche momento di assestamento dei volumi ciò che mi sorprende maggiormente e che mi tiene lo sguardo incollato al palco, è la stratificazione e la varietà dei suoni, ai quali sinceramente non ero pronto. Effettivamente non avevo notato immediatamente che sul palco sono ben in sei, oltre ai due soli membri originali Molko e Stefan Olsdal (la risposta dell’alternative rock a Martin Fucsovic), scorgo il violino di Angela Chan, già Lanterns On The Lake, oltre a Bill Loyd al basso e tastiere, Matt Lunn alla batteria e Nick Gavrilovic che si destreggia tra chitarre e tastiere.

Il ritmo del concerto è molto serrato, Brian Molko sembra non voler far scendere l’adrenalina e la tensione, i cambi chitarra sono rapidi in stile cambio gomme in Formula 1, a livello scenico lo spettacolo è davvero godibile, gli schermi alle spalle della band e le luci aumentano la carica sprigionata dalla musica, il pubblico è partecipe e tutto attorno vedo sguardi felici e distesi.

La scaletta ricalca quasi fedelmente quella degli ultimi concerti, nessuno spazio alle sorprese, a metà live me la vado a guardare su setlist.fm e, per dire il mio livello di ignoranza, scopro che da diversi anni le varie Pure Morning, Every You Every Me non vengono più suonate, non avrebbero fatto nemmeno Special K, resto perplesso, l​’intenso finale di Surrounded By Spies mi riporta sul palco, quando verso il finale del concerto la sequenza For What It’s Worth – Slave to the Wage – Song to Say Goodbye – The Bitter End sono davvero un trionfo, si respira un’energia particolare, e non posso non riconoscere che ne han fatte davvero molte di canzoni belle i Placebo.

La scaletta si chiude con Infra-Red, gli encore non lasciano spazio a sorprese, con le due cover previste, Shout e Running Up The Hill inframezzate da Fix Yourself.

Me ne torno a casa molto più che soddisfatto, ragionando tra me e me (dato che effettivamente ero solo) su quanto appena visto, sugli arzigogolati ragionamenti che spesso si fanno sulla durata dei live, sulla costruzione delle scalette, sugli effetti speciali, quando alla fine ciò che è indispensabile rimane l’avere delle canzoni. Possibilmente belle. 

The Murder Capital – Si aggiunge una nuova data italiana: il 3.11 al Locomotiv Club di Bologna

All Things Live Italy presenta The MurderCapital. L’acclamata band post-punk irlandese, dopo il successo al Fake Fest (lo scorso 13 luglio a Bellaria Igea Marina, Rimini) aggiunge una nuova data italiana in occasione del The Clown’s Reflection Tour, il 3 novembre al Locomotiv Club di Bologna, oltre alle due precedentemente annunciate il 2 novembre al Circolo Magnolia di Milano e il 4 novembre al Largo Venue di Roma.
Biglietti disponibili solo sulla piattaforma di ticketing e discovery DICE.
 
The Murder Capital nascono nel 2018 dall’incontro tra James McGovern (voce), Damien Tuit (chitarra), Cathal Roper (chitarra/tastiere), Gabriel Paschal Blake (basso) e Diarmuid Brennan (batteria) a Dublino. Nel 2019 pubblicano l’album d’esordio When I Have Fears che è stato incluso nelle classifiche di fine anno di diverse testate internazionali tra cui il The Guardian che l’ha definito “an outstanding debut from a great new band who play it like they mean it“. Nel 2022 si sono esibiti su palchi importanti come quelli del Primavera Sound, VYV Festival e Solidays, hanno aperto i Pearl Jam al British Summer Time ed un tour sold-out in Europa e Inghilterra.
Il 20 gennaio 2023 è uscito il secondo album Gigi’s Recovery, 12 tracce che hanno spinto la band verso nuove sonorità sempre più coraggiose e distanti dal lavoro precedente, gli elementi elettronici sono molto più presenti, insieme alle influenze industrial.

Il 2 novembre al Circolo Magnolia di Milano, il 3 novembre al Locomotiv Club di Bologna (nuova datae il 4 novembre al Largo Venue di Roma ti aspettano i The Murder Capital per tre imperdibili date.

Biglietti solo su DICE
2.11.23 – Circolo Magnolia, Milano: https://dice.fm/event/646df16b8ba4f20001aac518
3.11.23 – Locomotiv Club, Bologna – nuova datahttps://link.dice.fm/D25736eaeca3
4.11.23 – Largo Venue, Roma: https://link.dice.fm/j325aba52fea
 

The Murder Capital https://www.instagram.com/themurdercapital/

RADAR Concerti è All Things Live Italy, segui tutti gli aggiornamenti 
https://www.instagram.com/allthingsliveit/
https://allthingslive.it/

LORNA SHORE: una data all’Alcatraz di Milano

LORNA SHORE, tra le band extreme metal di nuova generazione maggiormente apprezzate dai fan, annunciano oggi “The Pain Remains EU Tour”, serie di concerti che vedranno il gruppo esibirsi anche in Italia per un unico appuntamento che si terrà venerdì 24 novembre 2023 all’Alcatraz di Milano.

Prima di LORNA SHORE saliranno sul palco anche RIVERS OF NIHILINGESTED e DISTANT.

Di seguito il riepilogo della data:
LORNA SHORE
+ Rivers Of Nihil
+ Ingested
+ Distant
Venerdì 24 novembre 2023 – Milano, Alcatraz

BIGLIETTI
I biglietti per lo show saranno in vendita su Ticketone a questo indirizzo